Mons. Fellay – I
Dopo la riunione del 26–28 giugno, in Svizzera, dei Superiori della FSSPX, il Superiore Generale ha reso noto non solo il Comunicato del 29 giugno, rivolto al pubblico in generale e che abbiamo già esaminato in questi “Commenti” tre settimane fa, ma anche una Dichiarazione, il 28 giugno, rivolta ai membri della FSSPX, cioè primariamente ai sacerdoti della FSSPX. La Dichiarazione, di per sé, è criptica, ma una volta decifrata (con l’aiuto di Don Girouard), essa risulta carica di significato per il futuro della Tradizione cattolica. Ecco schematicamente i primi sei paragrafi della Dichiarazione, insieme col testo integrale del settimo:—
(1–4) La Chiesa e il mondo sono in crisi, perché invece di ruotare intorno alla Croce di Cristo, ruotano intorno all’uomo. La FSSPX si oppone a questa “destrutturazione” della Chiesa e della società umana.
(5) Il rimedio di Dio per questo disordine consistette nell’ispirare un Arcivescovo a fondare una Congregazione cattolica gerarchica centrata intorno al sacramento degli Ordini Sacri – Gesù Cristo, la Sua Croce, la Sua Regalità, il Suo Sacrificio e il Suo Sacerdozio, fonte di ogni ordine e di tutte le grazie, sono ciò che connotano la Fraternità fondata dall’Arcivescovo.
(6) Così la FSSPX non è né conciliare (essa ruota intorno a Cristo) né faziosa (essa è gerarchica).
(7) “È veramente il momento della restaurazione generale della Chiesa? La Divina Provvidenza non abbandona la sua Chiesa il cui capo è il Papa, Vicario di Gesù Cristo. Per questo, un segno incontestabile di questa restaurazione sarà la volontà manifesta del Sommo Pontefice di fornire i mezzi per ristabilire l’ordine del sacerdozio, della Fede, della Tradizione – segno che sarà, per di più, il garante della necessaria unità della famiglia della Tradizione.”
Chiaramente i primi sei punti portano al settimo. E non è irragionevole intendere il settimo nel senso che quando Papa Francesco darà l’approvazione ufficiale alla Fraternità, questa sarà la prova che è finalmente arrivato il momento che tutta la Chiesa cattolica si riprenderà, che saranno restaurati il sacerdozio cattolico, la Fede cattolica e la Tradizione cattolica, e che tutti i tradizionalisti si uniranno alla Fraternità San Pio X sotto il suo Superiore Generale. Mons Fellay sembrerebbe ripetere qui a beneficio di tutti i sacerdoti della Fraternità, la sua costante visione del glorioso ruolo della Fraternità, dal momento che nel corso della riunione svizzera, come si è saputo, almeno alcuni dei Superiori avevano poco prima messo in dubbio che la gloria potesse venire sottoforma di una riunione con la Roma ufficiale. Solo che quei Superiori in disaccordo avevano ragione, perché qui Mons. Fellay sta sognando! Un sogno nobile, ma mortale.
Il sogno è nobile perché è tutto in onore di Nostro Signore Gesù Cristo, della Sua Chiesa, del Suo Sacrificio, di Mons. Lefebvre, del sacerdozio cattolico e così via. Il sogno è mortale perché si muove sul sacerdozio piuttosto che sulla Fede, e mentre accredita correttamente Papa Francesco e i Romani come i detentori dell’Autorità della Chiesa, non tiene conto di quanto essi siano lontani dal detenere la Fede cattolica. Se si può dire che Mons. Lefebvre ha salvato il sacerdozio cattolico e la Messa, per lui erano solo come un mezzo per salvare la Fede. Ricordiamo infatti la Fede sta al sacerdozio come il fine sta al mezzo, e non viceversa. Cosa sarebbe il sacerdozio senza la Fede? Chi crederebbe nei Sacramenti? Chi avrebbe bisogno di sacerdoti?
E riguardo a questa Fede, il Papa attuale e gli ufficiali romani che imperversano intorno a lui, hanno perso la presa sulla Verità in quanto unica, oggettiva, non contraddittoria ed esclusiva, e con ciò hanno perso loro presa sulla vera Fede, per non dire che hanno perso la vera Fede. Ciò significa che se Papa Francesco approvasse davvero ufficialmente la Fraternità, questo non sarebbe in alcun modo un segno che la Fraternità potrebbe restaurare la sanità della Chiesa, quanto piuttosto il fatto che la Chiesa ufficiale assorbirebbe la Fraternità nella sua follia.
Kyrie eleison.