Riproduzione del “Tristano”

Dopo un’assenza dalla Royal Opera House di Londra di circa 40 anni, è stata una delizia ricevere in offerta da amici, la scorsa settimana, un biglietto per il “Tristano e Isotta” di Wagner. Mi ha fatto trascorrere una piacevole serata, ma cari miei! – La produzione moderna! I classici di ieri erano una cosa. La loro produzione odierna sul palco può essere tutt’altro!

Un classico come il “Tristano e Isotta”, che è stato messo in scena per la prima volta nel 1865, diventa un classico perché riesce ad esprimere problemi umani e soluzioni che appartengono a tutte le età. Per esempio, mai le passioni dell’amore romantico tra l’uomo e la donna sono state così abilmente e potentemente espresse come nel dramma musicale di “Tristano”. Ma ogni volta che un dramma classico viene messo in scena, la sua produzione può ovviamente appartenere solo al tempo della sua messa in scena. Così il classico dipende in sé dall’autore, ma nella sua riproduzione dal produttore e da come egli intende il classico che sta riproducendo.

Ora, Wagner può essere chiamato il padre della musica moderna, specialmente attraverso la rivoluzione operata con le armonie cromatiche del “Tristano”, in costante mutamento. Nessuno può dire che Wagner non sia moderno. Ma ciò che mostra l’attuale riproduzione del “Tristano” al Covent Garden, è l’enorme distanza esistente anche tra il tempo di Wagner e il nostro. Questo produttore ha manifestato o nessuna comprensione o nessun riguardo per il testo di Wagner, come due piccoli esempi possono dimostrare. Nel terzo atto, quando Curvenaldo è indotto a guardare verso il mare per scorgere la nave di Isotta, viene mostrato che guarda tutto il tempo Tristano. Per contro, quando Isotta finalmente si precipita a trovare Tristano morente, il testo di Wagner la mostra ovviamente mentre cerca di cogliere in lui il minimo segno di vita, mentre questo produttore la mostra sul pavimento con la schiena rivolta a lui! Queste flagranti violazioni del testo originale e del buon senso, attraversano la produzione dall’inizio alla fine.

Cosa pensa di aver fatto il produttore? Mi piacerebbe saperlo. O non ha alcun buon senso o, se ce l’ha, ha deciso deliberatamente di sfidarlo. Peggio ancora, la Royal Opera House probabilmente gli ha pagato una bella somma per fare così, perché avrà ritenuto che il pubblico di oggi avrebbe apprezzato la sfida. Viene in mente Picasso che diceva di sapere che la sua arte era una sciocchezza, ma che sapeva anche che era quello che voleva la gente. Infatti il pubblico della scorsa settimana, che avrebbe dovuto fischiare tali assurdità, guardava invece docilmente e applaudendo calorosamente. Se non erro, oggi nel paese di Wagner le produzioni classiche delle sue opere sono rare.

Si è portati a chiedersi, che cosa sta accadendo al buon senso? Dove sta andando il pubblico di oggi? Come può un popolo sopravvivere a lungo quando si compiace, per esempio, di due amanti che si voltano le spalle l’un l’altro al momento della morte? Obiezione: è solo teatro. Risposta: il teatro rappresenta lo specchio della società. Conclusione: la società di oggi o non ha buon senso o quel poco che ha ancora lo sta calpestando. Dal momento che il buon senso è il senso della realtà, una tale società non può sopravvivere.

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra