sedevacantismo

Argomento anti-”Lefebvriano” – II

Argomento anti-”Lefebvriano” – II on Aprile 14, 2018

C’è una ragione perché NM (vedi il “Commento” della scorsa settimana), per affrontare il problema dei Papi Conciliari, ricorre alla drammatica soluzione di dichiarare che non sono stati affatto Papi? Sembrerebbe esserci. La Chiesa cattolica è sia umana (una società di esseri umani), sia divina (in particolare animata dallo Spirito Santo), ed è importante non confondere le due cose. Gli esseri umani in quanto tali sono fallibili. Dio solo è infallibile. L’errore dei cattolici che ricorrono alla soluzione drammatica di NM è che attribuiscono ai Papi umani troppa della infallibilità che può venire solo da Dio. Prendiamo l’esempio da qualsiasi casa moderna.

Quando inserisco una spina elettrica in una presa a muro, la corrente elettrica non viene dalla spina, viene dalla centrale elettrica attraverso la parete e la presa, per arrivare a qualsiasi apparecchio che ha bisogno della corrente elettrica. La centrale elettrica è Dio. Il muro e la presa sono la Chiesa. La corrente è l’infallibilità della Chiesa, che proviene da Dio. La spina equivale alle quattro condizioni per le quali solo il Papa può inserirla nella presa. Tali condizioni sono ovviamente che egli 1) parli come Papa, 2) per definire una volta per tutte, 3) un punto di fede o di morale, 4) con l’intenzione di obbligare tutti i cattolici ad accettarlo. Attraverso l’utilizzo da parte del Papa di queste quattro condizioni, a lui e solo a lui è garantito l’accesso come essere umano alla divina infallibilità della Chiesa. Le quattro condizioni sono un impegno del Papa. L’infallibilità è l’impegno di Dio.

Ancora ovviamente, questa particolare presa, nota come Magistero Straordinario della Chiesa (MS), non è l’unico accesso degli esseri umani all’infallibilità della Chiesa. Essi vi accedono molto di più col Magistero Ordinario della Chiesa (MO), che è la Tradizione cattolica o tutto ciò che i maestri della Chiesa, Papi e Vescovi in particolare, hanno insegnato in tutto il mondo da quando Gesù Cristo come Dio ha consegnato il Deposito della fede alla Sua Chiesa, consegna che è stata confermata infallibilmente agli Apostoli a Pentecoste e tramandata infallibilmente da loro fino alla morte dell’ultimo di essi. Da quel momento in poi quella dottrina passò nelle mani di esseri umani fallibili, ai quali Dio ha lasciato il libero arbitrio di insegnare l’errore se avessero scelto di farlo. Ma se mai l’errore umano mettesse in dubbio quello che appartiene alla dottrina infallibile e quello che no, Dio ha dato alla sua Chiesa anche il Magistero Straordinario, proprio per fissare una volta per tutte cosa appartiene e cosa non appartiene al Magistero Ordinario. Quindi il MO sta al MS come il cane sta alla coda, e non come la coda al cane!

ll problema di innumerevoli cattolici, fin dalla solenne definizione nel 1870 sull’infallibilità della Chiesa, è che poiché l’accesso del MS all’infallibilità della Chiesa è automaticamente garantito in un modo in cui non lo è l’accesso del MO, allora il MS sembra superiore e i cattolici tendono ad esagerarne la portata e a trasferire personalmente al Papa quell’infallibilità che in realtà appartiene in automatico solo alla Chiesa. Questo comporta che se il Papa commette errori gravi come quelli dei Papi conciliari, ecco che l’unica spiegazione possibile è che questi ultimi non sono Papi. Oppure, se sono Papi, si devono seguire i loro errori. La logica è buona, ma la premessa è falsa. I Papi sono solo condizionalmente infallibili. Possono commettere gravi errori, come hanno dimostrato il Vaticano II e i suoi Papi conciliari, come mai prima d’ora in tutta la storia della Chiesa! Ma la Chiesa rimane infallibile, e quindi so che la Tradizione cattolica durerà fino alla fine del mondo, nonostante il peggio che qualsiasi povero Papa possa provare a fare tra ora e allora.

