Tag: Fraternità San Pio X

VESCOVI IN VIA D’ESTINZIONE?

VESCOVI IN VIA D’ESTINZIONE? posted in Commenti Eleison on Aprile 13, 2024

Oggi, questi punti possono apparire esagerati? 

Domani potrebbero sembrare obsoleti!

Lo scorso autunno ho ricevuto la seguente lettera, qui di seguito abbreviata solo leggermente, da un ex collega ancora sacerdote della FSSPX (forse perché per loro lui può essere una minaccia più dall’esterno che dall’interno della Neofraternità, finché continua a rispettare la loro autorità). Che Dio sia con il Vescovo Huonder che è morto primo della publicazione di queste righe. Si può pensare che in realtà egli fosse meno astuto dei cattivi che lo hanno strumentalizzato. 

La Fraternità Sacerdotale San Pio X, da quella che è stata per 21 anni sotto l’Arcivescovo Lefebvre (1970–1991), è diventata molto liberale, e dal 2012 ha di fatto abbandonato il percorso da lui tracciato. Chiamarla oggi “Neofraternità” significa adeguare il nome alla realtà. Ahimè. E credo che tutti i problemi di questa “Neofraternità” siano per un momento venuti al pettine con il Vescovo Huonder. 

1. È stato ordinato sacerdote e vescovo con i nuovi riti, rispettivamente, di Ordinazione e Consacrazione. Questo fatto non è più considerato un problema dalla Neofraternità. Un appello affinché si lasciasse riordinare e riconsacrare in modo condizionato non ha purtroppo sortito alcun effetto. La Neofraternità ha abbandonato il principio classico della Chiesa del “tuziorismo”, cioè di prendere la strada certamente più valida ogni volta che c’è un minimo dubbio sulla validità dei sacramenti ricevuti, come nel caso delle Consacrazioni dei vescovi della Neochiesa, se non anche delle Ordinazioni dei sacerdoti. 

2. Il Vescovo Huonder critica – a malincuore – Papa Francesco, il Vaticano II e la Nuova Messa. E questo è sufficiente perché gran parte dei laici della Neofraternità lo chiamino “il nostro uomo, il nostro vescovo”. Ma in realtà non ha mai condannato chiaramente né il Vaticano II (la rivoluzione nella Chiesa Cattolica) né la Nuova Messa (la Messa di Lutero). Il Vescovo Huonder ha detto a una persona che con dignità celebra la Nuova Messa, che la considera una forma di Messa del tutto degna. Questo dimostra chiaramente come egli intenda riconciliare la vecchia Messa con la Neochiesa, in pieno spirito di Papa Benedetto XVI, ma in assoluto contrasto con il defunto Mons. Lefebvre. 

3. Nelle sue conferenze il Vescovo Huonder ammette apertamente di avere ancora il compito di portare la Neofraternità sotto Roma. È quindi un agente infiltrato di Papa Francesco. Come Papa Francesco, legittimando le Confessioni, i Matrimoni e le Ordinazioni della Neofraternità, ha usato la tattica del salame per tre anni consecutivi (2015–2017) per attirare la Neofraternità nella Moloch Neochiesa, così il Vescovo Huonder si sta prefiggendo esattamente lo stesso compito. E come i Superiori della Neofraternità, al momento della legittimazione ufficiale delle loro Confessioni, Ordinazioni e Matrimoni, gridavano a Roma: “Oh, Santo Padre, ti ringraziamo!”, così ora, gli stessi, si ispirano al Vescovo Huonder e si rallegrano del fatto che un Vescovo della Neochiesa abbia trovato la sua strada verso la Neofraternità e, vivendo in una delle nostre case, si unisca apertamente alla Neofraternità, come un sottomarino. Come sono diventati ciechi i nostri Superiori. 

4. Il vescovo Huonder scrisse la sua tesi di Dottorato su un problema Ebraico del Medioevo. Il Vescovo Huonder ha introdotto nella Chiesa Svizzera una Giornata per gli Ebrei. Nessun membro della Neofraternità sembra aver chiesto se il rapporto del vescovo con gli Ebrei corrisponda alla visione tradizionale della Chiesa Cattolica su di loro. 

