Commenti Eleison

Caos di ritorno

Caos di ritorno on Marzo 14, 2015

Del libro Iota Unum, scritto dal laico italiano Romano Amerio e molto apprezzato da Mons. Lefebvre, un interessante paragrafo è già stato citato in questi “Commenti”. Nel libro, Amerio smonta magistralmente tutti gli errori dottrinali del Vaticano II. Al n° 319 egli scrive: (1) Se la presente crisi tende a rovesciare l’essenza della Chiesa, e (2) la tendenza è interna alla Chiesa, non provenendo, come altre volte, da un’esterna aggressione, allora (3) la prospettiva del mondo è un abisso unicolore che rende impossibili diagnosi e prognosi e (4) di fronte al quale l’uomo non ha rifugio che nel silenzio (ed. Lindau, Torino, p. 628).

Argomentazione durissima, se si riflette. Amerio dice che siamo sull’orlo del caos, perché è evidente che (1) l’attuale crisi non solo tende a rovesciare l’essenza della Chiesa ma (2) è interna alla Chiesa, visto che lo stesso Papa si permette di affermare che “Dio non è cattolico” e che “Gli omosessuali devono essere rivalutati”, dichiarazioni la cui voluta ambiguità spalanca il portone al rovesciamento di tutti i dogmi e dell’intera morale cattolica. Ma perché (3) ogni diagnosi e ogni prognosi cattoliche diventerebbero impossibili, e (4) com’è che non ci sarebbe più niente da dire? Come può Amerio giungere ad una tale fosca conclusione?

Perché il Signore dice: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre” ( Gv.VIII, 12), il che suggerisce con forza che la massa della popolazione mondiale che oggi non lo segue è già nelle tenebre. E a coloro che lo seguono, dice anche: “Voi siete la luce del mondo” ( Mt.V, 14), il che suggerisce con forza che se i cattolici convinti sono ogni giorno sempre meno, le tenebre nella Chiesa e nel mondo diventano ogni giorno più grandi. Si potrebbe chiedere: bene, ma la tenebra è solo una metafora. Come mai allora la diagnosi e la prognosi cattoliche diventano impossibili?

(3), Perché sempre più persone oggi sono incapaci di pensare. Perché da quando Nostro Signore con la sua Incarnazione ha portato la grazia soprannaturale in soccorso della natura ferita e stremata, questa natura non è stata più in grado di reggersi senza la grazia. Così, quando gli uomini girano le spalle a Gesù Cristo e a Dio, compromettono la loro stessa natura e ripudiano quel buon senso di cui sono dotati in natura per pensare: riguardo al contenuto del loro pensiero, in accordo con la realtà, e riguardo allo svolgimento di questo pensiero, secondo la logica. Oggi essi vogliono essere liberi dalla realtà e dalla logica, allo scopo di sfidare Dio e rifare il mondo secondo la loro fantasia.

Ne consegue che se Gesù Cristo è venuto in soccorso del genere umano e della natura umana attraverso la creazione della sua Chiesa cattolica, e se al Vaticano II anche i Gentili hanno finalmente ripudiato questa Chiesa, il processo di lacerazione degli uomini stessi, della loro natura e del loro pensiero, col Concilio ha fatto un enorme passo avanti, al punto da essere praticamente irreversibile. Ecco perché Amerio può vedere, implicita nel Vaticano II, un “abisso unicolore”, di cui il caos bellicoso di opinioni orgogliosamente rampanti su Internet potrebbe essere visto come un esempio e un assaggio.

Ma (4) perché non gridare in queste tenebre? Perché «l’uomo non ha rifugio che nel silenzio»?

Perché in un frastuono caotico la verità semplicemente non può essere ascoltata, salvo, si potrebbe aggiungere, da poche anime che Dio ha preordinato ad ascoltarla (Atti XIII, 48). Queste anime sono scelte da Dio, non dagli uomini, e possono provenire dagli ámbiti più sorprendenti. A loro non piace l’”abisso unicolore”, e Nostro Signore li conduce al Padre ( Gv. XIV, 6). Essi saranno un aiuto importante della Chiesa e una speranza del mondo.