Ma come faccio a sapere che al Papa come Papa appartiene solo l’accesso privilegiato (le quattro condizioni) alla corrente elettrica (infallibilità), e non la corrente stessa che appartiene al muro (la Chiesa)? Perché questo lo dice la stessa definizione di infallibilità del 1870! Basta solo leggere:—quando il Papa impegna le quattro condizioni (menzionate sopra), “gode di quell’infallibilità con cui il Divino Redentore volle fosse corredata la sua Chiesa nel definire la dottrina intorno alla fede o ai costumi”.

In tal modo, i Papi cattolici sono liberi di commettere terribili errori senza che per questo la Chiesa sia meno infallibile.

Kyrie eleison.

Argomento anti-“Lefebvriano” – I

Argomento anti-“Lefebvriano” – I on Aprile 7, 2018

Per attaccare i sacerdoti Domenicani francesi di Avrillé per il loro “Lefebvrismo”, cioè per il loro rifiuto di accettare che i Papi conciliari a partire da Paolo VI non sono stati affatto papi, un laico francese – Il Sig. NM – ha appena scritto un articolo in cui accusa i Domenicani di rifiutare tre dogmi cattolici: che il Papa ha il primato di giurisdizione sulla Chiesa universale; che il Magistero Ordinario Universale della Chiesa è infallibile; che è il Magistero vivente della Chiesa che determina ciò che i cattolici devono credere. Di solito tali questioni di dottrina è meglio che si lascino agli esperti in dottrina, ma i nostri non sono tempi normali. Oggi i cattolici possono fare affidamento sul proprio buon senso cattolico per decidere tali questioni da soli.

Esaminiamo tutte e tre le questioni in modo semplice e pratico. Se voglio accettare che i Papi sono stati veri Papi fin da Paolo VI, perché dovrei negare che il Papa è il capo della Chiesa, che il normale insegnamento della Chiesa è infallibile e che il Papa vivente mi dica cosa dovrei credere? Esaminiamo gli argomenti di NM, uno per uno.

Per quanto riguarda il primo punto, NM cita il totalmente antiliberale Concilio Vaticano I (1870–1871) secondo cui il Papa è l’immediato e diretto capo di tutte le diocesi, di tutti i preti e di tutti i cattolici. Se poi, come tutti i lefebvriani, mi rifiuto di obbedirgli, come cattolico sto implicitamente negando che egli sia il mio capo, quindi sto negando che il Papa sia ciò che il Vaticano I ha definito essere. Risposta: io non nego affatto che i Papi conciliari abbiano l’autorità di comandarmi come cattolico, io sto solo dicendo che la loro autorità cattolica non comprende l’autorità per farmi diventare un protestante, come sarebbe se io seguissi i loro comandi in linea con il Vaticano II.

Sul secondo punto, NM sostiene che il Vaticano I ha anche affermato che l’insegnamento quotidiano del Papa e dei vescovi è infallibile. Ora, se mai abbiamo avuto insegnamenti serii del Papa e dei Vescovi insieme, questo è stato al Vaticano II. Se quindi rifiuto tale insegnamento, sto implicitamente negando che il Magistero Ordinario Universale della Chiesa è infallibile. Risposta, no, non lo nego. Io riconosco pienamente che quando una dottrina è stata insegnata nella Chiesa quasi dappertutto, in tutti i tempi e da tutti i Papi e i Vescovi, essa è infallibile, ma se è stata insegnata solo nei tempi moderni del XX secolo, da Papi e Vescovi del Vaticano II, tale da essere contraria a quanto insegnato i Papi e i Vescovi in tutti gli altri tempi della Chiesa, io non mi sento obbligato ad accettarla. Siccome accetto il consistente MOU di tutti i tempi, di conseguenza rifiuto l’inconsistente MOU di oggi, che contraddice il primo.

