Commenti Eleison

Papi conciliari – II

Papi conciliari – II on Giugno 6, 2015

Questi “Commenti” continuano a parlare del problema del soggettivismo perché ritengono che la Chiesa e il mondo attuali non possano essere capiti correttamente senza di esso. Il soggettivismo è quella corruzione mentale che porta la persona, o il soggetto, a far sì che la sua mente sia sconnessa dalla realtà, o dall’oggetto, lasciando la persona stessa libera di ricomporre la realtà secondo la propria fantasia. Da qui il mondo immaginario, con tutta la sua follia, che oggi ci circonda, al pari della fantasticheria della neo-Chiesa (Chiesa e mondo sarebbero conciliabili), nonché della fantasticheria della neo-Fraternità (Tradizione e neo-Chiesa sarebbero conciliabili).

Perché si mantenga la presa della mente sulla realtà e anche l’equilibrio nella Fede, è essenziale mantenere distinto il soggettivo dall’oggettivo. Ad esempio, oggettivamente parlando, i Papi conciliari sono gravemente in errore nella Fede, ma soggettivamente parlando essi sono convinti di essere nel giusto, ed è possibile che almeno in parte (Dio solo lo sa) le loro intenzioni siano buone. Ma se non si arriva a distinguere l’oggettivo dal soggettivo, si può facilmente cadere in uno di due errori comuni: o si dice che essi sono oggettivamente in errore e quindi devono essere in errore anche soggettivamente, tale che non possono avere buone intenzioni e devono sapere quello che stanno facendo, così che non possono essere Papi, e si cade nel sedevacantismo dogmatico; o si dice che sono soggettivamente convinti e pure convincenti, così che sono quindi oggettivamente nel giusto e allora li si deve seguire, e si cade nel liberalismo (è così che Benedetto XVI, per esempio, ha – oggettivamente – ingannato molti buoni cattolici, qualunque fossero le sue intenzioni).

Al contrario, se si ha una fede limpida e quindi si può distinguere tra la realtà oggettiva e l’universale fantasticheria odierna, in definitiva si valuterà Roma tramite la Fede e non la Fede tramite Roma, così si potrà considerare che i Papi conciliari potrebbero essere stati convinti e almeno in parte – Dio solo lo sa – potrebbero aver avuto buone intenzioni, ma non per questo li si potrà mai seguire prescindendo dalla vera Fede e dalla vera Chiesa. D’altra parte non si può escludere la possibilità di una certa buona intenzione in loro, né ci si può accollare l’onere di giudicare su di essa, ma si dovrà aspettare che sia la Chiesa, dopo un’istruttoria, a giudicare della loro eresia e pertinacia.

Ma gli uomini di Chiesa di oggi sono così universalmente infettati dalle fantasticherie della libertà, dell’uguaglianza e dei diritti dell’uomo, contro il dovere, la gerarchia e i diritti di Dio, che le prospettive che una tale istruttoria abbia luogo in tempi brevi sono seriamente infime. Ne consegue che nella mente di ognuno si debba lasciare in sospeso la questione di questi Papi. Tale sospensione non è agevole, ma è certo che Dio, al momento opportuno da Lui voluto, verrà in soccorso del suo Papato.

Nel frattempo la struttura della Sua Chiesa, secondo la quale ogni autorità discende dal Papa, non è cambiata. Pertanto, dal momento che Papa Francesco condanna la Tradizione ogni volta che ne ha la possibilità, la Tradizione può solo lottare per sopravvivere. Per quanto riguarda la fondazione e la conseguente direzione della Fraternità San Pio X, per Mons. Lefebvre fu di un’immensa importanza l’approvazione ufficiale dei suoi Statuti da parte di un Ordinario diocesano locale. Questo fece della FSSPX la luce d’emergenza rispetto alla dirigenza ufficiale della Chiesa, così che il movimento della “Resistenza”, che cerca di riparare questa luce d’emergenza, guarda ugualmente a tale dirigenza ufficiale della Chiesa. Questo tentativo è ostacolato sia dalla detta dirigenza della Chiesa, sia dai nuovi elettricisti d’emergenza? E sia! Ma qualcuno deve pur mantenere almeno un paio di luci accese nella Chiesa. Tuttavia, contro tale impedimento posto da tutti quanti gli elettricisti, che nessuno si aspetti dalla “Resistenza” prodigi o meraviglie. Pazienza. Dio ha tutto sotto controllo.

Kyrie eleison.

