accordo pratico

Il bel formaggio

Il bel formaggio on Settembre 24, 2016

In Australia, un mese fa, il Superiore Generale della Fraternità San Pio X ha dipinto un quadro raggiante del suo – come spera – assoggettamento imminente della Fraternità ai funzionari della Roma conciliare. Dal suo lungo discorso, ecco alcune significative considerazioni, riassunte o riportate per intero (in corsivo):—

[ . . . ] Roma ci sta offrendo una nuova struttura . A capo di essa ci sarà un vescovo, scelto dal Papa da una lista di tre membri della Fraternità, nominati dalla Fraternità. Egli avrà autorità sui sacerdoti, su ogni religioso che vorrà unirsi alla nuova struttura e sui cattolici appartenenti alla nuova struttura. Questi avranno il diritto assoluto di ricevere dai sacerdoti della Fraternità tutti i sacramenti, compreso il matrimonio. Questo vescovo potrà erigere scuole e seminari, ordinare ( sacerdoti ), e istituire nuove Congregazioni religiose. La struttura sarà come una super-diocesi, indipendente da tutti i vescovi locali. In altre parole, per voi fedeli , non ci sarà alcun cambiamento rispetto a ciò che beneficiate già con la Fraternità. La sola differenza sarà che sarete riconosciuti ufficialmente come cattolici.

Si può facilmente immaginare che ci saranno scontri con i vescovi locali. Quindi dobbiamo essere prudenti, ma come stanno le cose non si può immaginare qualcosa di meglio di questa offerta, che è tale che non si può pensare che sia una trappola. Non è una trappola. Se qualcuno ci fa una tale offerta, può essere solo perché ci vuole bene . Vuole che la Tradizione prosperi e cresca nella Chiesa. E’ impossibile che una tale offerta possa venire dai nostri nemici. Essi hanno molti altri modi per schiacciarci, ma non in questo modo [ . . . ].

Le osservazioni qui evidenziate in grassetto, richiedono un commento –

* Una “nuova struttura” significa presumibilmente che la struttura che Mons. Lefebvre volle per la Fraternità sarà, in sostanza, abbandonata. Roma sta creando un’entità interamente nuova. Addio, cara FSSPX.

* Un “vescovo scelto dal Papa” è estremamente importante. E il capo della “nuova struttura” presumibilmente continuerà ad essere scelto dal Papa. Si chieda alla Fraternità di San Pietro che cosa significhi. Ha significato che la loro scelta del Superiore Generale nel 1990 venne ignorata da Roma, così che fu Roma stessa ad installare forzatamente il Superiore (Don A. D.), per ricondurre la San Pietro all’obbedienza.

* Si noti inoltre come questo vescovo sarà in grado “di ordinare (sacerdoti)”, ma non vescovi. Roma manterrà quindi le redini di questa nuova entità.

* “Non ci sarà alcun cambiamento”? Ma naturalmente che ci sarà! Sarà Roma ad avere il controllo d’ora in poi.

* “Sarete riconosciuti ufficialmente” – ma quale cattolico ha bisogno di un qualche riconoscimento da parte di distruttori della Chiesa quali sono i suoi attuali funzionari neo-modernisti? Un tale riconoscimento può essere solo un brutto segno.

* “Non è una trappola . . .”? Questo intero paragrafo è davvero notevole. L’autore di questi “Commenti” si sente obbligato a rivolgersi a Topolino ed alla sua amata compagna, Minnie, per un commento:—

Topolino: Tesoro, senti quest’odore di delizioso formaggio che sento io? Oh guarda, eccolo!

Minnie: Ma Topolino, è una trappola per topi, piazzata dal padrone di casa per sbarazzarsi di noi. Non lo vedi?

Topolino: Non può essere una trappola! Ti dico che se qualcuno ci offre un così buon formaggio, può essere solo perché ci vuole bene. E’ chiaro che vuole che noi topi si prosperi e si cresca in casa sua.

Minnie (implorante): Oh tesoro, non ti ricordi come molti dei nostri cugini sono morti cosí?