Sul terzo punto, NM sostiene che il vero Papa ha l’autorità vivente per dirmi ciò che devo credere oggi come cattolico. Se quindi rifiuto di credere ciò che i Papi conciliari mi hanno detto di credere oggi, rifiuto la loro autorità vivente come arbitri della Fede. Risposta: no, non la rifiuto. Io solo uso i miei occhi per leggere e il cervello datomi da Dio per giudicare che ciò che i Papi Conciliari mi dicono oggi contraddice ciò che mi dicono tutti i Papi precedenti a partire da San Pietro, e preferisco seguire la consistenza di ciò che mi dicono di credere 261 Papi, alla inconsistenza dei sei Papi conciliari. “Ma allora stai rifiutando l’autorità vivente del Papa vivente in quanto arbitro della Fede!”. E’ perché seguo, obbedisco e mi sottometto ai 261 Papi come arbitri di quella Fede, che i miei occhi e il mio cervello mi dicono che i Papi Conciliari non sono da seguire. “Ma allora stai usando i tuoi occhi e il tuo cervello contro il Papa cattolico!”. Dio mi ha dato degli occhi e un cervello che funzionano, e quando sarò davanti a Lui per essere giudicato, risponderò per l’uso che ne ho fatto.

È chiaro che la stessa risposta di NM al problema dei Papi protestantizzanti, modernizzanti e conciliari, equivale a negare che essi siano mai stati papi. Ed è altrettanto chiaro che rispetto al problema, che è molto reale, non sono obbligato ad adottare la drastica soluzione di NM. Né, se mi rifiuto di adottarla, sono obbligato a negare quelli tre dogmi della Chiesa. La pace sia con NM.

Kyrie eleison.

Ancora sedevacantismo – II

Ancora sedevacantismo – II on Ottobre 8, 2016

Per ogni anima cattolica che oggi si rende conto della gravità della crisi della Chiesa e agonizza per essa, la semplicità del sedevacantismo, che respinge come invalidi la Chiesa e i Papi del Vaticano II, può diventare una seria tentazione. Peggio ancora, l’apparente logica delle argomentazioni ecclesiavacantiste e sedevacantiste può trasformare questa tentazione in una trappola mentale che nel peggiore dei casi può portare un cattolico a perdere del tutto la sua fede. Ecco perché questi “Commenti” ritornano con più particolari sull’elemento principale della varietà di argomentazioni presentata nell’articolo del 1991 da BpS, menzionato qui la scorsa settimana. Ecco di nuovo l’argomentazione:—

Maggiore: la Chiesa cattolica è assolutamente indefettibile (essa ha l’assicurazione da Dio stesso che durerà fino alla fine del mondo – cfr Mt XXVIII, 20). Minore: Ma la Chiesa conciliare o del Novus Ordo, stravolta dal neo-modernismo e dal liberalismo, rappresenta un’assoluta defezione. Conclusione: la Chiesa del Novus Ordo è assolutamente non cattolica e i suoi Papi sono assolutamente non Papi. In altre parole, mentre la Chiesa è assolutamente bianca, la Neo-Chiesa è assolutamente nera, così che la Chiesa e la Neo-Chiesa sono assolutamente diverse. Per le menti che amano pensare in bianco e nero con niente in mezzo, questo argomento ha molto fascino. Ma per la mente che riconosce che nella vita reale le cose sono spesso grigie, o una miscela di bianco e nero (senza che il nero cessi di essere nero o il bianco cessi di essere bianco), l’argomento è troppo assoluto per essere vero. Così che nella Maggiore vi è un’esagerazione dell’indefettibilità della Chiesa, e nella Minore vi è un’esagerazione della defezione della Neo-Chiesa. La teoria può essere assoluta, ma la realtà raramente è assoluta. Vediamo come sono in realtà l’indefettibilità e la conciliare defezione.