N.B. Questa estate dovrei conferire la Cresima: (in Francia) vicino a Pau il 7 giugno e nei pressi di Vichy il 14 giugno, (in Canada) a Calgary il 29 giugno, e (negli USA) a Denver il 1 luglio, a Nashville il 2 luglio e a Jacksonville il 5 luglio.

Fine settimana con eliot

Fine settimana con eliot on Maggio 30, 2015

Il seminario tenutosi qui a Broadstairs nel primo fine settimana di maggio, su poesie e poemi del famoso poeta moderno, T.S. Eliot (1888–1965), è stato un grande successo. Eliot è uno scrittore difficile da capire, perché ha insistito per trovare un senso nell’insensato mondo moderno, ma le sei lezioni del Dr. David White (in 36 ore!) hanno ispirato nelle più che due dozzine di ascoltatori cattolici un vero interesse per Eliot, scelto come oggetto del seminario letterario proprio perché ha scritto parte del suo poema più famoso, il Waste Land, nella vicina Margate. Un momento rilevante del seminario è stata la visita al padiglione sul mare dove Eliot scrisse questa parte; lì il Dr. White ha recitato per i partecipanti al seminario tutto il Waste Land, di fronte a un mare grigio e sotto un cielo grigio – l’atmosfera era perfetta!

Molti cattolici respingono gli scrittori, quantunque famosi, che non siano apertamente cattolici. Ma a metà degli anni 1920, subito dopo la redazione del Waste Land, Eliot si accostò molto al cattolicesimo, e da allora fino alla sua morte la soluzione da lui presentata nei suoi scritti circa i problemi del mondo moderno, è incentrata in Nostro Signore Gesù Cristo. Questo potrebbe non essere evidente a prima vista, sia perché scriveva per dei cristiani tiepidi, sia perché egli stesso era ancora alle prese con la modernità; ma lasciamo che la sua vera fede in Cristo sia illustrata da una poesia dai suoi Quattro Quartetti, indicata dal Dr. White a titolo d’esempio: la sezione IV del quarto quartetto, “Little Gidding”:—

1. La colomba discendente rompe l’aria
2. Con la fiamma del terrore incandescente
3. Di cui le lingue dicono
4. L’unica liberazione da peccato ed errore.
5. L’unica speranza o l’unica disperazione
6. Sta nella scelta tra un rogo e un altro rogo –
7. Per essere redenti dal fuoco col fuoco.

8. Chi allora ha ideato il tormento? Amore.
9. Amore è il Nome poco familiare
10. Dietro le mani che hanno intessuto
11. La camicia intollerabile di fiamma
12. Che nessun potere umano può rimuovere.
13. Noi solo viviamo, solo sospiriamo
14. Consumati da un fuoco o dall’altro.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, Eliot visse a Londra, e la notte faceva il Air Raid Warden, pattugliando le strade per ridurre al minimo il pericolo e il danno delle incursioni aeree tedesche. La prima delle due strofe della poesia è come quelle cartoline plastificate in doppio che contengono due immagini, ognuna delle quali appare a seconda di come si inclina la cartolina. La seconda strofa trae la tremenda lezione dalla doppia immagine.

Così 1) la “colomba discendente” è sia lo Spirito Santo che discende a Pentecoste, sia i bombardieri nemici che scendono su Londra. 2) La “fiamma del terrore” è sia il fuoco dello Spirito Santo, sia le bombe incendiarie del nemico. 3) Le “lingue” sono sia quelle dello Spirito Santo sulle teste degli Apostoli, sia quelle delle bombe incendiarie, mentre 4) “l’unica liberazione” è sia la Redenzione ad opera di Cristo, sia il lancio delle bombe ad opera dei politici umani. 5) La prima di queste è la nostra unica speranza, la seconda è la disperazione della guerra. 6) Su quale rogo funebre scegliamo di bruciare? 7) Il fuoco della Redenzione è quello che ci salva dal fuoco della dannazione.

Seconda strofa: così 8) è Dio che permette le Guerre Mondiali per salvarci dal fuoco eterno. 9) Egli non è ben conosciuto, ma è 10) il Suo Amore che permette ai politici di provocare 11) i tormenti della guerra, 12) che solo Cristo può togliere. 13) In conclusione, la vita umana finisce solo 14) nel fuoco: o in quello dell’Amore divino, o in quello dell’eterna dannazione.

