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Verità esclusiva

Verità esclusiva on Giugno 21, 2008

In una conferenza pubblica che ho tenuto di recente (non in Germania), un liberale dall’aspetto e dall’età venerabili, dubitava che gli esseri umani siano davvero così preziosi. Io ho volutamente affilato la risposta: “Se si mettono su un piatto di una bilancia tutti i cavalli della terra, e sull’altro piatto un miserabile ma umano mendicante, quale piatto peserà di più? Invece di rispondere alla domanda, egli ha detto: “Questa è religione, non buon senso”. A quel punto mi sono un po’ arrabbiato . . .

Non era tanto il suo amore per i cavalli ad essere sconvolgente. Dopo tutto, il cavallo è un animale nobile e utile, e tutti i cavalli del mondo sono certamente un ottimo affare. Né era anche il suo disprezzo implicito della religione ad essere inquietante. Dopo tutto i miliardi di esseri umani oggi viventi non vedono alcun motivo per prendere sul serio quello che intendono come religione. Quello che era terribile era l’eresia delle eresie sottostante la sua risposta ippofiliaca, vale a dire il presupposto che una verità possa contraddirne un’altra.

Naturalmente il liberalismo è ormai comune come le margherite (o il tarassaco), così il buon uomo era probabilmente all’oscuro dell’oggettiva enormità di ciò che aveva detto. Ma quello che aveva chiaramente sottinteso è che ci sono una verità del senso comune e un’altra verità della religione. In altre parole, la verità non sarebbe una, né assolutamente esclusiva dell’errore, ma ci sarebbero verità diverse per persone diverse, in tempi diversi, soprattutto in domini diversi, ed esse possono nettamente contraddirsi l’un l’altra senza alcun problema. Così che ciò che è vero per il senso comune può essere falso per la religione, e viceversa.

Questa incredulità nell’unicità della verità, o nella sua raggiungibilità da parte degli esseri umani, è, se si tratta di una negazione cosciente, il crimine dei crimini, e la perdita delle perdite se si tratta dell’assimilazione inconscia del incredulità nella verità, così ampiamente condivisa oggi. Privare la mente del nutrimento di quella verità per cui è fatta, è un crimine infinitamente più grande di privare gli stomaci del cibo, così come la vita eterna è infinitamente più grande di questa piccola vita che viviamo sulla terra, 70 anni o giù di lì. Questo perché l’incredulità nella verità esclusiva, o nella sua possibilità, separa i pensieri dalla loro vera radice, riduce le menti in poltiglia e in definitiva sbriciola le indispensabili basi naturali di quella Fede soprannaturale senza la quale non possiamo salvare le nostre anime ( Eb. XI, 6).

Il venerabile amante dei cavalli venne dopo il dibattito per appianare le cose: “Ho solo voluto dire che la domanda posta in quella forma tagliente non è buon senso”, mi disse. C’è da temere che non avesse la minima idea di tutto ciò che ha perso.

Kyrie eleison.