Circa la Maggiore, i sedevacantisti spesso esagerano l’i ndefettibilità della Chiesa, così come spesso esagerano l’infallibilità dei Papi, perché questo è ciò di cui hanno bisogno per sostenere il loro orrore emotivo per ciò che è diventata la Chiesa cattolica a partire dal Concilio. Ma in realtà, come l’infallibilità non ha escluso i grandi errori di alcuni Papi nella storia della Chiesa, e si applica solo quando il Papa, in forma Ordinaria, dice ciò che la Chiesa ha sempre detto, oppure, in forma Straordinaria, impegna tutte e quattro le condizioni della definizione del 1870, così l’indefettibilità della Chiesa non esclude assolutamente alcune grosse defezioni in determinati momenti della storia della Chiesa, come ad esempio i trionfi dell’Islam o del protestantesimo o dell’Anticristo ( Lc. XVIII, 8). La sola cosa che si esclude assolutamente è una defezione totale, o un totale fallimento ( Mt XXVIII, 20). Così che l’indefettibilità non è così assoluta come pretende BpS.

Circa la Minore, è vero che la defezione del conciliarismo è considerevolmente più grave di quella relativa all’Islam o al protestantesimo, perché colpisce alla testa e al cuore la Chiesa di Roma, come finora non era accaduto. Tuttavia, anche mezzo secolo di conciliarismo (1965 al 2016) non ha reso la Chiesa totalmente manchevole o fallita. Per esempio Monsignor Lefebvre – e non fu il solo – ha tenuta alta la Fede dal 1970 al 1991, e i suoi successori hanno fatto lo stesso, più o meno, dal 1991 al 2012, mentre l’assediata “Resistenza” mantiene ancora la sua linea, e a fronte degli umani collassi della Chiesa, in un futuro non troppo lontano, indubbiamente la sua indefettibilità sarà divinamente preservata, proprio come prima della fine del mondo – Mt. XXIV, 21–22. In tal modo, neanche il conciliarismo in quanto defezione della Chiesa è così assoluto come pretende BpS.

Ne deriva che il suo sillogismo deve essere ricomposto – Maggiore: l’indefettibilità della Chiesa non esclude grosse defezioni, ma solo una defezione totale. Minore: il Vaticano II è stato un’enorme ma non totale defezione della Chiesa (anche se i cattolici consapevoli della sua pericolosità devono assolutamente evitarlo, per timore di contaminazione). Conclusione: l’indefettibilità della Chiesa non esclude il Vaticano II. In breve, la stessa Chiesa di Dio è più grande di tutta la depravazione del diavolo o dell’uomo, anche del Vaticano II. La defezione conciliare potrebbe essere di una gravità senza precedenti in tutta la storia della Chiesa, ma l’indefettibilità della Chiesa e l’infallibilità dei Papi vengono da Dio e non dagli uomini. Al pari dei liberali, i sedevacantisti pensano alla maniera umana, fin troppo umana.

Kyrie eleison.

Ancora sedevacantismo – I

Ancora sedevacantismo – I on Ottobre 1, 2016

Potrà forse infastidire un certo numero di lettori di questi “Commenti” se essi ritornano ancora una volta sul tema dei Papi conciliari che non sarebbero affatto Papi, ma la recente traduzione in francese di un articolo in lingua inglese del 1991 mostra come gli argomenti del sedevacantismo necessitino ripetutamente di essere dimostrati, a riprova che non sono così conclusivi come sembrerebbe. I liberali non hanno bisogno di tali dimostrazioni, perché per loro il sedevacantismo non è una tentazione. Tuttavia c’è un numero ristretto di anime cattoliche, tratte fuori per grazia di Dio dal liberalismo e mosse verso la Tradizione cattolica, per le quali il sedevacantismo diventa positivamente pericoloso. Il Diavolo non si preoccupa se noi perdiamo il nostro equilibrio verso destra o verso sinistra, per lui l’importante è che tale equilibrio lo perdiamo.

