Quindici paesi
Quindici paesi on Dicembre 31, 2016
L’ultimo giorno dell’anno può essere un buon momento per fare una panoramica sulla battaglia per la Fede Cattolica che si svolge in 15 diversi paesi visitati nel corso dell’anno solare 2016 dall’autore di questi “Commenti”. E’ una battaglia che si combatte in condizioni molto difficili, perché naturalmente la Chiesa cattolica dipende come qualsiasi organizzazione dalla sua direzione, e Papa Francesco per tutto l’anno ha dato l’impressione di voler distruggere la Chiesa com’essa è stata per 2000 anni, e di volerla sostituire con qualcosa che soddisfi le folle moderne, e cioè i media, e cioè i nemici di Dio. Veramente “colpito il Pastore le pecore si disperdono”, e questo riguarda anche la Fraternità San Pio X, ma cerchiamo di dire piuttosto come in tutto il mondo Dio sta facendo sorgere figli di Abramo dalle pietre ( Mt. III, 9), che se loro tacessero, griderebbero le pietre ( Lc. XIX, 40).
In India, un ex prete della Fraternità e un seminarista, ora sacerdote, mantengono l’unica parrocchia e Priorato della Resistenza in tutto il sub-continente. Che Dio sia con loro. In Brasile, sembra che la consacrazione episcopale di Mons.Toma d’Aquino abbia rafforzato la difesa della Fede intorno al suo monastero. Grazie a Dio. Il Messico è sempre stato forte nella Fede, ed è ora la base di un eccellente sito in spagnolo, Non Possumus. In Svizzera un piccolo gruppo di laici è felice all’ombra di Ecône per apprendere alcune delle cose che non sono più così saldamente insegnate nel Seminario stesso, come quando Mons. Lefebvre diede così tanto a così tanti di noi. Negli Stati Uniti, dove la Fraternità era riuscita a reimpiantare la dottrina anti-liberale della Chiesa in tutto il continente, il liberalismo sta riguadagnando il terreno perduto, grazie al disastroso cambiamento della direzione della Fraternità da dopo la morte di Monsignore. Tuttavia, i sacerdoti degli Stati Uniti non hanno ancora detto la loro ultima parola, e don Zendejas, che era uno di loro, sta coraggiosamente ricostruendo in mezzo a loro.
Altri due ex sacerdoti della Fraternità, Don Chazal e Don Picot, spaziano in tutto l’Estremo Oriente e sotto: in Australia e Nuova Zelanda. In Corea, nella capitale Seul una dottoressa coraggiosa mantiene una cappella della Resistenza. In Giappone i cattolici sono stati decimati dalla Seconda Guerra Mondiale, dal Vaticano II e ora dallo scivolamento della Fraternità, ma rimangono alcuni contatti con la Resistenza, tra cui un veterano sacerdote giapponese. Per altro verso, nel paese più cattolico dell’Asia, le Filippine, Don Chazal ha decine di centri di Messa e un seminario, che sarà più facile da servire con la recente ordinazione sacerdotale di don Giovanni, un nativo filippino.
Tornando in Europa, l’ Irlanda ha un nuovo Priorato della Resistenza vicino a Cork, nel Sud, mentre in Polonia vi è un gruppo di cattolici che veglia sul pericoloso scivolamento della Fraternità verso Roma, ma per il momento hanno solo un anziano sacerdote polacco. Pazienza. Nella Repubblica Ceca c’è un gruppo parallelo di ferventi cattolici che mirano alla conversione alla Tradizione di sacerdoti provenienti dalla struttura della Chiesa. La loro fede è forte. In Belgio c’è anche un forte gruppo in una città della provincia, che è tornato ad un buon sacerdote che molti anni fa ha lasciato dietro di sé un’eredità di pietà e convinzione cattoliche. In Germania la Resistenza si sta rivelando lenta a prendere forma, a causa dell’istintiva obbedienza dei Tedeschi all’autorità, ma ci sono fermenti. Anche In Italia la Resistenza è impropriamente lenta, perché il conservatorismo dei cattolici ha attenuato la rivoluzione conciliare rispetto a come essa è infuriata in altri paesi, ma Papa Francesco può cambiare tutto questo!
E ultima, ma non meno importante, c’è la Francia, che è sempre in testa nella Chiesa, nel bene o nel male (per esempio Mons. Lefebvre o Teilhard de Chardin). I sacerdoti francesi hanno sempre prevalso all’interno della Fraternità ed ora prevalgono nella Resistenza, e centinaia di laici francesi vengono alle regolari conferenze sulle classiche Encicliche anti-liberali dei Papi pre-conciliari. Ma la Francia come paese è per il momento disintegrata, perché i cattolici non hanno un vero Papa che li unisca, e i cittadini non vogliono un Re cattolico che li conduca per la causa di Dio. Tuttavia, cerchiamo di avere pazienza, perché Dio solleverà di nuovo la Francia e con essa anche noi.
Kyrie eleison.