Importanza della cultura – I
“Quando sento la parola ‘cultura’, imbraccio il mio fucile”, è una citazione famosa (spesso attribuita al Maresciallo del Reich Hermann Göring, ma che in realtà proviene da un’opera teatrale di Berlino del 1933), che può essere interpretata nel senso che la cultura non è la fonte ultima dei valori spesso attribuiti ad essa. Spesso la parola funge da foglia di fico per coprire l’apostasia profonda dell’Occidente con una vergognosa ma persistente ipocrisia, alla quale alcuni possessori di armi da fuoco potrebbero essere istintivamente tentati di farle fare una fine violenta. Un americano del nostro tempo che si rende conto che la cultura dipende dalla religione o dalla sua assenza è Ron Austin, che ha scritto nel numero di dicembre della rivista First Things un articolo sulla cultura pop, sostenendo che non è né pop, né cultura.
Austin è un veterano scrittore-produttore di Hollywood che ha trascorso quasi mezzo secolo producendo cultura pop, soprattutto per la televisione. È membro dell’American Academy of Motion Pictures Arts and Sciences, ma anche membro della Scuola Domenicana di Filosofia e Teologia a Berkeley, in California, il che gli dà almeno un punto di riferimento sulle vere dimensioni della “cultura”. Ad esempio, all’inizio del suo articolo, scrive: “La chiave per comprendere la modernità e il suo definitivo fallimento risiede nei molti tentativi falliti di trovare sostituti alla fede religiosa . . . . Sono stati i mass media a promuovere una “cultura pop” che è stata il più influente e potente sostituto di una visione del mondo significativa . . .” La cultura pop, dice Austin, è un idolo . . . come tale è fasulla . . . non è né pop né cultura.
Austin definisce il “pop” come appartenente al popolo piuttosto che a qualsiasi élite. Ammette che la cultura pop ha oggi una notevole attrattiva popolare, ma dice che è di natura sintetica e industriale, derivata com’è da nessuno stile di vita naturale o organico, quindi non è veramente popolare. “Cultura” è difficile da definire, ma egli dà al termine il significato di un modo di vivere con valori condivisi a cui essa fornisce i mezzi per esprimersi. La cultura in questo senso può crescere solo organicamente come un albero, alla velocità della natura che non può essere forzata, e richiede una memoria condivisa con il senso del passato, una continuità di significato, obiettivi e normative. Ma la “cultura pop” cancella il passato. Quindi non è una vera cultura. Austin ricorda i decenni della sua vita da questo punto di vista.
Negli anni ‘50 e ‘60 ricorda una crescente alienazione dal passato in cui i mass media hanno giuocato un ruolo cruciale. Negli anni ‘70 crebbe una controcultura della frammentazione e del narcisismo, con più intrattenimento che mai, e con esso un crescente distacco dalla realtà. Il mezzo stesso era diventando il messaggio, e la moralità era basata sull’emozione soggettiva, che i media confezionavano come un prodotto a scopo di lucro. L’intrattenimento ha sostituito il pensiero o l’analisi. Se non fatale, la malattia era altamente contagiosa. Negli anni ‘80 il tentativo di ripristinare i valori passati fallì, negli Stati Uniti, in Europa e in Russia. Negli anni ‘90 sono finite alcune false speranze, ma la massa dei consumatori era più frammentata che mai. Tuttavia, negli anni del 2010 la Fede cattolica sta dando qualche speranza ad Austin. La vera cultura dipende dal fatto che l’essere umano sia umano, dice, e gli umani hanno per veri modelli Nostro Signore e la Madonna. La vera cultura sarà ripristinata, e la Luce tornerà.
Austin è sulla buona strada per cogliere il vero problema, anche se la sua valutazione del problema e della sua soluzione non pare molto forte. Perché l’odierno complessivo ambiente o cultura è pericolosissimo per le anime e la loro salvezza. È diventato del tutto normale o non credere in Dio, o, se si crede in Lui, non prenderLo sul serio. Il passato ha poco da dirci (tranne i Sei Milioni, evidentemente). L’immoralità non è importante. Non esiste qualcosa come l’ordine di natura da rispettare. E’ la tecnologia che salva. E la libertà è tutto. E questa malattia è altamente contagiosa, perché è così “liberatrice”. Che il Cielo ci aiuti!
Kyrie eleison.
P. S. – Come un piccolo ricorso alla cultura d’élite del passato, nel vero senso della parola, si terrà qui a Broadstairs, da venerdì 23 febbraio a Domenica 25 febbraio, del prossimo anno, una sessione di Mozart parallela alla “Ventata di Beethoven” di due anni fa. Seguiranno i dettagli.