Effettivamente, l’errore del sedevacantismo può non essere, in teoria, né così profondo né così grave come l’universale corruzione mentale del liberalismo, ma in pratica si osserva spesso che col sedevacantismo le menti si bloccano, e che quella che era all’inizio un’opinione accettabile (quale cattolico può dire che le parole e le azioni di Papa Francesco sono cattoliche?), tende a diventare una certezza dogmatica inaccettabile (quale cattolico può giudicare con certezza una tale questione?), per imporsi di conseguenza come il dogma dei dogmi, come se la cattolicità di una persona non dovesse essere giudicata di per sé, ma a seconda che creda o no che abbiamo avuto dei Papi non veri a partire, diciamo, da dopo Pio XII.

Una delle motivazioni offerte nei precedenti “Commenti” per questa dinamica interna osservata spesso nel sedevacantismo, può essere quella della semplicità da nodo gordiano con cui si trancia un problema angoscioso per il fedele e minaccioso per la fede: “Come possono essere veri Papi cattolici questi distruttori della Chiesa?” Risposta: “Non sono affatto Papi”. “Oh, che sollievo! Non c’è più bisogno che sia angosciato”. La mente si blocca e il sedevacantismo deve essere condiviso come se fosse il Vangelo da chiunque voglia ascoltare (o non ascoltare), e al peggio esso può essere esteso dai Papi a tutti i cardinali, vescovi e sacerdoti, di modo che quello che un tempo era un credente cattolico si trasforma in un “home aloner” che rinuncia a frequentare del tutto la Messa. Riuscirà a mantenere la Fede? E i suoi figli? Ecco il pericolo.

Quindi per mantenere la nostra Fede cattolica in equilibrio ed evitare le trappole oggi piazzate alla sua destra come alla sua sinistra, andiamo a vedere le argomentazioni di BpS contenute in questo articolo di 15 pagine menzionato sopra. ( “BpS” è un’abbreviazione che servirà a molti lettori per identificarlo, ma qui non serve che sia precisato, perché ci preoccupiamo delle sue argomentazioni piuttosto che della sua persona.) Nel suo articolo egli almeno ritiene ed ha la fede del cattolico nel Papato, diversamente i Papi conciliari non rappresenterebbero alcun problema per lui. Questa logica e questa fede sono ciò che vi è di meglio nei sedevacantisti, ma né loro né BpS tengono presente la questione nella sua interezza: Dio non può lasciare andare la Sua Chiesa, ma può lasciare andare i suoi uomini di Chiesa.

Questo il suo ragionamento, in poche parole – Maggiore: la Chiesa è indefettibile. Minore: al Vaticano II la Chiesa è divenuta liberale, realizzando una grande defezione. Conclusione: la Chiesa conciliare non è la vera Chiesa, il che significa che i Papi conciliari che hanno prodotto o seguito il Vaticano II non possono essere stati veri Papi.

L’argomento sembra buono. Tuttavia, dalla stessa Maggiore e Minore può derivare una conclusione liberale: la Chiesa è indefettibile, la Chiesa è divenuta liberale, quindi anch’io, come cattolico, devo diventare liberale. Questo fatto del sedevacantismo che condivide i suoi presupposti col liberalismo, dovrebbe fare riflettere due volte qualsiasi sedevacantista. BpS nota i presupposti comuni, e li chiama “ironici”, ma essi sono molto di più. Essi indicano che liberali e sedevacantisti fanno lo stesso errore, che si riscontra nella Maggiore. Infatti entrambi fraintendono allo stesso modo l’indefettibilità della Chiesa come si sbagliano sull’infallibilità dei Papi. Si vedano questi “Commenti” la prossima settimana per una più dettagliata analisi del ragionamento di BpS.

Kyrie eleison.

