Morale a posteriori
In un recente volo transatlantico ho visto visualizzato sugli schermi televisivi della cabina principale dell’aeroplano, una cosa che non avevo mai visto: la visione in continua evoluzione della parte anteriore del velivolo, vista da una telecamera esterna montata sul retro, senza dubbio in cima alla coda. Interessante prospettiva . . .
Naturalmente la telecamera può sempre mostrare, solo nella stessa posizione, l’anteriore della fusoliera e l’attacco delle ali, non potrebbe mostrare i timoni di profondità che muovendosi sulle ali, spingono il mostruoso uccello in alto fino alla sua quota di crociera. Nondimeno, non appena la macchina si pone sulla sua rotta in mezzo alle nuvole, come appaiono sgraziati i suoi movimenti, se paragonati ad esempio a quelli di un gabbiano che si libra nel vento e scende in picchiata sulle onde con l’intero corpo che flette in ogni momento con una gran varietà di modi tutti istintivi!
Tuttavia, al tempo stesso non si può non ammirare l’enorme potenza dispiegata dal mostruoso uccello che spinge così tanto peso in alto tra le nuvole, contrastando la forza di gravità. Almeno per ora, solo il carburante ha un sufficiente rapporto peso-energia in grado di rendere possibile il volo. Ma gli aeroporti in continua espansione in tutto il mondo, veri palazzi di vetro, acciaio e cemento, dicono del numero sempre crescente di voli, e tale incremento può solo suggerire la limitata disponibilità di combustibile fossile che viene bruciato sempre più velocemente. “Oggi c’è, domani è finito”, e questi palazzi, non sono condannati?
In questi ultimi strambi 150 anni, il modo di vita industriale, dove col welfare un accattone di oggi può vivere comodamente come un re di ieri, si è reso sempre più dipendente dal petrolio e si è diffuso in tutto il mondo. L’india e la Cina rappresentano due gigantesche popolazioni che oggi reclamano la loro parte in questo “progresso”. Ma tutto ha il suo prezzo, anche il “progresso”.
Più il petrolio aiuta il benessere materiale, evitando a molti la necessità dello sforzo fisico, più il logorio si trasferisce dai muscoli ai nervi, e quindi tende a svanire quel senso della realtà che comportava la disciplina di lavorare col sudore della fronte per procurarsi il cibo, il riscaldamento e l’abbigliamento. Più logorio, meno disciplina, più irrealtà – il disastro può piombarci addosso molto prima che il petrolio finisca.
Kyrie eleison.