magistero

Papi fallibili

Papi fallibili on Settembre 13, 2014

Né i liberali né i sedevacantisti hanno piacere di essere considerati come testa e croce della stessa medaglia, ma è cosí. Per esempio, nessuno dei due ammette una terza alternativa. Basta vedere, ad esempio, come nella sua Lettera ai Tre Vescovi del 14 aprile 2012, Mons. Fellay non riesca a vedere alcuna alternativa al suo liberalismo, se non il sedevacantismo. Parimenti, per molti sedevacantisti, se si accetta che qualsiasi Papa conciliare sia stato veramente Papa, si può essere solo liberali, e se si critica il sedevacantismo, si starebbe promuovendo il liberalismo. Ma non è così!

Perché no? Perché entrambi fanno lo stesso errore di esagerare l’infallibilità del Papa. Perché? Forse perché entrambi sono uomini moderni che credono più nelle persone che nelle istituzioni? E perché si dovrebbe trattare di una caratteristica degli uomini moderni? Perché, a partire più o meno dal protestantesimo, le istituzioni hanno sempre meno cercato realmente il bene comune, mentre hanno sempre più guardato ad un certo interesse privato come il denaro, cosa che naturalmente diminuisce il nostro rispetto per loro. Per esempio, degli uomini buoni hanno impedito per un po’ che la marcia istituzione della banca moderna avesse immediatamente tutti i suoi effetti cattivi, ma i marci banchieri alla fine hanno dimostrato che l’istituzione della riserva bancaria frazionaria e delle banche centrali era, di per sé, cosa malvagia fin dall’inizio. Il Diavolo è nelle strutture moderne, grazie ai nemici di Dio e dell’uomo.

Quindi è comprensibile che i cattolici moderni abbiano la tendenza ad avere troppa fiducia nel Papa e troppo poco nella Chiesa, e in questo sta la risposta a quel lettore che mi ha chiesto perché non scrivo sull’infallibilità nello stesso modo in cui lo fanno i classici manuali cattolici di teologia. Questi manuali sono meravigliosi a loro modo, ma sono stati scritti tutti prima del Vaticano II, e tendono ad attribuire al Papa un’infallibilità che appartiene alla Chiesa. Ad esempio, in questi manuali si tende a presentare il culmine dell’infallibilità come una solenne definizione del Papa, o del Papa col Concilio, ma in ogni caso del Papa. Il dilemma liberal-sedevacantista è la conseguenza e, per così dire, il castigo per questa tendenza a sopravvalutare la persona e a sottovalutare l’istituzione, perché la Chiesa non è solo un’istituzione umana.

Infatti, in primo luogo, la coltre di neve del Magistero Solenne sulla montagna del Magistero Ordinario ne è il vertice solo in modo molto limitato – poiché è totalmente sostenuto dalla sommità della roccia che sta sotto la neve. E in secondo luogo, dal testo più autorevole della Chiesa sull’infallibilità, la definizione del veramente cattolico Concilio Vaticano I (1870), sappiamo che l’infallibilità del Papa viene dalla Chiesa, e non viceversa. La definizione dice infatti che quando il Papa impegna tutte e quattro le condizioni necessarie per l’insegnamento ex cathedra, egli “gode di quell’infallibilità con cui il divino Redentore volle fosse corredata la sua Chiesa nel definire la dottrina”. Indubbiamente! Da dove altro può venire l’infallibilità, se non da Dio? Il migliore degli esseri umani, e alcuni Papi sono stati degli ottimi esseri umani, può essere inerrante, o non commettere errori, ma fintanto che ha il peccato originale non può essere infallibile come lo è solo Dio. Se egli è infallibile, tale infallibilità può venire tramite la sua umanità, ma solo dal di fuori, cioè solo da Dio, che sceglie di conferirla attraverso la Chiesa cattolica, e la conferisce solo come un dono momentaneo, limitatamente a quella Definizione.

Pertanto, al di fuori dei momenti strettamente legati all’ ex cathedra, nulla impedisce al Papa di proferire delle sciocchezze come la nuova religione del Vaticano II. Così, né i liberali né i sedevacantisti hanno bisogno o devono tener conto di tali schiocchezze, perché, come ha detto Mons. Lefebvre, essi hanno il tesoro dei 2000 anni d’insegnamento ordinariamente infallibile della Chiesa, per giudicare che di sciocchezza si tratta.

Kyrie eleison.