Buon senso sulla sede vacante – II

Buon senso sulla sede vacante – II on Maggio 2, 2015

Per quanto riguarda la deposizione di un papa eretico, i Domenicani Tradizionali di Avrillé, in Francia, ci hanno fatto un grande favore pubblicando non solo le classiche considerazioni di Giovanni di San Tommaso (cfr. CE 405), ma anche quelle di altri valenti teologi. In breve, le migliori menti della Chiesa insegnano che l’argomento semplice e popolare di oggi, e cioè che un papa eretico non può essere membro della Chiesa e tanto meno il suo capo, è fin troppo semplice. In breve, nel Papa c’è molto di più che nel semplice cattolico che perdendo la Fede perde con essa l’appartenenza alla Chiesa, non appena cada nell’eresia. Per la Chiesa, il Papa è molto di più di un semplice cattolico. Per chiarezza, presentiamo gli argomenti di questi teologi in forma di domanda e risposta:—

Prima di tutto, è possibile che un Papa cada nell’eresia?

Se egli impegna tutte e quattro le condizioni del suo Magistero Straordinario, non può insegnare l’eresia, ma che possa cadere personalmente nell’eresia è l’opinione più probabile almeno dei teologi più anziani.

Allora, se cade nell’eresia, questo non lo fa cessare di essere membro della Chiesa?

Come un semplice fedele cattolico, sì, ma come Papa, non necessariamente, perché il Papa è molto di più che un semplice fedele cattolico. Come ha detto Agostino, il sacerdote è cattolico per se stesso, ma è sacerdote per gli altri. Ora, il Papa è Papa per tutta la Chiesa.

Ma supponiamo che la grande maggioranza dei cattolici possa rendersi conto che egli è un eretico, perché la cosa è evidente. In questo caso, la sua eresia non renderebbe impossibile che lui sia il Papa?

No, perché anche se la sua eresia fosse evidente, molti cattolici potrebbero ancora negarlo, ad esempio per “pietà” verso il Papa, e quindi per evitare che nell’intera Chiesa insorga la confusione, perché i cattolici rimangano uniti si rende necessaria una dichiarazione ufficiale di eresia del Papa. Tale dichiarazione dovrebbe venire da un Concilio della Chiesa, riunito per la bisogna.

Ma se l’eresia fosse pubblica e notoria, questo sarebbe sufficiente per deporlo?

No, perché in primo luogo ogni eretico deve essere ufficialmente avvisato prima di essere deposto, così che possa recedere dalla sua eresia. E in secondo luogo, nella Chiesa o nello Stato ogni alto funzionario è al servizio del bene comune, e per il bene comune deve rimanere in carica fino a che non venga deposto ufficialmente. Quindi, come un vescovo rimane in carica fino a quando non venga deposto dal Papa, così il Papa rimane in carica fino alla dichiarazione ufficiale della sua eresia da parte di un Concilio che permetta a Cristo di deporlo (cfr CE 405).

Ma se un eretico non è membro della Chiesa, come può esserne il capo, il membro più importante?

Perché la sua appartenenza personale è una cosa diversa dalla sua autorità ufficiale. Per la sua appartenenza personale egli riceve la santificazione della Chiesa. Con la sua autorità ufficiale egli alla Chiesa il governo ufficiale. Ricevere non è la stessa cosa que dare. Cadendo nell’eresia, egli cessa di essere membro vivo della Chiesa, è vero, ma non per questo smette di essere in grado di governare la Chiesa, anche se è un membro morto. La sua appartenenza alla Chiesa per la fede e la carità è incompatibile con l’eresia, ma il suo governare la Chiesa con la sua giurisdizione ufficiale, che non richiede la fede o di carità, è compatibile con l’eresia.

Ma con la sua eresia un ex Papa ha gettato via il suo Papato!

Personalmente e in privato, questo è vero, ma non è vero ufficialmente e in pubblico fino a quando un Concilio non abbia non solo reso pubblica ma anche ufficiale la sua eresia. Fino ad allora il Papa deve essere considerato come Papa, perché per la tranquillità della Chiesa e il bene comune, Cristo mantiene la sua giurisdizione.

Kyrie eleison.

