Commenti Eleison

Viscido animale

Viscido animale on Febbraio 13, 2016

“Il modernismo è necessariamente, per sua natura, un univoco viscido animale”. Essendo l’attuale nemico mortale della Chiesa cattolica, il modernismo non sarà mai analizzato a sufficienza. Come nemico della Chiesa in particolare, esso può essere definito come quel movimento di pensiero e quella credenza che sostiene che la Chiesa debba essere adattata al mondo moderno mantenendo l’apparenza del cattolicesimo mentre muta la sua sostanza. Esso ha infestato innumerevoli cattolici da quando ha ottenuto l’approvazione ufficiale da parte del vertice della Chiesa al Vaticano II, ponendo molti cardinali, vescovi e sacerdoti, per non parlare dei laici, sulla strada della perdizione eterna, minando la loro fede cattolica. Vediamo ancora una volta perché è viscido, univocamente viscido.

È un viscido animale perché come tutte le eresie deve travestirsi per apparire accettabile a chi si rivolge: i credenti cattolici. Così è occupato costantemente ad usare formulazioni ambigue interpretabili in senso cattolico o anti-cattolico. I cattolici accettano devotamente il senso cattolico e fanno proprie tali formulazioni, che i modernisti trasformano in veleno esplicitandone il senso anti-cattolico. Il Vaticano II è ambiguo dall’inizio alla fine, con la sua scelta di formulazioni che si muovono subdolamente tra la Chiesa e il mondo moderno, così da mascherare l’intrinseca reciproca contraddizione esistente tra essi. A Paolo VI, che credeva profondamente sia nella Chiesa sia nel mondo (com’egli li concepiva), tali formulazioni venivano d’istinto e abbondantemente. I documenti del suo Concilio, il Vaticano II, sono ricolmi di ambiguità. Eppure, con tali ambiguità, Paolo VI pensava veramente che avrebbe salvato e la Chiesa e il mondo, esattamente come Mons. Fellay oggi spera che parlando con entrambi i lati della bocca salverà e la Tradizione cattolica e le autorità Conciliari. Vana speranza! Dio “detesta la bocca perversa” ( Prov. VIII, 13). Essa è sempre servita ad ingannare i cattolici perché perdessero la loro fede.

Ma più che viscido, tra tutte le eresie il modernismo è univocamente viscido, perché, come dice San Pio X nella “Pascendi”, esso è l’eresia delle eresie, come la cloaca massima che raccoglie in sé tutto il sudiciume delle fogne minori, o eresie particolari. Questo perché è il prodotto (e il produttore) di menti che sono disancorate da ogni sorta di verità, tale che nel modernismo è interamente di casa ogni contro-verità o eresia. E questo perché il suo principio fondamentale è filosofico – presume l’incapacità della mente umana di conoscere qualsiasi cosa che stia al di là di ciò che colgono i cinque sensi esterni degli uomini. Tale mente è come una bottiglia di vino sporca. Essa insudicia qualsiasi cosa si versi in essa, fossero anche i vini migliori o la più sublime delle verità. In effetti, mentre ogni altra eresia affronta una particolare verità di Fede, l’errore filosofico che sta alla base del modernismo mina la verità universale, anche quando riesce a far finta di non attaccare alcuna verità particolare. Per esempio, Benedetto XVI rimarrebbe indubbiamente sconvolto se lo si accusasse di non credere a qualsivoglia articolo del Credo, ma questo non gli impedisce di essere pronto ad “aggiornarli” tutti.

Ora, non ci sono mai state come oggi tante menti del tutto disancorate dalla verità oggettiva, che intendono tale disancoraggio come la liberazione finale dell’uomo, così che non è la realtà che mi si impone, ma sarei io ad impormi su tutta la realtà. Io, che ho preso il posto di Dio. Così anche molti cattolici, infettati dal mondo di oggi, hanno accolto con favore il modernismo quando esso giunse loro dal Vaticano II, dato che fu il Papa stesso ad apporre l’apparente sigillo di approvazione cattolica a quel lavoro di scalzamento di ogni verità cattolica. Liberi e tuttavia ancora cattolici; questo il grido di libertà che risuonò in tutta la Chiesa!

