“…In Tentazione…”?
“…In Tentazione…”? on Gennaio 25, 2020
Un lettore fa una classica domanda sul Padre Nostro, dove si dice: “Non ci indurre in tentazione”. La tentazione è spesso seguita dal peccato. Ma come può il Dio infinitamente buono indurci al male? Eppure, se Lo preghiamo di non indurci al male, è ragionevole che Egli possa farlo. Ma come è possibile? Il “Non ci indurre in tentazione” è la traduzione letterale del testo originale in greco – “μη εισενεγκης ημας εις πειρασμον – e la Chiesa insegna che il testo originale in greco è stato ispirato da Dio stesso. Come può Dio stesso dichiarare di poterci indurre in tentazione? Quattro verità devono essere stabilite:—
1 In primo luogo, Dio può volere il male fisico, come per esempio una malattia per punire gli esseri umani moralmente malvagi, ma è assolutamente impossibile che Dio voglia il male morale, perché questo è peccato, e Dio non può assolutamente peccare, perché Egli è il Bene stesso, perché è l’Essere in sé. Perché se qualcosa esiste, allora deve esistere una Causa Prima, e quella Causa Prima non può aver avuto limiti finiti positi al suo Essere da nessuna causa anteriore al Suo Primo Io, quindi è l’Essere Infinito. Ora, dove c’è l’essere c’è la bontà, e viceversa, infatti le due cose sono intercambiabili – il male è sempre la mancanza in un essere di qualcosa che gli è proprio, per esempio la cecità non è un male in una pietra, ma è un male in un animale che normalmente ha la vista. Quindi l’Essere Infinito è infinitamente buono, o Bontà Infinita, incapace di volere direttamente o di causare il male morale. Poche cose sono più assolutamente certe come questa.
2 Tuttavia, Dio può permettere il male morale perché Egli può trare e sempre ne trae un bene maggiore. Noi esseri umani non possiamo vedere sempre in che cosa consista quel bene più grande, ma al più tardi nel Giudizio Generale tutti noi vedremo chiaramente la Saggezza suprema di ogni male morale che Egli ha permesso. Ecco un utile paragone – dal lato sottostante di un tappeto tessuto posso solo indovinare la bellezza del disegno sul lato sovrastante del tappeto stesso. Ma quella bellezza esiste, e senza di essa non vedrei la parte sottostante che mi permette almeno di indovinare la bellezza invisibile dalla parte sovrastante.
3 Obiezione: ma Dio sta ancora agendo per permettere il male morale, per esempio la tentazione di peccare. Per esempio, in diversi versetti dell’Esodo VII-XIII, la Scrittura dice che Dio “ha indurito il cuore del faraone”, perché peccasse contro gli israeliti. Soluzione: no, ogni volta che Dio permette un male morale, non commette alcun atto positivo, Egli si astiene semplicemente dal concedere la grazia o l’aiuto con cui il peccatore non avrebbe peccato. Ma scegliendo di permettere al faraone di peccare, Egli induceva positivamente il faraone in tentazione e al peccato. No, perché la Scrittura dice: “Dio è fedele, e non vi lascerà tentare oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi fornirà anche la via di fuga per poterla affrontare”. (I Cor. X, 13). Per questo i peccatori che sono tentati ricevono da Dio tutta la grazia di cui hanno bisogno per non peccare, se non vogliono peccare. È solo colpa loro se cadono nella tentazione.
4 Ma ogni volta che i peccatori cadono in tentazione, Dio aveva previsto che lo avrebbero fatto. Perché allora li ha indotti in essa, permettendolo, e astenendosi dal dare la grazia di cui avevano bisogno per non cadere in peccato? In negativo, perché è sempre solo colpa dei peccatori se cadono in tentazione. In positivo, sant’Ignazio nei suoi Esercizi Spirituali (#322) dà tre ragioni positive per cui Dio può permettere la desolazione spirituale per un’anima, e le stesse ragioni valgono per la tentazione spirituale: Dio può fare buon uso della tentazione morale per punirci, o per metterci alla prova, o per insegnarci. Può punirci con la tentazione successiva all’ultimo peccato commesso. Poi, mettendoci alla prova con la tentazione, Egli può farci guadagnare grandi meriti, purché resistiamo e non cadiamo. Padre Pio ha detto: “Se solo le anime sapessero quanto possono meritare resistendo alle tentazioni, chiederebbero di essere tentate”. E infine Dio può insegnarci quanto siamo veramente dipendenti dal Suo aiuto, attraverso la tentazione che ci mostra quanto siamo umili e deboli senza il Suo aiuto.
In conclusione, c’è così tanto bene per noi peccatori che Dio può trarre nel lasciarci tentare, che non siamo obligati nemmeno di chiedere di non essere tentati, ma dobbiamo chiedere che quando siamo tentati la grazia non venga meno. Signore, fa’ che il fuoco mi riscaldi, ma non mi bruci mai. Lascia che la tentazione mi faccia meritare, ma che io non ci cada.
Kyrie eleison.