Dichiarazione dei vescovi – I

Dichiarazione dei vescovi – I on Aprile 23, 2016

image_pdfPDFimage_printPrint

Il 19 marzo, poco più di un mese fa, Dom Thomas d’Aquino è stato sommessamente consacrato vescovo a beneficio delle anime che in tutto il mondo desiderano mantenere la vera fede cattolica. Come quando venne consacrato Mons. Faure, appena un anno fa, la cerimonia è stata splendidamente organizzata dai monaci del Monastero della Santa Croce, nei monti alle spalle di Rio de Janeiro, nella cattedrale-granaio, d’acciaio, del Monastero, finemente decorata per l’occasione come l’anno scorso. Il tempo era asciutto e tiepido senza essere troppo caldo. San Giuseppe ha fatto andare tutto senza intoppi. Gli dobbiamo tante grazie.

C’erano presenti un po’ più di persone rispetto all’anno scorso, ma molte di esse venivano dai dintorni in Brasile. Non c’erano giornalisti e l’evento è stato a mala pena menzionato anche nelle fonti d’informazione cattoliche Tradizionali. C’è stata una congiura del silenzio? È passata parola di non prestarvi attenzione? Non importa. Ciò che conta è ciò che Dio Onnipotente possa aver suggerito, vale a dire che la sopravvivenza della Fede in questo momento richiede non di fare pubblicità o farsi conoscere, ma forse di muoversi silenziosamente nell’ombra, da dove la Chiesa può scendere delicatamente nelle catacombe per attendere la sua resurrezione dopo che la tempesta nel mondo, che promette di essere umanamente terribile, si sarà placata.

In ogni caso, ora abbiamo un altro vescovo, saldamente nella linea di Mons. Lefebvre, e sulla sponda occidentale dell’Atlantico. Mentre Mons. Faure conobbe bene Monsignore ed era un suo confidente, Mons. Thomas d’Aquino non lavorò mai direttamente con Monsignore all’interno della FSSPX, ma proprio perché non era un membro della Fraternità, Monsignore può essersi sentito più libero di condividere con lui i suoi pensieri e le sue idee. Certo, egli diede al giovane monaco preziosi consigli in più di un’occasione, e Mons. Thomas non li ha mai dimenticati. I cattolici credenti non si sono sbagliati – ci sono state poche eccezioni alla loro reazione estremamente positiva per il dono di Dio di un altro vero pastore di anime.

Al momento della consacrazione, i due vescovi consacranti hanno fatto una dichiarazione che non ha ancora avuto molta pubblicità. Essa presenta il retroscena approfondito della consacrazione, mostrando come tale evento apparentemente strano in realtà non lo sia affatto, ma, date le circostanze, sia del tutto naturale. Ecco la prima parte della Dichiarazione. La seconda parte seguirà nel “Commento Eleison” della prossima settimana.

Nostro Signore Gesù Cristo ci aveva avvertiti che alla sua seconda venuta la Fede sarebbe quasi sparita dal mondo (Lc. XVIII, 8), e ne consegue che a partire dal trionfo della Sua Chiesa nel Medioevo, essa poteva conoscere solo una lunga discesa fino alla fine del mondo.

In particolare, tre esplosioni hanno segnato questa discesa: quella del protestantesimo, che ha rifiutato la Chiesa nel XVI secolo, quella del liberalismo, che ha rifiutato Gesù Cristo nel XVIII secolo, e quella del comunismo che ha rifiutato interamente Dio nel XX secolo. Ma la cosa peggiore di tutte è avvenuta quando questa Rivoluzione per tappe è infine riuscita a penetrare fin nell’interno della Chiesa, col Vaticano II (1962–1965). Volendo avvicinare la Chiesa al mondo moderno che si era considerevolmente allontanato da essa, il Papa Paolo VI ha saputo fare adottare ai Padri del Concilio «i valori di due secoli di cultura liberale» (Cardinale Ratzinger).

Quello che i Padri adottarono fu il triplice ideale della Rivoluzione Francese e in particolare: la libertà, l’uguaglianza e la fraternità, nella triplice forma della libertà religiosa, la quale, valorizzando la dignità umana, implica l’elevazione dell’uomo al di sopra di Dio; della collegialità, la quale, promuovendo la democrazia, livella e sovverte ogni autorità nella Chiesa; dell’ ecumenismo, il quale, lodando le false religioni, implica la negazione della divinità di Nostro Signore Gesù Cristo. E nel mezzo secolo trascorso dalla fine del Vaticano II, le conseguenze, mortali per la Chiesa, di questa adozione dei «valori» rivoluzionari, sono divenute sempre più evidenti, culminando negli spaventosi scandali che screditano quasi ogni giorno il pontificato del Papa regnante.

Kyrie eleison.