Unita’ della “Resistenza”
Unita’ della “Resistenza” on Agosto 3, 2019
Con l’intento di estinguere il fuoco dell’orgoglio, questi “Commenti” scelgono raramente di mettere in evidenza i risultati conseguiti dai sacerdoti e dai laici che dal 2012 operano per assicurare la sopravvivenza dei principi e della pratica cattoliche, soprattutto ma non esclusivamente all’interno della Neofraternità San Pio X, cioè di quella Fraternità che sta scivolando tra le braccia di Roma. Naturalmente, i capi della Neofraternità condannano il cosiddetto movimento della “Resistenza” o della “Fedeltà”, sottolineando in particolare le divisioni sorte tra i vari sacerdoti. Ma è giunto il momento di evidenziare la contrastata unità della “Resistenza” cattolica.
Ad esempio, un osservatore di lunga data dello scenario della “Resistenza” fa le seguenti pertinenti osservazioni: L’argomento principale dei Superiori della Neofraternità contro la “Resistenza” è quello di mettere in evidenza le divisioni tra i sacerdoti Resistenti. Ma mentre vari sacerdoti Resistenti hanno una varietà di doni vocazionali che danno origine a diverse opere della “Resistenza” (ad esempio: un Seminario, un Monastero, un Priorato, una Missione, etc.), tra tutti loro regna una notevole unità riguardo al fine da perseguire: la sopravvivenza della Fede cattolica. Al contrario, la Neofraternità è un gigante con i piedi di argilla, tenuto insieme solo da misure disciplinari, dal timore di sanzioni e da interessi personali, ma quanto al fine perseguito essa è molto divisa: accordo o non accordo con Roma; matrimoni sotto l’autorità ufficiale, o no; flirtare o no con i vescovi conciliari – la Neofraternità è incrinata in tutte le direzioni.
Ancora una volta, quello che vediamo oggi è che tutti i cattolici, senza eccezione, sono minati dalla separazione tra la Verità cattolica e l’Autorità cattolica. E questa separazione è il risultato del tradimento consapevole o inconscio dei 2000 vescovi e dei due papi che hanno progettato e attuato il Vaticano II. Ne consegue che, nel 2019, la “Resistenza”, che tiene alla Verità, soffre di divisioni esteriori dovute alla mancanza di Autorità, perché il bisogno di autorità non può creare dal basso la sua realtà: per definizione l’autorità può venire solo dall’alto. Da parte sua, la Neofraternità, che tiene all’Autorità romana, soffre la divisione interiore per la mancanza di Verità, perché quell’Autorità romana si aggrappa tuttora alle menzogne del Vaticano II.
Ma è la Verità ad essere lo scopo dell’Autorità, e non il contrario. “Pietro, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli” (Lc. XXII, 32). In altre parole, prima recupera la tua vacillante fede nella Verità, poi esercita la tua Autorità sugli altri Apostoli. Questo perché in un mondo decaduto, la Verità interiore ha bisogno dell’Autorità esteriore per essere difesa, ma se l’Autorità esteriore non difende più la Verità interiore, allora ha perso la sua vera ragione d’essere, e diventa fine a se stessa, in definitiva una tirannia al servizio degli posizioni personali, come con Paolo VI e i successori di Monsignore.
Così, per quanto abbondanti siano le miserie personali dei singoli Resistenti, purché fedeli alla Verità, la “Resistenza” sopravvivrà alla Neofraternità, proprio come la Fraternità di Monsignore, fin quando rimarrà fedele alla Verità, dominerà e alla fine sopravvivrà ai Romani Conciliari. Il problema ultimo non è quello delle persone o dell’Autorità, ma delle dottrine e della Verità. Così, quando all’inizio degli anni 2000 l’allora successore di Monsignore si appellò all’Autorità per risolvere le divisioni all’interno della Fraternità, dimostrò di essere addentro al cammino conciliare: preferendo l’Autorità alla Verità, e la volontà alla ragione. Come risultato, la Fraternità di Monsignore è stata trasformata in una tirannia, e sebbene il tiranno sia stato apparentemente allontanato dalla sede del potere, con l’elezione di un anno fa, in realtà egli è di nuovo tornato lì. Questo è il nostro mondo moderno – le apparenze nascondono la realtà.
Kyrie eleison.