Circa la consacrazione episcopale di Jean-Michel Faure.
Circa la consacrazione episcopale di Jean-Michel Faure. on Marzo 20, 2015
I sostenitori di Sua Eccellenza Mons. Williamson, lettori di Commenti Eleison, o contributori della St. Marcel initiative, o comunque a lui vicini, hanno indubbiamente già sentito la notizia della consacrazione di Sua Eccellenza Mons. Jean-Michel Faure, nel Monastero della Santa Croce a Nuova Friburgo, in Brasile, avvenuta lo scorso giovedì 19 marzo, Festa di San Giuseppe.
La notizia era stata comprensibilmente tenuta riservata fino all’ultimo momento, in modo da evitare, per quanto umanamente possibile, eventuali interferenze indesiderate nella cerimonia o qualsiasi altro problema che potesse nascere in concomitanza con essa.
In ogni caso, ora che la consacrazione è avvenuta, mettiamo a disposizione dei fedeli e del mondo intero il cosiddetto “mandato d’emergenza” che è stato letto durante la funzione liturgica.
Come molti già sanno, le prime parole del Rito della Consacrazione Episcopale sono quelle della dichiarazione che l’assistente anziano fa al vescovo consacrante:
“Reverendíssime Pater, póstulat sancta mater Ecclésia cathólica, ut hunc praeséntem Presbyterum ad onus Episcopátus sublevétis”
“Reverendissimo Padre, nostra santa Madre la Chiesa cattolica, Le chiede di elevare questo qui presente presbitero all’onere dell’Episcopato.”
In risposta, il vescovo consacrante chiede se l’assistente ha il “Mandato Apostolico”: Habétis mandátum apostólicum?
L’assistente risponde: Habémus – l’abbiamo.
Il vescovo consacrante: Legátur – sia letto.
Ciò che è stato letto in questa celebrazione di giovedì scorso, in risposta all’invito di Mons. Williamson – e che è servito sia come strumento nel rito liturgico celebrato, sia come pubblica spiegazione della motivazione della cerimonia, come previsto dai partecipanti – è quello che segue.
I lettori avranno interesse a sapere che i primi paragrafi di questo documento seguono da vicino il linguaggio usato da Mons. Lefebvre il 30 giugno 1988.
MANDATUM APOSTOLICUM
Noi l’abbiamo dalla Chiesa Romana che, fedele alle sante tradizioni ricevute dagli Apostoli, ci comanda di trasmettere fedelmente queste sante tradizioni – e cioè il Deposito della Fede – a tutti gli uomini, in ragione del loro dovere di salvare le loro amine.
Ora, per un verso, le autorità della Chiesa Romana, a partire dal concilio Vaticano II e fino ad oggi, sono animate dallo spirito del modernismo, che sovverte profondamente la Santa Tradizione fino a pervertirne la stessa nozione: «non sopporteranno più la sana dottrina, rifiuteranno di dare ascolto alla verità, per volgersi alle favole», come dice San Paolo a Timoteo nella seconda lettera (IV, 3, 5).
A che serve chiedere a tali autorità un mandato per consacrare un vescovo che si opporrà interamente ai loro errori così gravi?
Per l’altro verso, i pochi cattolici che ne comprendono l’importanza, per avere un tale vescovo, dopo il Vaticano II, potevano sperare che venisse loro dalla Fraternità San Pio X fondata da Mons. Marcel Lefebvre, così come egli consacrò loro nel 1988 quattro vescovi per un primo mandato di supplenza. Purtroppo, però, quando si vede che le autorità di questa Fraternità hanno intrapreso lo stesso cammino modernista, dirigendosi costantemente verso le autorità romane, questa speranza si rivela vana.
E allora, questi cattolici credenti, da dove otterranno questi vescovi essenziali per la sopravvivenza della loro vera Fede? In un mondo che ogni giorno di più si accanisce contro Dio e contro la Sua Chiesa, il pericolo sembra tale che non si può più far dipendere questa sopravvivenza da un solo vescovo pienamente antimodernista. È la Santa Chiesa stessa che gli chiede di farsi affiancare da un secondo vescovo: in questo caso il Reverendo Don Jean Michel Faure.
Con questa trasmissione del potere episcopale dell’Ordine, non si ha alcuna presunzione di trasmettere o di concedere il potere episcopale di giurisdizione, e quando Dio interverrà per salvare la Sua Chiesa, alla quale non rimane alcuna speranza umana di salvataggio, gli effetti di questa trasmissione e di questo mandato di supplenza, saranno rimessi senza indugio nelle mani di un Papa di nuovo interamente cattolico.