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Papi conciliari – I

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Ogni volta che si avanza l’idea che i Papi conciliari possano essere almeno in parte in buona fede, di solito ci sono dei cattolici che protestano. Essi sostengono che i Papi sono uomini di Chiesa intelligenti e colti, quindi è impossibile che non si rendano conto pienamente di ciò che fanno. La

teoria “mentevacantista”, secondo la quale questi Papi avrebbero delle menti vuote, così da essere in parte ignari delle conseguenze delle proprie azioni, per questi critici è assurda. Si può capire la reazione, ma voglio citare un amico che comprende il “mentevacantismo” come deve essere compreso:—

E vero, l’idea che i Papi possano sbagliarsi in buona fede, perché ritengano che certi errori non siano cattolicamente errori, riscuote poca attenzione, perché si ha un’idea del papato troppo staccato dalla condizione temporale; eppure tutta la storia dei Papi è una storia di uomini del tempo, con relaivi usi, abusi e vizii; La differenza sta nell’incidenza dell’errore, che mai è stato così pesante come adesso, ma non bisogna sottovalutare che mai il mondo è stato così degenerato come adesso.

Questo spiega anche l’imperante diffusione del liberalismo che è ormai, non più un pensiero e un modo di pensare, ma un modo d’essere. Il quale permea di sé ogni uomo vivente, sia che condivida il liberalismo in termini assoluti, sia che lo condivida in termini relativi: e cioè che sia un agente del liberalismo e della sovversione o che sia un loro semplice strumento. È questo il caso dei Papi moderni, che credono di accostarsi al mondo per curarlo e non si accorgono che è il mondo che li attira a sé per infettarli e asservirli.

“In una situazione come questa, è vero che si può dire che si tratta di Papi liberali, ma non si può dire che si tratta di Papi non cattolici, perché manca il requisito iniziale per questa duplice possibilità: la volontà personale di essere liberali e di non essere cattolici. Si può solo constatare che in questi Papi c’è la volontà personale di essere cattolici e per ciò stesso di non essere cattivi liberali, dal momento che ritengono che non vi sia contraddizione tra cattolicesimo e liberalismo, anzi – si veda il loro teologo-pensatore: Ratzinger – il liberalismo sarebbe un buon prodotto del cattolicesimo, basta depurarlo di certe storture introdotte dai non cattolici. In quanto a distruggere la Chiesa, è logico che questi Papi così compromessi non possano e non sappiano evitare che la conseguenza delle loro azioni sia la distruzione della Chiesa.

“Circa Mons. Lefebvre, io posso fare solo una deduzione, considerando che egli era innanzi tutto figlio di un’altra Chiesa. Io credo che La sua mentalità lo portasse a ritenere impossibile che un cattolico non si accorgesse di essere strumento della sovversione, tanto più un Papa. Io ritengo di aver inteso, leggendo tra le righe di certi suoi scritti, che egli avesse una visione del mondo che comprendeva il processo di degenerazione che sarà in atto fine alla fine dei tempi, ma penso che egli escludesse che tale processo potesse interessare in qualche modo e in maniera palese anche la Chiesa.”

E a questo punto è come se sentissi dei lettori che a questo tipo di analisi obiettano: “Oh, Eccellenza, per favore la smetta di difendere i Papi conciliari. Una cosa o è bianca o è nera. Se costoro sono in errore, sarò io un sedevacantista felice. Se non lo sono, sarò un liberale felice. I suoi grigi non fanno altro che confondermi!”

Caro lettore, il nero è nero e il bianco è bianco, ma raramente nella vita reale si trova il bianco puro o il nero puro (il peggio que ci sia, è buono in quanto c’è). Se si vuole comprendere la presente scusante (relativa) dei Papi conciliari, la chiave sta nel capire che il mondo non è mai stato così profondamente depravato come lo è oggi. In questa degenerazione senza precedenti è evidente come possa essere comprensibile che sotto questo aspetto i Papi conciliari possano finire con lo smarrirsi nella Fede più di quanto possa essere accaduto a qualsiasi altro dei loro predecessori.

Kyrie eleison.