Kyrie eleison.

Malattia inimmaginabile

Malattia inimmaginabile on Marzo 7, 2015

Nell’estate del 1976, “calda” per la Fraternità San Pio X, dopo che Paolo VI “sospese” Mons. Lefebvre per aver ordinato 14 sacerdoti per la Tradizione, lo scontro tra il Papa e la Tradizione cattolica fu così aspro che in agosto si verificò uno dei due momenti nei quali Monsignore prese in considerazione seriamente la possibilità che la Sede di Roma potesse essere vacante. Come si può ascoltare dalla registrazione delle parole da lui pronunciate, egli era angosciato per lo scontro: com’era possibile che un vero Vicario di Cristo potesse distruggere così la Chiesa? Alla fine Monsignore non adottò mai la soluzione sedevacantista, ma vediamo con quanta chiarezza egli espose il problema, e poi suggeriamo una volta di più una linea di soluzione che la sua mentalità avrà appena potuto immaginare. Ecco una sintesi delle parole da lui pronunciate nell’agosto del 1976:

La gente mi chiede cosa penso di Papa [Paolo VI]. È un mistero incredibile. Il vero Papa è l’unità della Chiesa, ispirato dallo Spirito Santo e protetto dalla promessa di Nostro Signore a sostegno della Fede. Ma a partire dal Vaticano II, Paolo VI sta sistematicamente distruggendo la Chiesa. Nulla è risparmiato: catechismo, università, Congregazioni, seminari, scuole. Ogni cosa cattolica viene distrutta. Si cerca una soluzione.

Diverse false soluzioni possono essere scartate a priori, ad esempio, Paolo VI è prigioniero, drogato, vittima di suoi subalterni, ecc . . . . Quando ha benedetto i Carismatici o baciato il piede del Patriarca Ortodosso, aveva una pistola puntata alla testa? Nelle udienze pubbliche, l’ho visto parlare con abilità, presenza di spirito, pertinenza e con l’intelligenza di un uomo nel pieno possesso delle sue facoltà. Il Cardinale Benelli mi ha detto che è stato il Papa stesso a scrivermi quelle lettere [che frantumano la Tradizione], che egli è pienamente informato, che sa esattamente quello che sta facendo, è la sua volontà, sono le sue decisioni. Il Cardinale ha detto che egli riferisce al Papa tutti i giorni e l’avrebbe fatto di nuovo subito dopo la nostra conversazione.

Quindi, può Paolo VI non essere un vero Papa? Questa è un’ipotesi possibile. I teologi hanno studiato il problema. Io non lo so. Non mi si faccia dire quello che non dico. Ma il problema sembra teologicamente insolubile.

Monsignore parlava di Paolo VI, ma il problema è essenzialmente lo stesso per tutti e sei i Papi conciliari (eccetto forse Giovanni Paolo I). Dividiamo il problema in due: come può il vero Dio permettere tale distruzione della Sua Chiesa? Come possono i Suoi veri Vicarii essere i principali distruttori?

Quanto a Dio Onnipotente, in primo luogo la distruzione sarà ancora peggiore alla fine del mondo ( Lc. XVIII, 8). In secondo luogo, facilmente Dio starebbe purificando la sua Chiesa per preparare il Trionfo del Cuore Immacolato di Sua Madre. In terzo luogo, Dio ha impedito che Paolo VI distruggesse del tutto la Chiesa, quando, per esempio, “per caso” poté accorgersi di un piano per dissolvere il Papato, contenuto nel testo della Lumen Gentium; così che il Papa poté bloccare il piano aggiungendo al testo la Nota Praevia.