Topolino: Per l’ultima volta, ti dico – e io non mi sono mai sbagliato – che è impossibile che un formaggio così delizioso venga dai nostri nemici! Non userebbero mai un mezzo così per schiacciarci.

Minnie (con un profondo sospiro): Non c’è mezzo migliore per schiacciarci! E quanti altri nostri amici e parenti staranno seguendo il tuo esempio? Oh, orgoglio maschile!

Cari lettori, perdonate la presente frivolezza, ma c’è da temere que abbiamo a che fare con un autentico Disneyland!

Kyrie eleison.

Mons. Fellay – III

Mons. Fellay – III on Agosto 20, 2016

Dopo aver letto i due numeri recenti di questi “Commenti” sulla mentalità che induce il Superiore Generale della Fraternità San Pio X a perseguire implacabilmente un accordo meramente pratico con le autorità della Chiesa di Roma, un buon amico mi ha ricordato che le idee guida egli le aveva poste quattro anni fa nella sua lettera del 14 aprile 2012, con la quale rispose agli altri tre vescovi della Fraternità, che lo mettevano seriamente in guardia dal fare qualsiasi accordo meramente pratico con Roma. Molti attuali lettori di questi “Commenti” possono aver dimenticato, o non aver mai saputo di questo avvertimento o della risposta di Mons. Fellay. In effetti, tale scambio di lettere illustra molto che vale la pena ricordare. Eccone i tratti, bruscamente riassunti come al solito, con alla fine dei brevi commenti –

L’obiezione principale dei tre vescovi a qualsiasi accordo pratico con Roma che venisse raggiunto senza un accordo dottrinale, era fondata sull’abisso dottrinale che separa la Roma conciliare dalla Tradizione cattolica. Un anno e mezzo prima di morire Mons. Lefebvre disse che quanto più si analizzano i documenti e le conseguenze del Vaticano II, tanto più ci si rende conto che il problema sta meno negli eventuali errori classici in particolare, come nella libertà religiosa, nella collegialità e nell’ecumenismo, e più in “una totale perversione della mente” in generale, che sta alla base di tutti gli errori particolari, e che deriva dal “complesso di una nuova filosofia fondata sul soggettivismo”. Oltre a ciò, all’argomento chiave di Mons. Fellay che i Romani non fossero più ostili, ma benevoli verso la Fraternità, i tre vescovi risposero con un’altra citazione di Monsignore: tale benevolenza è solo una “manovra”, e niente potrebbe essere più pericoloso per “la nostra gente” che “metterci nelle mani dei vescovi conciliari e della Roma modernista”. I tre vescovi conclusero dicendo che un accordo meramente pratico avrebbe lacerato la Fraternità e l’avrebbe distrutta.

A questa profonda obiezione, quasi come l’abisso che c’è tra il soggettivismo e la verità oggettiva, Mons. Fellay rispose (google Fellay, 14 aprile 2012):— 1 che i vescovi erano “troppo umani e fatalisti”. 2 Che la Chiesa è guidata dallo Spirito Santo. 3 Che dietro la reale benevolenza di Roma verso la FSSPX c’è la Provvidenza di Dio. 4 Che fare dell’insieme degli errori del Concilio una “super-eresia” è un’impropria esagerazione, 5 che logicamente porta i Tradizionalisti allo scisma. 6 Che non tutti i Romani sono modernisti, perché di loro sempre meno credono nel Vaticano II, 7 al punto che se oggi fosse vivo Monsignore non avrebbe esitato ad accettare ciò che viene offerto alla FSSPX. 8 Che nella Chiesa ci saranno sempre grano e loglio, così che la pula conciliare non è una ragione per restare lontani. 9 Come avrei voluto interpellarvi per un consiglio, ma ognuno di voi in modi diversi “con forza e con passione non è riuscito a capirmi”, e mi ha anche minacciato in pubblico. 10 Che opporre Fede e Autorità è “contrario allo spirito sacerdotale”.

