accordo pratico

“Pii” sogni – II

“Pii” sogni – II on Maggio 19, 2018

Se c’è una cosa certa riguardo alla Tradizione cattolica e al Concilio Vaticano II, è che sono inconciliabili. Si è tentati di pensare che possano essere conciliati, perché ovviamente la lettera dei 16 documenti del Consiglio include un certo numero di verità cattoliche. Ma lo spirito del Concilio sta portando verso una nuova religione centrata sull’uomo, e poiché tale spirito ha ispirato la lettera dei documenti, ne consegue che anche le verità cattoliche incluse in essi sono vincolate dal “rinnovamento” conciliare e ne fanno parte. In effetti, le Verità Cattoliche (e la Gerarchia) sono state usate dai Modernisti come veicoli per il loro veleno liberale, come un cavallo di Troia per le loro eresie. Quindi, nei documenti conciliari anche le verità cattoliche sono avvelenate. Così nel 1990 Mons. Lefebvre ha rilevato e affermato che il Vaticano II è infettato al 100% dal soggettivismo, mentre nel 2001 Mons. Fellay ha affermato che i documenti del Vaticano II sono accettabili al 95%.

È davvero seducente pensare che la Tradizione cattolica e il Vaticano II siano conciliabili. In questo modo non si è più combattuti nel cercare di seguire contemporaneamente sia l’Autorità Cattolica sia la Verità Cattolica. In effetti, a partire da quel Concilio, come diceva Monsignore, i cattolici sono stati costretti ad obbedire ai Papi conciliari e ad allontanarsi dalla Tradizione cattolica, oppure ad aderire alla Tradizione e a “disobbedire” a questi Papi. Da qui, la tentazione di fingere in un modo o nell’altro che la Tradizione e il Concilio siano conciliabili. Ma il fatto che sono inconciliabili è oggi la realtà più importante che governa la vita della Chiesa, e continuerà ad esserlo fino a quando l’Autorità della Chiesa tornerà alla Verità cattolica di sempre.

Nel frattempo, tuttavia, Mons. Fellay, l’attuale Superiore Generale della Fraternità di Monsignore, è fermamente convinto che la Tradizione cattolica e i Romani conciliari possano conciliarsi tra loro, e da quando ha approvato il GREC negli anni ‘90, si è sforzato di metterli insieme. Il suo problema è che egli non capisce come il modernismo mantenga le apparenze cattoliche perché servano come un cavallo di Troia per ingannare le anime cattoliche, mentre non esiste un vero cavallo cattolico dietro quello che oggi appare. Ma Mons. Fellay crede che il falso cavallo abbia insite tutte le qualità di un vero cavallo, tale che con la cura amorevole della Fraternità possa tornare a diventare un cavallo cattolico. Troppi tradizionalisti si sono permessi di credere in questa politica sbagliata e di seguire la sua marcia verso i Romani conciliari, ma i Romani da parte loro non si sono lasciati ingannare. Si sono prestati al giuoco della sua politica, facendo apparenti concessioni alla Fraternità e alla Tradizione (ad es.: autorizzazioni a confessare, ordinare e sposare), e facendogli credere ripetutamente di essere sul punto di ricevere il riconoscimento canonico per la Fraternità, come per esempio quando Mons. Fellay dichiarò: “Manca solo il timbro finale all’accordo”. Ma a differenza di lui, i Romani hanno chiaro nelle loro menti che la Tradizione cattolica è inconciliabile con il loro Concilio, e così ogni volta che lo hanno portato sull’orlo dell’accordo, hanno insistito affinché la Fraternità si sottomettesse al loro Concilio.

