Eleison Comments

Romani implacabili

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Voci provenienti dalla Fraternità San Pio X sembrano confermare la supposizione avanzata da questi “Commenti” la scorsa settimana (vedi CE 423 del 22 agosto), secondo la quale Roma vuole un accordo con la FSSPX. Le voci parlano di un incontro segreto tenutosi all’inizio di questo mese, in cui i capi della FSSPX avrebbero discusso di finanze e di un “preambolo dottrinale”. Si è trattato dello stesso preambolo citato dal cardinale Müller il 3 agosto? Redatto da Roma perché la FSSPX lo firmi? Il Cardinale ha detto che esso sarebbe necessario per qualsiasi accordo, mentre Mons. Schneider non vede alcun problema dottrinale perché il Vaticano II è stato semplicemente “pastorale”. Ma voci o no, ricordiamoci degli immutabili elementi di base.

I 16 documenti ufficiali del Concilio Vaticano II presentano insieme una nuova visione di Dio, della vita e dell’uomo, una nuova religione in sintonia con l’omocentrico mondo moderno, ma in conflitto con la teocentrica religione cattolica, che per 1900 anni non era essenzialmente cambiata. Entrambe queste religioni insegnano una loro visione di Dio, della vita e dell’uomo, entrambe sono dottrinali, ma le due dottrine confliggono. Tuttavia, con abili ambiguità – l’ambiguità è il segno distintivo dei 16 documenti – i Padri Conciliari si convinsero che non vi fosse alcun conflitto, e così, quando votarono a favore dei documenti, sorsero tre motivi per i quali i cattolici di tutto il mondo adottassero la nuova religione: il suo conflitto con la vera Fede era stato abilmente camuffato, fu imposta ai cattolici da quasi tutte le autorità della Chiesa, dai Papi in giù, era piuttosto facile da praticare rispetto alla religione pre-conciliare.

Ma Dio suscitò un vero pastore, Mons. Lefebvre, perché insistesse sul conflitto dottrinale, perché resistesse a fronte delle infedeli autorità della Chiesa, e perché continuasse la pratica della religione preconciliare per quelle anime che desideravano darsi la pena di farlo. E queste erano in numero sufficiente perché la Fraternità di Monsignore si diffondesse in tutto il mondo anche dopo la sua morte avvenuta nel 1991. Ma i suoi successori alla guida della sua Fraternità erano nati dopo la Seconda Guerra Mondiale, in un mondo molto diverso da quello di Monsignore, nato prima della Prima Guerra Mondiale. Essi non guardavano al mondo e alla dottrina come li vedeva lui, così che non avevano la stessa motivazione per resistere alle autorità della Chiesa, anche se di per sé non volevano ancora il rilassamento conciliare della disciplina della Chiesa (rilassamento voluto da sempre più tradizionalisti). Dunque era solo una questione di tempo perché il magnetismo di Roma riprendesse ad esercitare la sua attrazione.

Per quanto riguarda i Romani, si ostinavano nella loro nuova religione conciliare, e così dal 2000 in poi accolsero apertamente e favorevolmente tutti gli approcci compiuti dalla FSSPX, perché la dottrina e la pratica dell’immutato cattolicesimo che essa manteneva, erano un rimprovero permanente per le loro massoniche novità e una costante minaccia per loro, come una inespugnata sacca di nemici alle spalle di un’invasione che altrimenti avrebbe vinto tutto. Pertanto, come i Romani vogliono assorbire la FSSPX nella loro neo-Chiesa, così gli attuali capi della FSSPX vogliono porsi di nuovo sotto l’autorità ufficiale della Chiesa di Roma. Si tratta di un matrimonio contratto nell’Inferno, e i gentili uomini di Chiesa come Mons. Schneider non vi vedono alcun problema perché non hanno visto, o non hanno voluto vedere, lo scontro di fondo sulla basilare dottrina.

E così, da questo punto di vista il cardinale Müller è nel giusto. Se due uomini hanno differenti visioni di Dio, della vita e dell’uomo, qualsiasi accordo tra di loro può essere solo relativamente superficiale. E allora, se la FSSPX non può essere indotta ad abbandonare il dogma, o meglio, non ad abbandonare ma a minare ogni dogma cattolico con il massonico super-dogma che ogni dogma sarebbe poltiglia, allora la FSSPX deve agire dentro le mura di Roma come un cavallo di Troia alla rovescia. Ecco perché il Cardinale insisterà su un preambolo, scritto da Roma o dalla FSSPX poco importa, purché l’insieme dei tradizionalisti, al pari dell’insieme dei cattolici dopo il Vaticano II, si lasceranno ingannare dalle ambiguità dottrinali: e saranno geniali.

Kyrie eleison.