La Terza Guerra Mondiale incombe. Quando arriverà, quanti predicatori cattolici ci saranno che avranno il coraggio di predicare che dietro le spaventose sofferenze della guerra c’è l’Amore divino, al pari della necessità di esso per permetterci di volgerci indietro, secondo il disegno divino, sulla strada per il Paradiso? Il non cattolico Eliot diceva questo già 70 anni fa.

Kyrie eleison.

Papi conciliari – I

Papi conciliari – I on Maggio 23, 2015

Ogni volta che si avanza l’idea che i Papi conciliari possano essere almeno in parte in buona fede, di solito ci sono dei cattolici che protestano. Essi sostengono che i Papi sono uomini di Chiesa intelligenti e colti, quindi è impossibile che non si rendano conto pienamente di ciò che fanno. La

teoria “mentevacantista”, secondo la quale questi Papi avrebbero delle menti vuote, così da essere in parte ignari delle conseguenze delle proprie azioni, per questi critici è assurda. Si può capire la reazione, ma voglio citare un amico che comprende il “mentevacantismo” come deve essere compreso:—

E vero, l’idea che i Papi possano sbagliarsi in buona fede, perché ritengano che certi errori non siano cattolicamente errori, riscuote poca attenzione, perché si ha un’idea del papato troppo staccato dalla condizione temporale; eppure tutta la storia dei Papi è una storia di uomini del tempo, con relaivi usi, abusi e vizii; La differenza sta nell’incidenza dell’errore, che mai è stato così pesante come adesso, ma non bisogna sottovalutare che mai il mondo è stato così degenerato come adesso.

Questo spiega anche l’imperante diffusione del liberalismo che è ormai, non più un pensiero e un modo di pensare, ma un modo d’essere. Il quale permea di sé ogni uomo vivente, sia che condivida il liberalismo in termini assoluti, sia che lo condivida in termini relativi: e cioè che sia un agente del liberalismo e della sovversione o che sia un loro semplice strumento. È questo il caso dei Papi moderni, che credono di accostarsi al mondo per curarlo e non si accorgono che è il mondo che li attira a sé per infettarli e asservirli.

“In una situazione come questa, è vero che si può dire che si tratta di Papi liberali, ma non si può dire che si tratta di Papi non cattolici, perché manca il requisito iniziale per questa duplice possibilità: la volontà personale di essere liberali e di non essere cattolici. Si può solo constatare che in questi Papi c’è la volontà personale di essere cattolici e per ciò stesso di non essere cattivi liberali, dal momento che ritengono che non vi sia contraddizione tra cattolicesimo e liberalismo, anzi – si veda il loro teologo-pensatore: Ratzinger – il liberalismo sarebbe un buon prodotto del cattolicesimo, basta depurarlo di certe storture introdotte dai non cattolici. In quanto a distruggere la Chiesa, è logico che questi Papi così compromessi non possano e non sappiano evitare che la conseguenza delle loro azioni sia la distruzione della Chiesa.

“Circa Mons. Lefebvre, io posso fare solo una deduzione, considerando che egli era innanzi tutto figlio di un’altra Chiesa. Io credo che La sua mentalità lo portasse a ritenere impossibile che un cattolico non si accorgesse di essere strumento della sovversione, tanto più un Papa. Io ritengo di aver inteso, leggendo tra le righe di certi suoi scritti, che egli avesse una visione del mondo che comprendeva il processo di degenerazione che sarà in atto fine alla fine dei tempi, ma penso che egli escludesse che tale processo potesse interessare in qualche modo e in maniera palese anche la Chiesa.”

E a questo punto è come se sentissi dei lettori che a questo tipo di analisi obiettano: “Oh, Eccellenza, per favore la smetta di difendere i Papi conciliari. Una cosa o è bianca o è nera. Se costoro sono in errore, sarò io un sedevacantista felice. Se non lo sono, sarò un liberale felice. I suoi grigi non fanno altro che confondermi!”

Caro lettore, il nero è nero e il bianco è bianco, ma raramente nella vita reale si trova il bianco puro o il nero puro (il peggio que ci sia, è buono in quanto c’è). Se si vuole comprendere la presente scusante (relativa) dei Papi conciliari, la chiave sta nel capire che il mondo non è mai stato così profondamente depravato come lo è oggi. In questa degenerazione senza precedenti è evidente come possa essere comprensibile che sotto questo aspetto i Papi conciliari possano finire con lo smarrirsi nella Fede più di quanto possa essere accaduto a qualsiasi altro dei loro predecessori.

