Commenti Eleison

“Prometeo” – Introduzione

“Prometeo” – Introduzione on Giugno 15, 2019

Quando Monsignor Lefebvre pensava al futuro della Fraternità San Pio X, era solito sperare che essa avrebbe contribuito agli studi dei 16 documenti del Concilio Vaticano II, perché quella era la principale via d’accesso attraverso la quale negli anni Sessanta arrivò la moltitudine di problemi senza precedenti che da allora affliggono la Chiesa e il mondo. Indubbiamente la Fraternità ha contribuito in qualche misura a tali studi; ma ci si può chiedere: essa stessa sarebbe afflitta da tali problemi, com’è oggi – e qualcuno pensa fino alla morte – se i suoi sacerdoti avessero avuto una migliore conoscenza della malattia del Vaticano II, allettante, altamente contagiosa e mortale per la vera Fede?

In ogni caso, sul problema è stato pubblicato in spagnolo, nel 2010, uno studio scritto da un sacerdote argentino della Fraternità, Don Álvaro Calderón, un tomista pienamente qualificato che insegna filosofia e teologia presso il seminario della Fraternità in Argentina. Il titolo del libro è “Prometeo, la religione dell’uomo”, col sottotitolo “Saggio per interpretare il Vaticano II”. Le sue 320 pagine si concludono con la drammatica accusa che il Vaticano II è un’idolatria, già nei suoi documenti e non solo nelle sue conseguenze. Sembra che il libro sia stato tradotto in francese, ma se tale traduzione esiste, certamente non è mai apparsa, molto probabilmente per proteggere la Neochiesa Conciliare e la sua discendenza bastarda, la Neofraternità. In effetti, sarebbe bene che il libro fosse tradotto e pubblicato in tutte le lingue.

Per aiutare a spiegare perché questi “Commenti” condannano così spesso il Vaticano II, offriremo ai lettori una panoramica del libro distribuita in una serie di numeri. Presentare in pochi articoli di circa 750 parole ciascuno un libro di 320 pagine è un’impresa rischiosa, ma lo sforzo va fatto, perché è troppo importante che i cattolici si facciano almeno un’idea della piena malizia del Vaticano II. Così questi articoli serviranno meno ai teologi professionisti, che esigono maggiore profondità e precisione per essere persuasi, e più alle anime semplici che cercano una spiegazione per la devastazione della Chiesa e del mondo che li circonda. Per provocare tale devastazione, il Vaticano II doveva essere profondo e coerente. Ci auguriamo che i detti numeri di questi “Commenti” siano almeno sufficienti a suggerire la profondità tomistica e la coerenza del libro di Don Calderón.

L’accusa che il Vaticano II è idolatria non potrebbe essere più grave, ma nel libro è sostenuta da una serie di riferimenti ai 16 documenti del Vaticano II stesso, specialmente Gaudium et Spes e Lumen Gentium. Come spiega l’autore, il problema è che, per ragioni storiche, gli autori del Vaticano II hanno avuto cura di mascherare la loro dottrina idolatrica in modo che non sembrasse essere in contrasto con la Tradizione cattolica. Lo stesso Mons. Lefebvre firmò all’epoca 14 dei 16 documenti, cosa che mai avrebbe fatto qualche anno dopo, quando, dai frutti, il mascheramento apparve chiaro. Tali documenti, infatti, sono abilmente ambigui: hanno una lettera e tutt’altro spirito. In tal modo, sia molti cattolici sinceramente fedeli alla Chiesa, sia i modernisti che cercano di trasformare la Chiesa, possono affermare che la lettera dei documenti è cattolica, ma il grande vantaggio di un’analisi come quella di Don Calderón è di sostenere, a partire dalla lettera dai documenti stessi, che il loro spirito è quello di fabbricare una religione completamente nuova incentrata sull’uomo. Da qui si comprende come in realtà il neo-modernismo del Vaticano II sia particolarmente viscido e perfido.