Allora, come affrontare questo “univoco viscido animale”? Certamente non scendendo a Roma per frequentare le sue principali vittime ed untori: gli attuali funzionari al vertice della Chiesa. Satana stesso potrebbe non avere un cucchiaio abbastanza lungo per cenare in modo sicuro con questi (oggettivi) squali, volpi e lupi, tanto più pericolosi per la loro possibile inconsapevolezza (soggettiva) della propria condizione mortale.

Recitate il Rosario perché la Madonna costruisca intorno alle vostre teste e ai vostri cuori la sua armatura protettiva.

Kyrie eleison.

Parassita e ospite – II

Parassita e ospite - II on Febbraio 6, 2016

Due settimane fa questi “Commenti” sono ritornati su un campo minato perché hanno difeso l’idea che ci sia ancora qualcosa di cattolico in ciò che è diventata la Chiesa cattolica a partire dal Vaticano II. Tale posizione è molto contestata. Per esempio, da un lato gli attuali dirigenti della Fraternità San Pio X agiscono come se la Chiesa ufficiale a Roma fosse ancora tanto cattolica che la FSSPX non potrebbe fare a meno del suo riconoscimento ufficiale. Dall’altro lato, tante anime che hanno veramente la fede cattolica respingono totalmente l’idea che ci sia ancora qualcosa di cattolico nella “Chiesa” guidata oggi da “Papa” Francesco. Quello che segue è solo un tentativo di cogliere quanto ci sia di vero in entrambe le posizioni.

Al cuore del problema c’è il modernismo, malattia essenziale del Vaticano II. Il modernismo è inevitabilmente, per sua natura, un animale singolare e viscido. E questo perché il suo principio basilare è quello di adattare il cattolicesimo all’intrinsecamente anti-cattolico mondo moderno. Papi conciliari come Paolo VI e Benedetto XVI hanno inteso sia rompere sia non rompere con la tradizione cattolica. Cosa questa che per qualsiasi mente sana è impossibile, perché è semplicemente contraddittorio. Dal momento che questi Papi vennero eletti per corrispondere al mondo moderno, le loro menti non erano sane, ma portavano nel sangue la contraddizione. E visto che hanno avuto quasi 50 anni per conformare la Chiesa alla loro follia, sotto ogni aspetto, ciò che è emersa è una Chiesa così diversa dalla Chiesa preconciliare che nella realtà essa merita il nome di neo-Chiesa.

Inoltre, anche se una pratica cattolica pre-conciliare, come ad esempio la Benedizione Eucaristica, viene mantenuta nell’odierna neo-Chiesa, il fondamento mentale su cui essa poggia, nelle menti di coloro che vi assistono, rischia di essere tutt’altro che solido, perché la dottrina della Presenza Reale è al tempo stesso tradizionale e non tradizionale, dato che la consacrazione è affidata a dei sacerdoti aggiornati che sono ancora e non sono più veramente sacerdoti. Mentre, volendo, sono sacerdoti, al tempo stesso, volendo, sono anche solo presidenti. Diventa vero quello che si sente come tale, perché la mente è sganciata dalla realtà oggettiva. Si è immersi in piacevoli sensazioni soggettive, ignari di ciò che si sta facendo, perché tutti (o quasi) lo fanno. Per chiunque abbia la vera Fede, tale mancanza di oggettività, lungi dall’essere cosa piacevole, è nauseante. Non c’è da stupirsi che quelle anime respingono la totalità della neo-Chiesa.

