Rio de Janeiro

Doppia virtualità

Doppia virtualità on Giugno 13, 2009

La maggior parte di voi, se non tutti, sa che nelle prime ore del 1° giugno un aereo di linea dell’Air France con 228 anime a bordo è precipitato lungo la sua rotta da Rio de Janeiro a Parigi, e si è schiantato nell’Oceano Atlantico. Un evento straordinario? O piuttosto la cosa straordinaria è che non tutti questi mostri da 100, 150 tonnellate cadano dal cielo? Praticamente, la tecnologia dell’uomo non ha dominato la realtà?

La tecnologia di questi Leviatani aerei è davvero qualcosa degna di ammirazione. Ogni giorno ormai migliaia di loro, in tutto il mondo, sfidano la gravità per salire a sei miglia d’altezza e per far volare centinaia di passeggeri alla volta oltre le catene montuose, attraverso vasti oceani, da un continente all’altro, soprattutto in completa sicurezza. Gli incidenti fanno sempre notizia nei media, ma sono così rari rispetto al numero totale dei voli che i passeggeri possono avere paura, ma non pensano mai che precipiteranno.

Così, con fiducia entrano nelle pance dei mostri, all’aeroporto di partenza, passano dalla terra e dai suoi reali fusi orarii nel mondo virtuale dei suoni ovattati, dei pasti nella plastica e – virtualità nella virtualità – dell’”intrattenimento in volo”, che significa sempre di più la scelta personale dei film da guardare al proprio posto. Avvolti in questo accogliente bozzolo di avvolgente tecnologia, di norma si percepisce il brivido occasionale dell’apparecchio o il cambiamento dell’intonazione dei suoi motori, che ricordano che fuori, appena a pochi metri di distanza, c’è una realtà potenzialmente mortale, non sempre perfettamente domata . . .

 . . . . Come saranno stati quegli ultimi momenti all’interno dell’abitacolo dell’Air France 447? Orribile da immaginare! Undici giorni dopo, la causa esatta dell’incidente non è ancora nota. Si saranno bloccati i sensori della velocità, confondendo i computer di bordo, così da provocare errate variazioni di velocità, altamente pericolose per il volo in turbolenza? Fortunatamente per i passeggeri e l’equipaggio, la rottura dell’aereo in quota e la conseguente depressurizzazione, avrà provocato la perdita di coscienza per i diversi minuti di caduta nel buio fino alla morte certa dell’impatto con l’acqua, che in circostanze così si comporta come il cemento!

O furono sfortunati? Delle 228 anime sull’AF 447, quanti avranno sentito il bisogno di fare un perfetto atto di contrizione prima di perdere coscienza? Di questi, quanti, non sopraffatti dal panico e dalla paura, avranno avuto la fede necessaria e la presenza di spirito per farlo? In breve, quanti erano pronti a salvare le loro anime? Per quanto riguarda il momento della morte, Nostro Signore dice a tutti noi: “ Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, . . . perché non giunga all’improvviso, trovandovi addormentati ” ( Mc. XIII, 35–36). E per quanto riguarda gli incidenti apparentemente casuali Egli dice: “ se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo ” ( Lc. XIII, 5). Oggi la penitenza necessaria è vivere la nostra Fede. Ancora troppo? Qualcosa di meno dall’essere ossessionati dall’AF 447.

Kyrie eleison.

Ricercare la Verità

Ricercare la Verità on Giugno 6, 2009

La perdita della verità è una caratteristica dei tempi moderni. La gente sembra credere o che la verità non esiste (“Che cos’è la verità?”, chiese Ponzio Pilato), o che esiste ma non è importante, o che esiste ed è importante, ma non può essere scoperta dalla mente umana. In qualunque modo, cerchiamo di mangiare, bere e divertirci, perché se la menzogna è buona come la verità, l’errore è tanto buono quanto giusto, questo mi rende libero di fare come mi pare.

Che cos’è la verità? La verità è l’incontro tra la mente e la realtà. C’è del vero nella mia mente quando ciò che è in essa eguaglia o corrisponde a ciò che è fuori di essa, nella realtà. Nessuno crede seriamente che non vi sia alcuna realtà fuori dalla sua mente (a meno che non sia pazzo), perché, per esempio, nessuno il cui motore dell’automobile si ferma non solleva il cofano per scoprire la causa. Quindi la verità per me esiste ogni volta che ciò che è nella mia mente corrisponde alla realtà esterna.

E questa verità è importante? Certo che lo è. La mia sopravvivenza in questa vita dipende minuto dopo minuto dal sapere se l’aria sia veramente respirabile, giorno dopo giorno dal sapere quale cibo e bevanda siano veramente commestibili, e la mia felicità per l’eternità dipende dal sapere se Dio esiste davvero, se sia veramente il dispensatore di tale felicità e se egli mi pone davvero talune condizioni per ottenerla. Se su uno di questi punti nella mia mente vi è falsità e non verità, o io muoio in pochi minuti, o in pochi giorni, o mi manca la felicità per tutta l’eternità.

Certo che importa che ciò che è nella mia mente corrisponda alla realtà fuori di essa!

Ma può la mente umana conoscere sempre la verità? In effetti a volte non può. Ma di solito ricerca la verità: “chi cerca trova”. Spesso, se gli uomini non trovano la verità, non è perché essa non può essere trovata, ma perché non c’è la reale volontà di trovarla. Si prenda per esempio l’attuale difficile e costosa caccia alle prove capaci di dire perché l’aereo di linea francese si sia schiantato tra Rio de Janeiro e Parigi. Esse alla fine possono o non possono dirci la verità, ma vanno trovate, perché, per quanto ne sappiamo, la sicurezza dei voli futuri può dipendere da esse.

Che nessuno pretenda che non possa essere trovata alcuna verità quando ci sia un modo per trovarla. Egli dimostrerebbe la sua mancanza di volontà di trovarla. C’è una grande mancanza di tale volontà in quella che è ancora chiamata “civiltà occidentale”. Questo è il motivo per cui essa è satanica ( Gv. VIII, 44).

Kyrie eleison.