L’edizione spagnola di questo libro è ancora disponibile? Si spera di sì. In ogni caso l’editore è Luis Maria Campos, 1592, Morón, Bs. As., Argentina, Tel. 4696–2094. Su più di uno sito internet si trova “Prometeo la Religión del Hombre” con un testo abbastanza completo in spagnolo del libro di Don Calderón, liberamente scaricabile. Il libro è diviso in quattro capitoli. Capitolo I: Cos’è stato il Concilio Vaticano II; Capitolo II: L’uomo nuovo; Capitolo III: La nuova Chiesa; Capitolo IV: Una nuova religione. In questi “Commenti” presenteremo quattro articoli (forse non in continuità), corrispondenti ai quattro capitoli.

Kyrie eleison.

Prometeo – I

Prometeo – I on Giugno 15, 2019

Il Vaticano II è stato un disastro per la Chiesa cattolica. Per il futuro della stessa Chiesa e per i cattolici che desiderano salvare la loro anima è essenziale vedere perché è stato un tale disastro. Don Álvaro Calderón, professore di Filosofia tomistica e di Teologia presso il Seminario della Fraternità San Pio X a La Reja in Argentina, ha scritto dieci anni fa un libro che dimostra che il Vaticano II, dall’interno della Chiesa, ha sostituito la religione di Dio con la religione dell’uomo. Il primo dei quattro capitoli del libro, spiega cosa è stato il Vaticano II, e ne presenta una definizione in tre parti: esso è stato l’ufficializzazione di un umanesimo travestito da cattolicesimo.

In primo luogo è stato un umanesimo, cioè una glorificazione dell’uomo a scapito di Dio. Il Medioevo fu seguito da una serie di umanesimi, ad esempio il Rinascimento, la Riforma, la Rivoluzione Francese, ma, dice Don Calderón, ogni volta tale umanesimo è naufragato, perché aveva rotto con la Chiesa Cattolica. Risultato finale? Due guerre mondiali. Ma questa volta, col Vaticano II, sono stati gli stessi uomini di Chiesa a creare il nuovo umanesimo che si adattasse alla Chiesa cattolica. Da qui l’ufficializzazione senza precedenti, da parte del Vaticano II, di quello che era sempre stato un grave errore denunciato dalla Chiesa, solo che questa volta gli uomini di Chiesa hanno saputo farlo sembrare cattolico. In questo modo essi, con il loro umanesimo, avrebbero raggiunto il mondo moderno incentrato sull’uomo, ma allo stesso tempo essi erano intenti a rimanere all’interno della Chiesa, presumibilmente per salvare sia l’uomo moderno dalla sua empietà, sia la Chiesa moderna dal suo sterile isolamento. Nel migliore dei casi tali uomini di Chiesa al Vaticano II avevano buone intenzioni; nel peggiore essi sapevano che la loro nuova riconciliazione di due forze opposte non avrebbe funzionato, se non per distruggere la Chiesa, ed era questa la cosa di gran lunga peggiore che essi volevano.

E perché la nuova riconciliazione non avrebbe funzionato? Perché Paolo VI voleva un nuovo umanesimo che fosse né orientato inumanamente verso Dio, come nel Medioevo, né eccessivamente contro Dio, come nei tempi moderni; egli voleva un nuovo equilibrio tra i due eccessi che mostrasse che la maggior gloria di Dio coincide con la gloria dell’uomo. Ad esempio, l’uomo è la più grande creazione del suo Creatore, per cui glorificare l’uomo significherebbe glorificare anche Dio. In più, essendo l’uomo, nel suo essere libero, a immagine di Dio, più egli è libero, più glorifica Dio. Ne conseguirebbe che il promuovere la dignità e la libertà umana equivarrebbe a glorificare non solo l’uomo, ma anche Dio. Ma se si parte dalla gloria dell’uomo, chi è che non vede il rischio di ricadere nella stessa gloria dell’uomo? Inoltre, Dio è il solo e l’unico Essere interamente Perfetto, che non può quindi avere bisogno o volere qualcosa al di fuori della Sua gloria intrinseca. Solo secondariamente, per la Sua gloria estrinseca, Egli può volere o desiderare la bontà di qualsiasi creatura al di fuori di Se stesso. Quindi la verità è che sia Dio sia l’uomo sono orientati primariamente verso Dio, e Dio può essere orientato solo secondariamente verso l’uomo.

