Peccato vendicato
Peccato vendicato on Maggio 16, 2015
Immersi come siamo tutti nel mondo che ci circonda, è difficile, soprattutto per i giovani, rendersi conto dello stato anomalo in cui esso si è ridotto. Mai in tutta la storia umana Dio è stato così screditato, miscreduto, e di fatto eliminato dalla vita degli uomini. E poiché ogni peccato è soprattutto un’offesa a Dio, come gli uomini perdono ogni senso di Dio, così perdono ogni senso del peccato. Pertanto gli uomini hanno sempre ragione, e “Dio”, chiunque Egli sia, ha sempre torto, così che ogni volta che le cose vanno male “Egli” può essere sempre richiamato quanto basta per assegnargliene la colpa.
Questo diffuso atteggiamento rende praticamente impossibile comprendere l’apparente severità di Dio nel Vecchio Testamento, dove per esempio Egli comanda agli Israeliti di sterminare intere popolazioni, come nel libro di Giosuè. Ma gli studiosi della Scrittura cattolica che non hanno perso il senso del vero e immutabile Dio, rimettono le cose a posto. Ecco per esempio una sintesi del commento di un moderno benedettino Dom Jean de Monléon (1890–1981), sul massacro dei Cananei compiuto dagli Israeliti guidati dal loro capo Giosuè:—
Per quanto riguarda lo stesso Giosuè, egli non agiva per odio, razzismo, avidità, ambizione o altro, ma nel rispetto di rigorosi, precisi e ripetuti ordini venuti da Dio stesso. San Giovanni Crisostomo dice che forse Giosuè avrebbe personalmente preferito qualche soluzione meno cruenta, ma Dio aveva certamente le sue proprie ragioni. Di esse non possiamo sapere con certezza, ma possiamo fare ragionevoli congetture. Per cominciare, tutti noi esseri umani, per il nostro peccato originale (“Cosa sarebbe?”, grida l’uomo moderno), dobbiamo pagare il debito della morte, di cui il tempo, il modo e il luogo sono decisi dal Maestro della Vita e della Morte, che è Dio. Per i peccatori come i Cananei, morire prima piuttosto che dopo poteva essere una misericordia, specialmente se la maniera di morire dava loro il tempo di pentirsi e così salvare le loro anime per l’eternità.
Secondariamente, i Cananei erano realmente dei peccatori, intenti a commettere crimini terribili, al pari dell’umanità prima del diluvio, e al pari di Sodomiti e Gomorriani, che avevano fatto traboccare il calice dell’ira di Dio: prostituzione di ogni tipo, bestialità, incesto, stregoneria e in particolare l’omicidio rituale di bambini, come dimostrato da diversi scavi archeologici in Palestina, dove sono stati scoperti dei piccoli scheletri in ambienti che permettono di identificarli come vittime sacrificali, etc. Inoltre se ai Cananei fosse stato permesso di sopravvivere, avrebbero potuto rappresentare un grave pericolo di corruzione per gli Israeliti, come la storia successiva ha dimostrato fin troppo chiaramente.
In tempi più recenti, circa 400 anni fa (ma ancora prima dell’avvento del liberalismo!), I primi missionari in Canada si trovarono obbligati a concludere che l’unico modo per trattare con una certa tribù era quello di sterminarla. Una Santa canonizzata disse: “Dopo ripetute esperienze del loro tradimento, sia per la pace sia per la fede da loro non c’è più nulla da sperare.” (Fine di Dom Monléon)
Questo sconvolge ancora le moderne sensibilità, ma non è semplicemente applicare alla tribù le regole giuste della pena capitale individuale? Il principio della pena di morte è che a causa di certi crimini anti-sociali come, per esempio, l’omicidio, il tradimento, la contraffazione, l’omosessualità, ecc, gli uomini sono in grado di comportarsi in modo tale da rendersi non più adatti a vivere nella società, e così l’autorità sociale legittima ha il diritto di prendere la loro vita (si può obiettare che non tutti gli individui in una tribù saranno ugualmente colpevoli, ma dovrebbe andare da sé che Dio Onnipotente può fare e farà tutte le distinzioni necessarie).
Tutto il problema si riduce alla miscredenza nella grandezza e nella bontà di Dio, ma qui diciamo solo che il Vecchio Testamento non è né crudele né superato, come spesso lo si fa apparire.
Kyrie eleison.