musica

Mozart contestato

Mozart contestato on Giugno 2, 2018

Dopo la pubblicazione del numero 550 di questi “Commenti”, in cui si è altamente lodato Mozart (27 gennaio 2018), un lettore ha scritto in privato per esprimere le sue riserve sul famoso compositore: Mozart era un massone entusiasta, nella seconda parte della sua vita non ha scritto alcun lavoro importante per la Chiesa cattolica, e le sue opere trattano delle relazioni uomo-donna e della moralità in modo molto generico. Ora la musica è così importante per le anime che le obiezioni di questo lettore meritano di essere affrontate pubblicamente, in modo che le persone che non conoscono ancora Mozart possano essere incoraggiate – ovviamente non forzate – a usare la sua musica nei loro momenti di svago. Quindi mettiamo in evidenza alcuni principi per ciascuna di queste tre obiezioni del lettore.

Che Mozart fosse un massone solleva un principio molto importante: l’artista e la sua arte non sono separati, ma sono distinti. Ciò che rende la bontà morale dell’artista come persona non è lo stesso che rende la bontà artistica dei lavori che egli produce (Summa Theologiae, 1a 2ae, Q57, Art. 3). Così, Picasso era personalmente un mascalzone, ma la sua arte, puramente come arte, è brillante, mentre innumerevoli pittori vittoriani possono essere stati personalmente molto morali, ma i loro dipinti sono noiosi come l’acqua stagnante. Del pari, la Massoneria entrò certamente in alcune delle musiche tardive di Mozart, in particolare nel “Flauto Magico”, ma la sua musica si regge da sé, e certamente deve la sua bellezza non alla guerra della Massoneria contro Dio, ma ai genitori cattolici di Mozart e alla sua precoce educazione nella cattolicissima Austria dell’Imperatrice Maria Teresa.

In secondo luogo, che il maturo Mozart non abbia mai completato una grande opera per la Chiesa è vero nella misura in cui la Messa C minore e il Requiem sono incompiuti, ma quante volte si suonano queste due opere, e con quale effetto religioso! Inoltre, c’è forse qualche pezzo di musica, così spesso suonato o cantato nelle chiese cattoliche e nelle cappelle come l’”Ave Verum Corpus” di Mozart? E se distinguiamo la musica implicitamente cattolica da quella esplicitamente cattolica, qualcuno può negare che Mozart, come Shakespeare, sia un formidabile portatore di valori cattolici, e nel caso di Mozart dei valori di armonia, ordine, bellezza e gioia per innumerevoli ascoltatori? E questi grandi artisti, implicitamente e per tradizione cattolici, non sono forse una misericordia di Dio per consentire ai post-cattolici di godere dei valori cattolici senza rendersene conto? Se i post-cattolici se ne rendessero conto, non ripudierebbero quei valori come fanno gli arroganti liberali che “destrutturano” Shakespeare nelle cosiddette “università” e lo stesso Mozart nei “conservatori di musica”. In effetti, gli attori e i musicisti liberali di oggi possono mai avvicinarsi al cuore di Shakespeare o di Mozart? Non lo possono! E perché? Perché quei cuori sono essenzialmente non liberali!

E in terzo luogo, alcune delle opere di Mozart sono in parte così spensierate da aver suscitato il disprezzo di Beethoven – “Non potrei mai scrivere opere così frivole”, diceva questi. Però così si dimentica quello che è serio nelle stesse opere: accanto del flirt di Zerlina ci sono le fiamme della dannazione di Don Giovanni; a fianco del disorientamento del conte vi è la sua sincera scusa per la sua sofferente contessa; a fianco del Serraglio c’è la valorizzazione del perdono. La vita reale in un mondo decaduto è insieme comica e seria. Si veda come all’inizio del “Don Giovanni”, Mozart combini musicalmente il duello e la morte di un duellante con il borbottante panico del servo-coniglio di Don Giovanni, Leporello. Sicuramente Mozart, come Shakespeare, “ha visto la vita fermamente e l’ha vista interamente”, come diceva Matthew Arnold di Sofocle.

Tuttavia, un lato di Mozart rimane quello di un ragazzaccio (cfr. il film “Amadeus”), ed egli fa parte integrante di una cristianità già decadente alla fine del XVIII secolo. Ma se paragonata alla caduta subita da allora dalla musica, non si può dire che la sua musica è quasi angelica, senza essere così lontana dai nostri tempi da sembrare inaccessibile? Ogni uomo nuoce alla sua anima abituandosi ad ascoltare musica che è spazzatura, con un poco o nessun valore intrinseco di melodia, armonia o ritmo. Egli invece solitamente non danneggia la sua anima abituandosi alla musica di Mozart, al contrario.