Tuttavia, ad ogni “concessione” che Mons. Fellay ha accettato per la Fraternità, i Romani lo hanno attirato ulteriormente nella loro trappola, così che per lui è diventato sempre più difficile tornare indietro. Per mezzo delle diverse “concessioni” l’accordo con Roma è diventato sempre più una realtà concreta, con o senza il “timbro finale”. Tenendo quest’ultimo in sospeso, i Romani, per colpa di Mons. Fellay, lo hanno trattato come un pescatore che gioca col pesce – come potrebbe egli oggi smascherare le “concessioni” concesse, ed ammettere che la sua politica di 20 anni è stata un errore? E tuttavia la sua politica è stata sbagliata fin dall’inizio. Mancando della fede di Monsignore, ha frainteso il problema della Chiesa e il “problema” della Fraternità, e si è fidato nella politica umana per risolverli entrambi. Ma naturalmente i Romani, con i loro 2000 anni di esperienza, sono stati i politici più abili – “Eccellenza, basta con i giochetti. Per anni abbiamo fatto tutte le concessioni, mentre lei non ne ha fatta una” (grossa bugia, perché accettare le “concessioni” conciliari è di per sé una concessione a Roma). “Prima di luglio accetti il Concilio, o la scomunichiamo, e la sua politica di 20 anni si mostra al mondo in rovina. Scelga!”

Questa è senza dubbio una cruda versione di come gli astuti Romani possano fare pressioni sul Superiore Generale, ma è lui che non avrebbe mai dovuto mettersi a ginocchio davanti all’Autorità senza fede. Nel caso della Chiesa cattolica, l’Autorità senza fede è in realtà un’Autorità senza autorità.

Kyrie eleison.

“Pii” sogni – I

“Pii” sogni – I on Maggio 12, 2018

Nel giugno dello scorso anno, un confratello in Francia ha redatto un buon articolo sul fatto che la Fraternità San Pio X dovesse o non dovesse ottenere dalle autorità della Chiesa a Roma uno statuto canonico che tutelasse gli interessi della Fraternità. Ovviamente il Quartier Generale della Fraternità a Menzingen, in Svizzera, crede nell’ottenimento di tale statuto, e se l’attuale Superiore Generale verrà rieletto per un terzo mandato a luglio, questo è l’obiettivo che la Fraternità continuerà a perseguire. Tuttavia, è alquanto meno ovvio che tale obiettivo debba essere perseguito. L’argomento svolto su otto intere pagine di Ocampo n. 127 di giugno 2017, è qui di seguito sintetizzato in una singola pagina.

La posizione dell’articolo è che la Fraternità non deve in alcun modo porsi sotto le autorità della Chiesa Conciliare, che hanno in mano tutto il potere e sono imbevute dei principi della Rivoluzione Francese fatti propri dal Vaticano II, perché sono i Superiori che plasmano i soggetti e non viceversa. Mons. Lefebvre fondò la Fraternità per resistere al tradimento della Fede cattolica operata dal Vaticano II. Sottomettendosi ai conciliaristi, la Fraternità si unirebbe ai traditori della Fede.

Le autorità della Chiesa sono i vescovi diocesani e il Papa. Quanto ai vescovi, quelli apertamente ostili alla Fraternità potrebbero essere meno pericolosi di quelli che si dimostrano amichevoli, ma che non hanno compreso le assolute esigenze della Tradizione cattolica, che non sono le esigenze della sola Fraternità San Pio X. Quanto al Papa, se le sue parole e azioni dimostrano che sta lavorando contro quella Tradizione cattolica che è suo dovere sostenere, allora i cattolici hanno il diritto e il dovere di proteggersi sia dal modo in cui egli sta abusando della sua autorità, sia dal loro stesso innato bisogno di seguire e obbedire all’autorità cattolica. Ora, in teoria, un Papa conciliare può promettere una speciale protezione per la Tradizione della Fraternità, ma in pratica le sue stesse convinzioni lo portano a impegnarsi perché la Fraternità riconosca il Concilio e abbandoni la Tradizione. Data la sua grande autorità di Papa, in grado di imporre la sua volontà, la Fraternità deve stare lontana da lui.

L’esperienza dimostra che i tradizionalisti che si ricongiungono alla Roma conciliare possono iniziare semplicemente tacendo sugli errori del Concilio, ma in genere finiscono con l’accettare tali errori. Il loro iniziale consenso a tacere, alla fine si rivela mortale per la loro trasmissione della Fede. E col naturale scivolare da un compromesso all’altro, possono persino finire col perdere la Fede. È la Fede che faceva dire a Mons. Lefebvre che se i Romani conciliari non ritorneranno alla dottrina delle grandi Encicliche anti-liberali dei Papi – cosa che finora non hanno fatto e non faranno – ogni ulteriore dialogo tra Romani e tradizionalisti è inutile, e – si avrebbe potuto aggiungere – decisamente pericoloso per la Fede.