Ma ecco alcune citazioni dal documento del Vaticano II, Gaudium et Spes: “tutto quanto esiste sulla terra deve essere riferito all’uomo, come a suo centro e a suo vertice” (#12) – che ne è di Dio? “L’amore di Dio e del prossimo è il primo e più grande comandamento” (#24) – ma il prossimo appare nel Primo Comandamento? “L’uomo, . . . in terra è la sola creatura che Iddio abbia voluto per se stessa” (n. 24). Per

l’uomo stesso? La deviazione è grave, ma sottile, e nei testi conciliari è piuttosto implicita che esplicita, ma emerge più chiaramente nell’insegnamento della Chiesa dopo il Concilio, per esempio nel Nuovo Catechismo (Cfr. i nn. 293, 294, 299). In effetti, dice Don Calderón, il Concilio pone l’uomo sul trono della creazione e Dio al suo servizio.

Allo stesso modo, il Vaticano II capovolge l’autorità. L’Umanesimo è sempre contro l’autorità, ma il Nuovo Umanesimo deve sembrare cattolico, quindi deve cercare un modo diverso per far regnare l’autorità di Cristo nella Chiesa e nel mondo moderno. Ma Cristo avrebbe detto di essere venuto a servire (Mt. XX, 25–28). Così la Neogerarchia si sarebbe resa democratica dall’alto verso il basso per servire l’uomo moderno in un modo per lui comprensibile. Ma dove sarebbe en questa Neogerarchia l’autorità di Dio per elevare gli uomini al Cielo? Essa è disciolta; e disciolta l’autorità nella Chiesa, l’autorità sarà disciolta ovunque, come lo vediamo intorno a noi nel 2019.

La II parte sul libro di Don Calderon tratterà dell’Uomo Nuovo del Vaticano II; la III parte: della Nuova Chiesa; la IV parte: della Nuova Religione.

Kyrie eleison.

Ancora Huonderland

Ancora Huonderland on Giugno 1, 2019

Il 20 maggio, giorno in cui è scaduto il mandato di Mons. Huonder come capo della grande Diocesi svizzera, quella di Coira, che detiene dal 2007, la controversa questione del suo futuro luogo di pensionamento è stata risolta una volta per tutte da un comunicato firmato congiuntamente dallo stesso Mons. Huonder e dal Superiore Generale della Fraternità San Pio X, Don Davide Pagliarani. Il vescovo vivrà nella scuola per ragazzi della Fraternità a Wangs, nella Svizzera orientale.

Erano sorti dei dubbi su dove il Vescovo si sarebbe ritirato, a causa della naturale improbabilità di un vescovo Conciliare che si stabilisse in una casa Tradizionale, ma a fronte dei due cigli dell’abisso dottrinale tra il Concilio Vaticano II e la Tradizione cattolica, è prevalso il sogno antidottrinale di colmare tale abisso. Così, a proposito della sua decisione, lo stesso onorevole Vescovo ha appena scritto: “Secondo gli auspici di Papa Francesco, mi impegnerò (a Wangs) a contribuire all’unità della Chiesa”. È un’intenzione onorevole, ma che non tiene conto del male del Vaticano II.

Visto come va il mondo moderno, e con esso la Chiesa moderna, e con la Neochiesa la Neofraternità, Mons. Huonder è un ecclesiastico decente e ben intenzionato, pieno di buone intenzioni che possono far credere a qualsiasi persona “decente” che egli sia un buono compagno, tanto da poterlo collocare con sicurezza in una scuola “decente”. Certo, si può sperare che tutto quello che è cattolico a Wangs gli faccia del bene.