Kyrie eleison.

Mozart a Broadstairs

Mozart a Broadstairs on Gennaio 27, 2018

Tra le 18.00 di venerdì sera, 23 febbraio, e mezzogiorno di Domenica 25 febbraio, presso la Queen of Martyrs House a Broadstairs si terrà un modesto weekend musicale con musica esclusivamente del famoso compositore austriaco del tardo XVIII secolo: Wolfgang Amadeus Mozart (1756–1791). Perché la musica, quando lo stesso tempo e lo stesso sforzo potrebbero essere spesi per qualcosa di più direttamente religioso? E perché Mozart in particolare?

Perché la musica? Perché la musica è un dono di Dio al mondo che Egli ha creato, un’espressione dell’armonia al centro del Suo universo, a cui tutti i membri viventi di questo universo rispondono, non solo angeli ed esseri umani, ma a loro modo anche animali e piante. Circa le piante, una volta ricercatori del Colorado negli USA costruirono quattro scatole con identica luce, aria, umidità, terreno e piante in tutte e quattro, e in tre di esse immisero canto gregoriano o musica classica o Rock, mentre lasciarono la quarta in silenzio. Con il Rock la pianta crebbe ma appassì, con il canto gregoriano la pianta fiorì, con la musica classica e il silenzio il risultato fu mediano. Circa gli animali, molti allevatori mettono nelle stalle per le mucche degli altoparlanti che trasmettono una musica tranquilla al momento della mungitura per aumentare così il flusso del latte, proprio come i supermercati trasmettono musica tranquilla per aumentare gli acquisti dei clienti umani. Sorprendente? È Dio che ci ha creati, e non noi stessi (Ps. IC, 3), siamo le Sue creature con la parte armoniosa che Egli ha progettato per noi per participare nel suo universo come in unico concerto.

Per gli esseri umani, la musica è la lingua suprema data da Dio per accedere a quell’armonia di Dio, anche se, come Brahms, non si crede in nessun Dio. La musica è quindi naturale per gli esseri umani e ha un’enorme influenza morale su di loro, nel bene e nel male. Come Madre Chiesa ricorre al canto e alla polifonia per elevare le anime verso il Cielo, così il Diavolo usa il Rock e tutti i tipi di musica moderna per spingere le anime giù nell’Inferno. “Dimmi qual è la tua musica e ti dirò chi sei”, dice il detto. Quasi ogni uomo ha della musica in lui, e guai a lui se non ce l’ha – dice Shakespeare (Mercante di Venezia, V, 1) –

“L’uomo che non ha musica in se stesso,

E buono per tradire, tramare e depredare;

Un uomo così non riceva mai fiducia. Ascolta la musica.”

Si potrebbe dire che l’uomo che non ha musica in lui è inaffidabile perché non è in sintonia con Dio.

E il mondo moderno non è in sintonia con Dio, esso che si compiace del disgraziato rumore che così spesso oggi passa per musica, e tuttavia la gente lo ama, perché la musica è così naturale per l’uomo e va in profondità nella sua anima. E questo disgraziato rumore è ciò che è nell’anima di innumerevoli persone intorno a noi, e attraverso di loro può solo spingerci ad allontanarci da Dio, se lo lasciamo fare. In definitiva, la questione è religiosa. Qualunque cosa sta nel profondo dell’essere umano riguarda Dio, e la musica è certamente nel profondo dell’essere umano.

D’altra parte Mozart apparteneva a un mondo molto più sano del nostro, e la sua musica corrisponde a un momento speciale di armonia ed equilibrio tra il vecchio ordine e l’emotività moderna. Mozart è il musicista dei musicisti. Ecco alcune testimonianze di famosi musicisti – Ciajkovskij diceva: “Trovo consolazione e riposo nella musica di Mozart. In essa egli dà espressione a quella gioia di vivere che faceva parte del suo temperamento sano e salubre”. Schubert diceva: “Che immagine di un mondo migliore che ci hai dato, o Mozart!” Gounod diceva: “Mozart, il Cielo prodigo ti ha dato ogni cosa, grazia e forza, abbondanza e moderazione, perfetto equilibrio”. Brahms diceva: “È un vero piacere vedere della musica così luminosa e spontanea espressa con corrispondente facilità e grazia”.

