“Prometeo” – Introduzione

“Prometeo” – Introduzione on Giugno 15, 2019

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Quando Monsignor Lefebvre pensava al futuro della Fraternità San Pio X, era solito sperare che essa avrebbe contribuito agli studi dei 16 documenti del Concilio Vaticano II, perché quella era la principale via d’accesso attraverso la quale negli anni Sessanta arrivò la moltitudine di problemi senza precedenti che da allora affliggono la Chiesa e il mondo. Indubbiamente la Fraternità ha contribuito in qualche misura a tali studi; ma ci si può chiedere: essa stessa sarebbe afflitta da tali problemi, com’è oggi – e qualcuno pensa fino alla morte – se i suoi sacerdoti avessero avuto una migliore conoscenza della malattia del Vaticano II, allettante, altamente contagiosa e mortale per la vera Fede?

In ogni caso, sul problema è stato pubblicato in spagnolo, nel 2010, uno studio scritto da un sacerdote argentino della Fraternità, Don Álvaro Calderón, un tomista pienamente qualificato che insegna filosofia e teologia presso il seminario della Fraternità in Argentina. Il titolo del libro è “Prometeo, la religione dell’uomo”, col sottotitolo “Saggio per interpretare il Vaticano II”. Le sue 320 pagine si concludono con la drammatica accusa che il Vaticano II è un’idolatria, già nei suoi documenti e non solo nelle sue conseguenze. Sembra che il libro sia stato tradotto in francese, ma se tale traduzione esiste, certamente non è mai apparsa, molto probabilmente per proteggere la Neochiesa Conciliare e la sua discendenza bastarda, la Neofraternità. In effetti, sarebbe bene che il libro fosse tradotto e pubblicato in tutte le lingue.

Per aiutare a spiegare perché questi “Commenti” condannano così spesso il Vaticano II, offriremo ai lettori una panoramica del libro distribuita in una serie di numeri. Presentare in pochi articoli di circa 750 parole ciascuno un libro di 320 pagine è un’impresa rischiosa, ma lo sforzo va fatto, perché è troppo importante che i cattolici si facciano almeno un’idea della piena malizia del Vaticano II. Così questi articoli serviranno meno ai teologi professionisti, che esigono maggiore profondità e precisione per essere persuasi, e più alle anime semplici che cercano una spiegazione per la devastazione della Chiesa e del mondo che li circonda. Per provocare tale devastazione, il Vaticano II doveva essere profondo e coerente. Ci auguriamo che i detti numeri di questi “Commenti” siano almeno sufficienti a suggerire la profondità tomistica e la coerenza del libro di Don Calderón.

L’accusa che il Vaticano II è idolatria non potrebbe essere più grave, ma nel libro è sostenuta da una serie di riferimenti ai 16 documenti del Vaticano II stesso, specialmente Gaudium et Spes e Lumen Gentium. Come spiega l’autore, il problema è che, per ragioni storiche, gli autori del Vaticano II hanno avuto cura di mascherare la loro dottrina idolatrica in modo che non sembrasse essere in contrasto con la Tradizione cattolica. Lo stesso Mons. Lefebvre firmò all’epoca 14 dei 16 documenti, cosa che mai avrebbe fatto qualche anno dopo, quando, dai frutti, il mascheramento apparve chiaro. Tali documenti, infatti, sono abilmente ambigui: hanno una lettera e tutt’altro spirito. In tal modo, sia molti cattolici sinceramente fedeli alla Chiesa, sia i modernisti che cercano di trasformare la Chiesa, possono affermare che la lettera dei documenti è cattolica, ma il grande vantaggio di un’analisi come quella di Don Calderón è di sostenere, a partire dalla lettera dai documenti stessi, che il loro spirito è quello di fabbricare una religione completamente nuova incentrata sull’uomo. Da qui si comprende come in realtà il neo-modernismo del Vaticano II sia particolarmente viscido e perfido.

L’edizione spagnola di questo libro è ancora disponibile? Si spera di sì. In ogni caso l’editore è Luis Maria Campos, 1592, Morón, Bs. As., Argentina, Tel. 4696–2094. Su più di uno sito internet si trova “Prometeo la Religión del Hombre” con un testo abbastanza completo in spagnolo del libro di Don Calderón, liberamente scaricabile. Il libro è diviso in quattro capitoli. Capitolo I: Cos’è stato il Concilio Vaticano II; Capitolo II: L’uomo nuovo; Capitolo III: La nuova Chiesa; Capitolo IV: Una nuova religione. In questi “Commenti” presenteremo quattro articoli (forse non in continuità), corrispondenti ai quattro capitoli.

Kyrie eleison.

Prometeo – I

Prometeo – I on Giugno 15, 2019

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Il Vaticano II è stato un disastro per la Chiesa cattolica. Per il futuro della stessa Chiesa e per i cattolici che desiderano salvare la loro anima è essenziale vedere perché è stato un tale disastro. Don Álvaro Calderón, professore di Filosofia tomistica e di Teologia presso il Seminario della Fraternità San Pio X a La Reja in Argentina, ha scritto dieci anni fa un libro che dimostra che il Vaticano II, dall’interno della Chiesa, ha sostituito la religione di Dio con la religione dell’uomo. Il primo dei quattro capitoli del libro, spiega cosa è stato il Vaticano II, e ne presenta una definizione in tre parti: esso è stato l’ufficializzazione di un umanesimo travestito da cattolicesimo.