Kyrie eleison.

Peccato vendicato

Peccato vendicato on Maggio 16, 2015

Immersi come siamo tutti nel mondo che ci circonda, è difficile, soprattutto per i giovani, rendersi conto dello stato anomalo in cui esso si è ridotto. Mai in tutta la storia umana Dio è stato così screditato, miscreduto, e di fatto eliminato dalla vita degli uomini. E poiché ogni peccato è soprattutto un’offesa a Dio, come gli uomini perdono ogni senso di Dio, così perdono ogni senso del peccato. Pertanto gli uomini hanno sempre ragione, e “Dio”, chiunque Egli sia, ha sempre torto, così che ogni volta che le cose vanno male “Egli” può essere sempre richiamato quanto basta per assegnargliene la colpa.

Questo diffuso atteggiamento rende praticamente impossibile comprendere l’apparente severità di Dio nel Vecchio Testamento, dove per esempio Egli comanda agli Israeliti di sterminare intere popolazioni, come nel libro di Giosuè. Ma gli studiosi della Scrittura cattolica che non hanno perso il senso del vero e immutabile Dio, rimettono le cose a posto. Ecco per esempio una sintesi del commento di un moderno benedettino Dom Jean de Monléon (1890–1981), sul massacro dei Cananei compiuto dagli Israeliti guidati dal loro capo Giosuè:—

Per quanto riguarda lo stesso Giosuè, egli non agiva per odio, razzismo, avidità, ambizione o altro, ma nel rispetto di rigorosi, precisi e ripetuti ordini venuti da Dio stesso. San Giovanni Crisostomo dice che forse Giosuè avrebbe personalmente preferito qualche soluzione meno cruenta, ma Dio aveva certamente le sue proprie ragioni. Di esse non possiamo sapere con certezza, ma possiamo fare ragionevoli congetture. Per cominciare, tutti noi esseri umani, per il nostro peccato originale (“Cosa sarebbe?”, grida l’uomo moderno), dobbiamo pagare il debito della morte, di cui il tempo, il modo e il luogo sono decisi dal Maestro della Vita e della Morte, che è Dio. Per i peccatori come i Cananei, morire prima piuttosto che dopo poteva essere una misericordia, specialmente se la maniera di morire dava loro il tempo di pentirsi e così salvare le loro anime per l’eternità.

Secondariamente, i Cananei erano realmente dei peccatori, intenti a commettere crimini terribili, al pari dell’umanità prima del diluvio, e al pari di Sodomiti e Gomorriani, che avevano fatto traboccare il calice dell’ira di Dio: prostituzione di ogni tipo, bestialità, incesto, stregoneria e in particolare l’omicidio rituale di bambini, come dimostrato da diversi scavi archeologici in Palestina, dove sono stati scoperti dei piccoli scheletri in ambienti che permettono di identificarli come vittime sacrificali, etc. Inoltre se ai Cananei fosse stato permesso di sopravvivere, avrebbero potuto rappresentare un grave pericolo di corruzione per gli Israeliti, come la storia successiva ha dimostrato fin troppo chiaramente.

In tempi più recenti, circa 400 anni fa (ma ancora prima dell’avvento del liberalismo!), I primi missionari in Canada si trovarono obbligati a concludere che l’unico modo per trattare con una certa tribù era quello di sterminarla. Una Santa canonizzata disse: “Dopo ripetute esperienze del loro tradimento, sia per la pace sia per la fede da loro non c’è più nulla da sperare.” (Fine di Dom Monléon)

Questo sconvolge ancora le moderne sensibilità, ma non è semplicemente applicare alla tribù le regole giuste della pena capitale individuale? Il principio della pena di morte è che a causa di certi crimini anti-sociali come, per esempio, l’omicidio, il tradimento, la contraffazione, l’omosessualità, ecc, gli uomini sono in grado di comportarsi in modo tale da rendersi non più adatti a vivere nella società, e così l’autorità sociale legittima ha il diritto di prendere la loro vita (si può obiettare che non tutti gli individui in una tribù saranno ugualmente colpevoli, ma dovrebbe andare da sé che Dio Onnipotente può fare e farà tutte le distinzioni necessarie).

Tutto il problema si riduce alla miscredenza nella grandezza e nella bontà di Dio, ma qui diciamo solo che il Vecchio Testamento non è né crudele né superato, come spesso lo si fa apparire.

Kyrie eleison.