E, per finire, ecco gli stringatissimi commenti su ciascuna delle argomentazioni di Mons. Fellay:—

1 “Troppo umano”? Come diceva Monsignore, il grande abisso in questione è filosofico (naturale) piuttosto che teologico (soprannaturale). “Troppo fatalisti”? Piuttosto che fatalisti, i tre vescovi erano realisti. 2 Gli ecclesiastici Conciliari sono guidati dallo Spirito Santo anche distruggono la Chiesa? 3 Dietro la reale malevolenza di Roma c’è la sua ferma intenzione di dissolvere la resistenza della FSSPX alla nuova religione Conciliare – al pari di tante altre Congregazioni Tradizionali prima di essa! 4 Solo gli stessi soggettivisti non riescono a vedere la profondità del divario tra soggettivismo e Verità. 5 Gli oggettivisti cattolici aggrappati alla Verità sono ben lungi dall’essere in scisma. 6 Sono i massoni a tenere banco a Roma. Lì gli eventuali non-modernisti non hanno alcun potere che conti. 7 Credere che Monsignore avesse accettato le offerte attuali di Roma, significa sbagliarsi totalmente su di lui. Il problema di fondo è molto peggiorato da quei giorni. 8 Il cucchiaio di Mons. Fellay è troppo corto perché lui possa cenare in sicurezza con gli (oggettivi) diavoli romani. 9 I tre vescovi avevano capito fin troppo bene Mons. Fellay, era lui che non voleva sentire quello che tutti e tre avevano da dire. Crede egli di essere infallibile? 10 Di sicuro, San Paolo pensò che l’autorità poteva stare in opposizione alla fede – Gal. I, 8–9, e II, 11. San Paolo mancava di “spirito sacerdotale”?

Kyrie eleison.

Brexit – Spexit?

Brexit – Spexit? on Luglio 16, 2016

C’è una cosa come il “Zeitgeist”, o spirito del tempo. Una prova potrebbe essere il parallelo che si può stabilire tra il voto inglese del 23 giugno per rinunciare all’abbraccio comunista dell’Unione Europea e la riunione dei Superiori della FSSPX, dal 25 al 28 giugno, col comunicato di Mons. Fellay del 29 giugno che dichiara che la Fraternità sta ora rinunciando all’abbraccio della Roma neo-modernista – in breve lo “SPexit”. In effetti, come suggerito dal “Commento” della settimana scorsa: il Brexit è stato ammirevole, ma di dubbia efficacia, e così si può temere che la San-Pio-exit del 29 giugno possa aver rassicurato molti buoni cattolici che la Fraternità sarebbe di nuovo in carreggiata, mentre nel giro di pochi giorni la Roma ufficiale e Mons. Fellay hanno entrambi affermato che i contatti continuano . . .

La base del parallelo è l’apostasia che caratterizza la Quinta Età della Chiesa, 1517–2017 (o oltre), con la quale i popoli del mondo hanno lentamente ma costantemente voltato le spalle a Dio per sostituirLo con l’uomo. Ma in tale processo la loro coscienza non è a suo agio. Perciò mentre esteriormente rendono omaggio al buon vecchio ordine, interiormente si struggono per la libertà da Dio e per i benefici materialistici del Nuovo Ordine Mondiale. E’ così che un buon vecchio istinto ha spinto gli Inglesi a votare per l’indipendenza dal comunismo, ma essendo quasi tutti atei materialisti e quindi dei comunisti senza il nome, difficilmente adesso sanno cosa fare con il loro Brexit. Allo stesso modo si può temere che lo “SPexit” sia più di quello che sembra.