Ma se si rispetta la realtà, si è costretti ad ammettere che ci sia ancora della fede nella neo-Chiesa. Un laico mi dice che suo padre che è stato un fedele frequentatore del NOM negli ultimi 45 anni, ha ancora la fede. Un sacerdote mi dice di ricordare che una laica presentò allo stesso Mons. Lefebvre le ragioni per le quali sentiva necessario assistere al NOM, e questi si limitò ad un’alzata di spalle. E potrei moltiplicare le testimonianze che mi sono pervenute sul persistere della fede cattolica a fronte di tutto ciò che è sbagliato nel NOM. La ragione di queste reali testimonianze dovrebbe essere ovvia. Nonostante sia la parte essenziale della religione soggettiva e ambigua, il NOM può essere ciò che si vuole sia. Un sacerdote può celebrarlo “decentemente”, un cattolico può assistervi “devotamente”. Le virgolette servono a prevenire gli intransigenti che insisteranno nel dire che con il NOM non ci può essere né vero decoro né vera devozione, ma quando essi dicono queste cose, io penso che si stacchino dalla realtà. Grazie a Dio, è Lui il giudice! Non c’è dubbio che il NOM così com’è stia minando ed erodendo da tempo il decoro e la devozione cattoliche, ma da qui a dire che ormai non ci sarebbe più niente di tutto questo nella “neo-Chiesa”, mi sembra essere una grossolana esagerazione.

Non che i capi della FSSPX abbiano ragione a voler essere re-inseriti nella neo-Chiesa, lungi da ciò. Le pecore che in essa non sono ancora infettate dal soggettivismo, sono totalmente esposte a questo terribile pericolo, e neppure i pastori ne sono immuni. Guai ai vescovi che hanno lasciato che il soggettivismo si diffondesse nella Chiesa cattolica. Essi hanno una tremenda responsabilità.

Kyrie eleison.

Si approssima la “ventata”

Si approssima la “ventata” on Gennaio 30, 2016

Dai liberali la musica è gravemente fraintesa e il suo potere seriamente sottovalutato. Essi sono ancora abbastanza umani da godere di questa o quella musica, sempre, logicamente, del tipo spazzatura – e per vedere quanto la musica interessi le persone, basta provare a dir loro che quella che preferiscono è spazzatura. Ma in ogni caso l’ideologia soggettivista liberale, per cui l’uomo sarebbe il padrone della realtà (incluso di Dio Onnipotente), li porta a negare che nella musica ci sia qualcosa di oggettivo. Così, per i liberali non esiste qualcosa come il compositore che usa determinati mezzi per raggiungere certi fini, e non si può dire che tale pezzo o tipo di musica sia “migliore” di un altro. La musica, essi dicono, è una questione puramente di stato d’animo o di gusto di chi l’ascolta – “La bellezza è negli occhi di chi guarda”, così che la musica terribilmente stonata è “buona” al pari della più famosa musica del passato.

Naturalmente tali liberali sono completamente in errore. Un proverbio cinese dice che “quando il modo della musica cambia, le mura della città tremano”, verità ampiamente illustrata dall’avvento della musica rock negli anni ‘50 e ‘60. Platone conosceva così bene l’influenza morale della musica per il bene o il male, che nella sua Repubblica ideale certi tipi di musica sarebbero stati banditi. Guai ai genitori di oggi a cui non importa che tipo di musica ascoltino i loro figli! “E’ solo musica”, diranno, e così dicendo si meritano di perdere i loro figli per i Pifferai Magici del Rock. La musica è estremamente importante, ed è oggettiva per natura – non è di buon senso che a dare risalto al ritmo sia la musica militare e non certo una ninna nanna? Ma che cosa fanno i liberali del buon senso? Stanno facendo tutto il possibile per spazzarlo via. E’ troppo reale.