5. Un collega mi ha scritto che se il nuovo rito di Consacrazione dei vescovi si rivelasse non valido, avrebbe conseguenze disastrose. Dall’inizio degli anni ‘70 non ci sarebbero più stati sacerdoti o vescovi validi. Ciò significherebbe che tutte le Congregazioni di rito tradizionale ufficialmente riconosciute all’interno della Neochiesa, come la San Pietro o il Cristo Re, non avrebbero nemmeno sacerdoti validi. Ciò significherebbe che la Chiesa di Cristo sarebbe ancora esistente solo nella Neofraternità. Né Papa Benedetto XVI né l’Arcivescovo Vigano sarebbero stati vescovi validi. Queste conclusioni, di una certa logica, devono essere prese in considerazione. 

Il Superiore Generale della Neofraternità, don Pagliarani, ha sollevato la questione durante la Conferenza di Ecône dell’8 settembre scorso, ma se la Neofraternità vuole assolutamente essere amata e riconosciuta dalla Roma massonica e modernista, allora tale questione non può essere sollevata. Per questo ha preso una posizione chiara: le Consacrazioni del nuovo rito sono valide. È possibile che una conclusione così immensamente grave sia vera? Sentiamo continuamente dire che Bergoglio intende riformare la Nuova Messa, che nella riforma della riforma non ci saranno più parole di Consacrazione sul pane o sul vino, il che significherebbe la completa estinzione della Messa. Inoltre, a mio avviso, qualcosa come due Messe Nuove su tre sono già invalide, perché i sacerdoti non credono più nella Presenza Reale di Cristo. Ma se l’estinzione totale della Messa è una possibilità eventuale, perché non estinguere totalmente i vescovi veramente Consacrati? 

Kyrie eleison 

GERMANIA AFFONDATA

GERMANIA AFFONDATA posted in Commenti Eleison on Aprile 6, 2024

Può l’uomo moderno ateo tornare a Dio?

Se non lo fa, non restarà che la verga.

In questi giorni leggiamo sugli (inaffidabili) organi di stampa, diverse notizie sulla grave situazione in Germania, tanto da farci pensare che qualcosa stia andando seriamente storto. In effetti è così. Qui di seguito è riportata gran parte di una lettera privata ricevuta di recente da un Cattolico “Resistente” che, negli ultimi 20 anni circa, ha lavorato come ingegnere in Inghilterra e in Germania. Osserva evidenti problemi in Germania, e questo è particolarmente preoccupante perché da quando il duro lavoro e il talento dei tedeschi hanno tirato fuori il loro Paese dalle rovine del dopoguerra con il “Wirtschaftswunder”, o miracolo economico degli anni ‘50, la Germania è stata la potenza economica di tutta l’Europa. Se l’economia Tedesca è in grave difficoltà, allora lo è anche quella Europea. Qui di seguito l’analisi del nostro lettore – 

Da tutto ciò che osservo qui in Germania, sia nella FSSPX che in generale, penso che dovrei trasferirmi in Inghilterra. La Germania sta affondando in tutti i sensi. L’Inghilterra e tutti gli altri Paesi d’Europa probabilmente non stanno molto meglio, ma quello che potremmo definire lo stile economico anglo-americano è ancora presente, e questo almeno aiuta a tenere i piedi per terra, facendo tutto il possibile per creare e sostenere posti di lavoro che in Germania verranno sempre meno con il passare del tempo. Molte aziende stanno lasciando la Germania a causa degli alti costi dell’energia da quando è stato fatto saltare il gasdotto Nord Stream e sono state chiuse tutte le centrali atomiche. La Germania non è in grado di fornire abbastanza energia sostitutiva da fonti solari ed eoliche per compensare la perdita di gas Russo, quindi i prezzi dell’energia continueranno a salire, senza contare che le gentili concessioni di altri Paesi Europei, per importare energia, non dureranno a lungo. 

In breve, la Germania si sta schiantando sugli scogli. Centinaia di migliaia di Tedeschi hanno già lasciato la Germania e continuano a farlo non appena ne hanno la possibilità. L’industria automobilistica sta lentamente andando in rovina, ma più velocemente con il passare del tempo. Sembra che la Germania evaporerà nel giro di un paio d’anni, a meno che la gente non torni a vivere nelle caverne con un minimo di sostentamento. Tutto questo può sembrare troppo pessimistico, ma ho occhi per vedere e leggere ciò che sta accadendo. Per esempio, una volta che certe industrie vengono chiuse, se ne vanno per sempre e non tornano più a causa della mancanza di manodopera esperta e dell’eccessivo sforzo necessario per la ricostruzione, e così via. 