L’articolo elenca anche otto obiezioni a questa posizione, riportate qui in corsivo insieme ad una breve risposta:

1 Con la Prelatura personale Roma offre alla Fraternità una protezione speciale. Protezione forse dai vescovi diocesani, ma non dalla suprema autorità del Papa nella Chiesa. 2 Le richieste di Roma per un accordo sono diminuite. Solo perché le concessioni mirando la cooperazione pratica sono più efficaci per ottenere la sottomissione dei cattolici, come ben sanno i comunisti. 3 La Fraternità insiste per essere accettata da Roma “così come siamo”, cioè Tradizionale. Per i Romani ciò significa “Come sarete, una volta che la cooperazione pratica vi avrà fatto vedere quanto siamo bravi”. 4 La Fraternità continuerà ad attaccare gli errori del Concilio. Nulla cambierà. Roma prenderà tutto il tempo che vuole per insistere su dei cambiamenti sempre più grandi. 5 Ma a Papa Francesco piace la Fraternità! Come al Lupo Cattivo piaceva Cappuccetto Rosso! 6 La Fraternità è troppo virtuosa per farsi ingannare da Roma. Folle illusione! Lo stesso Monsignore fu inizialmente ingannato dal Protocollo del 5 maggio 1988. 7 Diverse comunità tradizionali si sono ricongiunte con Roma senza perdere la vera Messa. Ma molte di esse hanno finito col difendere i maggiori errori del Concilio. 8 Papa Francesco come persona è in errore, ma la sua funzione è sacra. Riconoscere la sacralità della sua funzione non può obbligarmi a seguire i suoi errori personali, cioè l’abuso di questa stessa sua funzione. La vera fede è al di sopra del Papa.

Kyrie eleison.

Lo sbaglio di Menzingen – III

Lo sbaglio di Menzingen – III on Luglio 22, 2017

Un altro sacerdote della Fraternità San Pio X (Don PR, delle Pubbliche Relazioni) è sceso nell’arena per difendere il suo Superiore che persegue il riconoscimento ufficiale della Fraternità da parte di Roma. Anche la difesa di Don PR è ben presentata, ma soffre anch’essa dello stesso errore essenziale del perseguimento del riconoscimento che egli intende difendere: la mancanza di realismo. Il principio è una cosa, la pratica un’altra, anche se governata dai principi. Essere maestro nei principi non è uguale all’essere maestro della pratica, e viceversa. È degno di nota come la difesa di Don PR, del riconoscimento perseguito dal suo Superiore, inizi dicendo che in questa difesa egli, Don PR, sia interessato solo ai principi: per primo, se si possa accettare in linea di principio il riconoscimento da un modernista e, successivamente, come sia possibile collaborare in linea di principio con un modernista.

Per dimostrare che si può accettare un riconoscimento da un Papa modernista, egli sostiene che Mons. Lefebvre lo ricercò da Paolo VI fino alla morte di quest’ultimo, nel 1978, e nel 1988 rifiutò la collaborazione con Giovanni Paolo II nella pratica, ma non in linea di principio. Né il Capitolo Generale della Fraternità del 2012 chiese a Benedetto XVI una professione di Fede cattolica, cosa che avrebbe senz’altro tradito uno spirito scismatico. Ma, si risponde, lo scontro tra Monsignore e Paolo VI a partire dal 1974 in poi è ben noto, e dietro il rifiuto pratico di Monsignore del Protocollo del 1988 vi erano i principi della sua Fede. Il 2012 invece è stato proprio il momento in cui la Fraternità ha abbandonato Monsignore, abbandonando la sua posizione di principio sulla Fede; e in quanto allo spirito scismatico: chi era in realtà in stato di scisma? – Monsignore o i modernisti? Quanto a Papa Francesco, Don PR sostiene che egli è il Papa; che la Chiesa non è ciò che è lui, ma ciò che Nostro Signore ha fatto; la collaborazione con lui lo è solo in quanto Papa cattolico. Ma, si risponde, nella vita reale, come il marcio di una mela è e non è la mela, così la Chiesa conciliare è e non è la Chiesa. Nella vita reale, la Fraternità non ha rapporti solo con la Chiesa cattolica o un Papa cattolico, ma direttamente con il marcio conciliare.

