Uccidere gli Errori
Di recente, un’anima si è lamentata con me per il mio “pensiero dialettico” sul Motu Proprio del Papa del 7 luglio, il che vuole significare che senza dubbio sarei andando avanti e indietro in maniera confusa. Ho risposto che quello che ho detto è sicuramente la semplice applicazione di un vecchio memorabilmente principio cattolico formulato da Sant’Agostino molti secoli fa: “Uccidi gli errori, ama gli erranti”.
Poiché Dio è Verità, non c’è modo che la falsità, o l’errore, possa condurre un’anima nel Suo Cielo. Come l’errore, o la falsa dottrina, conduce al peccato, così solo la verità può portare a Dio. Se quindi voglio andare in Cielo ed aiutare altre anime ad arrivarci, devo essere rigoroso sulla dottrina cattolica. Molte persone non conoscono la Sua verità, ma essa è conoscibile (ed è questo che i liberali negano), e si conosce. Per la mia salvezza e la loro, devo loro comunicarla senza annacquarla né ammorbidirla.
D’altra parte io sono vincolato (in varia misura) dalla carità a desiderare che tutte le anime si conducano al Cielo, e questo è lo scopo per comunicare loro la verità. Perciò io non parlo quando so che ciò che dico può portarle all’Inferno – Gesù rimase in silenzio davanti ad Erode e rimase in silenzio davanti a Pilato. Io posso e devo, a seconda delle circostanze, “regolare il vento sul vello dell’agnello”. Devo amare sia la verità sia le anime. Quindi devo “uccidere l’errore, ma amare l’errante”.
In effetti, più amo la verità, più – e non meno – devo procurare di avere compassione per le anime. Più saldamente sono legato all’albero sulla riva, più sicuramente posso allungare la mano alle anime che stanno annegando in mezzo al guado. Ma guai a me se allungassi la mano senza prima essere saldamente legato! La mancanza della dottrina è il perché i liberali mancano anche della vera carità.
Così, la dottrina di Benedetto XVI nel suo Motu Proprio e nella sua lettera di accompagnamento ai Vescovi, è un miscuglio confuso e deviante di cattolicesimo e di Vaticano II, e io non posso smettere di evidenziare l’errore di questo Concilio che cerca di conciliare la vera Fede con il falso mondo moderno. Per altro verso, quella che viene detta “Messa tridentina” è ricca di dottrina cattolica, per cui posso solo rallegrarmi che il Motu Proprio riconosca che non è mai stata propriamente abrogata e conceda ai sacerdoti una certa libertà di celebrarla. “Nella terra dei ciechi” dove “il guercio è re”, quel riconoscimento e quella limitata concessione sono sicuramente importanti passi in avanti.
Kyrie eleison.La Reja, Argentina