“Trovato mancante”

“Trovato mancante” on Maggio 9, 2015

I cattolici che si sforzano oggi di mantenere la Fede non hanno un compito facile. Ecco le considerazioni di un osservatore dello stato attuale della Fraternità San Pio X negli Stati Uniti, come egli lo vede, in positivo e in negativo. Vediamo prima il negativo, non per cattiveria verso la Fraternità, ma al fine di meglio valutare il problema. Come disse il patriota americano, Patrick Henry, nel 1775: “Da parte mia, qualunque sia l’angoscia che può comportare, sono disposto ad ascoltare tutta la verità, a conoscere il peggio, e a provvedervi”.

Fino ad ora i sacerdoti della Fraternità negli Stati Uniti, non hanno reagito all’infiltrazione modernista della loro Fraternità. La gran parte di essi si fa in quattro per giustificare ogni parola ed ogni azione del loro Superiore Generale. Come essi possano giustificare il compromesso in dottrina, per me è un mistero. Uno di loro dice che basta parlare con Mons. Fellay per chiarire tutto. I pochi seminaristi statunitensi che ho incontrato sono male formati, dediti a giustificare tutto, anche il ‘buono’ che si troverebbe nel Vaticano II. L’obbedienza cieca è la loro cifra comportamentale. Le teorie cospiratorie sono un tabù in seminario, così che come futuri sacerdoti saranno facile preda del nemico. Non c’è stata alcuna reazione per la visita in seminario del vescovo del Novus Ordo Mons. Schneider, o per la ‘assimilazione argentina’. Della ‘Resistenza’ al modernismo di Mons. Fellay non se ne parla affatto, essendo liquidata come un’altra rivolta, come quella dei ‘nove’ sacerdoti del 1983.

I Priori della FSSPX consentono indiscriminatamente la partecipazione alle Messe della Fraternità San Pietro, e definiscono il modernismo come un ‘mucchietto di polvere’ da spazzare in un angolo. Un sacerdote ordinato da poco è stato inviato ad assistere all’insediamento di un locale vescovo Novus Ordo. In generale non c’è lotta contro gli errori del Vaticano II o contro gli errori della stessa Dichiarazione Dottrinale della Fraternità del 2012. Peggio di tutto è lo slittamento dottrinale che ha avuto inizio dal 2012 all’interno della Fraternità, mentre i sacerdoti della stessa continuano a dire che non intraprenderanno alcuna azione prima di aver constatato qualcosa di concreto.”

Tale cecità può essere solo una punizione di Dio. Che cosa sta Egli punendo? I cattolici degli anni ‘50, che cercavano fin troppo il loro comodo nel mondo, furono puniti con il Concilio degli anni ‘60. Ai rimanenti fedeli, Dio concesse Mons. Lefebvre, il vero pastore degli anni ‘70 e ‘80.

Sicuramente Dio aveva il diritto di aspettarsi in cambio che questi restanti cattolici comprendessero il problema, e fuggissero la falsa soluzione degli anni ‘50. E invece no. Fin dalla fine degli anni ‘90 i capi della FSSPX e poi i sacerdoti e i fedeli sono tornati lentamente ma sicuramente al “Cinquantismo”, o al “Cattolicesimo domenicale” degli anni ‘50, che è un rendimento misero di fronte alle molteplici grazie da Lui concesse alla Fraternità. Sembrerebbe che Dio ne abbia abbastanza. Così Egli ha permesso che una diocesi in Argentina desse l’esempio di come la Chiesa ufficiale possa giungere all’approvazione della Fraternità. Scartata dalla dirigenza della stessa Fraternità come un “mero atto amministrativo”, tale esempio apre nondimeno la strada per la completa approvazione della Fraternità o da Roma stessa o diocesi per diocesi, approvazione che tutti farebbero finta di non notare, ma della quale quasi tutti gioirebbero. Questi Romani sono maestri!

Ma Dio dal resto Tradizionale sta di nuovo suscitando un resto Resistente. L’osservatore citato ha concluso: “Penso che quando arriverà il momento della verità, tra i sacerdoti e i fratelli, e speriamo anche tra le suore, della Fraternità, ci sarà una manciata di Nicodemo e di Giuseppe d’Arimatea. I fedeli ‘Resistenti’ in tutto il Nord America sono fermi, insieme con i nuovi arrivati occasionali, per lo più dal Novus Ordo, o non si sa da dove.” La stessa fermezza era evidente nelle reazioni di molti cattolici alla consacrazione di Mons. Faure. Qui ci sarà un futuro per le anime. Ma questa volta cerchiamo di non ripetere lo stesso errore: Dio non vuole più cattolici solo di domenica. Egli vuole potenziali martiri.

