Svolta fatale II

Svolta fatale II on Agosto 30, 2008

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Dire che la “svolta verso l’uomo” è la caratteristica chiave del Vaticano II, non è un insulto al Vaticano II. Non era “ die Wende anthropologische ” (“la svolta antropologica”) il cuore del pensiero di Karl Rahner? E Rahner non è stato una delle menti più influenti al lavoro nel Concilio? La questione non sta nel sapere se il Vaticano II ha svoltato verso l’uomo o no, ma se questa svolta è una cosa buona o cattiva.

La Dichiarazione del Concilio sulla libertà religiosa, Dignitatis Humanae (della Dignità Umana), sostiene che ogni governo civile deve garantire a tutti i cittadini il diritto civile di praticare in pubblico qualsiasi religione essi vogliano praticare, così che se essi abusano di tale diritto, scegliendo di praticare una falsa religione, la loro intrinseca dignità o valore come esseri umani, esige che a loro sia garantita questa la libertà di scelta. Niente libertà, niente dignità.

Ecco la citazione chiave: « Il diritto alla libertà religiosa [civile] non si fonda quindi su una disposizione soggettiva della persona (equivalente sostanzialmente a ciò che chiamiamo “seconda natura”), ma sulla sua stessa natura (quella che per opposizione a “seconda natura” potremmo chiamare la “prima natura” dell’uomo)». « Per cui il diritto ad una tale immunità perdura anche in coloro che non soddisfano l’obbligo di cercare la verità e di aderire ad essa ». In altre parole, mentre la Chiesa cattolica ha sempre insegnato che il primo valore di un essere umano consiste nel suo avvicinarsi al vero Dio, e che per questo uno Stato può vietare la pratica pubblica delle false religioni, cioè di tutte le religioni non cattoliche, – salvo il caso che questo sia controproducente per la salvezza delle anime -, la Chiesa conciliare insegna invece che il primo valore di un essere umano consiste nello scegliere da sé la religione, vera o falsa che sia, e che nessuno Stato dovrebbe porre alcun ostacolo civile a che qualsiasi cittadino pratichi in pubblico la religione di propria scelta.

A prima vista la differenza potrebbe sembrare lieve, ma le implicazioni sono enormi: l’uomo messo al posto di Dio. Per il cattolicesimo, il valore primario di un uomo, o la sua dignità, consiste nel corretto uso del libero arbitrio intrinseco alla sua (prima) natura umana. Il libero arbitrio non è un fine in sé, ma solo un mezzo per scegliere il bene di andare in Cielo. Il fine è il Buon Dio, la libertà dell’uomo è solo il mezzo. La prima natura dell’uomo è funzionale alla sua seconda natura; così che essa non è sufficiente per la salvezza eterna.

Al contrario, per il conciliarismo il primo valore dell’uomo consiste nella sua prima natura e cioè che il mero esercizio del suo libero arbitrio, a prescindere dal fatto che scelga il bene o il male, è più importante per la persona umana, e quindi per lo Stato, rispetto al giusto uso che egli ne fa. In altre parole, il libero arbitrio dell’uomo viene prima di ciò che è giusto o sbagliato per Dio, prima del Cielo di Dio o dell’Inferno. Il mero esercizio della libertà sta diventando un fine in sé. La “prima natura” “ora ha la priorità sulla seconda natura. Se “Dio” condanna gli uomini all’”Inferno” perché “abusano” del loro libero arbitrio, questo è un problema di Dio (o un problema della vecchia religione), non un problema dell’uomo!

Potrebbe una qualsiasi dottrina mettere gli uomini sulla strada per l’Inferno più sicuramente di una tale “svolta verso l’uomo”?

Kyrie eleison.