Argomentazione emotiva

Argomentazione emotiva on Marzo 21, 2015

Un vecchio paragone ha il vantaggio di essere molto chiaro: sul dorso di un mulo un pacco pesante può essere difficile da bilanciare. Se si sposta verso sinistra, bisogna spingerlo verso destra. Se si inclina verso destra, deve essere spostato a sinistra. Ma tali spinte non sono in contrasto – hanno il solo scopo di mantenere il pacco equilibrato. Allo stesso modo, questi “Commenti”, nell’argomentare ripetutamente contro il sedevacantismo, non per questo spingono verso il liberalismo, né suggeriscono che il sedevacantismo sia un male pari al liberalismo. Si tratta semplicemente di riconoscere che le parole e le azioni sconcertanti del presente occupante la Santa Sede possono indurre molti buoni Cattolici a rinunciare all’uso della ragione e a giudicare la realtà sulla base delle loro emozioni. Questa è una pratica molto comune oggi, ma non è cattolica.

Così, gli argomenti sedevacantisti, dopo averli esaminati, non sono mai così forti come possono sembrare. Vediamone due che di recente sono arrivati sulla mia scrivania, entrambi provenienti da cattolici devoti, forti nella fede.

Ecco il primo: i Papi conciliari, soprattutto Francesco, non hanno confermato i loro fratelli nella Fede; ma siccome il farlo è l’essenza di un Papa, ne consegue che i Papi conciliari non sono essenzialmente Papi. In risposta si deve distinguere un Papa nel suo essere, da un Papa nel suo agire.

Un Papa diventa essenzialmente Papa nel suo essere per la sua valida elezione in un conclave di cardinali, o per la convalida della sua elezione, se essa fosse invalida in sé, che si realizza col fatto che la Chiesa universale lo accetta successivamente come Papa (questo potrebbe essere stato il caso di più di un Papa conciliare, Dio solo lo sa). Al contrario, nel confermare i suoi fratelli nella Fede, un Papa è essenzialmente Papa nel suo agire. Le due cose sono diverse e possono essere separate. Pertanto, un Papa può fallire nell’azione senza necessariamente cessare di essere un Papa nel suo essere. Questo è sicuramente il caso di alcuni, se non tutti, i Papi conciliari.

Il secondo argomento è questo: per il singolo fallibile Cattolico, ergersi a giudice dell’errore del Magistero infallibile della Chiesa è ridicolo. Quindi, di fronte all’errore evidente (ad es. il Conciliarismo) di tale magistero (ad es. i Papi conciliari), si può solo concludere che essi non sono stati veri Papi. In risposta si deve dire che il Papa non è necessariamente il Magistero infallibile della Chiesa. Se egli non impegna tutte e quattro le rigorose condizioni del Magistero Straordinario, né insegna in conformità con il Magistero Ordinario della Chiesa, allora è fallibile, e se contraddice questo Magistero Ordinario allora è certamente in errore, e può essere giudicato tale da ogni cattolico (o non cattolico!) che fa il giusto uso della mente che Dio gli ha dato. Altrimenti, come potrebbe avvertirci tutti quanti Nostro Signore di stare attenti ai falsi profeti e ai lupi travestiti da pecore ( Mt. VII, 15–20)?

In realtà entrambi gli argomenti possono provenire da un rifiuto emotivo dei Papi conciliari: “Hanno così maltrattato la Chiesa che io semplicemente non posso accettare che siano stati papi! ” Ma se fossi stato uno spettatore della Via Crucis originaria? – “Questo maltrattamento di Gesù è tale che io semplicemente non posso accettare più che egli sia il Figlio di Dio!” E allora, non sarebbe stato giusto il mio rifiuto emotivo del maltrattamento, eppure errata la mia conclusione? C’è un mistero intorno ai Papi conciliari, che il sedevacantismo semplicemente rimuove e nullifica.

Ora è possibile che quando la Chiesa un giorno tornerà in sé, l’autorità competente dichiari da sé che i Papi conciliari non erano Papi, ma tra oggi e allora gli argomenti finora portati avanti per dimostrare che la Sede di Roma sia vacante non sono conclusivi come si vorrebbe fare apparire.

Kyrie eleison.