Il pensiero della neo-fraternità – I
Il pensiero della neo-fraternità – I on Febbraio 7, 2015
Verso la fine dello scorso anno, Don Niklaus Pfluger, il secondo in comando nella Neo-Fraternità San Pio X, ha rilasciato un’intervista ad una rivista della neo-Fraternità in Germania, Der Gerade Weg, nella quale ha risposto a sette domande che spaziano sulla Chiesa, la Tradizione, la “Resistenza” e la XSPX. Data la sua posizione importante, il suo pensiero non può essere senza interesse. Qui di seguito presentiamo prima le sue linee principali e poi il suo difetto principale.
La Chiesa cattolica è vasta, molto più vasta del movimento tradizionale. Questo movimento è iniziato nel 1970 come una comprensibile reazione dei cattolici privati della loro casa dalla rivoluzione conciliare, ma noi non potremo mai rendere la Tradizione convincente o attraente se rimaniamo mentalmente bloccati agli anni ‘50 o ‘70. La Tradizione cattolica è un immenso tesoro e non può essere limitata alle condanne del modernismo, del liberalismo e della Massoneria, che erano di routine nel XIX e nel XX secolo. E vero che negli anni ‘70 e ‘80 la FSSPX ha agito come una scialuppa di salvataggio per le anime che rischiavano di annegare, ma nel 2014 “il nostro tempo è diverso, non possiamo rimanere fermi”. La Tradizione della Chiesa è una, ma le tradizioni sono molte, e molto di ciò che è moderno non è immorale.
Quindi, “dobbiamo continuamente ri-posizionarci”, tra il negare che ci sia una crisi del modernismo dappertutto nella Chiesa, e negare la realtà della Chiesa, come fa la “Resistenza”. Essi mutano un problema puramente pratico di ri-posizionamento in una questione di fede, ma una “fede” che si sono fabbricata da loro, soggettiva, personale e che nega fortemente la realtà – come può Roma non essere cattolica? Come può Mons. Fellay essere il Nemico Numero Uno? Ridicolo! La “Resistenza” è settaria, gretta, maldisposta e divisiva.
Per quanto riguarda la supposizione che il Quartier Generale della FSSPX nel 2012 abbia tradito la Tradizione, le sue azioni sono state attaccate da entrambi i lati, quindi esso ha agito con ragionevole moderazione. I suoi testi non erano dogmatici, ma corrispondevano alle circostanze. Ci siamo allontanati dalle decisioni del Capitolo Generale del 2006, ma chi allora poteva immaginare quanto meno aggressiva verso la FSSPX sarebbe diventata Roma nel 2012? Nel 2014 i nostri tre vescovi hanno tutti celebrato Messe pubbliche nella Basilica di Lourdes!
In breve, la FSSPX segue lo Spirito, si basa sulla Tradizione. Ha salvato la liturgia (grazie a Mons. Lefebvre). Essa non è né monopolista, né disunita o sconfitta come può sembrare. Le tempeste continuano a scuotere la Chiesa, ma niente teorie della cospirazione e niente apocalittica, e su con la fede, la speranza e una nuova giovinezza! (Si veda francefidele.org per l’originale in tedesco e una traduzione francese, abplefebvreforums o cathinfo.com per una traduzione in inglese)
Allora, dov’è la falla nel pensiero di Don Pfluger? Essa è più evidente nel primo paragrafo, dove egli suggerisce che la Tradizione può prosperare a prescindere dalle condanne del modernismo, del liberalismo e della Massoneria, pronunciate nel XIX e nel XX secolo. Per Don Pfluger, come per tutti i liberali, queste condanne non sono parte integrante della Fede cattolica, ma dei meri “ancoraggi sostanziali” (secondo l’espressione del cardinale Ratzinger), che, passata un’epoca, la nave della Chiesa può lasciarsi alle spalle, perché non corrispondono più alle mutate circostanze. Quindi se Don Pfluger non ha una fede diversa da quella di Mons. Lefebvre, Pio IX, San Pio X, Pio XII, ecc, egli ha sicuramente una diversa concezione di questa Fede, che si evidenzia in tutte le osservazioni da lui fatte nell’intervista citata.
Così il problema è molto più di un semplice “ri-posizionamento pratico”. La Roma odierna è veramente non cattolica. Mons. Fellay è un problema enorme. Il Capitolo Generale del 2006 fu implicitamente dogmatico. La Tradizione non dev’essere attraente per gli uomini, ma fedele a Dio (menzionato una sola volta di sfuggita, nell’intervista). La “Resistenza” è lungi dal crearsi una propria “Fede”. E così via, e così via.
Kyrie eleison.