In primo luogo è stato un umanesimo, cioè una glorificazione dell’uomo a scapito di Dio. Il Medioevo fu seguito da una serie di umanesimi, ad esempio il Rinascimento, la Riforma, la Rivoluzione Francese, ma, dice Don Calderón, ogni volta tale umanesimo è naufragato, perché aveva rotto con la Chiesa Cattolica. Risultato finale? Due guerre mondiali. Ma questa volta, col Vaticano II, sono stati gli stessi uomini di Chiesa a creare il nuovo umanesimo che si adattasse alla Chiesa cattolica. Da qui l’ufficializzazione senza precedenti, da parte del Vaticano II, di quello che era sempre stato un grave errore denunciato dalla Chiesa, solo che questa volta gli uomini di Chiesa hanno saputo farlo sembrare cattolico. In questo modo essi, con il loro umanesimo, avrebbero raggiunto il mondo moderno incentrato sull’uomo, ma allo stesso tempo essi erano intenti a rimanere all’interno della Chiesa, presumibilmente per salvare sia l’uomo moderno dalla sua empietà, sia la Chiesa moderna dal suo sterile isolamento. Nel migliore dei casi tali uomini di Chiesa al Vaticano II avevano buone intenzioni; nel peggiore essi sapevano che la loro nuova riconciliazione di due forze opposte non avrebbe funzionato, se non per distruggere la Chiesa, ed era questa la cosa di gran lunga peggiore che essi volevano.

E perché la nuova riconciliazione non avrebbe funzionato? Perché Paolo VI voleva un nuovo umanesimo che fosse né orientato inumanamente verso Dio, come nel Medioevo, né eccessivamente contro Dio, come nei tempi moderni; egli voleva un nuovo equilibrio tra i due eccessi che mostrasse che la maggior gloria di Dio coincide con la gloria dell’uomo. Ad esempio, l’uomo è la più grande creazione del suo Creatore, per cui glorificare l’uomo significherebbe glorificare anche Dio. In più, essendo l’uomo, nel suo essere libero, a immagine di Dio, più egli è libero, più glorifica Dio. Ne conseguirebbe che il promuovere la dignità e la libertà umana equivarrebbe a glorificare non solo l’uomo, ma anche Dio. Ma se si parte dalla gloria dell’uomo, chi è che non vede il rischio di ricadere nella stessa gloria dell’uomo? Inoltre, Dio è il solo e l’unico Essere interamente Perfetto, che non può quindi avere bisogno o volere qualcosa al di fuori della Sua gloria intrinseca. Solo secondariamente, per la Sua gloria estrinseca, Egli può volere o desiderare la bontà di qualsiasi creatura al di fuori di Se stesso. Quindi la verità è che sia Dio sia l’uomo sono orientati primariamente verso Dio, e Dio può essere orientato solo secondariamente verso l’uomo.

Ma ecco alcune citazioni dal documento del Vaticano II, Gaudium et Spes: “tutto quanto esiste sulla terra deve essere riferito all’uomo, come a suo centro e a suo vertice” (#12) – che ne è di Dio? “L’amore di Dio e del prossimo è il primo e più grande comandamento” (#24) – ma il prossimo appare nel Primo Comandamento? “L’uomo, . . . in terra è la sola creatura che Iddio abbia voluto per se stessa” (n. 24). Per

l’uomo stesso? La deviazione è grave, ma sottile, e nei testi conciliari è piuttosto implicita che esplicita, ma emerge più chiaramente nell’insegnamento della Chiesa dopo il Concilio, per esempio nel Nuovo Catechismo (Cfr. i nn. 293, 294, 299). In effetti, dice Don Calderón, il Concilio pone l’uomo sul trono della creazione e Dio al suo servizio.

Allo stesso modo, il Vaticano II capovolge l’autorità. L’Umanesimo è sempre contro l’autorità, ma il Nuovo Umanesimo deve sembrare cattolico, quindi deve cercare un modo diverso per far regnare l’autorità di Cristo nella Chiesa e nel mondo moderno. Ma Cristo avrebbe detto di essere venuto a servire (Mt. XX, 25–28). Così la Neogerarchia si sarebbe resa democratica dall’alto verso il basso per servire l’uomo moderno in un modo per lui comprensibile. Ma dove sarebbe en questa Neogerarchia l’autorità di Dio per elevare gli uomini al Cielo? Essa è disciolta; e disciolta l’autorità nella Chiesa, l’autorità sarà disciolta ovunque, come lo vediamo intorno a noi nel 2019.

La II parte sul libro di Don Calderon tratterà dell’Uomo Nuovo del Vaticano II; la III parte: della Nuova Chiesa; la IV parte: della Nuova Religione.

Kyrie eleison.