Papi fallibili

Papi fallibili on Settembre 13, 2014

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Né i liberali né i sedevacantisti hanno piacere di essere considerati come testa e croce della stessa medaglia, ma è cosí. Per esempio, nessuno dei due ammette una terza alternativa. Basta vedere, ad esempio, come nella sua Lettera ai Tre Vescovi del 14 aprile 2012, Mons. Fellay non riesca a vedere alcuna alternativa al suo liberalismo, se non il sedevacantismo. Parimenti, per molti sedevacantisti, se si accetta che qualsiasi Papa conciliare sia stato veramente Papa, si può essere solo liberali, e se si critica il sedevacantismo, si starebbe promuovendo il liberalismo. Ma non è così!

Perché no? Perché entrambi fanno lo stesso errore di esagerare l’infallibilità del Papa. Perché? Forse perché entrambi sono uomini moderni che credono più nelle persone che nelle istituzioni? E perché si dovrebbe trattare di una caratteristica degli uomini moderni? Perché, a partire più o meno dal protestantesimo, le istituzioni hanno sempre meno cercato realmente il bene comune, mentre hanno sempre più guardato ad un certo interesse privato come il denaro, cosa che naturalmente diminuisce il nostro rispetto per loro. Per esempio, degli uomini buoni hanno impedito per un po’ che la marcia istituzione della banca moderna avesse immediatamente tutti i suoi effetti cattivi, ma i marci banchieri alla fine hanno dimostrato che l’istituzione della riserva bancaria frazionaria e delle banche centrali era, di per sé, cosa malvagia fin dall’inizio. Il Diavolo è nelle strutture moderne, grazie ai nemici di Dio e dell’uomo.

Quindi è comprensibile che i cattolici moderni abbiano la tendenza ad avere troppa fiducia nel Papa e troppo poco nella Chiesa, e in questo sta la risposta a quel lettore che mi ha chiesto perché non scrivo sull’infallibilità nello stesso modo in cui lo fanno i classici manuali cattolici di teologia. Questi manuali sono meravigliosi a loro modo, ma sono stati scritti tutti prima del Vaticano II, e tendono ad attribuire al Papa un’infallibilità che appartiene alla Chiesa. Ad esempio, in questi manuali si tende a presentare il culmine dell’infallibilità come una solenne definizione del Papa, o del Papa col Concilio, ma in ogni caso del Papa. Il dilemma liberal-sedevacantista è la conseguenza e, per così dire, il castigo per questa tendenza a sopravvalutare la persona e a sottovalutare l’istituzione, perché la Chiesa non è solo un’istituzione umana.

Infatti, in primo luogo, la coltre di neve del Magistero Solenne sulla montagna del Magistero Ordinario ne è il vertice solo in modo molto limitato – poiché è totalmente sostenuto dalla sommità della roccia che sta sotto la neve. E in secondo luogo, dal testo più autorevole della Chiesa sull’infallibilità, la definizione del veramente cattolico Concilio Vaticano I (1870), sappiamo che l’infallibilità del Papa viene dalla Chiesa, e non viceversa. La definizione dice infatti che quando il Papa impegna tutte e quattro le condizioni necessarie per l’insegnamento ex cathedra, egli “gode di quell’infallibilità con cui il divino Redentore volle fosse corredata la sua Chiesa nel definire la dottrina”. Indubbiamente! Da dove altro può venire l’infallibilità, se non da Dio? Il migliore degli esseri umani, e alcuni Papi sono stati degli ottimi esseri umani, può essere inerrante, o non commettere errori, ma fintanto che ha il peccato originale non può essere infallibile come lo è solo Dio. Se egli è infallibile, tale infallibilità può venire tramite la sua umanità, ma solo dal di fuori, cioè solo da Dio, che sceglie di conferirla attraverso la Chiesa cattolica, e la conferisce solo come un dono momentaneo, limitatamente a quella Definizione.

Pertanto, al di fuori dei momenti strettamente legati all’ ex cathedra, nulla impedisce al Papa di proferire delle sciocchezze come la nuova religione del Vaticano II. Così, né i liberali né i sedevacantisti hanno bisogno o devono tener conto di tali schiocchezze, perché, come ha detto Mons. Lefebvre, essi hanno il tesoro dei 2000 anni d’insegnamento ordinariamente infallibile della Chiesa, per giudicare che di sciocchezza si tratta.

Kyrie eleison.