Napoleone

Eroiche armonie

Eroiche armonie on Febbraio 7, 2009

Poco prima del clamore dei media delle due ultime settimane, un caro amico mi ha chiesto di scrivere su qualche pezzo di musica che mi piace particolarmente. Avrebbe dovuto essere un pezzo di Beethoven (1770–1827). E allora potrei parlare del primo movimento della sua Terza Sinfonia, conosciuta come “Eroica”, o Sinfonia Eroica.

In effetti l’intera sinfonia è eroica. Essa è l’affresco musicale di un eroe, originariamente Napoleone, fino quando Beethoven capì che da Primo Console della Repubblica Francese egli si era trasformato in un Imperatore vecchio stile dell’Impero francese, dopo di che Beethoven strappò la pagina di dedica a Napoleone e dedicò invece la sinfonia ad un eroe. Ma la musica rimase invariata: l’espressione rivoluzionaria delle ardenti speranze di Beethoven per una nuova epoca eroica del genere umano che esce dal vecchio stanco ordine fatto di re e cardinali.

E tuttavia, fu il vecchio ordine, come espresso da Haydn (1732–1809) e da Mozart (1756–1791) in particolare, che diede a Beethoven le strutture musicali entro cui modellare e contenere le sue drammatiche nuove emozioni. Il primo movimento dell’”Eroica” fu senza precedenti per lo stesso periodo di Beethoven – oltre 600 battute della durata di circa un quarto d’ora. Eppure dalla prima all’ultima battuta, la varietà della ricchezza e la forza dinamica delle idee musicali devono la loro stretta unità e il complessivo controllo alla forma della sonata classica che Beethoven aveva ereditato dal XVIII secolo: Esposizione, Sviluppo e Ricapitolazione (ABA), con una Coda potente abbastanza (innovazione di Beethoven) da bilanciare lo Sviluppo (ABAC).

Entrando in azione con due accordi in mi bemolle maggiore, l’eroe è già avanti con il suo tema principale, il primo soggetto, costruito solidamente fuori da tale accordo. Il tema verte sulla guerra. Una valente nuova presentazione precede diverse nuove idee di diversi ritmi, chiavi e stati d’animo, fino ai momenti di calma che giungono con il secondo soggetto classico più tranquillo. Ma ecco che presto torna la guerra, con ritmi inusuali e di lotta violenta, culminanti in sei martellanti accordi in due tempi che tagliano i tre tempi del movimento. Poche battute vigorose chiudono l’Esposizione.

Sconvolgimenti e calma si alternano per il resto del movimento. Notevole nello Sviluppo è lo sconvolgimento più tremendo di tutti, che culmina in una triplice sconvolgente discordia di Fa maggiore con Mi naturale in ottone, da cui scaturisce il miele di una melodia lirica nuovissima, ma ancora cadenzata! Notevole in Coda è la quadruplice trionfante ripetizione del tema principale dell’eroe, culminante con logica inesorabile in un tripudio di gloria.

Signore, dónaci eroi della Fede, eroi teneri e valorosi, eroi della Chiesa!

Kyrie eleison.

La Battaglia di Austerlitz

La Battaglia di Austerlitz on Agosto 18, 2007

Io amo i campi di battaglia. Monumenti silenziosi delle battaglie delle epoche passate, essi sono dei luoghi di svolta della storia, dove gli uomini erano pronti a morire per far prevalere la loro causa. Di solito, gli uomini non sono pronti a morire per delle inezie. Spesso lo sono per la loro religione, con la quale sono in giuoco le loro più alte e più profonde convinzioni. Infatti, ogni volta che gli uomini sono pronti a morire per una causa che sembra non essere religiosa, spesso tale causa, una volta esaminata, si rivela essere in effetti la loro religione reale. Cos’è la vita? Una lotta, si dice!

Così, quando diversi mesi fa mi sono trovato per puro caso a mezz’ora d’auto dal campo di battaglia di Austerlitz, mi sono recato lì prima possibile. Austerlitz, posto nell’odierna Repubblica Ceca, 70 miglia a nord di Vienna, è il luogo dove nella fredda Domenica mattina del 2 dicembre 1805, Napoleone conseguì una delle sue più grandi vittorie militari, schiacciando con il suo esercito rivoluzionario francese il numericamente superiore esercito austro-russo raccolto dalla Terza Coalizione formatasi per combatterlo. Dopo la battaglia, presentata all’inizio del famoso romanzo di Tolstoj, “Guerra e Pace”, i Russi superstiti ritornarono zoppicanti in Russia e l’Impero Austro-Ungarico perse molti territorii e fu costretto a pagare un forte indennizzo di guerra. La presenza e l’influenza rivoluzionarie francesi fece un passo avanti nella mappa dell’Europa. Ancora oggi una stazione ferroviaria di Parigi porta il nome di Austerlitz (come Waterloo a Londra).

Come fece Napoleone ad ottenere quella vittoria? Principalmente, come si apprende sul posto, con il “Salto del Leone”. Subito dopo l’inizio della battaglia, egli colpì con forza il centro indebolito dello schieramento della Coalizione, lo spezzò in due e sopraffece sull’ala sinistra il forte nemico ormai circondato. Il “leone” aveva colpito al centro perché aveva capito o sapeva che era quello il punto debole del nemico? I libri di storia dicono che probabilmente si trattò del suo genio militare. Sul campo di battaglia si apprende che il “leone” ebbe una soffiata . . .

Sulla bronzea presentazione approntata per i visitatori sulla collinetta dalla quale Napoleone comandò l’avvio della battaglia, è inciso che la notte prima egli ricevette la visita di qualcuno che gli rivelò il piano del generale austriaco Weyrother dell’attacco in massa degli alleati sull’ala destra francese, per tagliare la loro ritirata a Vienna. Questa concentrazione sull’ala sud fu quella che indebolì il centro austro-russo. In effetti, si potrebbe dire che fu il visitatore a fornire a Napoleone la sua vittoria. Chi era costui?

Una spia francese? Un traditore austriaco? Molto probabilmente nessuno dei due. In altre parole, un massone che lavorava per il trionfo della Rivoluzione liberale contro gli imperi ancora cristiani di Austria-Ungheria e Russia. Nel vicino castello di Austerlitz, che ha dato il nome alla battaglia, un museo per i turisti espone i ritratti dei generali che presero parte alla battaglia. Da parte della Coalizione sono tutti anziani, aristocratici, dall’aspetto serio e responsabile. Da parte francese sono tutti giovani, pochi possibili aristocratici, con una luce selvaggia negli occhi. In verità, un mondo nuovo prese il sopravvento . . . . E il mondo cristiano di oggi?

Kyrie eleison.