Ho l’impressione che ciò che sta accadendo a livello spirituale sia simile o parallelo a ciò che accade a livello materiale: anche con la FSSPX la fede sta scomparendo, e una volta scomparsa non tornerà più. In generale, meno della metà delle persone in Germania oggi professa una fede Cristiana. Molto illuminante è stata l’osservazione di “Arsenius” nei “Commenti di Eleison” del 2 marzo (868), dove chiarisce che, umanamente parlando, non vede la FSSPX ritrovare la strada per tornare ad essere la punta di diamante della Chiesa per la Fede, come lo è stata dal 1970 al 2012. Questa caduta la chiamerei il corso della natura. Devo ammettere che l’ho seguita anch’io, ma non mi sono mai reso conto di quanto siano gravi le sue conseguenze . . . 

Queste interessanti osservazioni mostrano Dio all’opera. In qualche modo Egli deve impedire alla massa degli Europei di gettarsi all’inferno, ma a causa della loro prosperità materiale, è proprio lì che si stanno dirigendo. Si veda il Deuteronomio, tutto il Capitolo VIII. L’uomo moderno e benestante è convinto di non aver bisogno di Dio. I nodi stanno venendo al pettine. La semplice perdita di un gasdotto non sarà sufficiente a far rinsavire la massa degli uomini. 

Kyrie eleison `

VENERARE GLI APOSTATI

VENERARE GLI APOSTATI posted in Commenti Eleison on Marzo 2, 2024

La Neofraternità non scende a compromessi? 

Venerare gli apostati non è saggio!

Se questi “Commenti” a volte possono scioccare le anime pie per il modo in cui vengono presentate la Neochiesa (dal 1965) o la Neofraternità San Pio X (dal 2012), sappiano che è per ragioni pastorali, e che d’altronde, essendo molti Cattolici aggrappati con le unghie alla loro fede Cattolica attraverso la Neochiesa o la Neofraternità, probabilmente, senza la Neochiesa o la Neofraternità essi potrebbero facilmente perdere la presa. In molti di questi casi vale sicuramente il proverbio: “meglio mezza pagnotta che niente pane”. D’altra parte, per ragioni dottrinali, questo modo di mantenere la Fede ha i suoi seri pericoli, perché sia la Neochiesa che la Neofraternità hanno fatto dei compromessi dottrinali che sono pericolosi per la conservazione della Fede Cattolica. Ecco questa preziosa lezione, tratta da un articolo scritto da un monaco Benedettino del Monastero di Santa Cruz, vicino a Rio de Janeiro. Ad “Arsenius” (il suo nome di penna) vanno i nostri più sentiti ringraziamenti. 

Da quando l’eresia dell’umanesimo (l’uomo prima di Dio) è stata resa ufficialmente “Cattolica” dai Padri Conciliari del Vaticano II (1962–1965), i Papi e i loro consiglieri non hanno fatto altro che continuare il loro cammino che porta dritto all’abisso, aumentando costantemente la velocità della caduta. Un quadro del genere non ispira in alcun modo la speranza del ben che minimo barlume di desiderio da parte di questi funzionari di prendersi cura della Tradizione Cattolica (che significa semplicemente la vera Chiesa). Tuttavia, c’è chi non solo ha nutrito una qualche speranza in tal senso, ma ha addirittura provato una strana certezza che le cose a Roma stessero migliorando per la Tradizione. Per “Tradizione” qui si può intendere solo la Neofraternità con il suo desiderio di entrare in una biasimevole “unità nella diversità” con Roma. Da qui la scissione, per molti sconcertante, tra la Neofraternità di San Pio X e la cosiddetta “Resistenza”. 

La svolta per la Fraternità San Pio X è avvenuta nel 2012, quando la risoluzione del precedente Capitolo Generale del 2006, secondo cui non ci sarebbe stato alcun accordo pratico con Roma finché la Verità Cattolica non avesse ancora trionfato, è stata sostituita dal desiderio ufficiale della Neofraternità di un accordo pratico, anche se il Papa e i suoi consiglieri non fossero ancora tornati alla Verità Cattolica. Da questo Capitolo Generale, che produsse questo cambiamento e apportò alla Neofraternità, fu escluso il vescovo Williamson. 

