Ecclesiastici consapevoli?- II
Ecclesiastici consapevoli?- II on Novembre 12, 2016
La settimana scorsa questi “Commenti” hanno sollevato la questione se il Superiore Generale della Fraternità San Pio X (SG in breve) sappia che cosa sta facendo quando pronuncia costantemente dichiarazioni contraddittorie: ora a favore della Tradizione cattolica, ora in linea con i Romani e la loro rivoluzione conciliare. Nella migliore delle ipotesi il SG sarebbe semplicemente un liberale confuso che confonde, diviso tra cattolicesimo e conciliarismo. Nel peggiore dei casi potrebbe essere un vero lupo travestito da agnello, che usa le parole semplicemente come strumenti politici per consentire ai romani di inglobare nella loro neo-chiesa conciliare la Fraternità un tempo cattolica di Mons. Lefebvre. Qui è in gioco la Fede. Così, per molti sacerdoti e laici è importante riuscire a capire con chiarezza se il SG è un pastore o un lupo, o una via di mezzo. Per una risposta molto chiara possiamo leggere quello che scrive un sacerdote francese resistente, Don Olivier Rioult, sull’ultimo numero della rivista bimestrale francese “Sous la Bannière”.
Egli parte dal comunicato del SG del 29 giugno, seguito alla riunione dei Superiori della FSSPX tenutasi appena prima nei pressi di Ecône, da cui cita delle frasi che potrebbero rassicurare alcuni cattolici sul fatto la FSSPX sarebbe tornata sulla pista tradizionale. Ma, dice Don Rioult, il SG nel passato ha detto tante volte una cosa e poi ne ha fatta un’altra, tale che le sue parole non hanno alcun valore per quanto riguarda la verità. Esse sono solo, come per innumerevoli politici moderni, degli strumenti della politica usati o abusati a seconda delle circostanze, in questo caso per far sì che la FSSPX si sottometta alle autorità della Neo-chiesa senza che ci si renda conto di ciò che sta accadendo. La prova sta nelle azioni del SG. Le azioni parlano sempre meglio delle parole. Ciò che il SG intende veramente lo si coglie meglio dalle sue azioni, che si muovono costantemente a favore della Roma conciliare.
Ed eccone alcune: l’accettazione della “remissione” delle “scomuniche”, nel 2009; l’accettazione della giurisdizione ufficiale per le confessioni e della giurisdizione ufficiale per lo stesso SG come prima istanza giudicante dentro della FSSPX; la preventiva presentazione dei nomi degli ordinandi sacerdoti negli Stati Uniti; l’accettazione della tolleranza diocesana per le ordinazioni sacerdotali in Germania. Lo stesso andazzo si verifica all’interno della FSSPX: retrocessione o rimozione degli oppositori alla sua politica romana, accompagnata dalla promozione di docili sostituti, spesso giovani relativamente poco idonei per responsabilità più gravose. E Don Rioult sottolinea che questa serie di azioni è chiaramente in linea con la Dichiarazione congiunta del SG e del numero due a Roma, il cardinale Müller, rilasciata dopo il loro incontro del settembre 2014, secondo la quale essi avrebbero “proceduto per gradi . . . prendendo il tempo necessario per appianare le difficoltà . . . al fine di raggiungere la piena riconciliazione”.
Questa procedura un passo alla volta, dice Don Rioult, ha il grande vantaggio per entrambe le parti di evitare l’impatto di un gesto chiaro, come la firma congiunta di un documento pubblico che rischierebbe di allarmare i seguaci della Tradizione su quanto sta succedendo. Così manifestate, le contraddizioni del SG confondono, ma sono sufficientemente “sottili” o “morbide” da assicurare sonni tranquilli ai cattolici che non stanno attenti né sono intenti a pregare. In effetti, le parole del SG si rivelano essere una cortina fumogena per mascherare specialmente ai sacerdoti della FSSPX ciò che egli è veramente, perché se tanti di loro fossero avvertiti e consapevoli, per lui sarebbe molto più difficile convincere Roma che sarà in grado di condurre nella neo-chiesa tutta la Fraternità, che è quello che Roma vuole per porre fine al corpo principale della resistenza alla loro religione del Nuovo Ordine Mondiale. Già nel 2012 il SG ha avuto l’amara esperienza che dopo aver predisposto ogni cosa a suo piacimento per la svendita, Roma rifiutò l’accordo perché venne a sapere pubblicamente che in quel momento i suoi tre confratelli vescovi della FSSPX erano tutti contrari. La Neo-chiesa ha bisogno di mettere in ginocchio la Tradizione, una volta per tutte.
Preghiamo per i sacerdoti della FSSPX, perché non si lascino ingannare dalla mafia di Menzingen, la blocchino e infine se ne sbarazzino.
Kyrie eleison.