Paganesimo intelligente
Del famoso scrittore satirico romano Giovenale (67–130 dC?), ci sono due citazioni particolarmente note: “ panem et circenses ” – “pane e spettacoli”, e “ mens sana in corpore sano ” – “mente sana in corpo sano”. Il contesto di questa seconda citazione è veramente interessante. Ecco l’intero passo della decima Satira, in una libera traduzione:
“Che gli uomini pregherebbero per niente? Prendete il mio consiglio,
E lasciate che gli dèi stessi giudichino ciò che è meglio
Per noi e per i nostri interessi, poiché da loro ci viene
Non quel che ci piace, ma ciò che più ci conviene.
L’uomo è più caro a loro che a sé stesso;
Dal vano desiderio e dalla cieca bramosia mosso,
Agogna a quel tipo di figlio, a quel tipo di moglie,
Mentre solo gli dei sanno dei giusti figlio e moglie.
“Ma se dovete chiedere qualcosa ai numi
Offrendo carni di cánditi suini,
Pregate gli dei che vi diano
Mente sana in un corpo sano.
Pregate che la morte trovi al momento dato
Il vostro spirito imperturbato,
Non col desiderio di avere
Più di quanto Madre Natura voglia dare,
Uno spirito pronto a sopportare ogni tipo di dolore,
Ignorando la rabbia e ogni voglia di avere,
Preferendo il gravoso e nobile lavoro
Ai piaceri offerti dal centro di ristoro.
Questo avete il potere fare,
La vostra virtù è il solo mezzo per felici campare.
A chi ha buon senso non verrà meno la lena –
“Così ci pone in Cielo un dio della fortuna”.
Ciò che qui è notevole, è come il pagano Giovenale dica tante di quelle cose che hanno detto gli scrittori cristiani. Per esempio, come noi uomini siano amati dall’alto più di quanto noi amiamo noi stessi, come le potenze dell’alto sappiano meglio di noi ciò che ci serve e ci danno solo ciò che ci è veramente necessario. Inoltre, come la virtù sia l’unica strada per la felicità, e come dipenda da noi stessi vivere con saggezza e non con la testa tra le nuvole o in qualcos’altro.
Dalla saggezza della satira romana, ci sono almeno due lezioni da trarre. In primo luogo, la grazia è in linea con la natura che Dio ci ha dato, e non viene meno nel mantenere in linea la natura. Nel vedere come lo scrittore pagano, senza la grazia, riesca a cogliere dalla sola natura così tante verità spirituali, si dimostra che la natura e la grazia sono allineate, anche se la grazia è infinitamente al di sopra della natura, e la natura non ha alcuna pretesa su di essa. Troppi cattolici vedono la grazia della nostra religione come una sorta di poliziotto con un manganello che controlla la nostra tenuta. Allo stesso modo la legge (la buona legge) è un’amica e non una nemica della natura!
Una seconda lezione potrebbe essere che i pagani pre-cristiani, come Giovenale, erano più aderenti alla realtà dei pagani post-cristiani del nostro tempo. Gli apostati di oggi stanno cancellando in loro sia la grazia sia la natura, così che non potranno mai esprimersi col buon senso espresso qui da Giovenale.
Kyrie eleison.