Priorità della Tradizione

Priorità della Tradizione on Luglio 19, 2014

La parola “Magisterium”, deriva dal latino “magister” (“maestro”), e nella Chiesa indica sia l’autorevole insegnamento della Chiesa sia i suoi insegnanti autorizzati. Ora, come l’insegnante è superiore al discente, così il Magistero che insegna è superiore ai cattolici che sono discenti. Ma i Maestri cattolici hanno il libero arbitrio, e Dio li lascia liberi di sbagliare. Così, se essi sbagliano gravemente, i cattolici possono ergersi e dire loro, seppure rispettosamente, che si sbagliano? La risposta sta nella verità. È solo quando la maggior parte dei cattolici ha perso la verità, come oggi, che la questione può diventare confusa.

Da un lato è certo che Nostro Signore ha dotato la sua Chiesa di insegnanti autorevoli, per insegnare a noi esseri umani fallibili quella Verità che sola ci può portare in Paradiso – “Pietro, conferma i tuoi fratelli”. Dall’altro, Pietro doveva confermarli solo nella fede che Nostro Signore gli aveva insegnato – “Io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli” (Lc XXII, 32). In altre parole, è la fede che governa Pietro, la cui funzione è solo di custodire ed esporre fedelmente, come gli fu consegnato, il Deposito della Fede, da tramandare per sempre come Tradizione. La Tradizione insegna a Pietro, che insegna ai cattolici.

Il Vaticano I (1870) dice la stessa cosa. I cattolici devono credere “tutte le verità contenute nella parola di Dio o tramandate dalla Tradizione”, che la Chiesa propone come divinamente rivelate, con il suo Magistero Straordinario o Ordinario Universale (bisogna ricordarsi che senza la Tradizione, nella sua accezione più ampia, non ci sarebbe stata nessuna “parola di Dio”, cioè Bibbia). Il Vaticano I dice inoltre che questo magistero è dotato dell’infallibilità della Chiesa, ma questa infallibilità esclude ogni novità che venga insegnata. Quindi la Tradizione, nel suo senso più ampio, regge ciò che il Magistero può dire che essa è, e mentre il Magistero ha l’autorità di insegnare all’interno della Tradizione, non ha alcuna autorità per insegnare ai cattolici alcunché fuori dalla Tradizione.

Eppure le anime hanno bisogno di un Magistero vivente che insegni loro le verità della salvezza all’interno Tradizione cattolica. Queste verità non cambiano più di quanto cambi Dio o la sua Chiesa, ma le circostanze del mondo in cui la Chiesa deve operare cambiano continuamente, e quindi secondo la varietà di queste circostanze la Chiesa ha bisogno di Maestri viventi che cambino continuamente la presentazione e la spiegazione delle verità invariabili. Pertanto, nessun cattolico sano di mente contesta la necessità di Maestri viventi della Chiesa.

Ma cosa succede se questi Maestri affermano che qualcosa è dentro la Tradizione mentre invece non lo è? Da un lato sono uomini dotti, autorizzati dalla Chiesa per insegnare ai cattolici, e i cattolici sono relativamente ignoranti. Dall’altro c’è per esempio il famoso caso del Concilio di Efeso (428), quando il popolo insorse a Costantinopoli per difendere la divina Maternità della Beata Vergine Maria contro l’eretico Patriarca Nestorio.

La risposta è che la verità oggettiva è al di sopra dei Maestri come dei cattolici, così che se i cattolici hanno dalla loro la verità, ecco che sono superiori ai loro Maestri che questa verità non ce l’hanno. D’altra parte, se i cattolici non hanno la verità, non hanno il diritto di sollevarsi contro i Maestri. In breve, se essi sono nel giusto, hanno il diritto. Se non sono nel giusto, non hanno alcun diritto. E chi dice se sono nel giusto o no? Né i Maestri (necessariamente), né i cattolici (ancor meno necessariamente), ma la realtà, anche se i Maestri o i cattolici, o entrambi, cospirano per soffocarla.

Kyrie eleison.

Infallibilità Della Chiesa – V

Infallibilità Della Chiesa – V on Maggio 31, 2014

Il liberalismo è una guerra a Dio, ed è la dissoluzione della verità. All’interno della Chiesa odierna paralizzata dal liberalismo, il sedevacantismo è una reazione comprensibile, ma esso accredita ancora troppo potere all’autorità rispetto alla verità. Il mondo moderno ha perduto la verità naturale, per non parlare della verità soprannaturale, e qui sta il cuore del problema.

