Brexit – Spexit?

C’è una cosa come il “Zeitgeist”, o spirito del tempo. Una prova potrebbe essere il parallelo che si può stabilire tra il voto inglese del 23 giugno per rinunciare all’abbraccio comunista dell’Unione Europea e la riunione dei Superiori della FSSPX, dal 25 al 28 giugno, col comunicato di Mons. Fellay del 29 giugno che dichiara che la Fraternità sta ora rinunciando all’abbraccio della Roma neo-modernista – in breve lo “SPexit”. In effetti, come suggerito dal “Commento” della settimana scorsa: il Brexit è stato ammirevole, ma di dubbia efficacia, e così si può temere che la San-Pio-exit del 29 giugno possa aver rassicurato molti buoni cattolici che la Fraternità sarebbe di nuovo in carreggiata, mentre nel giro di pochi giorni la Roma ufficiale e Mons. Fellay hanno entrambi affermato che i contatti continuano . . .

La base del parallelo è l’apostasia che caratterizza la Quinta Età della Chiesa, 1517–2017 (o oltre), con la quale i popoli del mondo hanno lentamente ma costantemente voltato le spalle a Dio per sostituirLo con l’uomo. Ma in tale processo la loro coscienza non è a suo agio. Perciò mentre esteriormente rendono omaggio al buon vecchio ordine, interiormente si struggono per la libertà da Dio e per i benefici materialistici del Nuovo Ordine Mondiale. E’ così che un buon vecchio istinto ha spinto gli Inglesi a votare per l’indipendenza dal comunismo, ma essendo quasi tutti atei materialisti e quindi dei comunisti senza il nome, difficilmente adesso sanno cosa fare con il loro Brexit. Allo stesso modo si può temere che lo “SPexit” sia più di quello che sembra.

Per esempio, l’ottimo sito web ispanico “Non Possumus” ha sottolineato che quando il comunicato del 29 giugno guarda ad un Papa “che favorisce concretamente il ritorno alla Santa Tradizione” (2 + 2 = 4 o 5), questo non è la stessa cosa di un Papa “che è tornato alla Tradizione” (2 + 2 = 4, e solo 4). Né è rassicurante che il 2 luglio Mons. Fellay abbia indetto una quinta Crociata del Rosario, già intravista come possibile il 24 giugno da Don Girouard nel Canada Occidentale. Egli ha ricordato come Mons. Fellay abbia presentato come due doni della Madre di Dio: sia la dubbia liberalizzazione del vero rito della Messa ad opera del Summorum Pontificum nel 2007, sia la “remissione” delle inesistenti “scomuniche” nel 2009. Don Girouard teme che un riconoscimento unilaterale della Fraternità da parte della Roma ufficiale, possa essere ugualmente presentato come una risposta della Madonna a questa nuova Crociata del Rosario. Ecco come Don Girouard immagina che il riconoscimento potrebbe essere presentato da Mons. Fellay:—

Nella Crociata, abbiamo chiesto la protezione della Fraternità. Grazie ai 12 milioni di Rosari, la BVM ha ottenuto per noi, dal Cuore di suo Figlio, questa protezione speciale! Sì, il Santo Padre ha firmato questo documento in cui ci riconosce e promette di darci la sua personale protezione, così che saremo in grado di continuare “come siamo”. Questo nuovo dono di Dio e della BVM è veramente un nuovo mezzo datoci dalla Divina Provvidenza per continuare meglio il nostro lavoro per l’estensione del Regno Sociale di Cristo! Esso è anche la riparazione di una grave ingiustizia! E’ veramente il segno che Roma è cambiata in meglio! Il nostro venerato fondatore, Mons. Lefebvre, avrebbe accettato questo dono provvidenziale. Infatti, per ottenerlo da nostro Signore, possiamo essere sicuri che egli ha unito le sue preghiere a quelle della BVM e che ora gioisce con Lei in Paradiso! In ringraziamento per questo meraviglioso dono della Provvidenza, rinnoviamo ufficialmente la consacrazione della Fraternità ai Cuori di Gesù e Maria, ed eseguiamo un Te Deum cantato in tutte le nostre cappelle!”

In tale ottica, aggiunge Don Girouard, chiunque rifiuterà la riunione della Fraternità con Roma sarà fatto sembrare come resistente a Dio e spregiatore di Sua Madre.

Tali timori sono per ora solo immaginari. Quel che è certo è che lo “SPexit” del 25–28 giugno non avrà in alcun modo scosso la volontà di Mons. Fellay di condurre la Fraternità di Monsignore tra le braccia della Roma neo-modernista. Per lui, questa è l’unica strada da seguire, piuttosto che “insultare” i buoni Romani e “ristagnare” in una resistenza che è obsoleta e non più rilevante per la situazione in evoluzione.

Kyrie eleison.