Quando poi Don PR, esaminando successivamente quanto è possibile collaborare con un modernista, risponde che lo si può fare in quanto è per il bene della Chiesa, è evidente che continua ad astrarsi dalla realtà odierna. Così:

* La Chiesa è indefettibile – Certo, ma gli uomini di chiesa conciliari continuano ad essere defettibili.

* La Fraternità sta servendo la Chiesa, non gli uomini di chiesa – Certo, ma deve farlo tramite falsi uomini di chiesa.

* Una prelatura cattolica non potrebbe essere rifiutata – Certo, ma non se è gestita da falsi uomini di chiesa.

* Basta che il Papa si attenga solo alle condizioni della prelatura – Certo, ma come fa un pezzo di carta a proteggere da tali dirigenti?

* L’autorità del Papa viene da Dio – Certo, ma non per distruggere la Chiesa ( II Cor. XIII, 10).

* La Fraternità ha avuto ragione ad accettare la giurisdizione per le confessioni e i matrimoni – Don PR, sei così sicuro? E se si trattasse solo del formaggio di una trappola per topi?

* La domanda pratica come quest’ultima sulla nostra situazione in questo momento “non è nel potere di questo articolo giudicare”, risponde Don PR (cioè, la realtà non lo interessa). Ma la sola possibilità che potrebbe non trattarsi di una trappola dimostra, secondo lui, che l’accettazione o meno del riconoscimento canonico di Roma “non dovrebbe essere giudicato solo sulla base dell’unità con la fede del Papa.” Così che conclude che “il riconoscimento canonico dovrebbe essere accettato se lo è per il bene della Chiesa e rifiutato se non lo è, indipendentemente dalla fede del Papa.”

Ma, Padre, dato che la “fede” di questo Papa è quella che è, questo riconoscimento canonico potrebbe non condurre la Fraternità sotto la dirigenza della Chiesa ufficiale, cioè sotto i Superiori modernisti? Si o no? Nella vita reale, pensi davvero che questo Papa concederebbe una prelatura che non portasse la Fraternità sotto il controllo di Roma? In altre parole, sotto il controllo di persone che non credono più alla verità oggettiva? C’è molta bellezza nei principi cattolici, ma essi devono essere applicati in un mondo reale, spesso troppo reale.

Kyrie eleison.

Previsioni sulla Chiesa

Previsioni sulla Chiesa on Aprile 22, 2017

Come ci si poteva aspettare, non è stata piccola la reazione dei lettori alla descrizione del “lento declino” della Fraternità San Pio X, come presentato nei due recenti numeri di questi “Commenti”. La reazione dimostra che non tutti i cattolici sono ciechi o non pensano. Ecco qui due lettori che argomentano, uno sul prossimo futuro della Fraternità, l’altro sul più lontano futuro della Chiesa. Ecco il primo:—

La destabilizzazione, la confusione e l’ammorbidimento delle menti dei sacerdoti e dei laici della Fraternità, ahimè, continuerà, e per molti diventerà ancora più penosa, perché gli attuali capi della Fraternità persevereranno e porteranno avanti il gioco che hanno impostato con i semi-conservatori. Dell’”urgente bisogno” (Mons. Tissier) di consacrare dei vescovi non si parlerà più. E quando l’elezione dei dirigenti della Fraternità non potrà più essere evitata, al Capitolo Generale che si volgerà normalmente nel luglio del 2018, gli attuali capi della Fraternità faranno preventivamente tutto quanto è in loro potere per assicurarsi che il loro perseguire un riconoscimento da parte di Roma continui senza interruzioni.