Per quanto riguarda i Vicarii, Mons. Lefebvre sembra che non abbia considerato la seguente linea di soluzione, cosa che può costituire il motivo per cui in quell’agosto anche lui sembra sia rimasto quasi inchiodato ai corni del dilemma: o sedevacantista o liberale. Ma se ogni anno il liberalismo riesce a confondere la mente di sempre più uomini sulla terra, come potrebbero evitare i Papi la malattia universale di essere in errore in “sincerità”? Perché sono degli uomini istruiti? Ma il liberalismo regna soprattutto nelle scuole e nelle università. Quindi, se i diseducati Papi conciliari sono “sinceramente” convinti che la “verità” evolve, neppure con i loro gravi errori negherebbero con pertinacia la Verità cattolica che sanno essere definita, perché secondo loro anche la Verità definita, per essere “verità”, deve necessariamente evolvere, nel senso inteso da loro.

Kyrie eleison.

Segno incoraggiante

Segno incoraggiante on Febbraio 28, 2015

Dopo tre numeri di questi “Commenti” che hanno cercato di mostrare il nuovo modo di pensare col quale la Fraternità San Pio X di Mons. Lefebvre è stata avvelenata a morte, ci si presenta un segno incoraggiante che indica come questa Fraternità non sia ancora morta completamente: segno rappresentato dalle citazioni da un sermone pronunciato il 1 gennaio di quest’anno a Chicago da Mons. Tissier de Mallerais, uno dei quattro vescovi consacrati per la FSSPX nel 1988. La gente spesso si chiede perché si sente parlare così poco di lui, perché è noto per essere un uomo timido ma onesto con una forte fede, una mente chiara e un grande amore e una grande conoscenza di Monsignore. Forse ha amato la Fraternità “non saggiamente, ma troppo bene”, così che non ha visto, o non ha voluto vedere, come la dirigenza, per molti anni, stesse lentamente ma inesorabilmente tradendo la lotta di Monsignore per la Fede. Ha egli posto l’unità della Fraternità a fronte della Fede della Chiesa? Ma il mese scorso, ha detto diverse cose che non potevano essere dette meglio.

Egli ha citato Monsignore, laddove nel suo Itinerario Spirituale (Ch III, ed. Ichthys, p.34) scrive: “ È dunque uno stretto dovere per ogni prete che voglia rimanere cattolico, separarsi dalla Chiesa Conciliare, fino a quando essa non ritroverà la tradizione del Magistero della Chiesa e della fede cattolica ”. Poi, per sottolineare, Mons. Tissier dice: “lasciatemelo ripetere”, e legge di nuovo la citazione.

Successivamente egli ha fatto riferimento alle forze del male che occupano la Chiesa. Poi ha messo in guardia contro i “ falsi amici ” che sostengono erroneamente che se la FSSPX rimarrà “ separata dalla Chiesa visibile ”, si trasformerà in una setta. Egli al contrario ha affermato “ siamo noi la Chiesa visibile ” e “ noi siamo nella Chiesa ”.

Infine ha messo in guardia contro i “ falsi amici ” che sostengono che la FSSPX si trova in una situazione anomala perché “ non siamo riconosciuti dalla Chiesa ” e ha affermato che è la situazione di Roma, e non la nostra, ad essere anomala, che la Fraternità non ha bisogno di “ tornare ”, perché sono questi Romani che devono tornare. “ Non abbiamo bisogno di cercare cos’è che possiamo fare a Roma, ma piuttosto di capire la testimonianza che possiamo dare a tutta la Chiesa ponendoci come una luce su un candeliere e non sotto il moggio ”.

