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Accordo del “Tristano”

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Ad una struttura oggettiva dell’anima umana corrisponde una struttura oggettiva della musica. Entrambi possono essere disturbate dalle scelte discordanti degli uomini, ma il soggettivo libero arbitrio non può cambiare queste strutture, né la loro reciproca corrispondenza. Non è il buon senso che porta a trasmettere della musica suadente nei supermercati per indurre le donne a comprare? Come viene suonata nell’esercito la musica travolgente per indurre gli uomini a marciare? Commercio e combattimento sono attività troppo reali perché alle fantasie del liberalismo sia permesso di interferire.

Ma i liberali fantasticano. Da qui sicuramente l’attuale produzione del “Tristano e Isotta” al Covent Garden, che cerca di “destrutturare” il capolavoro di Wagner, come descritto nel “Commenti Eleison” della scorsa settimana. Tuttavia, un articolo di due pagine sulle note di programma per la stessa produzione, illustra brillantemente la corrispondenza oggettiva tra i generi musicali e i tipi di reazione umana. Vorrei poter citare tutto, ma non abbiate paura dei dettagli tecnici, cari lettori, perché sono proprio essi che dimostrano l’assunto.

L’articolo è tratto dal libro “ Vorhang Auf! ” (Su il sipario), di un direttore d’orchestra tedesco vivente, Ingo Metzmacher. Esso ruota attorno al famoso “Accordo del Tristano”, che appare per primo nella terza battuta del Preludio. L’accordo è costituito da un tritono (o quarta aumentata), Fa e Si sotto il Do centrale, e sopra di esso una 4 a, Re diesis e Sol diesis sopra il Do centrale. In questo accordo, egli dice, vi è una tensione interna tremenda che tende alla risoluzione, ma ciascuna delle quattro volte che ricorre l’accordo nelle prime 14 battute del Preludio, si risolve solo nella 7 a dominante, essa stessa accordo irrisolto che chiede la risoluzione. E quando alla fine si raggiunge un accordo stabile in Fa maggiore nella battuta 18, esso viene immediatamente destabilizzato da una nota di basso che accresce un mezzo semi- tono nella battuta successiva, e così via. I semitono sono infatti la chiave, dice Metzmacher, del nuovo sistema armonico inventato da Wagner nel “Tristano”, per descrivere il desiderio sconfinato dell’amore romantico. I semitono “lavorano come un virus – nessun suono è al sicuro da loro, e nessuna nota può essere certa che non sarà spostata verso l’alto o verso il basso”. Gli accordi essendo così continuamente violati, ripristinati e subito nuovamente violati, costituiscono una sequela incessante di stati di tensione irrisolta, che in musica corrisponde perfettamente al desiderio reciproco degli amanti, “crescente a dismisura a causa dell’impossibilità di giungere al compimento”.

Ma Metzmacher indica il prezzo da pagare: una musica basata sul sistema di chiavi, una miscela strutturata di semitoni con toni pieni, “trae la sua forza vitale dalla capacità di darci la sensazione di stare a casa in una particolare chiave”. Al contrario, con il sistema del Tristano, “non possiamo mai essere certi che ogni sensazione di sicurezza non sia in realtà un inganno”. Così l’accordo del Tristano “segna un punto di svolta nella storia, non solo della musica, ma di tutta l’umanità”. Metzmacher intenderebbe bene il vecchio proverbio cinese: “Quando il modo della musica cambia, le mura della città si scuotono”. Forse come “Tristano” ha sovvertito la musica tonale, così il produttore del Covent Garden ha cercato di sovvertire il “Tristano”.

Dove si ferma allora la destrutturazione della vita e della musica? Risposta non wagneriana: nelle vere celebrazioni della Messa! Con la nuova Messa massonica i veri cattolici non potranno mai sentirsi a casa.

Kyrie eleison.Londra, Inghilterra