A seconda di come si recitano molte preghiere per il salvataggio della fortezza della vera Fede costruita da Mons. Lefebvre, Dio Onnipotente può intervenire con un miracolo per salvarla, ma umanamente parlando si direbbe che il marcio sia davvero andato troppo oltre perché essa possa salvarsi. Così l’apostolato mondiale della Fraternità ha bisogno urgentemente di nuovi e più giovani vescovi, ma come potranno essere scelti per servire la vera Fede anti-conciliare senza alienarsi i Romani conciliari che sono i soli che possono dare alla Fraternità quel riconoscimento così disperatamente perseguito dal quartier generale della stessa Fraternità a Menzingen? Mons. Lefebvre nel 1988 diceva che un tale perseguimento sarebbe stato l’”Operazione Suicidio” della Fraternità, ma quando mai i crociati liberali hanno fatto marcia indietro? Dimenticato il cattolicesimo, la loro reale religione è la crociata per il loro Valoroso Nuovo Ordine Mondiale.

L’altro lettore ritiene che il suicidio della Fraternità sia già cosa fatta, e guarda al futuro della Fede, senza la Fraternità, e più da un punto di vista divino.

Il silenzio proveniente da Ecône riguardo alla ‘regolarizzazione’, al momento è assordante. Sembrerebbe che l’affare sia, in realtà, un ‘fatto compiuto’. In questo caso, adesso possiamo rivolgere la nostra attenzione alla lunga strada del recupero e della cura di cui i Profughi Cattolici Tradizionali hanno sicuramente bisogno: un ripristino dell’ordine fuori dal caos e una scialuppa di salvataggio a cui aggrapparsi, visto che la nave romana che affonda risucchia il debole nella fede verso il fondo del mare. La diffusione della Fede si contrae, oppure ci si libera di coloro che sono stati infedeli? Dio ci aiuti!

Quando pensiamo al futuro della Chiesa di oggi, dobbiamo tenere a mente che la situazione è così drammatica che “non si accettano più scommesse”, cosa significhi nessuno lo sa, perché se la Fraternità, che ha agito per 40 anni come una boa per la vera fede, adesso sta affondando, cosa impedisce più alla Roma conciliare di risucchiare in fondo al mare i più deboli nella fede? Ma Dio è Dio, e può intervenire in qualsiasi momento, e in una varietà di modi, per interrompere la corsa a capofitto della Sua Chiesa verso la distruzione. Tuttavia, il pessimismo umano di questo lettore al momento sembra ben giustificato.

Meno facile da capire è il suo ottimismo circa un futuro di ripristino dell’ordine e di approntamento di una scialuppa di salvataggio, considerato il permanere dei Papi conciliari. Se c’è una lezione da trarre dalla storia della “Resistenza” dal 2012, è l’estrema difficoltà di fondare un’opera cattolica senza l’approvazione di quella che almeno sembra essere la Chiesa ufficiale. La verità cattolica è immensamente forte di per sé, ma senza il sostegno e la protezione dell’Autorità cattolica, che è l’autorità di Nostro Signore, la verità rimane altamente vulnerabile. Per esempio, in un contesto di autorità, un sacerdote può facilmente sottoscrivere una proposta sulla quale è in disaccordo, ma fuori da tale contesto, può facilmente obiettare alla saggezza della più saggia delle proposte.

Pazienza. Il problema è insolubile. Preghiamo, e aspettiamo che Dio Onnipotente ci sbalordisca tutti con la Sua soluzione!

Kyrie eleison.

“Santi sacerdoti”?

“Santi sacerdoti”? on Marzo 4, 2017

Un lettore di questi “Commenti”, preso dalla famiglia e dal lavoro nel mondo di oggi, con una grande grazia di Dio ha comunque mantenuto il vero senso di ciò che sta accadendo intorno a lui – il grande dramma che si svolge tutti i giorni sulla salvezza o la dannazione delle anime che egli incontra. Non è piacevole un tale senso. Lui potrebbe desiderare di non essere in grado di vedere ciò che vede, ma in forza di un’altra grande grazia di Dio, egli non vuole tornare a dormire. Egli sa cosa ha inteso rappresentare la Fraternità San Pio X, e ne ha tratto un grande profitto. Ora, dal punto di vista di un semplice laico, senza la pretesa di entrare in argomenti più alti, egli osserva che la Fraternità non è più quella che era, ma si è unita alla brigata dormiente, e si chiede che cosa lui dovrà fare. Le sue parole non si trovano su Internet, ma saranno le stesse che albergano nei cuori di molti cattolici preoccupati. Eccoli, in corsivo:—