Un importante punto di svolta nei tempi moderni tra il riconoscimento e il rifiuto da parte degli uomini dell’ordine oggettivo della realtà posto da Dio in tutte le sue opere, è stato la Rivoluzione Francese (1789–1794). Dal momento che la vita di Beethoven si svolse a cavallo di questa Rivoluzione ed egli prestò ad essa la sua eccezionale espressione musicale, alcune delle sue opere più note possono essere utilizzate per illustrare in modo chiaro certe verità oggettive riguardanti la musica. Da Haydn e Mozart egli ereditò l’ordine oggettivo del XVIII secolo. Ai suoi successori fu soprattutto Beethoven che lasciò il crescente disordine musicale (non senza le sue bellezze) del XIX secolo, a cui seguì il caos musicale e la disgregazione (con eccezioni) della presunta musica “seria” del XX e del XXI secolo. Beethoven potrebbe quindi essere chiamato il nonno o il bisnonno del Rock. Questa affermazione potrebbe scioccare molti amanti di Beethoven, quindi va subito precisata dicendo che ci voleva un grande musicista per dare avvio alla distruzione della musica.

Siamo prossimi – 19–21 febbraio – alla “Ventata di Beethoven” che si terrà qui a Broadstairs dalle 18,00 di venerdì a mezzogiorno di Domenica. Un giovane pianista americano che sa leggere a vista quasi tutte le 32 sonate per pianoforte e le versioni per pianoforte a due mani di Liszt delle nove sinfonie, si è offerto di suonarne il maggior numero possibile, per quanto permette un fine-settimana, insieme a degli estratti dalle sinfonie, scelti per illustrare la natura della musica e come la faceva

Beethoven. L’idea della “ventata” nacque per puro auto-compiacimento, ma poi sopravvenne la tentazione di offrirla a chiunque potesse piacere o anche volesse solo ascoltare della musica (cosa che per gli amanti di Beethoven dovrebbe essere di per sé una festa), o intendesse scoprire perché i liberali sono così in errore, nella musica come in ogni altra cosa.

Quindi, se qualcuno è interessato, oltre ai lettori che hanno già prenotato, può benissimo venire nei giorni sopra indicati. Pernottamento con prima colazione in bassa stagione a Broadstairs dovrebbero essere reperibili su Internet, e se ci si fa sapere quando si pensa di venire, potremmo essere in grado di organizzare in casa il pranzo e la cena. In tutto, possa Dio essere servito.

Kyrie eleison.

Parassita e ospite – I

Parassita e ospite – I on Gennaio 23, 2016

Dire, sei mesi fa, che un sacerdote non è tenuto in ogni caso a vietare ad un cattolico di partecipare alla Nuova Messa (NOM), non aveva lo scopo, ovviamente, di affermare che sia del tutto giusto assistere al NOM. Il rito del NOM è, di per sé, l’atto di culto centrale della falsa religione omocentrica del Concilio Vaticano II, da cui esso scaturì nel 1969. In effetti l’obbligo di stare lontano dal NOM è proporzionale alla conoscenza che si ha di quanto esso sia erroneo. Quasi inavvertitamente, esso ha enormemente contribuito a far perdere la fede ad innumerevoli cattolici.

Ma ci sono due fattori che fino ad oggi hanno permesso che i cattolici fossero tratti in inganno dal NOM. In primo luogo, esso venne imposto a tutta la Chiesa di rito latino dal fatto che Paolo VI fece tutto il possibile per farlo sembrare come imposto dall’intera forza della sua autorità papale, che nel 1969 sembrava immensa. Ancora oggi il NOM passa per essere il rito “ordinario”, mentre la Messa di sempre è ufficialmente declassata a rito “straordinario”, di modo che, dopo 47 anni, un onesto cattolico si possa ancora sentire obbligato per obbedienza ad assistere al NOM. Ovviamente, in realtà tale obbligo non ha ragion d’essere, perché nessuna legge della Chiesa può obbligare un cattolico a mettere in pericolo la sua fede, cosa che questi fa normalmente assistendo al NOM, data la sua falsità.

In secondo luogo, il NOM fu introdotto gradualmente, con una serie di cambiamenti sapientemente calibrati, in particolare nel 1962, 1964 e 1967, così che la totale e definitiva rivoluzione del 1969 trovò i cattolici pronti ad accettare la novità. In realtà anche oggi il rito del NOM include delle opzioni per il celebrante che gli permettono di celebrare il NOM sia come cerimonia autentica della nuova religione umanistica, sia come cerimonia simile alla vera Messa, al punto che molti cattolici possano ingannarsi che non vi sia alcuna differenza significativa tra il vecchio rito e i nuovi riti. In realtà è scontato che, come diceva sempre Mons. Lefebvre, è meglio il vecchio rito in lingua moderna che il nuovo rito in latino, e questo a causa della diminuzione e perfino della falsificazione della dottrina cattolica della Messa, presente nel NOM.