La linea di pensiero di Mons. Tissier, come espressa in queste citazioni, è esattamente quella di Monsignore. I cuculi modernisti che oggi occupano il nido degli usignoli, cioè le strutture della vera Chiesa, possono presentare l’aspetto di usignoli, ma il loro canto, e cioè la dottrina, la dottrina, la dottrina, subito li smaschera. In realtà non sono altro che cuculi, senza diritto di occupare quel nido. Il nido vero non fa vera loro dottrina. La loro falsa dottrina rende falso il loro occupare quel nido. Essi possono ben mostrarsi in quel nido, ma, come dimostra la loro dottrina, non sono veri usignoli. Ovunque il resto dei veri usignoli sia visibilmente raccolto, in qualsiasi nido improvvisato, sono essi nella Chiesa, sono essi la vera Chiesa visibile, e il loro bel canto testimonia a chi ha orecchie per intendere che i cuculi non sono altro che cuculi che hanno usurpato il nido cattolico che attualmente occupano.

Ahimè, gli attuali capi della ex FSSPX sono assordati, non vogliono distinguere il canto dei cuculi da quello degli usignoli, e così giudicano il cattolicesimo dalle apparenze del nido anziché dalla realtà del canto. Quello che ha detto Mons. Tissier sarà loro dispiaciuto molto. Senza alcun dubbio avranno adottato una pressione, sapientemente calcolata, per fare in modo che egli faccia un passo indietro e rientri in linea, nella loro linea. E per “obbedienza” egli rischia di fare proprio questo. Dobbiamo pregare per lui.

Kyrie eleison.

Il pensiero della neo-Fraternitá – III

Il pensiero della neo-Fraternitá – III on Febbraio 21, 2015

In questi “Commenti” (395), abbiamo già detto che al Primo Assistente della Neo-Fraternità manca la dottrina e che (396) questa mancanza di dottrina è un problema più vasto di quanto possa apparire, perché si tratta dell’intera modernità contro l’intera Verità; adesso resta da mostrare come questo problema universale si manifesti in una serie di errori particolari presenti in questa intervista concessa in Germania da Don Pfluger verso la fine dello scorso anno. Per brevità utilizzeremo la sintesi del suo pensiero (essenzialmente rispondente) che abbiamo esposto due settimane fa. Le espressioni che abbiamo riprese sono in corsivo:—

La Chiesa cattolica è vasta, molto più vasta del movimento tradizionale.

Sì, ma la dottrina del movimento tradizionale è vasta né più né meno la dottrina della Chiesa cattolica, essendo identica ad essa, e questa dottrina è il cuore e l’anima del movimento tradizionale.

Non potremo mai rendere la Tradizione convincente o attraente se rimaniamo mentalmente bloccati agli anni ‘50 o ‘70.

Pensare di rendere la Tradizione “convincente o attraente” è un modo troppo umano di concepirla. La Tradizione cattolica viene da Dio, ed ha un potere divino di convincere e di attrarre, a patto che venga presentata fedelmente, senza cambiamenti o alterazioni umane.

La Tradizione cattolica . . . non può essere limitata alle condanne . . . del liberalismo . . . , che erano di routine nel XIX e nel XX secolo.

Vero, ma allora non si sarebbe potuto difendere il Vangelo senza quelle condanne dottrinali, e dal momento che il XXI secolo è più liberale che mai, oggi la Tradizione non può essere mantenuta senza tali condanne.

Il nostro tempo è diverso, non possiamo rimanere fermi . . . . molto di ciò che è moderno non è immorale.

Il nostro tempo non è molto diverso. Esso è più liberale di prima (ad esempio i “matrimoni” omosessuali), quindi, anche ammettendo che non tutto è immorale, la dottrina cattolica è assolutamente necessaria per separare il morale dall’immorale.

Quindi, dobbiamo continuamente ri-posizionarci, e questo è un problema puramente pratico e non una questione di Fede.

Qualsiasi ri-posizionamento che fa la Chiesa deve sempre essere valutato alla luce della Fede. Il ri-posizionamento fatto dalla ex-FSSPX a partire dal 2012 si è chiaramente gettato alle spalle la lotta per la Fede condotta da Mons. Lefebvre.