Mozart ha scritto ogni tipo di musica, ma sono eccezionali le sue opere e i concerti per pianoforte. A Broadstairs non possiamo gestire le opere, ma John Sullivan, che ha suonato in 42 ore la metà delle sonate di Beethoven qui nel 2016, può facilmente condurre un’impresa simile con le sonate e i concerti per pianoforte di Mozart. Fateci sapere se avete intenzione di venire, in modo che possiamo avere un’idea dei numeri. Nessun biglietto da comprare. Mozart non ha prezzo!

Kyrie eleison.

Colore, poesia…

Colore, poesia... on Gennaio 21, 2017

“Non si può vivere a lungo sulla politica, sui bilanci e sui cruciverba. Non si può vivere a lungo senza poesia, colore, amore”- parole di Antoine de Saint Exupéry (1900–1944), aristocratico francese, aviatore e scrittore, non cattolico, ma che lottò in cuor suo con il materialismo del XX secolo. Egli disse di se stesso: “Io sono un uomo che fruga tra la cenere, un uomo che lotta per trovare le braci della vita nel fondo di un camino.” E descrisse nella sua memoria filosofica Terra degli uomini (1939) una scena di lavoratori con le loro famiglie ammassati in un treno di notte da Parigi a Varsavia, e scrisse che era tormentato non tanto dalla miseria della scena quanto dal vedere “in ognuno di questi uomini un po’ di Mozart assassinato.”

Queste citazioni sono venute in mente dopo una visita l’anno scorso alla Bertramka, una villa posta appena fuori del centro di Praga nella Repubblica Ceca, resa nota nel tardo 18° secolo dalle visite effettuatevi dal famoso compositore, Wolfgang Amadeus Mozart. A quel tempo era raggiungibile dalla città con una passeggiata di mezz’ora lungo strade di campagna e un viale di ippocastani che portava al cancello nel cortile anteriore e si apriva su un giardino in pendenza con aiuole e alberi da frutto. Oggi il viale ombreggiato ha lasciato il posto ad un enorme centro commerciale che si snoda lungo una strada urbana carica di traffico pesante, regolata solo da un semaforo. Il cancello è ancora lì, ma il giardino in pendenza è diventato selvatico, con una statua solitaria del grande musicista e con il tavolo in pietra dove si suppone egli abbia terminato di comporre la sua opera di fama mondiale Don Giovanni. Poco dopo egli diresse la sua prima esecuzione nel teatro dell’opera della città, ancora in uso. Per quanto riguarda le due camere occupate nel Bertramka da Mozart, esse sono state fedelmente conservate, ma quella che una volta era una considerevole raccolta di reperti mozartiani, quest’ottobre non c’era più. Nel Bertramka persiste ancora l’atmosfera, ma molto lì sussurra solo di “Mozart assassinato”.

Eppure nel 18° secolo Praga fu molto gentile con lui. Nel 1786, a differenza di Vienna, riservò una calorosa accoglienza all’altrettanto popolare e famosa opera di Mozart Le nozze di Figaro, e lo stesso fece l’anno successivo col Don Giovanni. E quando Mozart morì nel 1791, mentre la sua città d’adozione, Vienna, gli riservò solo la tomba di un uomo povero, Praga lo onorò con una sontuosa Messa da Requiem a cui assistettero migliaia di persone e che venne eseguita da un centinaio di musicisti che rifiutarono qualsiasi compenso. Furono gli Imperatori cattolici e i nobili che, per ripristinare la Boemia cattolica dopo la trentennale devastante guerra di religione (1618–1648), stabilirono una diffusa educazione musicale per i giovani Boemi che fossero in grado di suonare musica nei servizi in Chiesa. Fu questa educazione cattolica che fece crescere a Praga un pubblico capace di amare immediatamente Mozart e la sua musica.

Si può dire lo stesso per i cattolici di oggi, o siamo anche noi “assassini di Mozart”? Per Saint Exupéry, Mozart era in qualche modo l’opposto del materialismo. Ma quanti Tradizionalisti oggi si annoiano con una Messa cantata, e non vedono l’ora di tornare ai loro bilanci e ai loro cruciverba? Ahimè, non ci sono molti dei nostri ragazzi che quasi si vergognano di saper cantare? E uguale per le nostre ragazze, Oh Dio! Una gran parte di loro, non preferisce forse diventare astronauta o stella della pallavolo, piuttosto che saper suonare uno strumento musicale che potrebbe aiutarle a civilizzare i propri mariti, umanizzare i propri figli e mettere armonia nella propria casa? Un proverbio tedesco dice che gli uomini fanno la cultura, ma sono le donne che la trasmettono. Non è forse suicida per una società non promuovere nelle sue ragazze le vere “cultura, poesia e amore”, che penetreranno poi profondamente nelle loro future famiglie e attraverso di queste nella società?

Quanto a Mozart, egli non è certamente il massimo della spiritualità nella musica occidentale, e nella maturità si unì alla Massoneria, allora di moda a Vienna. Ma certo è molto più spirituale del mondo dei centri commerciali e dei semafori, come vedeva bene Saint Exupéry, e certo non furono i massoni, ma i genitori profondamente cattolici che formarono nel bambino e nel giovane quel cuore cattolico da cui scaturì tutta la spiritualità della musica dell’adulto. Sicuramente il pezzo più spesso eseguito di tutta la musica di Mozart, composto poco prima di morire, è il suo Ave Verum Corpus, perché esso è molto spesso suonato durante la Messa. E il suo profondamente cattolico Requiem egli lo stava ancora componendo sul letto di morte. Possa la sua anima riposare in pace.

Kyrie eleison.

Attenzione alla Cultura

Attenzione alla Cultura on Dicembre 29, 2012

Dato che la direzione della Fraternità San Pio X sembra vacillare, i cattolici che amano la Fraternità, perché da essa hanno ricevuto tanto negli anni, potrebbero essere tentati di pensare che, come semplici fedeli, non possano fare tanto per essa. Se è così, si sbaglierebbero. Vogliano leggere le seguenti riflessioni di un mio amico, tra le cui righe si può capire che se Dio non salva la Fraternità per loro, cosa che certo potrebbe fare, la rovina della Fraternità dipenderà almeno in parte da loro. Quanto segue è un adattamento della lettera del mio amico:—

“Un accordo pratico sarebbe rovinoso per la causa della Tradizione cattolica. Basta guardare a quanto è accaduto ai Redentoristi tradizionali in Scozia . . . . Le due Messe non possono coesistere. L’una scaccerà sempre l’altra . . . . Ho partecipato di recente ad una Messa NovusOrdo. L’intera chiesa era pervasa da parlottii e applausi continui . . . . Le due parti sono semplicemente troppo distanti per un lavoro in comune. Nessun comune intento è possibile tra modernità e Tradizione.

“Vi è poi la profonda rivoluzione che ha travolto la civiltà moderna, compreso il movimento tradizionale, e che in gran parte è stata trascurata dalla direzione della Tradizione . . . . La tecnologia elettronica ha prodotto uno sconvolgimento culturale nelle nostre vite, specialmente delle giovani generazioni. Se questa tecnologia non viene governata correttamente, di certo indebolisce la fede, perché può coinvolgere l’intera vita delle persone. Sovente i giovani ne sono catturati.Si attaccano ad essa per l’intera giornata. E le persone che se ne lasciano inghiottire perdono l’equilibrio, diventano incapaci di svegliarsi al mattino, di tenere una conversazione dal vivo o di mantenere un lavoro.

“Ora, se una compagine sportiva non viene ammonita dal suo allenatore, i suoi standard di giuoco incominciano a venir meno. Se i cattolici non vengono ammoniti sulle questioni culturali, come la musica, l’abbigliamento femminile o l’uso della televisione, i loro standard culturali cominciano a decadere, cosa che comporta profonde implicazioni sulla loro fede. Poiché la direzione della FSSPX ha trascurato questa rivoluzione culturale o non le presta la dovuta attenzione, i genitori tradizionali sono lasciati soli con le loro famiglie nella lotta per tenere fuori dalle loro case la mondanità del mondo moderno,. Ho avuto molte lunghe discussioni con delle famiglie tradizionali che sono preoccupate per il modo in cui si sta evolvendo il movimento tradizionale. Se i movimenti religiosi vogliono prosperare, devono prendere posizione sulle questioni culturali. La Tradizione si è rafforzata quando ha deciso di prendere posizione sulla televisione. Ma se non si prende posizione sulle questioni culturali, ben presto la tenuta delle posizioni dottrinali si indebolisce.

“L’ultimo Capitolo della FSSPX può aver impedito per il momento che essa cadesse nel baratro, ma questo non mi conforta molto. Esso ha prestato molta attenzione alla definizione di parametri relativi a delle future discussioni con Roma in vista di un accordo. Eppure Roma sostanzialmente non è cambiata dal 1988. A mio parere, la FSSPX ha bisogno di recuperare il ruolo profetico che la contraddistingueva quando era ancora in vita Mons. Lefebvre. Il movimento tradizionale ha bisogno di denunciare con forza il modernismo e il liberalismo che stanno portando alla distruzione la Chiesa cattolica. Ultimamente, questa denuncia è stata messa in sordina. Forse molti sacerdoti tradizionali sono distratti dai conforti che pensano di poter acquisire da un accordo con Roma.”

Sta a voi, cari lettori. Nelle vostre case, basta con la musica di scarto e priva di valore. Sbarazzatevi della televisione. Riducete al minimo l’elettronica. Madri, indossate le gonne tutte le volte che è possibile, cioè per la gran parte del tempo. Altrimenti, non ci si lamenti se Dio non salva la Fraternità. Egli non impone i suoi doni ad alcuno. Sia benedetto il suo nome per sempre.

Kyrie eleison.

Di Fronte al Caos

Di Fronte al Caos on Febbraio 18, 2012

Gli attenti lettori di questi “Commenti” possono aver colto un’apparente contraddizione. Per un verso i “Commenti” hanno ripetutamente condannato ogni elemento moderno nelle arti (p. e. CE 114, 120, 144, 157, etc.); per l’altro la scorsa settimana il poeta anglo-americano T. S. Eliot è stato definito “arcimodernista” e contemporaneamente elogiato per aver lanciato un nuovo stile poetico più aderente ai tempi moderni, certamente caotici.

Come hanno spesso detto i “Commenti”, la modernità nelle arti è caratterizzata dalla disarmonia e dalla bruttezza, perché l’uomo moderno sceglie sempre più di vivere senza o contro Dio, che ha posto ordine e bellezza in tutta la Sua creazione. Quest’ordine e questa bellezza sono oggi talmente sepolti sotto i fasti e le opere dell’uomo senza Dio, che è facile per gli artisti credere che non ci siano più. Se poi la loro arte consiste nell’aderire a ciò che percepiscono dell’ambiente e della società, solo eccezionalmente un artista moderno potrà trasmettere qualcosa dell’ordine divino che sta sotto la disordinata superficie della vita moderna. I più moderni artisti hanno rinunciato all’ordine e al pari dei loro committenti sguazzano nel disordine.

Ma Eliot nacque e crebbe alla fine del XIX secolo, quando la società era ancora relativamente ordinata, ed egli ricevette negli USA una buona educazione classica quando soli pochi nascosti furfanti sognavano di rimpiazzare l’educazione con la formazione secondo concetti disumani. Così Eliot, in gioventù, può aver avuto poco o nessun accesso alla vera religione, ma fu ben introdotto nelle cose da essa derivate fin dal Medio Evo, i classici della musica e della letteratura occidentali. Ricercando e rilevando in essi quell’ordine che mancava intorno a lui, Eliot fu quindi in grado di cogliere il nascosto profondo disordine del nascente XX secolo, un disordine che semplicemente esplose nella Prima Guerra Mondiale (1914–1918). Da qui La Terra Desolata del 1922.

Ma in quel poema egli è lungi dallo sguazzare nel disordine. Al contrario, lo odia chiaramente, mostrando quanto ad esso manchi di calore e di valori umani. Così, La Terra Desolata potrà contenere poche tracce della religione dell’Occidente, ma si conclude con frammenti della religione d’Oriente, e come dice Scruton, Eliot delineò certamente la profonda religiosità del problema. In effetti, pochi anni dopo Eliot quasi divenne cattolico, ma si spaventò per la condanna di Pio XI che nel 1926 colpì l’”Action française”, una condanna nella quale egli scorgeva più il problema che la sua soluzione. Così, grato all’Inghilterra per tutto ciò che gli aveva dato circa il senso dell’ordine tradizionale, si decise per una soluzione meno compiuta, combinando anglicanesimo e fine cultura, con un Rosario sempre in tasca. Ma Dio scrive diritto sulle righe storte. Quante anime in cerca di ordine sarebbero rimaste lontane da Shakespeare o da Eliot se avessero pensato che entrambi, essendo pienamente cattolici, fornivano della vita risposte solo artificiali e non vere.

È triste, ma è così. Oggi le anime possono ingannarsi in un modo o in un altro se evitano gli autori o gli artisti cattolici sulla base dell’idea che non sono sinceri sulla vita reale, spetta ai cattolici non dar loro una simile scusa. Noi cattolici dobbiamo mostrare col nostro esempio che non abbiamo ammorbidito il nostro spirito con le soluzioni artificiali, necessariamente false, a fronte della profondità del problema moderno. Non siamo angeli, ma creature terrene chiamate al Cielo, se saremo in grado di assumere la nostra croce moderna per seguire Nostro Signore Gesù Cristo. Solo seguaci così possono rifare la Chiesa, e il mondo!