Ne ho parlato prima, ma lo noto sempre al lavoro. Le anime sono assetate e stanno appassendo sotto il peso del peccato e delle pressioni di questa anti-cultura che sommerge tutti noi. Quasi tutti gli ex cattolici con cui ho parlato sono rimasti disgustati o da tutti gli abusi che si verificano nella Chiesa (immagino però che molti usano questo come una sorta di razionalizzazione dei propri peccati), o dal fatto che non hanno trovato niente di diverso nei sacerdoti: solo uomini egoisti che non sono morti a se stessi, né si sono rivestiti di Cristo. La loro visione della Chiesa è offuscata da tanta infedeltà e tanto peccato.

Non c’è dubbio che gli abusi nella Chiesa possano servire come scusa perché dei cattolici rinuncino alla fede, ma è grande la responsabilità dei sacerdoti che, pur senza causare grave scandalo pubblico, con il loro esempio cessano di ispirarli e di edificarli! Sacerdoti della Fraternità – che avete ispirato ed edificato – dove siete ora?

Onestamente, oserei dire che The Angelus Press (rivista della FSSPX negli USA) ha perso il suo mordente. Abbiamo bisogno di essere scossi dalla nostra compiacenza (So certamente che è il mio proprio caso con la mia natura umana decaduta!). Abbiamo bisogno di essere scossi dalla nostra pigrizia intellettuale. Benissimo scrivere belle cose su questioni spirituali e dottrinali, anzi io credo che nessuno possa accusare AP di promuovere l’eresia, ma . . . . e qui sta il punto dolente . . . . se nessuna di queste idee si innesta nel tessuto della vita quotidiana o non si affronta alcuno dei problemi della modernità, allora la Chiesa diventa solo un “dolciume”, buona per compensarci della realtà della vita reale .

E’ questo il problema. Veri sacerdoti che guardino alla “realtà della vita reale”. “Concedeteci, o Signore, santi sacerdoti”, prega la FSSPX. Ahimè, non sono i “santi sacerdoti” suscettibili di diventare sacerdoti acquietanti? E i sacerdoti dovrebbero essere acquietanti per le anime, in modo da rendere loro confortevole questa vita, o non dovrebbero piuttosto farle sentire a disagio in questa “valle di lacrime”, in modo che tutti i loro desideri si indirizzino verso la vita eterna?

Sto diventando sempre più indifferente verso ciò che fa la FSSPX, perché noi laici non abbiamo alcuna influenza su questo. Quindi, se vogliono precipitarsi a capofitto nell’oblio, nell’oscurità e nell’irrilevanza, che è quello che penso che accadrà, vadano pure avanti. L’unica gloria della FSSPX è quella di essere stata la sola resistenza organizzata contro gli imbrogli conciliari, non rifiutando per principio l’autorità, ma tutto ciò che stava distruggendo la Fede. Ahimè, la FSSPX utilizza lo stesso principio di autorità – buono in sé – per ricondurre ogni opposizione all’errore, quando invece l’autorità è destinata ad essere al servizio della verità. Così, in tutta onestà, non ho idea di quello che farò in pratica. Frequentiamo ancora la FSSPX, ma (almeno per me) il fervore che ho avuto con essa è quasi estinto. Pazienza. In mezzo a tutto questo, Cristo è l’unico che darà la vittoria.

In effetti, la Neofraternità non si appresta a rendere se stessa relativament irrilevante per la vita eterna, al pari della Neochiesa?

Kyrie eleison.

Fiaba?

Fiaba? on Febbraio 4, 2017

C’era una volta una giovane ragazza (FSSPX) che era stata molto ben educata dal suo buon padre (Mons. Lefebvre). Egli l’aveva messa in guardia riguardo a Don Giovanni (i Papi neo-modernisti). Per un certo numero di anni la ragazza si mantenne seria e prudente, e resistette alla corte di Don Giovanni. Ma, ahimè, un giorno il suo amato padre morì, e la ragazza ereditò la sua fortuna. Per un po’ lei rimase fedele ai suoi precetti. Attorniata da un gruppo di altre ragazze sagge e prudenti (gli anti-liberali della FSSPX), lei continuò ad amministrare la sua fortuna, guardando agli orfani nella tenuta di suo padre (i cattolici tradizionali).

