Ritirare i ponti! – III
Ritirare i ponti! – III on Maggio 16, 2020
Gli ultimi due numeri di questi “Commenti”, rispettivamente 668 e 669 del 2 e 9 maggio, hanno cercato di difendere l’apparente durezza del consiglio di addio di Mons. Lefebvre che egli rivolse nel 1990 ai sacerdoti della Fraternità da lui fondata, quando disse loro che non avrebbero dovuto avere più nulla a che fare con gli ufficiali conciliari della Chiesa a Roma. Il n° 668 ha sottolineato la gravità del soggettivismo denunciato da Monsignore come fondamento di tutti i principali documenti del Concilio. Il n° 669 ha riconosciuto che ai più alti funzionari della vera Chiesa di Nostro Signore sono dovuti il rispetto e la carità, ma ha ripetuto ancora una volta che il loro soggettivismo è così grave per la Fede della Chiesa che i dovuti rispetto e carità devono essere misurati dalla Fede e non viceversa.
Tuttavia, l’”apparente durezza” può richiedere ulteriore difesa, e quei “Commenti” qualche spiegazione.
Per prima cosa, un breve ricordo della storia della Fraternità negli anni cruciali tra il 1988 e il 2012. Nel 1988 Monsignore, al termine di una lunga ed eccezionale carriera al servizio della Chiesa, rese apparentemente un grave disservizio alla stessa Chiesa: consacrando quattro vescovi contro l’espressa volontà di Papa Giovanni Paolo II e per difendere la Fede e la Chiesa dalle devastazioni della nuova religione conciliare promossa dal Papa stesso in tutto il mondo. Naturalmente il Papa non comprese la sua azione, e si comportò come uno di quei maiali contro cui ci ha messo in guardia Nostro Signore, dicendoci di non gettare perle ai porci perché non le calpestino e poi ci si rivoltino contro. Infatti fino al 2000 Giovanni Paolo II calpestò la Tradizione della Chiesa difesa da Monsignore e fece del suo meglio per “rivoltirsi contro” la Fraternità.
Tuttavia, in tutto il mondo c’erano cattolici seri e credenti che comprendevano e sostenevano pienamente Monsignore, i quali si sono raccolti in tal manera a suo sostegno, che la Fraternità ha probabilmente goduto nei suoi anni d’oro in difesa della Fede, tra il 1988 e il 2000. Di conseguenza, non solo il calpestio attuato da Roma e dal Papa nei confronti della Fraternità non ebbe successo, ma fu addirittura controproducente, attirando sempre più seguaci che volevano acquisire le vere perle della Tradizione della Chiesa, grazie a Monsignore e alla sua Fraternità. L’incapacità degli ufficiali della Chiesa di calpestare quelle perle nel fango divenne assolutamente evidente con il successo del pellegrinaggio dell’anno giubilare compiuto dalla Fraternità a Roma nella primavera del 2000. Fu allora che i “maiali” di Roma cambiarono la loro strategia dal bastone alla carota, e cominciarono a tubare come colombe per invogliare la Fraternità a scendere dalla sua inespugnabile fortezza della dottrina, alle sabbie mobili della diplomazia. Ma nel 1991 Monsignore morì, il suo carisma e la sua saggezza non erano più presenti per evitare che i suoi relativamente giovani successori fossero sedotti dal tubare delle apparenti colombe.
Così, le linee di battaglia nella lotta per la Fede sembrarono essere state rintracciate, con la Fraternità ufficiale passata al nemico, tale che oggi essa è più arrabbiata con la debole “Resistenza” che con la possente Roma conciliare. In tutta onestà, però, gli attuali capi della Fraternità non hanno ancora firmato un accordo, e un buon numero di sacerdoti della Fraternità è veramente contrario alla firma di tale accordo. Ma ogni cattolico deve desiderare che la Fraternità non cessi mai di sostenere ciò per cui si è battuto Monsignore.
E la di lui “durezza”? Pachamama è solo un esempio molto chiaro di come egli abbia fatto bene a dare l’allarme e ad agire contro il Vaticano II. Gli stessi “maiali” che più tardi, avevano tubato come colombe anche al Concilio (1962–1965) per ingannare un gran numero di pecore e pastori cattolici dell’epoca, incanto da cui non tutti si svegliarono più tardi o nei 55 anni successivi. Ma Monsignore aveva imparato a valorizzare la buona filosofia che aveva appresa in seminario per rafforzare il suo buon senso, e così giudicava tutto alla luce dei veri principi e della Fede. In quella luce il mondo moderno e il suo miserabile Concilio erano e sono una triste storia, col suo lasciare solo un’apparenza di Cristianità mentre la sostanza e diventata qualcosa di completamente diverso. Dire, vai per le colline e non guardare indietro, non è altro che quello che Dio stesso disse a Lot. E’ un buon consiglio, per quanto oggi sia difficile da applicare, in un mondo confinato nella follia.
Kyrie eleison.