Ai nostri fini, possiamo dividere tutto il magistero pontificio in tre parti. Prima: quando il Papa insegna come Papa, sulla Fede o la morale, in maniera definitoria e in modo da impegnare tutti i cattolici, allora abbiamo il suo Magistero Straordinario (MS), necessariamente infallibile. Seconda: quando egli non impegna tutte e quattro le condizioni, ma insegna in linea con ciò che la Chiesa ha sempre e dovunque insegnato e imposto a credere ai cattolici, allora egli è partecipe di ciò che viene chiamato “Magistero Ordinario Universale” della Chiesa (MOU), anch’esso infallibile. Terza: che comprende tutto il resto del suo insegnamento, il quale, se non è in linea con la Tradizione, non solo è fallibile, ma è anche falso.

Ormai dovrebbe essere chiaro che il MS sta al MOU, come la cima innevata sta alla montagna. La cima innevata non è la cima della montagna, si limita a renderla più visibile. Il MS sta al MOU come un servo sta al padrone. Esso esiste per servire il MOU, chiarendo una volta per tutte cos’è che appartiene o non appartiene al MOU. Ma ciò che rende visibile il resto della montagna, per così dire, è il suo essere riconducibile a Nostro Signore e ai suoi Apostoli: in altre parole, alla Tradizione. Ecco perché ogni definizione del MS si sforza di dimostrare che ciò che viene definito, da sempre faceva già parte della Tradizione. Era la montagna prima che fosse ricoperta dalla neve.

Ormai dovrebbe essere anche chiaro che è la Tradizione che dice ai Papi cosa insegnare, e non il contrario. Questa è la base su cui Mons. Lefebvre fondò il movimento tradizionale, ed è questa stessa base che, con tutto il rispetto, né i liberali né i sedevacantisti riescono a cogliere. Basta vedere nel Vangelo di San Giovanni come spesso Nostro Signore stesso, in quanto uomo, dichiara che ciò che sta insegnando non viene da lui, ma dal Padre suo, per esempio: “La mia dottrina non è mia, ma di Colui che mi ha mandato” (VII, 16), o, “Perché io non ho parlato da me, ma il Padre che mi ha mandato, egli stesso mi ha ordinato che cosa devo dire e annunziare.”(XII, 49). Naturalmente nessuno sulla terra è più autorizzato del Papa ad esporre alla Chiesa e al mondo ciò che è nella Tradizione, ma non può dire alla Chiesa o al mondo che nella Tradizione vi è quello che in essa non c’è. Ciò che si trova in essa è oggettivo, ormai da 2.000 anni, ed è al di sopra del Papa, e pone i limiti a ciò che un Papa può insegnare, esattamente come il comando del Padre poneva i limiti a ciò che Cristo come uomo poteva insegnare.

Com’è possibile allora che i liberali e i sedevacantisti sostengano similarmente, come fanno, che il Papa è infallibile anche al di fuori del MS e del MOU? Perché entrambi sopravvalutano l’autorità rispetto alla verità, valutando così l’autorità della Chiesa non più come la serva, ma come la maestra della verità. E perché questo? Perché sono entrambi figli del mondo moderno, dove il protestantesimo ha sfidato la Verità, e il liberalismo, fin dalla Rivoluzione francese, è stato il dissolutore della verità oggettiva. E se non vi è più alcuna verità oggettiva, ne consegue naturalmente che l’autorità possa dire tutto ciò che vuole e farla franca, che è ciò che osserviamo intorno a noi; e non c’è più nulla che permetta di fermare un Paolo VI o un Mons.Fellay dal diventare sempre più arbitrario e tirannico in tale processo.

Madre di Dio, ottienimi di amare, discernere e difendere la Verità e l’ordine, soprannaturali e naturali, provenienti dal Padre, e a cui fu sottoposto come uomo il vostro stesso Figlio, “fino alla morte e alla morte di croce”.

Kyrie eleison.

