Plutarco

Ouverture Coriolano

Ouverture Coriolano on Marzo 7, 2009

Molti dei più popolari capolavori di Beethoven esprimono in musica una lotta tremenda nell’animo umano. Alcuni, come la terza e la quinta Sinfonia, finiscono con un tripudio di gloria eroica. La famosa sonata per pianoforte “Appassionata” si conclude con una tempesta di distruzione eroica. L’”Ouverture Coriolano”, riconducibile allo stesso picco della creatività di Beethoven, finisce con la rovina dell’eroe.

Beethoven amava la lettura di Plutarco, la cui “Vite Parallele” dei grandi uomini della Grecia e di Roma, è stata definita “una scuola per eroi”. Coriolano fu un conquistatore, ma, orgoglioso generale dei primi anni della Repubblica Romana, ritenendosi un bel momento non sufficientemente apprezzato dai suoi compatrioti romani, offrì i suoi servizi ai loro nemici, i Volsci, e con un esercito di Volsci avanzò su Roma per farla a pezzi. I capi romani, i senatori, gli amici e la famiglia lo pregarono perché risparmiasse il loro paese. Invano. Solo la supplica della madre ruppe finalmente la sua rabbia. Risparmiando Roma, si condannò all’esilio e alla morte tra i Volsci.

Beethoven scrisse la sua “Ouverture Coriolano” per introdurre la presentazione teatrale non dell’ultima delle grandi tragedie di Shakespeare, ma di un’opera dallo stesso titolo di un drammaturgo contemporaneo, H. J. v. Collin. L’Ouverture è un programma musicale che si regge da sé, un semplice dramma dell’anima in forma di sonata, a prescindere dalla storia che l’ha ispirata. Tuttavia, è facile leggere la musica in relazione a tale episodio della storia romana . . .

Il primo Oggetto dell’Esposizione, in due parti, intende descrivere la rabbia del generale (battute 1–14) e la sua agitazione (15–27), e il loro sviluppo (29–50), ma che conducono dritti al secondo Oggetto, scorrevole e lirico (52–77), che lascia cogliere facilmente la supplichevole azione di una matrona romana forte e sicura. La rabbia ritorna (84–95), per svanire in un piccolo motivo di caduta (96–100), che monopolizzerà lievemente lo Sviluppo (101–152) – l’argomentare della madre che prevale e muove il figlio a ripensarci. Con la Ricapitolazione (152–229), la rabbia del generale scoppia di nuovo, più violenta che mai (167–176), solo per sfociare in una supplica anche più insistente di prima (178–206) – con Beethoven, una Ricapitolazione finisce con l’acuire piuttosto che ammorbidire il conflitto che ha animato l’Esposizione!

La Coda, o la fine del pezzo (230–314), comincia con la madre che ancora fa prevalere la sua argomentazione (230–240), con il soffermarsi sulla supplichevole lirica (242–254). Un confronto finale (255–269) e un argomento (270–275) concludono con un ultimo impeto di collera del generale (276–285), solo che questa volta esso si rompe in una serie di accordi di caduta e di quiete (286–294) per poi ripresentare per quattro volte la prima frase di agitazione del Generale (297, 299, 300, 306), ogni volta più lenta e sommessa della precedente, fino a quando l’Ouverture si spegne in silenzio. Il generale e la sua ira sono annullate. Roma è salva!

Cattolici, se non volete fare a pezzi Roma, ascoltate vostra Madre! Non-cattolici, se non volete essere d’aiuto nel fare a pezzi il vostro paese, ascoltate la Beata Vergine Maria, Madre di tutti noi, ai piedi della Croce!

Kyrie eleison.