Gli anni che seguirono mostrarono segni sempre più chiari di un avvicinamento tra Roma e la Neofraternità. Uno dopo l’altro, Roma approvò ufficialmente i matrimoni, le ordinazioni sacerdotali e le confessioni dispensate dalla Neofraternità. Si stava forse mettendo in pratica la famosa frase “Roma dà tutto e non chiede nulla in cambio”? In tal caso la frase era una realtà e non solo un’illusione? Si potrebbe rispondere che al contrario da allora in poi la Neofraternità poteva agire sempre più solo con l’approvazione della Roma modernista, non basando più la sua attività sullo stato di emergenza generale e grave all’interno della Chiesa, perché con la Tradizione ormai “ufficializzata”, l’emergenza sarebbe stata superata. Nel frattempo Roma aspetterebbe il giorno in cui potrebbe “togliere il tappeto” da sotto i piedi della Neofraternità, spingendola nel vicolo cieco in cui si è cacciata da sola. 

Ma il recente annuncio che la Neofraternità sta per consacrare uno o più vescovi senza il permesso di Roma non potrebbe essere un segno del ritorno all’autentica Fraternità prima del 2012? Ahimè, questo sembra praticamente impossibile. Un ritorno allo spirito combattivo dell’Arcivescovo Lefebvre contro i nemici della Chiesa a Roma, ci sembra un’eredità in gran parte ormai persa all’interno della Neofraternità. Il futuro ci appare oscuro, anche se Dio è ancora all’opera in molte anime, grazie all’apostolato dei membri della Neofraternità. Ma questo non ci impedisce di riconoscere che la Neofraternità dovrebbe correggere alcuni dei suoi principi guida post-Lefebvre. In ogni caso, più gli scandali macchiano il pontificato di Francesco e più le illusioni di una riconciliazione con Roma dovrebbero svanire. Che la Madonna ci faccia capire e amare profondamente la Chiesa di tutti i tempi, da non identificare con la sua caricatura fabbricata al Vaticano II e messa in pratica nei pontificati successivi. 

Kyrie eleison 

La RAGIONE della “RESISTENZA”

La RAGIONE della “RESISTENZA” posted in Commenti Eleison on Febbraio 10, 2024

Dio ci ha dato il vecchio santo saggio di cui sapeva che avevamo bisogno.

Come può un giovane pensare di poter condurrci meglio?

Meno di un mese fa, il 24 gennaio, il Priore brasiliano del Monastero Benedettino Tradizionale di Santa Cruz, situato sulle alte colline brasiliane alle spalle di Rio de Janeiro, Mons. Tomas de Aquino, ha pubblicato una severa denuncia nei confronti di un importante esponente, attivo a livello mondiale, del movimento Cattolico Tradizionale. Ma i Tradizionalisti non hanno già abbastanza problemi dall’esterno della Tradizione da dover litigare anche tra di loro? Normalmente questo è il buon senso Cattolico, ma non se è in gioco la base stessa del Cattolicesimo, la Fede Cattolica. Fino ad ora, nella lotta tra Roma e la Fraternità San Pio X, è stata constantamente in gioco. Ma lasciamo che i lettori giudichino da soli se il Vescovo de Aquino, come pastore del gregge di Nostro Signore, abbia fatto qualcosa di diverso dal suo dovere denunciando questo lupo travestito da pecora. 

La ragione dell’esistenza della Resistenza non è altro che il Vescovo Fellay, le sue parole e le sue azioni. Le sue parole hanno minimizzato la gravità della crisi e del Concilio. Le sue azioni hanno esposto la Tradizione a subire lo stesso destino delle comunità Ecclesia Dei. 

Il Vescovo Fellay non ha parlato come l’Arcivescovo Lefebvre, il quale ha denunciato con forza gli errori del Concilio e gli uomini di Chiesa che ne sono stati la causa. Mise in guardia praticamente tutti i papi sulle loro responsabilità. Disse a Giovanni Paolo II che se avesse continuato sulla strada dell’ecumenismo non sarebbe stato più il buon pastore, e sul disegno su Assisi disse, con immagini e parole, che Giovanni Paolo II sarebbe andato all’inferno se avesse continuato a essere un ecumenista. Disse al cardinale Ratzinger che lui, Ratzinger, era contrario alla Cristianizzazione della società. L’Arcivescovo ha denunciato l’apostasia del Vaticano II. ( . . . ). Ha difeso sacerdoti e fedeli dal contagio modernista. Si Ha esposto a una scomunica invalida e infame. In difesa della Francia non si è tirato indietro di fronte al pericolo musulmano. Ci ha protetto dalla tentazione accordista di Dom Guérard. È stato, insomma, come i vescovi di un tempo: il difensore del Cristianesimo e del suo fondamento, che è la Fede. È stato l’uomo delle virtù teologiche, che ha sostenuto la nostra fede e tutte le virtù. 