Infallibilità Della Chiesa – IV

Infallibilità Della Chiesa – IV on Maggio 24, 2014

Al cardinale Newman è attribuito un saggio commento sulla definizione del 1870 dell’infallibilità papale: “Ha lasciato il Papa come l’ha trovato”. Infatti, tale definizione non cambiò nulla nel potere del Papa di insegnare infallibilmente, perché appartiene alla natura della vera Chiesa di Dio che sia protetta dall’errore da Dio stesso, almeno quand’è impegnata l’autorità del suo supremo insegnamento. Tale impegno è oggi chiamato “Magistero Straordinario” della Chiesa, ma la novità del 1870 sta solo nell’uso di questa espressione, al pari dell’espressione “Magistero Ordinario Universale”. Se il Vaticano I ha dichiarato infallibile anche quest’ultimo, dev’essere stato così fin dall’inizio della Chiesa. Per cogliere le realtà che esprimono queste due espressioni, ritorniamo a quell’inizio.

Dal momento della Sua ascesa al Cielo, Nostro Signore, con la Sua divina infallibilità, ha affidato ai Suoi Apostoli un corpo di dottrina che dovevano tramandare intatto nella Sua Chiesa fino alla fine del mondo (Mt. XXVIII, 19–20), dottrina che tutte le anime erano tenute a credere pena la dannazione (Mc. XVI, 15–16). Questo Deposito della Fede, o Rivelazione pubblica, Dio doveva necessariamente renderla riconoscibile e accessibile alle anime di buona volontà, inquanto ovviamente il vero Dio non potrebbe mai condannare in eterno un’anima perché si è rifiutata di credere in una cosa non vera. A partire dalla morte dell’ultimo Apostolo, questo Deposito non fu solo infallibile, ma anche completo.

Quindi, dagli Apostoli in poi Dio avrebbe sempre preservato tutti gli uomini di Chiesa dall’insegnare l’errore? Nient’affatto. Nostro Signore ci ha avvertito di stare attenti ai “falsi profeti” (Mt. VII, 15), e San Paolo altresì ci ha messo in guardia contro i “lupi rapaci” (Atti, XX, 29–30). Ma Dio come ha potuto permettere che le Sue pecore corressero un tale pericolo per colpa dei pastori erranti? Perché nel Suo Cielo Egli non vuole pastori robot, né pecore robot, ma pastori e pecore che devono usare il libero arbitrio che ha dato agli uni per insegnare e alle altre per seguire la Verità. E se una gran parte dei pastori tradiscono, Egli può sempre suscitare un Sant’Atanasio o un Mons. Lefebvre, per esempio, per garantire che la Sua infallibile Verità rimanga sempre accessibile alle anime.

Tuttavia, tale Deposito sarà continuamente esposto ai lupi rapaci, che possono aggiungervi dell’errore o sottrarvi della Verità. Come farà allora Dio per proteggerlo sempre? Garantendo che ogni volta che un Papa impegna tutte e quattro le condizioni della sua piena autorità d’insegnamento per definire ciò che appartiene e ciò che non appartiene a tale Deposito, egli sarà divinamente preservato dall’errore – è quello che oggi chiamiamo “Magistero Straordinario”. (Si noti come questo Magistero Straordinario presupponga l’infallibile Magistero Ordinario, al quale esso non può aggiungere alcuna verità o infallibilità, ma solo conferirgli una maggiore certezza per noi esseri umani.) Ma se il Papa impegna meno di tutte e quattro le condizioni, il suo insegnamento sarà infallibile se corrisponde al Deposito tramandato a partire da Nostro Signore – oggi chiamato “Magistero Ordinario Universale” -, ma sarà fallibile se non rientra in questo Deposito tramandato, o Tradizione. Al di fuori della Tradizione, il suo insegnamento può essere vero o falso.

Quindi non c’è alcun circolo vizioso (vedi CE 357 della scorsa settimana), perché è Nostro Signore che avalla la Tradizione e la Tradizione avalla il Magistero. È vero che la funzione del Papa consiste nel dichiarare con autorità ciò che appartiene alla Tradizione, ed egli sarà divinamente preservato dall’errore se impegna la sua piena autorità per farlo; ma egli può fare dichiarazioni al di fuori della Tradizione, nel qual caso non godrà di tale protezione. Ora le novità del Vaticano II, come la libertà religiosa e l’ecumenismo, sono al di fuori della Tradizione della Chiesa, così che non rientrano né nel Magistero Ordinario, né nel Magistero Straordinario del Papa, e quindi tutte le sciocchezze di tutti i Papi conciliari non obbligano alcun cattolico ad essere o un liberale o un sedevacantista.

Kyrie eleison.