Per esempio, l’ottimo sito web ispanico “Non Possumus” ha sottolineato che quando il comunicato del 29 giugno guarda ad un Papa “che favorisce concretamente il ritorno alla Santa Tradizione” (2 + 2 = 4 o 5), questo non è la stessa cosa di un Papa “che è tornato alla Tradizione” (2 + 2 = 4, e solo 4). Né è rassicurante che il 2 luglio Mons. Fellay abbia indetto una quinta Crociata del Rosario, già intravista come possibile il 24 giugno da Don Girouard nel Canada Occidentale. Egli ha ricordato come Mons. Fellay abbia presentato come due doni della Madre di Dio: sia la dubbia liberalizzazione del vero rito della Messa ad opera del Summorum Pontificum nel 2007, sia la “remissione” delle inesistenti “scomuniche” nel 2009. Don Girouard teme che un riconoscimento unilaterale della Fraternità da parte della Roma ufficiale, possa essere ugualmente presentato come una risposta della Madonna a questa nuova Crociata del Rosario. Ecco come Don Girouard immagina che il riconoscimento potrebbe essere presentato da Mons. Fellay:—

Nella Crociata, abbiamo chiesto la protezione della Fraternità. Grazie ai 12 milioni di Rosari, la BVM ha ottenuto per noi, dal Cuore di suo Figlio, questa protezione speciale! Sì, il Santo Padre ha firmato questo documento in cui ci riconosce e promette di darci la sua personale protezione, così che saremo in grado di continuare “come siamo”. Questo nuovo dono di Dio e della BVM è veramente un nuovo mezzo datoci dalla Divina Provvidenza per continuare meglio il nostro lavoro per l’estensione del Regno Sociale di Cristo! Esso è anche la riparazione di una grave ingiustizia! E’ veramente il segno che Roma è cambiata in meglio! Il nostro venerato fondatore, Mons. Lefebvre, avrebbe accettato questo dono provvidenziale. Infatti, per ottenerlo da nostro Signore, possiamo essere sicuri che egli ha unito le sue preghiere a quelle della BVM e che ora gioisce con Lei in Paradiso! In ringraziamento per questo meraviglioso dono della Provvidenza, rinnoviamo ufficialmente la consacrazione della Fraternità ai Cuori di Gesù e Maria, ed eseguiamo un Te Deum cantato in tutte le nostre cappelle!”

In tale ottica, aggiunge Don Girouard, chiunque rifiuterà la riunione della Fraternità con Roma sarà fatto sembrare come resistente a Dio e spregiatore di Sua Madre.

Tali timori sono per ora solo immaginari. Quel che è certo è che lo “SPexit” del 25–28 giugno non avrà in alcun modo scosso la volontà di Mons. Fellay di condurre la Fraternità di Monsignore tra le braccia della Roma neo-modernista. Per lui, questa è l’unica strada da seguire, piuttosto che “insultare” i buoni Romani e “ristagnare” in una resistenza che è obsoleta e non più rilevante per la situazione in evoluzione.

Kyrie eleison.

Deragliare la spinta

Deragliare la spinta on Giugno 25, 2016

Un certo numero di cattolici che amano la Chiesa e capiscono che cosa la Fraternità San Pio X potrebbe e dovrebbe fare per essa, sono stati incoraggiati da parole recenti di uno dei suoi vescovi. Hanno pensato che forse essa può ancora essere trattenuta dal cadere nel baratro di un accordo, col quale si metterebbe sotto il controllo di alcuni dei peggiori (oggettivamente) nemici della Chiesa in tutta la sua storia: i funzionari neo-modernisti della Roma odierna. In effetti, sono state dette molte cose buone da Mons. de Galarreta nel suo sermone del 3 giugno per le ultime ordinazioni sacerdotali tenute a Winona, Minnesota, prima che il seminario si trasferisca in Virginia, ma nessun amico della Fede cattolica dovrebbe alimentare le sue speranze più di tanto.