Ma dal punto di vista di Dio e della vera Chiesa cattolica, egli crede nel Concilio Vaticano II, e quindi crede nel poter lavorare con l’attuale Papa di quel Concilio, Papa Francesco, e insieme a lui con tutti i sostenitori della Tradizione che hanno perso la loro presa sull’oggettiva ambiguità, e sul male di quel Concilio con i suoi sei Papi Conciliari. In effetti, quel Concilio è profondamente privo di Dio e contamina tutto ciò che tocca (si vedano alcuni numeri di questi “Commenti” che saranno presto pubblicati), e stravolge di fatto tutte le persone che credono in esso. Quindi, dal punto di vista della salvezza delle anime – che è lo stesso punto di vista di Dio – Mons. Huonder è, oggettivamente parlando, contaminato e stravolto, non è affatto un buono compagno per i cattolici o per una scuola cattolica, tanto più pericoloso per il suo essere soggettivamente dignitoso, benintenzionato, simpatico e così via.

Né è necessario biasimarlo più o meno che migliaia e migliaia di altri vescovi “decenti”, che a partire dal Vaticano II si siano lasciati ingannare da una serie di Papi Conciliari; né è necessario insultarlo come se fosse un cattivo, né evitarlo socialmente come fosse un paria; ma i cattolici dovrebbero assolutamente evitare ogni tipo di contatto con lui, sociale o altro, che potrebbe portare alla tentazione di stare con lui in materia di Fede, fino a quando lui crede nel Vaticano II. E se per evitare una simile tentazione sarebbe necessario evitare tutta la sua compagnia, allora è meglio escluderla del tutto. Dio e la Fede devono venire avanti e prima di tutto, altrimenti possiamo perdere la nostra anima.

In conclusione, per il suo pensionamento possiamo solo augurare a Mons. Huonder ogni grazia di Dio, perché comprenda la perfidia del Vaticano II, e ogni grazia di Dio per i Tradizionali che risiedono nella Scuola della Fraternità di Wangs, perché lo aiutino con il loro esempio a comprendere il pericolo degli “auspici” di Papa Francesco nei confronti della Fraternità, che un altro esempio ha appena portato alla luce.

La notizia è arrivata da Roma nei giorni scorsi: il sacerdote argentino nominato da Mons. Fellay Economo Generale della Fraternità, su richiesta di Papa Francesco e col consenso del nuovo Superiore Generale della Fraternità, Don Pagliarani, è rientrato nella Chiesa ufficiale, e sempre per volontà di Papa Francesco risiede attualmente nella Casa Santa Marta, dove vive lo stesso Papa; egli sarà incardinato nella diocesi di Roma, in attesa che possa essere nominato vescovo da Papa Francesco. Se una tale notizia fosse vera solo a metà, non rivelerebbe ancora l’incapacità o la mancanza di volontà dei dirigenti della Fraternità di comprendere che Mons. Lefebvre ha combattuto il Concilio Vaticano II per ragioni di Fede?

Kyrie eleison.

Segno malo

Segno malo on Maggio 25, 2019

Tenetevi forte, cari lettori, per un’altra brutta notizia. Non è la fine del mondo, ma è un altro refolo in un vento malo, un’altra indicazione che il vento soffia nella direzione sbagliata, quando invece speravamo che il vento potesse aver girato nella giusta direzione. Dopo tutto, quando nel Capitolo Generale del luglio dello scorso anno è stato eletto un nuovo Superiore Generale, non è stato un segno che la ferma presa dei liberali sulla direzione presa dalla Fraternità si stava finalmente allentando? Che c’era la speranza che il nuovo Superiore Generale potesse portare la Fraternità in una direzione più sana di quella presa dai due immediati successori di Monsignore Lefebvre?