Infallibilità Della Chiesa – III

Infallibilità Della Chiesa – III on Maggio 17, 2014

Le folli parole e gli atti di Papa Francesco stanno attualmente guidando molti credenti cattolici verso il sedevacantismo, che è pericoloso. La convinzione che i Papi conciliari non sono stati e non sono Papi può iniziare come un’opinione, ma troppo spesso si osserva che l’opinione si trasforma in un dogma e poi in una mentale morsa d’acciaio. Penso che le menti di molti sedevacantistisi siano bloccate perché la crisi senza precedenti del Vaticano II ha causato nelle loro menti e nei loro cuori cattolici un’angoscia che ha trovato nel sedevacantismo una soluzione semplice, ed essi non hanno alcun desiderio di riprovare l’angoscia riaprendo la questione. Così conducono attivamente una crociata perché gli altri si uniscano a loro nella loro soluzione semplice, e in tal modo molti di loro – non tutti – finiscono col mostrare un’arroganza e un’amarezza che non sono segni o frutti di un vero cattolico.

Ora, questi “Commenti” si sono astenuti dal dichiarare con certezza che i Papi conciliari sono stati veri Papi, ma al tempo stesso hanno sostenuto che gli usuali argomenti dei sedevacantisti non sono né esaustivi né vincolanti per i cattolici, come alcuni di loro vorrebbero farci credere. Torniamo ad uno dei loro argomenti più importanti, che riguarda l’infallibilità papale: i Papi sono infallibili; ma i liberali sono fallibili, e i Papi conciliari sono liberali, quindi non sono Papi.

A questo si può obiettare che un Papa è certamente infallibile solo quando impegna le quattro condizioni del Magistero Straordinario della Chiesa; quando insegna: 1 come Papa, 2 sulla Fede o sulla morale, 3 in maniera definitoria, 4 così da impegnare tutti i cattolici. Ma a questo punto i sedevacantisti e i liberali replicano che è insegnamento della Chiesa che anche il Magistero Ordinario Universale sia infallibile, cosicché – e qui sta il punto debole nella loro tesi – ogni volta che il Papa insegna solennemente anche al di fuori del suo Magistero Straordinario, anche allora dev’essere infallibile, e siccome il loro insegnamento conciliare liberale è solenne, non c’è scelta: o diventare liberali o diventare sedevacantisti, ovviamente a seconda di chi sostiene questo argomento.

Ma il segno distintivo dell’insegnamento che fa parte al Magistero Ordinario Universale della Chiesa non è la solennità con cui il Papa insegna fuori dal Magistero Straordinario, ma il fattoche ciò che sta insegnando corrisponda, o no, a ciò che Nostro Signore, gli Apostoli e praticamente tutti i loro successori, i vescovi della Chiesa Universale, hanno insegnato in tutti i tempi e in tutti i luoghi; in altre parole se corrisponde alla Tradizione. Ora, l’insegnamento conciliare (ad esempio la libertà religiosa e l’ecumenismo) è in rottura con la Tradizione, pertanto i cattolici odierni non sono tenuti di fatto a diventare o liberali o sedevacantisti.

Tuttavia, sia i liberali sia i sedevacantisti si aggrappano alla loro incomprensione dell’infallibilità papale, per motivi che non sono senza interesse, ma questa è un’altra storia. In ogni caso non si arrendono facilmente, e tornano alla carica con un’altra obiezione che merita una risposta. Entrambi diranno che: sostenere che la Tradizione è il segno distintivo del Magistero Ordinario significa creare un circolo vizioso. Infatti, se l’insegnamento autorevole della Chiesa, o Magistero, esiste per dire qual è la dottrina della Chiesa, come avviene di fatto, com’è possibile che al tempo stesso la dottrina tradizionale possa dire cos’è il Magistero? O l’insegnante avalla ciò che viene insegnato, o ciò che viene insegnato avalla l’insegnante, non è possibile che entrambi avallino contemporaneamente l’uno l’altro. Quindi, sostenere che la Tradizione, che viene insegnata, avalli il Magistero Ordinario, che è l’insegnante, è sbagliato, e così non è solo nel suo insegnamento Straordinario che il Papa è infallibile, tale che essi concludono che noi si debba diventare o liberali o sedevacantisti.

Per sapere perché non c’è un circolo vizioso si deve attendere fino alla prossima settimana. La cosa è interessante al pari del perché sia i sedevacantisti sia i liberali cadono nello stesso errore sull’infallibilità.

Kyrie eleison.