I “Resistenti” si sono fabbricata una “fede”da loro, soggettiva, personale, per poter condannare la Neo-Fraternità.

Quali che siano le debolezze umane della “Resistenza”, essa, al pari del movimento tradizionale nel 1970, è sorta spontaneamente in tutto il mondo, per reazione contro il tradimento della Neo-Fraternità. La reazione può sembrare disunita, ma è tenuta insieme dell’identica Fede professata dai Resistenti.

Il Quartier Generale della FSSPX nel 2012 non ha tradito la Tradizione, tant’è che le sue azioni sono state attaccate da entrambi i lati.

Questo significa che la verità è sempre nel mezzo e può essere misurata con le reazioni umane? Ma questa è politica umana! Inadeguata a giudicare della divina Verità, assolutamente inadeguata a risolvere l’odierna crisi della Chiesa.

I testi ufficiali della Neo-Fraternità del 2012 non erano dogmatici.

Ma il più ufficiale dei documenti della ex-FSSPX nel 2012 è stata la delibera del Capitolo Generale con le sue sei condizioni per ogni futuro “accordo” con Roma, e cioè le sei condizioni gravemente inadeguate per sostenere la difesa della Fede contro i suoi mortali nemici conciliari. Forse che non l’intera Fede è dogmatica?

Roma era meno aggressiva verso la FSSPX nel 2012 di quanto lo fosse nel 2006.

Semplicemente perché dal 2006, e anche prima, Roma ha potuto vedere la FSSPX trasformarsi costantemente in una tigre di carta.

In breve, la FSSPX segue lo Spirito, si basa sulla Tradizione.

I neo-protestanti Carismatici “seguono lo Spirito”. Gli Indultisti “si basano sulla Tradizione”.

Dovrebbe essere ormai chiaro che don Pfluger vuole lasciarsi alle spalle la dottrinalmente anti-liberale Fraternità di Mons. Lefebvre, e ridisegnare una Neo-Fraternità che armonizzi con la neo-Chiesa del Vaticano II. Non basta dire che l’ex FSSPX non ha ancora fatto alcun passo decisivo verso Roma, perché a meno che sorga, e presto, una ferma resistenza all’interno della Neo-Fraternità, i suoi capi stanno consegnandola, lentamente ma inesorabilmente, tra le braccia della Roma conciliare. È questo che vogliono veri Cattolici?

Kyrie eleison.

Il pensiero della neo-fraternitá – II

Il pensiero della neo-fraternitá – II on Febbraio 14, 2015

Le quasi 650 parole di un singolo “Commenti Eleison” non sono affatto sufficienti a rendere chiaro l’enorme problema posto dall’intervista rilasciata dal Primo Assistente della Neo-fraternità ad una rivista della stessa Neo-fraternità in Germania, verso la fine dello scorso anno (cfr. CE della settimana scorsa). Il pensiero di Don Pfluger scaturisce dalla velenosa mentalità moderna, così che non sorprende se la Fraternità San Pio X di Mons. Lefebvre (FSSPX) è rimasta avvelenata da cima a fondo e sta trasformandosi nella Neo-fraternità di Mons. Fellay (XSPX). Il veleno consiste nel passaggio da Dio all’uomo; dalla religione di Dio alla religione dell’uomo; dalle verità di Dio alle libertà dell’uomo; dalla dottrina di Cristo (“Andate, AMMAESTRATE tutte le nazioni” – Mt. XXVIII, 19) all’unità del genere umano.

Come milioni e milioni di uomini moderni, e migliaia e migliaia di uomini di Chiesa di alto livello e troppi sacerdoti e laici di quella che fu una volta la Fraternità San Pio X, Don Pfluger non comprende l’importanza cruciale della dottrina cattolica per la Chiesa. “INDOTTRINATE tutte le nazioni”, avrebbe potuto dire Nostro Signore. Perché? Perché tutti gli uomini sono creati da Dio per andare in Paradiso (I Tim. II, 4). Questo essi possono farlo solo con Gesù Cristo (Atti IV, 12), innanzi tutto credendo in Gesù Cristo (Gv. I, 12), cosa che si può fare solo ascoltando la fede (Rom. X, 17), in altre parole ascoltando la DOTTRINA cattolica. Se qualcuno non fosse interessato alla dottrina cattolica significa che non è interessato ad andare in Paradiso. Buona fortuna a lui, dovunque egli trascorrerà la sua eternità!