Inoltre questi due fattori, l’imposizione ufficiale dei cambiamenti e il loro intrinseco carattere a volte opzionale, tipico nel NOM, sono più che sufficienti a spiegare come fino ad oggi possa esserci una moltitudine di cattolici che volendo e intendendo essere cattolica, suppone che il modo giusto per esserlo sia quello di assistere ogni Domenica al NOM. E chi oserebbe dire che fuori da questa moltitudine non ce ne sarebbero altri che potrebbero nutrire la loro fede obbedendo a ciò che a loro sembra essere (soggettivamente) il loro (oggettivo) dovere? Dio è il loro giudice, ma per quanti anni la maggior parte dei seguaci della Tradizione cattolica hanno assistito al NOM prima di capire che la loro fede li obbligava a non farlo? E se in tutti questi anni il NOM avesse loro fatto perdere la fede, come sarebbero potuti venire alla Tradizione Cattolica? A seconda di come un celebrante usa le opzioni del NOM, non tutti gli elementi che possono nutrire la fede vengono necessariamente eliminati da esso, soprattutto se è valida la Consacrazione, possibilità questa che nessuno che ne conosca la teologia sacramentale può negare.

Tuttavia, data la debolezza della natura umana e quindi il rischio di incoraggiare i cattolici a seguire la nuova facile religione, perché parlare a favore del suo centrale rito di culto, che equivale a parlare a favore di ogni caratteristica della neo-Chiesa? Per almeno due ragioni. In secondo luogo, per scongiurare il potenziale farisaico disprezzo di eventuali credenti al di fuori del movimento tradizionale, e in primo luogo per scongiurare ciò che sta finendo con l’essere chiamato “ecclesiavacantismo”, e cioè l’idea che la neo-Chiesa non abbia in sé più niente di cattolico. In teoria, la neo-Chiesa è puro marciume, ma in pratica tale marciume non potrebbe esistere senza qualcosa che non sia ancora decomposto al punto da essere marcio. Ogni parassita ha bisogno di un ospite. Peraltro, se questo particolare ospite, la vera Chiesa, fosse del tutto scomparsa, non ne deriverebbe che le porte dell’Inferno avrebbero prevalso contro di essa? Cosa impossibile (Mt. XVI, 18).

Kyrie eleison.

Caos incomprensibile?

Caos incomprensibile? on Gennaio 16, 2016

Un riflessivo lettore di questi “Commenti” ha fatto un po’ di mesi fa, dagli Stati Uniti, alcune osservazioni sagaci. Eccole:— La “libertà religiosa” è davvero giunta al limite qui nelle colonie. Un giudice federale “cattolico” ha comminato la prigione ad un impiegato protestante della contea, perché si era rifiutato di rilasciare la licenza per un matrimonio omosessuale. I valenti difensori dell’impiegato si sono appellati per lui alla “libertà religiosa”, non rendendosi conto che la libertà religiosa è esattamente il problema e non la soluzione. Incredibile. Profondiamo nel caos morale e nessuno sembra capire perché. “Sprofondiamo nel caos morale e nessuno sembra capire perché”. Ben detto! Ma i “tradizionalisti” che prendono sul serio la Tradizione dovrebbero essere in grado di risolvere la questione.