Questa speranza ha ricevuto un brusco shock quando abbiamo saputo che poco prima della fine del Capitolo, questo aveva creato, accanto al normale organo di governo della Fraternità, che è il triumvirato del suo Superiore Generale e dei suoi due Assistenti, due nuovi posti di Consigliere, per consigliare il triumvirato – e chi è stato nominato a questi due posti? – nientemeno che i due precedenti Superiori Generali! Ma nel caso in cui avessimo paura che questo potesse significare che non ci sarebbe stato alcun cambiamento nell’incubo crescente della Fraternità negli ultimi 20 anni, ci è stata data l’assicurazione che i due nuovi Consiglieri avrebbero consigliato solo l’inclusione o l’esclusione dei membri della Fraternità, o l’apertura o la chiusura delle case della Fraternità. E chiunque ha voluto crederci lo ha creduto.

Ancora per dissipare i timori che al vertice della Fraternità più le cose cambiano e più rimangono le stesse, e che la Fraternità è ancora strettamente ghermita dai suoi nemici interni, ci è stato anche detto che l’ex Superiore Generale non avrebbe soggiornato più nella sede centrale della Fraternità a Menzingen, vicino a Zurigo, ma si sarebbe stabilito nel seminario principale della Fraternità a Écône, con una catena di alte montagne tra esso e Menzingen. Una tale mossa aveva spaventato alcuni di noi per l’ombra che avrebbe gettato su tutto il Seminario la vicinanza dell’ex Superiore Generale, in relazione alla formazione sacerdotale dei futuri sacerdoti francofoni della Fraternità, ma almeno quest’ombra non avrebbe gravato sul suo successore a Menzingen. In questo senso, potevamo sperare che almeno egli lasciasse il suo successore a Superiore Generale libero di determinare da solo la futura politica della Fraternità. Questo è sicuramente ciò che il trasferimento da Menzingen a Écône poteva farci pensare. Ma, ahimè, sembra che ancora una volta siamo stati presi per degli sciocchi.

L’ultima notizia, proveniente da più di una fonte e sicuramente facile da verificare, è che l’ex Superiore Generale ha fatto le valigie a Écône ed è tornato a Menzingen. Sembra che egli abbia considerato o che la sua permanenza nel quartier generale avrebbe provocato solo una scarsa reazione, o che la reazione non ci sarebbe stata, in ogni caso che era meglio per il ragno ritornare al centro della sua tela, perché nessuna delle mosche se ne sarebbe accorta.

Sacerdoti della Fraternità San Pio X di Monsignor Lefebvre, è a suo nome che ci appelliamo a voi: credete se volete che la politica di sottomissione alla Roma conciliare non sia suicida per la Fraternità di Monsignore e per lo scopo per cui lui l’ha fondata, ma certo è che, con le parole di Amleto: “non ponete questo lusinghiero unguento sulla vostra anima” – il cambiamento a luglio del Superiore Generale non ha prodotto una vera differenza in questa politica. Sembra che la stessa mafia dei liberali sia ancora in carica e sia ancora intenzionata – naturalmente con le migliori intenzioni – a disfare quello che ha fatto Monsignore.

Il problema non è da poco, e attiene molto al di fuori della piccola Fraternità – rimanete attenti.

Kyrie eleison.

La Brexit di Daniele

La Brexit di Daniele on Maggio 17, 2019

Se la povera Inghilterra ha urgente bisogno di capire in profondità perché l’Europa sta andando male, così da salvare la Gran Bretagna dal seguire il Nuovo Ordine Mondiale, quanto più i cattolici hanno bisogno di capire in profondità come e perché la loro Chiesa è andata male al Vaticano II, così da salvare il mondo intero dal suo allontanamento dall’unico vero Dio. Nell’Antico Testamento, Dio stesso ispirò nel Suo profeta Daniele, esiliato lontano da casa per la Cattività Babilonese (ca. 590–520 a.C.), una urgente preghiera di contrizione per i peccati degli Israeliti, affinché Dio perdonasse il Suo popolo e gli concedesse di restaurare la gloria del Suo nome permettendogli di praticare ancora una volta la Sua santa religione nella città santa di Gerusalemme. Non è difficile adattare alla Cattività della Chiesa Cattolica nel XXI secolo la grande preghiera di Daniele (capitolo IX):—