E il Vescovo Fellay? Ha continuato le azioni dell’Arcivescovo Lefebvre? No. Sia a parole che nei fatti, Fellay ha preso le distanze da Mons. Lefebvre. Per quanto riguarda l’eresia della libertà religiosa, ha minimizzato la gravità di ciò che il Concilio aveva detto. Non ha reagito agli errori Mons. Fellay. Non parlò delle due Chiese, come fece l’Arcivescovo. Non ha distinto chiaramente la Chiesa ufficiale dalla Chiesa Cattolica, ma ha parlato di una “Chiesa Concreta”, confondendo i fedeli e persino i sacerdoti. Di che tipo di Chiesa si tratta? Dobbiamo per forza essere in questa Chiesa? Noi siamo nella Chiesa Cattolica. Riconosciamo il Papa, ma non la Chiesa conciliare di cui parlava il Cardinale Benelli. Riconosciamo il Papa, ma non la sua dottrina o le sue azioni contrarie alla Tradizione. Questi atti non sono Cattolici, ma anti-Cattolici. 

È stato sotto l’influenza di Fellay che il Capitolo del 2012 ha modificato il principio enunciato dal Capitolo del 2006: non può esserci accordo pratico senza accordo dottrinale. Questo principio non è piaciuto a Fellay ed è stato modificato. A certe condizioni, la Fraternità può ora raggiungere un accordo pratico senza un accordo dottrinale. È una scappatoia legale che apre la strada per condurre la Fraternità sulla via delle comunità Ecclesia Dei. Non è ancora arrivato a tanto, ma ha abbassato la guardia, e Roma ne ha approfittato. Il Vescovo Fellay ha represso l’opposizione dall’interno della Fraternità espellendo Mons. Williamson e altri sacerdoti; poi ne ha punito altri ancora, come i sette decani che avevano giustamente protestato contro il documento sul matrimonio di Roma. Fellay ha disorganizzato la Tradizione, si è allontanato dalla linea di Mons. Lefebvre e ha fatto sì che anche altri se ne allontanassero. Resistere a questo allontanamento è stato il motivo per cui è nata la “Resistenza”. 

Vogliamo seguire l’Arcivescovo Lefebvre in tutto, nella dottrina e anche nelle soluzioni pratiche, perché, come insegnano Aristotele e San Tommaso, gli esempi degli antichi servono come principi di azione. Seguiamo Mons. Lefebvre nella dottrina e nell’azione, soprattutto in relazione alla Roma modernista, e lo facciamo per essere fedeli alla Roma Eterna, maestra di verità e santità. 

Kyrie eleison.

La Disintegrazione del Papa – III

La Disintegrazione del Papa – III posted in Commenti Eleison on Maggio 1, 2021

Se questi “Commenti” di due settimane fa hanno elogiato il Superiore Generale della Fraternità San Pio X, don Davide Pagliarani, per la sua analisi del 12 marzo sull’assurda follia del “pensiero” di Papa Francesco, allora nessuno deve concludere che i “Commenti” di questa settimana cercano di colpire la Fraternità se continuano a dare un paio di suggerimenti al suo Superiore Generale. Ogni lingua del mondo ha sicuramente un’espressione che rappresenta quel proverbio secondo cui fare le cose è ben diverso che semplicemente parlarne. E don Pagliarani sta parlando nel modo giusto. A questo punto gli americani direbbero che gli manca solo di camminare nel modo giusto, secondo il suo discorso.

Infatti, se il Superiore Generale vuole veramente il bene della Fraternità di cui è Superiore, vorrà agire come ha agito il suo Fondatore, perché seguendo il Fondatore si serve la sua Opera, ma se lo si contraddice a parole od opere, si mineranno le fondamenta della sua Opera. Ora cosa ha contraddistinto l’Arcivescovo Lefebvre rispetto alle migliaia di suoi confratelli vescovi durante e dopo il Vaticano II? Egli diceva sempre che in centinaia uscirono dal Concilio decisi ancora a difendere la vera Fede Cattolica, ma che negli anni ‘70 Papa Paolo VI riuscì a infrangere la loro resistenza, soprattutto abusando della sua autorità. Quindi, mentre i vescovi hanno messo il Sistema al di sopra della Verità, l’Arcivescovo ha messo la Verità al di sopra del Sistema.