Ora, dall’inizio alla fine, questa intervista tedesca di Don Pfluger tradisce il suo relativo disinteresse per la dottrina cattolica, ma come dice il “Commenti Eleison” della settimana scorsa, tale disinteresse è il più chiaramente tradito dal suo discredito (la parola non è troppo forte) implicito per i grandi documenti anti-liberali, anti-massonici e anti-modernisti che sono in particolare le Encicliche papali del XIX e XX secolo, diciamo dalla Mirari Vos del 1831 alla Humani Generis del 1950. Probabilmente, al modo di pensare di Don Pfluger, questi documenti “anti” appaiono meramente negativi mentre la dottrina cattolica è essenzialmente positiva. Allo stesso modo si può pensare che la medicina sia solo negativa, a fronte della salute che è essenzialmente positiva. Ma la medicina può essere essenziale per preservare la salute, per carità! Tuttavia, perché le Encicliche sono una medicina così necessaria per la salute della Chiesa contemporanea?

Perché l’uomo non è fatto per vivere da solo (il buon selvaggio di Rousseau), egli è per natura un animale sociale (Aristotele) – basta osservare i mille modi in cui gli uomini si riuniscono per associarse. Ora la Rivoluzione Francese del 1789, disprezzando Aristotele e seguendo Rousseau, ha rovesciato la base naturale della società e ha preteso di farla poggiare su dei meri artifici umani, ostili alla natura umana come creata da Dio, e quindi ostili a Dio. Da allora, con l’avanzare delle idee rivoluzionarie, dalla Francia nell’Europa e nel mondo, la Chiesa cattolica si è trovata in un ambito sociale sempre più ostile, perché la profonda influenza che ogni società esercita sugli individui che la compongono, ha lavorato sempre di più contro Dio e contro la salvezza delle anime.

Per lungo tempo i Papi cattolici non sono stati ingannati, e hanno ravvivato la medicina della vera dottrina sociale della Chiesa da applicare attraverso le loro Encicliche alla malattia dell’umanità rivoluzionaria. Così le Encicliche non insegnano altro che la secolare dottrina della Chiesa sulla natura dell’umana società tra l’uomo e Dio, quella dottrina sociale che non era stato necessario ripetere fino a quando veniva praticata spontaneamente. E allora, le Encicliche non sono uno sfortunato accidenti di un passato anch’esso sfortunato; esse sono centrali per l’attuale difesa della fede, come aveva bene appreso Mons. Lefebvre da Padre Le Floch. Ma poi arrivò Papa Giovanni il “buono” a dichiarare che l’uomo moderno non è più malato, ed oggi è arrivato Don Pfluger. Il resto la prossima settimana.

Kyrie eleison.

Il pensiero della neo-fraternità – I

Il pensiero della neo-fraternità – I on Febbraio 7, 2015

Verso la fine dello scorso anno, Don Niklaus Pfluger, il secondo in comando nella Neo-Fraternità San Pio X, ha rilasciato un’intervista ad una rivista della neo-Fraternità in Germania, Der Gerade Weg, nella quale ha risposto a sette domande che spaziano sulla Chiesa, la Tradizione, la “Resistenza” e la XSPX. Data la sua posizione importante, il suo pensiero non può essere senza interesse. Qui di seguito presentiamo prima le sue linee principali e poi il suo difetto principale.

