Ancora Giovenale
La settimana scorsa “Commenti Eleison” ha richiamato l’attenzione sulla notevole (per un pagano) saggezza naturale circa le questioni spirituali, dimostrata dallo scrittore satirico romano Giovenale, che era nel giusto circa 100 anni dopo la nascita di Nostro Signore, ma senza che egli lo conoscesse (per quanto ho potuto sapere) per non avere contatti con la religione cattolica, cresciuta dopo a Roma.
Una prima lezione tratta da un passo incluso nella Decima Satira, è stata che la grazia è in linea con quella natura che Dio ci ha dato e a partire dalla quale Giovenale scriveva. La grazia è solo non in linea con la nostra natura decaduta, che così divenne con Adamo e che da allora è stata viziata col peccato originale in tutti noi, rendendo fin troppo facile il susseguirsi dei nostri peccati personali. Con questa natura peccaminosa, come peccatore, la grazia è in guerra, ma solo per guarire ed elevare quella natura che Dio ci ha dato e che è necessariamente sottesa alla natura peccaminosa, come necessariamente il marcio sottende la mela. Il fatto che Giovenale, senza l’aiuto dalla grazia, possa scrivere così bene, non solo del marcio umano, ma anche della natura sottesa, confuta la terribile eresia secondo la quale nella natura umana non ci sarebbe alcunché che non sia marcio.
Una seconda lezione adatta ai nostri tempi, è che l’antico pagano satirico che ha promosso la sanità mentale naturale, anche senza alcuna nozione della grazia soprannaturale, era un uomo migliore rispetto alla massa degli apostati pagani post-cristiani, che oggi sono corrotti e stanno corrompendo sia la natura sia la grazia. Allo stesso modo, a chi ha visitato una settimana fa il Museo di Arte Moderna di Washington DC, l’attuale esposizione di antichi pezzi artistici provenienti dalla pagana Pompei, ha offerto molto di più per il cuore e la mente umani che tutte le moderne esposizioni messe insieme.
Una terza lezione, messa in rilievo dai tempi moderni, potrebbe essere il valore che ha la lettura degli autori classici latini come Giovenale. Quando si parla dell’apprendimento del latino, alcune anime pie sostengono che i giovani cattolici dovrebbero immergersi negli abbondanti testi latini dei Padri della Chiesa, pieni di grazia, piuttosto che in quelli pagani, come in Giovenale. È vero, i Padri della Chiesa sono nitidi laddove gli autori pagani sono sempre più o meno scoloriti, ma proprio perché i Padri sono pieni di grazia, di certo non possono testimoniare in pari maniera che la natura data da Dio è a priori, di per sé e non in valore, la grazia data da Dio. Non è questa natura che oggi ha bisogno di tutto l’aiuto possibile?
Kyrie eleison.