Ora, nella sua analisi del 12 marzo ha dichiarato che Papa Francesco sta praticamente abbandonando tutta la filosofia e la teologia Cattolica. Onorevole don Pagliarani, Lei dimostra di aderire realmente alla Verità e di essere consapevole del terribile pericolo che oggi Essa corre. Cosa ha fatto l’Arcivescovo quando negli anni ‘70 e ‘80 i Papi Paolo VI e Giovanni Paolo II hanno messo a repentaglio la Fede allo stesso modo? Ha messo il Sistema davanti alla Verità? O ha mirabilmente percorso il cammino della Consacrazione di quattro vescovi, anche al di fuori del Sistema, per garantire la sopravvivenza della Verità e del suo eroico discorso? Posso suggerirle due cose che può fare, una per la Chiesa e l’altra per lo Stato, per elevare il suo cammino al livello del suo discorso?

Aiuti la Chiesa più che può, come ha fatto l’Arcivescovo (e come Lei stesso ha fatto, nel Febbraio 2019, con la sua condanna assolutamente chiara della Dichiarazione Congiunta del Papa con il Grande Imam di Al-Azhar), non solo per la fedeltà dovuta alla dottrina Cattolica, ma anche per rigettare inequivocabilmente il Sistema degli uomini di Chiesa, tutt’ora impantanato nella dottrina Conciliare e suscettibile di contaminare qualsiasi sacerdote o responsabile della Fraternità che flirta imprudentemente con questi instrumenti di Belial. Nei confronti dei funzionari della Chiesa, così gravemente inadeguati, usare cortesia e carità, sì, ma un contatto amichevole, assolutamente no! Perché non ci può essere carità più grande verso tali traditori oggettivi, che rischiano una terribile eternità, che far loro capire come hanno bisogno di tornare alla buona dottrina. E Lei ha anche il dovere assoluto di allontanare i suoi stessi sacerdoti da loro, tanto possono essere pericolosi!

E per lo Stato allo stesso modo. Praticamente tutti gli Stati del mondo sono attualmente sotto il malcelato controllo dei bimillenari nemici di Dio e dell’uomo, che Dio sta usando per flagellare l’umanità apostata. In quella che è, da parte loro, radicalmente una guerra religiosa, a causa della cecità e debolezza dei Cattolici che dovrebbero fermarli, essi hanno acquisito il controllo delle nostre banche, della politica, dell’università, dell’arte, della cultura, della legge, della medicina e così via, tali per cui tutte queste cose oggi sono meri involucri anti-Cristiani di ciò che una volta era appannaggio della civiltà Cristiana. E di questo sono colpevoli i Cristiani a causa della loro mancanza di fede, che recentemente ha comportato, in una nazione un tempo grande, il furto della sua elezione nazionale, al quale si sono opposte troppe poche proteste, anche contro la massa di bugie e menzogne che ha tentato di nascondere la frode. Ora, dietro l’intera crisi artificiale del Covid non c’è l’impronta degli stessi nemici anticristiani? Padre, qualsiasi organizzazione Cattolica tradisce ulteriormente Cristo se non discerne e non interviene su chi e cosa è in gioco. Il Covid è un problema ancor più religioso che politico, e gli uomini di Dio devono dirlo, se il popolo di Dio vuole rimettersi in ginocchio. Che Dio sia con Lei.

Kyrie eleison.

P.S. Per il momento bastano “Commenti” sulla gravità del Modernismo. Per il periodo Pasquale, i prossimi due “Commenti” presenteranno la gioia di Beethoven (anche se non è direttamente gioia Cristiana, ma piuttosto derivata da essa)

La Disintegrazione Del Papa – I

<b>La Disintegrazione Del Papa – I</b> posted in Commenti Eleison on Aprile 17, 2021

In un’intervista rilasciata all’inizio del mese scorso, don Davide Pagliarani, Superiore Generale della Fraternità San Pio X, ha affrontato un argomento spesso ignorato, perché apparentemente impensabile, ma che è di suprema importanza nella Chiesa e nel mondo di oggi, vale a dire la disintegrazione del pensiero. Infatti, analizzando il pensiero di Jorge Mario Bergoglio, don Pagliarani conclude che Papa Francesco, col desiderio di raggiungere l’uomo moderno fino alle sue “periferie esistenziali”, ha abbandonato tutto il sistema di pensiero Cattolico, sia filosofico che teologico classicamente intesi. Ciò significherebbe che per raggiungere l’uomo moderno, Papa Francesco ha rinunciato alla dottrina Cattolica. Di seguito l’argomento del Superiore Generale.

