Attivitá della “Resistenza”?

Attivitá della “Resistenza”? on Ottobre 20, 2018

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Questa volta è una nonna che scrive a “Commenti Eleison” con una preoccupazione ampiamente condivisa da lettori e amici che simpatizzano in generale per gli obiettivi del movimento della “Resistenza”, ma che si chiedono che cosa esso stia facendo oggi per aiutare la loro situazione. Ecco la sua lamentela, leggermente riassunta:—

Sono molto delusa dalla mancanza di leadership che oggi si manifesta nella Fraternità e nella Resistenza. Noi sosteniamo la Resistenza ma non sappiamo nulla di ciò che sta facendo. Lei ha recentemente consacrato tre Vescovi, ma qual è la loro funzione? Che cosa stanno facendo, danno conforto e speranza ai fedeli? Non sentiamo parlare neanche di loro. Speravamo che Lei e gli altri tre Vescovi formaste qualche sorta di opposizione alla Fraternità. Non è possibile? Diversi sacerdoti molto decisi hanno lasciato la Fraternità. Non potrebbero formare una “contro-Fraternità”? Sicuramente Dio si aspetta qualcosa di più delle semplici preghiere. Anni fa ha suscitato Monsignore per proteggere la Sua Chiesa. Oggi, lascerebbe noi fedeli seguaci in asso? Io penso oggi che molti cattolici della Tradizione stiano cercando disperatamente una forte leadership, sia nella Fraternità sia nella Resistenza.

Cara nonna,

Mi permetta di iniziare rispondendo con un famoso episodio della storia romana prima di Cristo. Nel 216 AC l’esercito romano, normalmente imbattibile, andò a combattere i Cartaginesi guidati da Annibale che aveva invaso l’Italia e stava minacciando la stessa città di Roma. Ma nella battaglia di Canne nel Sud Italia i Romani si lasciarono manovrare e circondare da Annibale, così che furono massacrati dai Cartaginesi. Ci fu costernazione a Roma. Cosa si dovrebbe fare? Alcuni Romani volevano organizzare un altro esercito e affrontare di nuovo Annibale, ma il consiglio del Console Fabio fu di evitare la battaglia, se possibile, e invece osservare attentamente il nemico, e aspettare fino a che non avesse deciso di tornarsene a casa. Il consiglio era buono e venne seguito. Alla fine i Cartaginesi ritornarono a casa, dove il loro esercito fu schiacciato dai Romani quattordici anni dopo. “Fabio il temporeggiatore” aveva vinto.

Nessun paragone funziona perfettamente. Così, dopo la schiacciante sconfitta della Chiesa al Vaticano II (1962–1965), qualcuno avrebbe mai detto che Mons. Lefebvre avesse torto a metter su in pochi anni quell’esercito che avrebbe potuto combattere i modernisti? Sicuramente no. Ma il Vaticano II fu una grande battaglia che lasciò abbastanza buoni combattenti sparsi intorno a Monsignore, in grado di riunirsi in un piccolo esercito negli anni ‘70. Al contrario, la sconfitta di quell’esercito dal 2012 in poi è stata una sconfitta numericamente piccola, che ha lasciato molti meno soldati sparsi a combattere. La strategia potrebbe essere la stessa degli anni ‘70 e ‘80? Sicuramente no. Per prima cosa, i soldati questa volta, spesso figli dei rivoluzionari degli anni ‘60 o successivi, avevano un minore senso di ubbidienza o di Chiesa o mondo ordinato che avevano invece i cattolici sparsi dopo il Concilio. Chi può negare che gli anni 2010 siano molto più disordinati e indisciplinati degli anni ‘70? Ci si potrebbe chiedere se Monsignore, con tutti i suoi doni, oggi potrebbe o avrebbe messo insieme una “contro-Fraternità”. Forse, forse no . . .

Così come stanno le cose, i quattro vescovi del movimento della “Resistenza” (che non è un’organizzazione) fanno ciò che possono, ciascuno nella propria parte del mondo, per fornire ai cattolici che desiderano mantenere la Fede, minimale razioni di sana dottrina e una guida valida, insieme con i sacramenti episcopali. Questo è un risultato minimo, né affascinante né sensazionale, ma potrebbe essere l’essenziale necessario. Se lo è, che Dio ci mantenga fedeli.

Kyrie eleison.