Kyrie eleison.

Pagani Virtuosi

Pagani Virtuosi on Ottobre 22, 2011

Leggendo (CE 221) come la musica di Brahms sia la prova di una certa grandezza d’animo, un giovane lettore brasiliano chiede se il lucignolo fumigante in lui non sia più fumigante di quello di un cattolico tiepido (cfr. Mt. XII, 20). Il confronto è indicato per evidenziare la virtù del pagano e dubitare della virtù dei cattolici tiepidi. Naturalmente la virtù pagana è lodevole e la tiepidezza cattolica è biasimevole, ma dietro sta una questione più grande: quant’è importante essere un credente cattolico? Quant’è importante la virtù della fede? Bisogna rispondere che è tanto importante per quanto è grande l’eternità.

Che la fede sia una virtù dal valore supremo è evidente dai Vangeli. Quante volte Nostro Signore, dopo aver operato una guarigione fisica o spirituale, dice al miracolato che è stata la sua fede ad ottenere il miracolo per lui, per esempio con Maria Maddalena (Lc. VII, 50). E la Scrittura chiarisce anche che questa fede meritoria è qualcosa di più profondo di una esplicita conoscenza religiosa. Per esempio, i centurioni romani potevano avere una conoscenza limitata o nulla della vera religione di allora, il Vecchio Testamento, eppure di uno di essi Nostro Signore dice che non ha trovato fede più grande in Israele (Mt. VIII, 10), un altro di essi riconosce il Figlio di Dio in Gesù crocifisso, che i dottori della religione avevano misconosciuto e deriso (Mt. XXVII, 41), mentre un terzo, Cornelio, traccia la strada per tutti i Gentili che entreranno nella vera Chiesa (Atti X e XI). Cosa avevano questi centurioni pagani che mancava o che non avevano più i sacerdoti, gli scribi e gli anziani?

Dall’inizio alla fine della vita tutti gli uomini su questa terra, pagani e non pagani, sono costantemente posti di fronte ad una varietà di cose buone, tutte provenienti in definitiva da Dio, e di cose cattive, provenienti dalla malvagità degli uomini. Ma Dio è invisibile, mentre gli uomini malvagi sono fin troppo visibili, così che è fin troppo facile non credere nella bontà o perfino nell’esistenza di Dio. Tuttavia, gli uomini dal cuore buono crederanno nella bontà della vita mentre svaluteranno, relativamente, ma non assolutamente, il male, laddove gli uomini dal cuore cattivo svaluteranno il bene che sta intorno a loro. Ora, ciascuno dei due può non avere alcuna conoscenza esplicita della religione, ma mentre gli uomini dal cuore buono, come i centurioni, la faranno propria non appena la incroceranno sulla loro strada, quelli dal cuore cattivo la disprezzeranno, poco o troppo. Così gli ingenui Andrea e Giovanni si riuniranno immediatamente al Messia (Gv. I, 37–40), mentre il sapiente Gamaliele ci metterà più tempo a persuadersi (Atti V, 34–39). Diciamo quindi che al cuore della esplicita ed espressa virtù della fede sta una implicita fiducia nella bellezza della vita e nell’Essere che comunque sta dietro di essa, una fiducia che può essere inficiata dalla falsa dottrina e scossa dallo scandalo, per esempio.

Tornando al caso di Brahms, quindi, la domanda è: aveva almeno questa fiducia implicita nella bellezza della vita e nell’Essere che sta dietro di essa? Sicuramente la risposta è no, perché egli trascorse l’intera seconda parte della sua vita in quella che era allora la capitale della musica, la Vienna cattolica. Lì la bellezza della sua musica deve aver indotto numerosi amici e perfino dei sacerdoti a spingerlo perché completasse esplicitamente tale bellezza con la professione e la pratica della religione di Vienna, ma egli deve aver rifiutato tutti questi appelli. Così che sembra fin troppo possibile che egli non abbia salvato la sua anima . . . . Dio lo sa.

Nondimeno, ringraziamo Dio per la sua musica. Come diceva meravigliosamente Sant’Agostino: “Ogni verità appartiene a noi cattolici”. Parimenti ogni bellezza, anche se prodotta da pagani!

Kyrie eleison.