Papa Francesco è “al di sopra” di tutti i sistemi di pensiero. Mentre per Giovanni Paolo II certe dottrine erano intoccabili, e mentre Benedetto XVI si è sempre preoccupato di apparire fedele alla Tradizione, al contrario Papa Francesco sta demolendo tutti i bastioni Cattolici del passato. Infatti, dopo che il Vaticano II (1962–1965), con la sua libertà religiosa e l’ecumenismo, ha annacquato il dogma e l’autorità della Chiesa, era inevitabile che anche il Suo insegnamento morale privo di dogmi avrebbe ceduto. Così, con la sua Amoris Laetitia del 2016, Papa Francesco ha introdotto, come solenne dottrina della Chiesa, un approccio completamente nuovo alla moralità, sulla quale fondare la nuova pastorale che la Madre Chiesa deve adottare per affrontare i fatti moderni. Non può più imporre Se stessa e le Sue leggi come ha sempre fatto. Ora deve ascoltare, capire e accompagnare i Suoi figli, e adattarsi passivamente ai loro capricci. Di conseguenza, i principi morali devono cambiare conformandosi alle mutevoli azioni umane da considerarsi il frutto di circostanze storiche in evoluzione.

Così Francesco fraintende l’amore: nessuna madre ama il suo bambino che sta annegando in un fiume pericoloso se si lascia annegare con lui. Fraintende la misericordia: non è misericordia lasciare un uomo in uno stato di peccato che dispiace a Dio. Con una tale falsificazione del vero amore e della misericordia di Dio, la Chiesa non solo rinuncia a tutto l’ordine soprannaturale, ma lascia l’uomo “libero” anche nell’ordine naturale, in modo che non rimanga alcun bastione, perché la Madre Chiesa si è adattata ai peccati del mondo, ai quali abbandona i Suoi figli. Con il Vaticano II si è conformata al mondo. Con Papa Francesco va oltre, adattandosi ai peccati del mondo, e lascia i Suoi figli, profondamente feriti dal peccato originale, senza nessuna grazia soprannaturale che li possa guarire.

Cosa propone allora papa Francesco come traguardi per la Chiesa e per il mondo? In primo luogo, l’imposizione universale di un’utopica (distopica) ecologia integrale, (Laudato sí, 2015) per prendersi cura di tutti gli aspetti materiali della Madre Terra (Pachamama); e in secondo luogo una fratellanza universale quasi massonica per prendersi cura dei propri simili (Fratelli tutti, 2019). Così la Madre Chiesa si riduce a un magistero puramente naturale, spogliato di ogni potere soprannaturale, al servizio dello Stato secolare in tutto il suo umanesimo laico, superiore – a quanto si suppone.

Il Superiore Generale conclude che la vera risposta a tutti i problemi moderni è il ritorno della Madre Chiesa alla Sua dottrina infallibile, che insegna la dimensione soprannaturale e l’esistenza del Paradiso eterno, la Caduta dell’uomo frutto del Peccato Originale, e l’assoluta necessità della Grazia di Cristo per vincere il peccato. La dottrina di Cristo Re incarna e prefigura l’eternità del Cielo, la vittoria del Redentore sul peccato e l’aiuto indispensabile della Grazia soprannaturale che Egli ha portato come Redentore per consentire agli uomini di arrivare al Cielo. E Sua Madre giocherà un ruolo molto speciale in quella che sarà la vittoria finale della Chiesa sul momentaneo trionfo dei subdoli e perniciosi errori.

Questa analisi del Superiore Generale relativa al pensiero e all’azione del Papa presenta una coerenza e una logica di cui tutti dovremmo essere grati. C’è sicuramente un po’ di luce ai vertici della Fraternità San Pio X. Diciamo sinceramente, grazie a Dio. Ma significa che la Fraternità è fuori pericolo? Questo è tutto da appurare. Il Dottore non ha di per sé le virtù del Martire. Per favore, Signore . . .

Kyrie eleison