E questo perché se io prendo sul serio la Tradizione capisco che la DOTTRINA viene prima, in altre parole, la religione cattolica non è nebbia nel cervello, moralità e Messa, ma sono le realtà dottrinali che regolano sia la morale sia la Messa. Queste realtà iniziano con l’esistenza di Dio onnipotente, dal quale tutta la creazione dipende ogni momento per mantenere la sua esistenza, nonostante Egli avrebbe potuto annichilire ogni esistenza senza con questo mutare minimamente Se stesso. Egli crea ogni anima umana fin dal momento del concepimento corporeo, con l’intento che essa userà il libero arbitrio di cui viene dotata per scegliere di vivere e morire secondo la Sua immutabile legge morale, così che essa possa trascorrere in Cielo la sua eternità nella beatitudine con Lui stesso. Il libero arbitrio, nella sua autenticità, comporta che le anime possano scegliere di infrangere la Sua legge, e se non si pentono, significa che hanno scelto di sfidarLo e di trascorrere l’eternità all’Inferno. In tal modo saranno le anime ad essere infrante e non la Sua Legge. Tale legge si riassume nei Dieci Comandamenti, e non è una legge arbitraria, ma si adatta alla natura umana per la quale è stata concepita, così come il manuale operativo di una macchina corrisponde alla macchina per cui è stato concepito.

Ora il sesto e il nono di questi Comandamenti insegnano agli esseri umani a fare un uso corretto del meccanismo riproduttivo integrato nei loro corpi. Questo meccanismo non è un giocattolo, ma uno strumento sacro predisposto da Dio per la formazione quaggiù di famiglie umane che poi riempiranno il cielo lassù. Non sono due uomini da soli, né due donne da sole che possono avere dei figli, ma solo un uomo e una donna insieme possono formare una famiglia, e dal momento che il popolamento del Cielo è una questione sacra, qualsiasi infrazione di questi due Comandamenti diventa subito così grave da meritare la dannazione eterna. “non ci si può prendere gioco di Dio” – Galati VI, 7. Di conseguenza l’avvilimento del matrimonio compiuto dagli omosessuali è uno dei quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, come insegna la Chiesa Cattolica, e per giunta il “matrimonio” omosessuale equivale a prendersi gioco di un’istituzione santa di Dio. In tutta questa dottrina non c’è una virgola di caos.

Allora da dove viene il caos? Dal liberalismo. Dalla falsa religione del liberalismo. Dal fare della libertà un idolo. Nel capitolo I della Lettera ai Romani, San Paolo ribadisce che questo particolare peccato che grida vendetta al cospetto di Dio, deriva dall’idolatria. E’ dopo che gli uomini infransero il primo Comandamento che Dio permise loro perfino le pratiche vergognose contro il sesto Comandamento, senza dubbio nella speranza che l’inconfondibile nefandezza che comporta la loro infrazione di quest’ultimo aprisse loro gli occhi sull’infrazione del primo, meno facile da riconoscere. Che la nostra libertà si sia trasformata da un ideale in un idolo è cosa che ai giorni nostri è sempre più difficile da riconoscere, perché l’idolatrare la libertà religiosa è in corso da oltre 200 anni, e sembra ormai la cosa più naturale. Gli uomini hanno perso il senso del vero Dio. Al contrario, la libertà religiosa è la libertà suprema, senza la quale tutte le altre libertà sembrano poca cosa.

E la libertà finisce col condurre le menti degli uomini fuori da ogni ancoraggio:—“Ogni verità o realtà che pretenda di imporsi sulla mia mente è una diminuzione della mia libertà, così mi rifiuto di riconoscerla, a meno che non mi si addica. Molte regole morali non mi si addicono, io le rifiuto in nome della libertà.” Scendo così in caos morale, convinto di stare esercitando un mio sacro diritto, al punto che non riesco a capire il motivo per cui finisco nel caos mentale e quindi sociale. Ma sono io stesso che ho sconvolto la mia mente e portato la mia società alla deriva. Il caos è del tutto comprensibile.

Kyrie eleison.