Umanizzazione Fatale

Umanizzazione Fatale on Febbraio 22, 2014

Alcuni cattolici che ritengono che la Sede Apostolica sia vacante hanno fortemente protestato contro le recenti problematiche affrontate da questi “Commenti”, che sembrano mettere sullo stesso piano l’eresia universale del liberalismo e l’opinione particolare del sedevacantismo. Ma mentre questi “Commenti” hanno costantemente criticato con forza la peste del liberalismo, hanno fatto di più recentemente che sostenere che nessuno è obbligato a essere sedevacantista? Considerando infatti come il sedevacantismo si dimostri essere in certi casi una trappola sterilizzante, non è esso una posizione alquanto moderata da assumere?

Tuttavia, i “Commenti” sostengono che il sedevacantismo, pur ammirevole come sforzo per combattere il liberalismo nella Chiesa, è nel migliore dei casi un mezzo inadeguato per farlo, perché condivide con i liberali uno dei loro errori di base, vale a dire l’esagerazione dell’infallibilità pontificia. In tutta la sua profondità, questo errore ci porta al cuore dell’odierna crisi senza precedenti della Chiesa, ed è questo il motivo per cui i “Commenti” insisteranno sulla questione, mentre chiedono il perdono di tutti i lettori indebitamente stufi o offesi. È in gioco l’intera Chiesa, non solo la sensibilità di questi o quelli dei suoi membri.

Tale profondità è dovuta al lento ma costante allontanamento dell’umanità da Dio, da Suo Figlio e dalla Sua Chiesa, prodottosi negli ultimi 700 anni. Al culmine del Medio Evo, i cattolici avevano una fede limpida e forte, essi coglievano l’unicità e l’esclusività dell’oggettivo Iddio e della Sua non contraddittoria Verità. Dante per esempio non ebbe problemi a mettere dei Papi nel suo Inferno. Ma, dal momento che nel corso dei secoli l’uomo ha posto se stesso sempre più al centro di tutte le cose, ecco che per lui Dio ha perso la sua assoluta trascendenza rispetto a tutte le creature, e la verità è divenuta sempre più relativa non all’autorità di Dio, ma a quella dell’uomo.

All’interno della Chiesa, si prenda ad esempio la13a delle 17 “Regole per sentire con la Chiesa” presenti nel famoso libro degli Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio di Loyola, lodato da allora da innumerevoli Papi e che indubbiamente ha contribuito a salvare milioni di anime. Sant’Ignazio scrive: “Per non sbagliare, dobbiamo sempre essere disposti a credere che ciò che a noi sembra bianco è nero, se è così che stabilisce la Chiesa gerarchica”. Una tale posizione potrebbe sostenere l’autorità degli uomini di Chiesa nel breve periodo, ma a lungo andare non ha fatto correre un grave rischio per questa autorità di distacco dalla verità?

In effetti, dalla fine del XIX secolo il liberalismo è diventato così forte che la Chiesa, nel 1870, ha dovuto sostenere la propria autorità con la Definizione del suo Magistero quand’esso opera con pieni poteri, cioè ogni volta che 1) un Papa 2) definisce 3) un punto di Fede o di morale 4) in modo da impegnare tutta la Chiesa. Ma col pensare troppo umanamente, da allora troppi cattolici, invece di mettere questo Magistero Straordinario in relazione con Dio e con la verità immutabile del Magistero Ordinario della Chiesa, hanno acquisito la tendenza ad assegnare alla persona umana del Papa quell’infallibilità che proviene de, ed appartiene solo a, Dio. Questo processo umanizzante ha generato una serpeggiante infallibilità che quasi inevitabilmente è sfociata nella pretesa assurda di Paolo VI di essere autorizzato a rimodellare la Tradizione della Chiesa in nome di un “Solenne Magistero Ordinario”. La grande maggioranza dei cattolici gli ha permesso di farla franca, e ad oggi una gran parte di essi, seguendo i Papi conciliari, diventa liberale giorno dopo giorno, mentre una piccola minoranza di cattolici è portata fino a negare che i responsabili dell’insensatezza conciliare possano essere realmente Papi.

In somma, io personalmente ho rispetto per molti sedevacantisti, in quanto credono nella Chiesa e sono alla disperata ricerca di una soluzione di un problema infinitamente grave della Chiesa, ma a mio parere essi hanno bisogno di guardare più in alto e più in profondità – le infinite altezza e profondità di Dio stesso.

Kyrie eleison.