[4] e feci la mia preghiera e la mia confessione al Signore mio Dio: «Signore Dio, grande e tremendo, che osservi l’alleanza e la benevolenza verso coloro che Ti amano e osservano i Tuoi comandamenti, [5] abbiamo peccato e abbiamo operato da malvagi e da empii, siamo stati ribelli, col Vaticano II ci siamo allontanati dai Tuoi comandamenti e dalle Tue leggi! [6] non abbiamo ascoltato i Tuoi servi, i fedeli Papi, che hanno parlato nel Tuo nome ai nostri presidenti, ai nostri governi, ai nostri padri e a tutto il popolo della Cristianità.

[7] A Te conviene la giustizia, o Signore, a noi la vergogna sul volto, come avviene ancor oggi ai cattolici, a coloro che stanno a Roma, a tutta la Chiesa, a quelli che sono vicini e a quelli che sono lontani, in tutti i paesi in cui Tu li punisci ora per il tradimento che hanno commesso contro di Te. [8] O Signore, la vergogna sul volto a noi, ai nostri presidenti, ai nostri governi, ai nostri padri, perché abbiamo peccato contro di Te; [9] al Signore nostro Dio appartiene la misericordia e il perdono, perché ci siamo ribellati contro di Lui, [10] non abbiamo obbedito alla voce del SIGNORE nostro Dio, seguendo le Sue leggi, che Egli ci aveva date per mezzo dei Suoi servi, i fedeli Papi e Vescovi.

[11] Tutta la Cristianità ha trasgredito la Tua legge e se ne è allontanata, rifiutando di obbedire alla Tua voce. E la maledizione e il giuramento che furono scritti da Mosè, il servo di Dio, (Levitico XXVI, Deuteronomio XXVIII), si sono riversati sui cattolici conciliari, perché noi abbiamo peccato contro di Lui. [12] Egli ha confermato le parole di lui, e ha parlato contro di noi e contro i nostri governanti che ci dirigevano, mandando su di noi una grande calamità, perché sotto il cielo intero mai fu fatto quello che è stato fatto dal Vaticano II. [13] Come è scritto nella legge di Mosè, tutta questa calamità è venuta su di noi, eppure noi non abbiamo implorato il favore del SIGNORE nostro Dio, abbandonando le nostre iniquità e dando ascolto alla Tua verità. [14] Perciò il SIGNORE ha preparato il castigo e ce lo sta mandando addosso; poiché il SIGNORE nostro Dio è giusto in tutte le opere che ha compiuto, e noi non abbiamo obbedito alla Sua voce.

[15] E ora, o Signore nostro Dio, che hai sempre fatto uscire i Tuoi cattolici da un mondo senza Dio con una mano potente, e Ti sei fatto un nome, come oggi, noi abbiamo peccato, noi abbiamo agito da empii. [16] O Signore, secondo tutti i Tuoi giusti atti, che la Tua ira e il Tuo sdegno si allontanino dalla Tua Chiesa, il Tuo santo monte; perché per i nostri peccati e per le iniquità dei Padri conciliari, la Chiesa cattolica sta diventando sinonimo di immoralità tra tutti coloro che ci circondano . [17] Ora, dunque, o Signore nostro Dio, ascolta la preghiera del Tuo servo e le sue suppliche e, per amor Tuo, o Signore, fai risplendere il Tuo volto sulla Tua unica vera Chiesa, che è sempre più desolata.

[18] O mio Dio, inclina il Tuo orecchio e ascolta; apri i Tuoi occhi e guarda le nostre desolazioni, e la Chiesa che è chiamata col Tuo nome, perché non Ti presentiamo le nostre suppliche sulla base della nostra giustizia, ma sulla base della Tua grande misericordia. [19] O SIGNORE, ascolta; o SIGNORE, perdona; o SIGNORE, presta attenzione e agisci; non ritardare, per amor Tuo, o mio Dio, perché la Tua Chiesa e il Tuo popolo sono chiamati con il nome del Tuo Figlio unigenito, Nostro Signore Gesù Cristo”.

