Caos incomprensibile?

Un riflessivo lettore di questi “Commenti” ha fatto un po’ di mesi fa, dagli Stati Uniti, alcune osservazioni sagaci. Eccole:— La “libertà religiosa” è davvero giunta al limite qui nelle colonie. Un giudice federale “cattolico” ha comminato la prigione ad un impiegato protestante della contea, perché si era rifiutato di rilasciare la licenza per un matrimonio omosessuale. I valenti difensori dell’impiegato si sono appellati per lui alla “libertà religiosa”, non rendendosi conto che la libertà religiosa è esattamente il problema e non la soluzione. Incredibile. Profondiamo nel caos morale e nessuno sembra capire perché. “Sprofondiamo nel caos morale e nessuno sembra capire perché”. Ben detto! Ma i “tradizionalisti” che prendono sul serio la Tradizione dovrebbero essere in grado di risolvere la questione.

E questo perché se io prendo sul serio la Tradizione capisco che la DOTTRINA viene prima, in altre parole, la religione cattolica non è nebbia nel cervello, moralità e Messa, ma sono le realtà dottrinali che regolano sia la morale sia la Messa. Queste realtà iniziano con l’esistenza di Dio onnipotente, dal quale tutta la creazione dipende ogni momento per mantenere la sua esistenza, nonostante Egli avrebbe potuto annichilire ogni esistenza senza con questo mutare minimamente Se stesso. Egli crea ogni anima umana fin dal momento del concepimento corporeo, con l’intento che essa userà il libero arbitrio di cui viene dotata per scegliere di vivere e morire secondo la Sua immutabile legge morale, così che essa possa trascorrere in Cielo la sua eternità nella beatitudine con Lui stesso. Il libero arbitrio, nella sua autenticità, comporta che le anime possano scegliere di infrangere la Sua legge, e se non si pentono, significa che hanno scelto di sfidarLo e di trascorrere l’eternità all’Inferno. In tal modo saranno le anime ad essere infrante e non la Sua Legge. Tale legge si riassume nei Dieci Comandamenti, e non è una legge arbitraria, ma si adatta alla natura umana per la quale è stata concepita, così come il manuale operativo di una macchina corrisponde alla macchina per cui è stato concepito.

Ora il sesto e il nono di questi Comandamenti insegnano agli esseri umani a fare un uso corretto del meccanismo riproduttivo integrato nei loro corpi. Questo meccanismo non è un giocattolo, ma uno strumento sacro predisposto da Dio per la formazione quaggiù di famiglie umane che poi riempiranno il cielo lassù. Non sono due uomini da soli, né due donne da sole che possono avere dei figli, ma solo un uomo e una donna insieme possono formare una famiglia, e dal momento che il popolamento del Cielo è una questione sacra, qualsiasi infrazione di questi due Comandamenti diventa subito così grave da meritare la dannazione eterna. “non ci si può prendere gioco di Dio” – Galati VI, 7. Di conseguenza l’avvilimento del matrimonio compiuto dagli omosessuali è uno dei quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, come insegna la Chiesa Cattolica, e per giunta il “matrimonio” omosessuale equivale a prendersi gioco di un’istituzione santa di Dio. In tutta questa dottrina non c’è una virgola di caos.

Allora da dove viene il caos? Dal liberalismo. Dalla falsa religione del liberalismo. Dal fare della libertà un idolo. Nel capitolo I della Lettera ai Romani, San Paolo ribadisce che questo particolare peccato che grida vendetta al cospetto di Dio, deriva dall’idolatria. E’ dopo che gli uomini infransero il primo Comandamento che Dio permise loro perfino le pratiche vergognose contro il sesto Comandamento, senza dubbio nella speranza che l’inconfondibile nefandezza che comporta la loro infrazione di quest’ultimo aprisse loro gli occhi sull’infrazione del primo, meno facile da riconoscere. Che la nostra libertà si sia trasformata da un ideale in un idolo è cosa che ai giorni nostri è sempre più difficile da riconoscere, perché l’idolatrare la libertà religiosa è in corso da oltre 200 anni, e sembra ormai la cosa più naturale. Gli uomini hanno perso il senso del vero Dio. Al contrario, la libertà religiosa è la libertà suprema, senza la quale tutte le altre libertà sembrano poca cosa.

E la libertà finisce col condurre le menti degli uomini fuori da ogni ancoraggio:—“Ogni verità o realtà che pretenda di imporsi sulla mia mente è una diminuzione della mia libertà, così mi rifiuto di riconoscerla, a meno che non mi si addica. Molte regole morali non mi si addicono, io le rifiuto in nome della libertà.” Scendo così in caos morale, convinto di stare esercitando un mio sacro diritto, al punto che non riesco a capire il motivo per cui finisco nel caos mentale e quindi sociale. Ma sono io stesso che ho sconvolto la mia mente e portato la mia società alla deriva. Il caos è del tutto comprensibile.

Kyrie eleison.