Eleison Comments

Panorama aereo

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Se uno ama le montagne, dovrebbe volare di giorno in una giornata assolata lungo la costa Nord occidentale dagli Stati Uniti al Canada, diciamo da Seattle ad Anchorage in Alaska. Sotto di lui si estendono, spesso da entrambi i lati dell’aereo, gli splendori delle altere Montagne Rocciose del Nord, per una serie ininterrotta di ore e ore: uno spettacolo che non può essere paragonato in alcun modo con quello offerto da una mera mezz’ora di sorvolamento di queste stesse montagne da Est a Ovest.

E un tale viaggiatore, giunto ad Anchorage ed avendo ammirato anche il lungo orizzonte innevato che inquadra la città ad Est, dovrebbe provare il “flight-seeing”, come ho fatto io pochi giorni fa. Non avevo mai sentita questa espressione, ma il suo significato non è difficile da immaginare in Alaska – si sale in un piccolo aereo quadriposto e si va in volo in alto in mezzo ai ghiacci e alle vette per un’ora e mezza.

Neanche gli alpinisti che conquistano a piedi le vette possono godere della visione di tale paesaggio maestoso offerta dal volo. Si sale in un primo momento in alto sopra gli alberi, per poi lasciarseli dietro, e poi sopra rocce e neve e ancora su, sopra sempre più neve, in mezzo a vette sempre più alte, con una familiarità e libertà che solo il volo può dare. Si è così facilmente vicini ai maestosi versanti abbagliati dal sole che si potrebbe pensare di parlare con loro . . . ma essi rimangono in silenzio, così silenti come se si beffassero della mosca meccanica che si intromette nella loro maestà.

Nessuno dica che esse sono morte! Gli abitanti del posto, che le guardano tutto l’anno, parlano del loro costante cambiamento per la foschia e la luce, per il vento e le nuvole, e tale cambiamento è sicuramente effetto, piuttosto che causa della loro vita, perché le montagne presentano un aspetto infinitamente più potente di quello dei mutevoli fenomeni del tempo che giuoca in mezzo a loro.

Nessuno dica che le montagne sono serene! Con il loro profilo a zig-zag, le loro creste frastagliate, i loro versanti scoscesi, esse evocano, secondo tutti i sani geologi, quello sconvolgimento cosmico che lacerò la superficie del globo e ci ha lasciato le attuali catene montuose della terra, quella straziata spinta in alto delle titaniche masse di granito e roccia, avanzanti, crollanti e accartocciantesi l’una sull’altra.

Questo sconvolgimento cosmico fu il Diluvio di Noè, circa 5000 anni fa. E questo Diluvio fu causato dagli uomini che avevano “pervertito la loro condotta sulla terra” – parole della Scrittura. Le montagne della terra sono quindi i monumenti della grandezza di Dio, siatene certi, ma anche della sua ira. Oggi l’umanità ha di nuovo pervertito la sua condotta, quindi . . .

Kyrie eleison.