La Chiesa cattolica è vasta, molto più vasta del movimento tradizionale. Questo movimento è iniziato nel 1970 come una comprensibile reazione dei cattolici privati della loro casa dalla rivoluzione conciliare, ma noi non potremo mai rendere la Tradizione convincente o attraente se rimaniamo mentalmente bloccati agli anni ‘50 o ‘70. La Tradizione cattolica è un immenso tesoro e non può essere limitata alle condanne del modernismo, del liberalismo e della Massoneria, che erano di routine nel XIX e nel XX secolo. E vero che negli anni ‘70 e ‘80 la FSSPX ha agito come una scialuppa di salvataggio per le anime che rischiavano di annegare, ma nel 2014 “il nostro tempo è diverso, non possiamo rimanere fermi”. La Tradizione della Chiesa è una, ma le tradizioni sono molte, e molto di ciò che è moderno non è immorale.

Quindi, “dobbiamo continuamente ri-posizionarci”, tra il negare che ci sia una crisi del modernismo dappertutto nella Chiesa, e negare la realtà della Chiesa, come fa la “Resistenza”. Essi mutano un problema puramente pratico di ri-posizionamento in una questione di fede, ma una “fede” che si sono fabbricata da loro, soggettiva, personale e che nega fortemente la realtà – come può Roma non essere cattolica? Come può Mons. Fellay essere il Nemico Numero Uno? Ridicolo! La “Resistenza” è settaria, gretta, maldisposta e divisiva.

Per quanto riguarda la supposizione che il Quartier Generale della FSSPX nel 2012 abbia tradito la Tradizione, le sue azioni sono state attaccate da entrambi i lati, quindi esso ha agito con ragionevole moderazione. I suoi testi non erano dogmatici, ma corrispondevano alle circostanze. Ci siamo allontanati dalle decisioni del Capitolo Generale del 2006, ma chi allora poteva immaginare quanto meno aggressiva verso la FSSPX sarebbe diventata Roma nel 2012? Nel 2014 i nostri tre vescovi hanno tutti celebrato Messe pubbliche nella Basilica di Lourdes!

In breve, la FSSPX segue lo Spirito, si basa sulla Tradizione. Ha salvato la liturgia (grazie a Mons. Lefebvre). Essa non è né monopolista, né disunita o sconfitta come può sembrare. Le tempeste continuano a scuotere la Chiesa, ma niente teorie della cospirazione e niente apocalittica, e su con la fede, la speranza e una nuova giovinezza! (Si veda francefidele.org per l’originale in tedesco e una traduzione francese, abplefebvreforums o cathinfo.com per una traduzione in inglese)

Allora, dov’è la falla nel pensiero di Don Pfluger? Essa è più evidente nel primo paragrafo, dove egli suggerisce che la Tradizione può prosperare a prescindere dalle condanne del modernismo, del liberalismo e della Massoneria, pronunciate nel XIX e nel XX secolo. Per Don Pfluger, come per tutti i liberali, queste condanne non sono parte integrante della Fede cattolica, ma dei meri “ancoraggi sostanziali” (secondo l’espressione del cardinale Ratzinger), che, passata un’epoca, la nave della Chiesa può lasciarsi alle spalle, perché non corrispondono più alle mutate circostanze. Quindi se Don Pfluger non ha una fede diversa da quella di Mons. Lefebvre, Pio IX, San Pio X, Pio XII, ecc, egli ha sicuramente una diversa concezione di questa Fede, che si evidenzia in tutte le osservazioni da lui fatte nell’intervista citata.

Così il problema è molto più di un semplice “ri-posizionamento pratico”. La Roma odierna è veramente non cattolica. Mons. Fellay è un problema enorme. Il Capitolo Generale del 2006 fu implicitamente dogmatico. La Tradizione non dev’essere attraente per gli uomini, ma fedele a Dio (menzionato una sola volta di sfuggita, nell’intervista). La “Resistenza” è lungi dal crearsi una propria “Fede”. E così via, e così via.

Kyrie eleison.