Kyrie eleison.

Diagnosi della Brexit – II

Diagnosi della Brexit – II on Maggio 11, 2019

C’è una famosa poesia inglese del XIX secolo, giustamente famosa, che getta molta luce sull’enorme clamore suscitato dal tentativo del popolo britannico di fuggire alle trame dell’Unione europea. “Dover Beach” fu scritta probabilmente nel 1851 da Matthew Arnold (1822–1888), e presenta in quattro versi irregolari la sua profonda malinconia mentre egli si trova sulla riva della Manica, e ascolta il ritmo incessante della risacca sulla spiaggia, di fronte alla casa dove soggiorna per la notte con la sua amata, presumibilmente la sua legittima moglie.

Il primo verso è una bella descrizione del litorale lunare e della risacca, che si conclude con la “eterna nota di tristezza” che egli sembra sentire nello sciabordare delle onde. Come esperto studioso classico, egli ricorda una citazione del drammaturgo greco Sofocle (496–406 a.C.) che coglieva nella stessa onda che scorreva su una spiaggia simile a migliaia di chilometri di distanza e più di duemila anni fa “il torbido flusso e riflusso della miseria umana”, e la mente di Arnold si volge ai profondi problemi della sua epoca, l’età vittoriana. Arnold non fu mai un cattolico, ma nel terzo verso ripercorre questi problemi fino alla perdita della fede nel XIX secolo, e nel suono della risacca che gli risuonava davanti egli sembra sentire il “lungo malinconico ruggito che si ritira”.

Nel quarto e ultimo verso egli presenta la sola soluzione che ha lui al problema della vita che trabocca fuori da quella che una volta era la Cristianità, e si rivolge alla sua amata che gli sta accanto supplicandola di rimanergli fedele, perché tutto ciò che loro hanno veramente è l’uno per l’altro. Così, nell’oscura conclusione della poesia, ogni cosa

non possiede in realtà né gioia, né amore, né luce,
né certezza, né pace, né sollievo nel dolore;
E noi siamo qui, come in una piana che s’oscura
sbattuti tra confusi allarmi di lotte e fughe,
dove eserciti ignoranti si scontrano di notte.

Così Arnold aveva abbastanza fede per vedere che il problema essenziale della sua civiltà era la perdita della fede religiosa, ma gli mancava la fede per credere nella reale ed esistente alternativa all’oscurità e alla confusione che ne derivava, e cioè la Chiesa cattolica. Allo stesso modo i Brexisti hanno abbastanza sani istinti per sentire che l’Unione Europea sta andando nella direzione sbagliata, ma hanno ancora meno religione di Arnold, e quindi hanno ancora meno idea di come evitare la “piana che s’oscura”. Quindi il dibattito sulla Brexit continua ad equivalere agli “eserciti ignoranti che si scontrano di notte”, perché tutti inquadrano il dibattito in termini economici, mentre in realtà il vero dibattito è religioso: tra le ultime vestigia delle nazioni cristiane da una parte e l’insorgenza dell’Anticristo con il suo Nuovo Ordine Mondiale dall’altra. E’ la dimensione religiosa che conferisce al dibattito la sua forza da entrambe le parti. E’ la mancanza di consapevolezza religiosa da entrambe le parti che dà al dibattito la sua confusione.

Infatti, Dio è il grande Assente nella moderna “civiltà”, ma come disse una volta il Cardinale Pie: se Egli non governa con la Sua presenza, governerà con la Sua assenza. Senza di Lui, il dibattito sulla Brexit si sta svolgendo in termini prevalentemente economici, sulla base dei quali i Brexisti sono destinati a perdere. Ma sono disposti a volgersi nella direzione di Dio? Questa è la domanda.

Kyrie eleison.