Vita in fabbrica

Vita in fabbrica on Gennaio 9, 2016

Ecco un’altra buona lettera di un lettore di questi “Commenti”. Egli ha una visione sana di uno scenario insano. I lettori potranno essere scoraggiati da ciò che egli descrive, oppure potranno essere incoraggiati da come lo descrive. Un certo numero di lettori può qui riconoscere ciò che ogni giorno devono constatare quando vanno al lavoro, e possono anche vedere meglio come e perché il loro posto di lavoro stia erodendo la loro fede cattolica. Lui scrive:—

Ho lavorato in una fabbrica di automobili per oltre due anni ed ero pagato bene, mentre l’ambiente era una sorta di microcosmo del mondo in generale. Lasciatemi spiegare . . .

1) Mescolamento dei sessi – uomini e donne lavorano insieme in stretta promiscuità. Un tale lavoro distrugge completamente la femminilità di una donna. Naturalmente, ci sono alcuni lavori che le donne non possono fare, ma a causa di questo falso senso di uguaglianza, l’azienda è costretta a permettere che lì lavorino anche le donne. Le storie che ho ascoltato sulle violazioni del sesto e del nono Comandamento sono davvero inquietanti. Non ho bisogno di descriverle. Ma che altro ci si poteva aspettare? Perché una donna vorrebbe lavorare in un posto del genere?

2) Le menti degli uomini sono incapaci di dare giudizi morali – Generalizzo naturalmente, ma la maggior parte degli uomini con cui ho parlato non pensano in termini di moralità (cioè di bene e male), ma in ordine a quali piaceri possono dar loro divertimento. Ho parlato con alcuni colleghi di lavoro e ho cercato di avanzare delle questioni di moralità, perché così che anche loro potessero comprendere, ma questo sembra che vada di là delle loro menti. Quando un uomo è immerso nelle cose della carne, è incapace di pensare all’anima. Peggio ancora, alcuni di questi colleghi non hanno assolutamente alcuna vergogna di vantarsi dei loro peccati. Un tempo gli uomini ne avevano vergogna. Oggi non più, a quanto pare.

3) Io sono il mio dio – La falsa libertà è esaltata come il principio guida nella vita degli uomini. Ho avuto un paio di discussioni con alcuni dei miei colleghi e quello che ho constatato ogni volta è che la verità e la moralità sono per loro un fatto puramente personale. Si crede che la verità è ciò che è bene per se stessi, e che non si può imporre agli altri il proprio modo di pensare. Ho detto ad un mio superiore che tale modo di pensare è un nonsenso. E gli ho chiesto se fosse una buona cosa che qualcuno ritenga giusto avere più di una moglie. Mi ha risposto che ciò che uno crede è affar suo. Ma se un uomo nega un principio fondamentale come quello che la verità non è soggettiva, allora non ha senso discutere con lui. In sostanza, ogni individuo diventa dio a se stesso, dal momento che si è fabbricata una propria realtà invece di sottostare a qualcosa al di fuori di lui.

L’ambiente di una fabbrica moderna genera una sorta di empietà. Non mi aspetto che i lavoratori di una fabbrica siano degli esempi straordinarii di virtù, ma posso dire che le fabbriche moderne sono esponenzialmente peggio di quello che Charles Dickens scrisse ai suoi tempi. Potrei continuare ancora per molto, ma il punto che sto cercando di mettere a fuoco è questo: come può operare la grazia in vite che vengono distrutte dal peccato e che sono dedite alla ricerca del piacere? Come si fa a stabilire un rapporto con degli uomini che nemmeno colgono le norme più elementari della morale? La cosa è frustrante, per non dire altro. Per favore pregate per noi che siamo nelle trincee.

La donna si affranca dalla femminilità e dalla famiglia, l’uomo si affranca dalla morale e dalla verità oggettive – come si può stabilire un rapporto o anche solo parlare con una tale “generazione incredula e perversa” ( Lc IX, 41)? Con l’esempio, la carità e la preghiera. Ho consigliato allo scrivente di tenere al dito una decina del rosario mentre lavora, per poter pregare discretamente decina dopo decina per i suoi compagni di lavoro e per proteggere se stesso spiritualmente dal suo ambiente di lavoro. Ma avrà bisogno di essere discreto.

Kyrie eleison.