Kyrie eleison.

Buon senso sulla sede vacante – II

Buon senso sulla sede vacante – II on Maggio 2, 2015

Per quanto riguarda la deposizione di un papa eretico, i Domenicani Tradizionali di Avrillé, in Francia, ci hanno fatto un grande favore pubblicando non solo le classiche considerazioni di Giovanni di San Tommaso (cfr. CE 405), ma anche quelle di altri valenti teologi. In breve, le migliori menti della Chiesa insegnano che l’argomento semplice e popolare di oggi, e cioè che un papa eretico non può essere membro della Chiesa e tanto meno il suo capo, è fin troppo semplice. In breve, nel Papa c’è molto di più che nel semplice cattolico che perdendo la Fede perde con essa l’appartenenza alla Chiesa, non appena cada nell’eresia. Per la Chiesa, il Papa è molto di più di un semplice cattolico. Per chiarezza, presentiamo gli argomenti di questi teologi in forma di domanda e risposta:—

Prima di tutto, è possibile che un Papa cada nell’eresia?

Se egli impegna tutte e quattro le condizioni del suo Magistero Straordinario, non può insegnare l’eresia, ma che possa cadere personalmente nell’eresia è l’opinione più probabile almeno dei teologi più anziani.

Allora, se cade nell’eresia, questo non lo fa cessare di essere membro della Chiesa?

Come un semplice fedele cattolico, sì, ma come Papa, non necessariamente, perché il Papa è molto di più che un semplice fedele cattolico. Come ha detto Agostino, il sacerdote è cattolico per se stesso, ma è sacerdote per gli altri. Ora, il Papa è Papa per tutta la Chiesa.

Ma supponiamo che la grande maggioranza dei cattolici possa rendersi conto che egli è un eretico, perché la cosa è evidente. In questo caso, la sua eresia non renderebbe impossibile che lui sia il Papa?

No, perché anche se la sua eresia fosse evidente, molti cattolici potrebbero ancora negarlo, ad esempio per “pietà” verso il Papa, e quindi per evitare che nell’intera Chiesa insorga la confusione, perché i cattolici rimangano uniti si rende necessaria una dichiarazione ufficiale di eresia del Papa. Tale dichiarazione dovrebbe venire da un Concilio della Chiesa, riunito per la bisogna.

Ma se l’eresia fosse pubblica e notoria, questo sarebbe sufficiente per deporlo?

No, perché in primo luogo ogni eretico deve essere ufficialmente avvisato prima di essere deposto, così che possa recedere dalla sua eresia. E in secondo luogo, nella Chiesa o nello Stato ogni alto funzionario è al servizio del bene comune, e per il bene comune deve rimanere in carica fino a che non venga deposto ufficialmente. Quindi, come un vescovo rimane in carica fino a quando non venga deposto dal Papa, così il Papa rimane in carica fino alla dichiarazione ufficiale della sua eresia da parte di un Concilio che permetta a Cristo di deporlo (cfr CE 405).

Ma se un eretico non è membro della Chiesa, come può esserne il capo, il membro più importante?

Perché la sua appartenenza personale è una cosa diversa dalla sua autorità ufficiale. Per la sua appartenenza personale egli riceve la santificazione della Chiesa. Con la sua autorità ufficiale egli alla Chiesa il governo ufficiale. Ricevere non è la stessa cosa que dare. Cadendo nell’eresia, egli cessa di essere membro vivo della Chiesa, è vero, ma non per questo smette di essere in grado di governare la Chiesa, anche se è un membro morto. La sua appartenenza alla Chiesa per la fede e la carità è incompatibile con l’eresia, ma il suo governare la Chiesa con la sua giurisdizione ufficiale, che non richiede la fede o di carità, è compatibile con l’eresia.

Ma con la sua eresia un ex Papa ha gettato via il suo Papato!

Personalmente e in privato, questo è vero, ma non è vero ufficialmente e in pubblico fino a quando un Concilio non abbia non solo reso pubblica ma anche ufficiale la sua eresia. Fino ad allora il Papa deve essere considerato come Papa, perché per la tranquillità della Chiesa e il bene comune, Cristo mantiene la sua giurisdizione.

Kyrie eleison.