Il pensiero della neo-Fraternitá – III
In questi “Commenti” (395), abbiamo già detto che al Primo Assistente della Neo-Fraternità manca la dottrina e che (396) questa mancanza di dottrina è un problema più vasto di quanto possa apparire, perché si tratta dell’intera modernità contro l’intera Verità; adesso resta da mostrare come questo problema universale si manifesti in una serie di errori particolari presenti in questa intervista concessa in Germania da Don Pfluger verso la fine dello scorso anno. Per brevità utilizzeremo la sintesi del suo pensiero (essenzialmente rispondente) che abbiamo esposto due settimane fa. Le espressioni che abbiamo riprese sono in corsivo
La Chiesa cattolica è vasta, molto più vasta del movimento tradizionale.
Sì, ma la dottrina del movimento tradizionale è vasta né più né meno la dottrina della Chiesa cattolica, essendo identica ad essa, e questa dottrina è il cuore e l’anima del movimento tradizionale.
Non potremo mai rendere la Tradizione convincente o attraente se rimaniamo mentalmente bloccati agli anni ‘50 o ‘70.
Pensare di rendere la Tradizione “convincente o attraente” è un modo troppo umano di concepirla. La Tradizione cattolica viene da Dio, ed ha un potere divino di convincere e di attrarre, a patto che venga presentata fedelmente, senza cambiamenti o alterazioni umane.
La Tradizione cattolica . . . non può essere limitata alle condanne . . . del liberalismo . . . , che erano di routine nel XIX e nel XX secolo.
Vero, ma allora non si sarebbe potuto difendere il Vangelo senza quelle condanne dottrinali, e dal momento che il XXI secolo è più liberale che mai, oggi la Tradizione non può essere mantenuta senza tali condanne.
Il nostro tempo è diverso, non possiamo rimanere fermi . . . . molto di ciò che è moderno non è immorale.
Il nostro tempo non è molto diverso. Esso è più liberale di prima (ad esempio i “matrimoni” omosessuali), quindi, anche ammettendo che non tutto è immorale, la dottrina cattolica è assolutamente necessaria per separare il morale dall’immorale.
Quindi, dobbiamo continuamente ri-posizionarci, e questo è un problema puramente pratico e non una questione di Fede.
Qualsiasi ri-posizionamento che fa la Chiesa deve sempre essere valutato alla luce della Fede. Il ri-posizionamento fatto dalla ex-FSSPX a partire dal 2012 si è chiaramente gettato alle spalle la lotta per la Fede condotta da Mons. Lefebvre.
I “Resistenti” si sono fabbricata una “fede”da loro, soggettiva, personale, per poter condannare la Neo-Fraternità.
Quali che siano le debolezze umane della “Resistenza”, essa, al pari del movimento tradizionale nel 1970, è sorta spontaneamente in tutto il mondo, per reazione contro il tradimento della Neo-Fraternità. La reazione può sembrare disunita, ma è tenuta insieme dell’identica Fede professata dai Resistenti.
Il Quartier Generale della FSSPX nel 2012 non ha tradito la Tradizione, tant’è che le sue azioni sono state attaccate da entrambi i lati.
Questo significa che la verità è sempre nel mezzo e può essere misurata con le reazioni umane? Ma questa è politica umana! Inadeguata a giudicare della divina Verità, assolutamente inadeguata a risolvere l’odierna crisi della Chiesa.
I testi ufficiali della Neo-Fraternità del 2012 non erano dogmatici.
Ma il più ufficiale dei documenti della ex-FSSPX nel 2012 è stata la delibera del Capitolo Generale con le sue sei condizioni per ogni futuro “accordo” con Roma, e cioè le sei condizioni gravemente inadeguate per sostenere la difesa della Fede contro i suoi mortali nemici conciliari. Forse che non l’intera Fede è dogmatica?
Roma era meno aggressiva verso la FSSPX nel 2012 di quanto lo fosse nel 2006.
Semplicemente perché dal 2006, e anche prima, Roma ha potuto vedere la FSSPX trasformarsi costantemente in una tigre di carta.
In breve, la FSSPX segue lo Spirito, si basa sulla Tradizione.
I neo-protestanti Carismatici “seguono lo Spirito”. Gli Indultisti “si basano sulla Tradizione”.
Dovrebbe essere ormai chiaro che don Pfluger vuole lasciarsi alle spalle la dottrinalmente anti-liberale Fraternità di Mons. Lefebvre, e ridisegnare una Neo-Fraternità che armonizzi con la neo-Chiesa del Vaticano II. Non basta dire che l’ex FSSPX non ha ancora fatto alcun passo decisivo verso Roma, perché a meno che sorga, e presto, una ferma resistenza all’interno della Neo-Fraternità, i suoi capi stanno consegnandola, lentamente ma inesorabilmente, tra le braccia della Roma conciliare. È questo che vogliono veri Cattolici?
Kyrie eleison.