Ma il tempo passa. Lei non è più così giovane. Incomincia a temere di diventare troppo vecchia per sposarsi. Teme che continuando a lavorare la sua lana e a portare avanti il suo paziente lavoro di ricamo, presto possa rimanere da sola. Povera ragazza! Così vuole essere amata, vuole avere dei figli legittimi (i tradizionalisti riconosciuti da Roma). Vuole fare più del solo lavoro di carità a favore degli orfani. Si annoia della sua vita. I vicini (i conservatori e i tradizionalisti postisi sotto Roma) la deridono e la insultato perché vogliono che si sposi.

Ora, Don Giovanni aveva più e più volte dimostrato quanto fosse malvagio, e aveva rovinato e disonorato molte brave ragazze (le Comunità passate sotto Roma), ma lui era erede della più grande famiglia nel Regno, con il titolo di Vice-Re (Vicario di Cristo). Dopo uno studio prolungato sul carattere e la virtù della ragazza, lui escogita un modo speciale per sedurla: farà appello ai suoi più alti sentimenti. Così esordisce ammettendo che egli è ben lungi dall’essere perfetto, che ha fatto anche tanti errori. E quindi chiede alla ragazza se possono incontrarsi per discutere le cose. Lei ne approfitta per dirgli tutto quello che pensa di lui e dei suoi amici (Colloqui del 2009–2011). E durante un lungo tempo (2006–2012) lei ripete anche in pubblico che il matrimonio con lui è fuori discussione a meno che lui non emendasse la sua condotta.

E allora Don Giovanni ha una brillante idea! Dice alla ragazza che lei non è come tutte le altre ragazze che ha conosciuto. Che la sua ostinata resistenza gli ha aperto gli occhi. Che lei sola può curare le sue ferite (i disastri post-conciliari), e farlo cambiare, e mutare in buona la sua condotta! La ragazza decide di chiedere consiglio ai suoi amici. Li riunisce nella tenuta di suo padre (Ecône, 2012). Purtroppo nel frattempo si sono allontanate da lei le brave ragazze che il suo defunto padre le aveva scelto come compagne (un vescovo e i sacerdoti della Resistenza). E lei ha scelto come amiche delle ragazze sciocche che erano ubriache di gioia al pensiero che la loro amica sposasse il Vice-Re. Così queste si sono date da fare a convincerla (Capitolo Generale del 2012 e dopo) che lei avrebbe potuto trasformare il suo futuro marito come San Clotilde aveva trasformato Clodoveo. E le hanno anche detto che il desiderio di Don Giovanni di essere aiutato da lei dimostrava che si stava già ravvedendo!

Nel frattempo Don Giovanni continuava con la seduzione, mantenendo i contatti e le discussioni con la ragazza e con le sue amiche più strette. Così, nonostante i rimproveri e i ripetuti avvertimenti dalle brave ragazze che ora vivono nei boschi intorno alla casa signorile di suo padre, lei prende la sua decisione! Crede in quello che le dice Don Giovanni! Crede agli argomenti delle ragazze sciocche! Sì, lei, e solo lei, riuscirà a salvare Don Giovanni da se stesso! Se avesse potuto sentirla, il suo caro vecchio padre le avrebbe dato la sua approvazione!

Povera ragazza! Ha perso il senso della realtà! Non riesce più a vedere che la vera natura del Vice-Re è corrotta, e che egli è sicuro di poter corrompere anche lei e tutti i suoi futuri figli, e tutti gli orfani nella tenuta di suo padre. E le brave ragazze? Esse sono tremanti di freddo nei boschi intorno alla tenuta, dove erano state scacciate. Piangono per il buon vecchio padre con lamenti che spezzano il cuore. Se solo egli potesse tornare indietro! Oh caro! Oh guai a noi! Ma l’unica risposta al loro triste lamento è il sibilo del vento invernale tra gli alberi. E’ notte . . .

Kyrie eleison.