Il suo sermone è cominciato collegando il sacerdozio cattolico a Nostro Signore Gesù Cristo come unica e sola Via, Verità e Vita. Ed è proseguito col dire che oggi nella Chiesa vi è un relativismo in dottrina che apre la porta al relativismo nella morale e a scandali come quello del recente Sinodo romano che ha osato prendere in considerazione di dare la Santa Comunione alle coppie dei divorziati “risposati”. Il Vescovo ha detto che questi scandali hanno la loro radice nel Vaticano II, ed ha stigmatizzato il Concilio come un albero cattivo che può logicamente e semplicemente dare solo frutti cattivi. Ora, alcune settimane fa Mons. Pozzo ha acceso delle speranze per le quali la Fraternità, per ottenere il riconoscimento ufficiale da Roma, potrebbe non accettare il Concilio, ma il Vescovo ha giustamente sottolineato che sia Papa Francesco sia il Cardinale Mueller hanno successivamente deluso tali speranze, chiarendo che per il riconoscimento della Fraternità da parte loro sarà comunque necessaria quell’accettazione.

Il Vescovo ha concluso: “Perciò è anche chiaro che la lotta [della Fraternità] continua. Come ha detto il nostro Superiore Generale, Mons. Fellay: se dobbiamo scegliere tra la fede e un compromesso, la scelta è già fatta – nessun compromesso”. Parole combattive, ma il Vescovo ha aggiunto immediatamente una possibile via di fuga del tipo che ci è familiare da parte sua: “Dio può certo mutare le circostanze e metterci in una situazione diversa, ed è quello che tutti auspichiamo”. Tra le “mutate circostanze” potrebbe essere inclusa una certa abile intesa gradita a Roma e al Superiore Generale, che questi avrebbe accettato? (Ed è inutile che Mons. de Galarreta abbia citato in anticipo quelle parole del Superiore Generale contrarie alla sua stessa politica, visto che le sue stesse parole non hanno finora trattenuto questo Superiore Generale.)

Ciò che suggerisce fortemente che le parole battagliere non corrispondano di fatto alle intenzioni del Superiore Generale è la velocità con cui il testo che le conteneva è stato eliminato (per essere rivisto o cestinato?) subito dopo essere apparso sul sito ufficiale della Fraternità negli Stati Uniti. Quale ufficiale inferiore della Fraternità avrebbe potuto dare l’ordine di ripudiare praticamente le parole di uno dei suoi vescovi? Tale idea è piuttosto confermata da una conferenza tenuta il 5 giugno dal secondo in comando della Fraternità ai parrocchiani della chiesa della Fraternità a Houston, TX, conferenza finora non sconfessata dal Quartier Generale (commenti in corsivo):—

Don Pfluger ha detto che non c’è nulla di male ad andare con Roma (illusione); che la Società ci andrà così com’è (illusione); che dobbiamo andare al passo con i tempi, e adesso è il momento di essere a Roma (illusione); che anche Mons. Lefebvre si contraddisse più volte a suo tempo (illusionevedi il “Commento Eleison” dell’11 giugno – n. 465), e, infine, che qui e ora dobbiamo fidarci di Mons. Fellay (dopo tutte le sue “inesattezze terminologiche”? – illusione!). Ma il Primo Assistente della Fraternità è più che libero di dire queste cose, perché esse sono fedeli alla spinta della Fraternità verso il suo vero scopo: mettersi sotto il controllo romano.

In conclusione, cari lettori, per amore di tutto il bene che la vera Fraternità potrebbe e dovrebbe fare per la Chiesa universale, bisogna pregare in tutti i modi perché un miracolo faccia deragliare tale spinta verso Roma, e perché si attui ogni pressione possibile sui Superiori che parteciperanno alla riunione di fine giugno (non ancora un Capitolo Generale, ma in preparazione di quello fatale) così che essi stessi si facciano strumenti di Dio nel deragliamento di tale spinta.

Kyrie eleison.

Erronea Visione

Erronea Visione on Aprile 16, 2016

Don Franz Schmidberger, ex Superiore Generale della Fraternità San Pio X dal 1982 al 1994 e attuale Rettore del Seminario tedesco della Fraternità a Zaitzkofen, Baviera, ha recentemente messo in circolazione “Considerazioni sulla Chiesa e sulla posizione della Fraternità in seno alla Chiesa”. In tre pagine che promuovono fermamente l’accettazione da parte della Fraternità di una Prelatura Personale offerta da Papa Francesco e che riporterebbe la Fraternità nella Chiesa ufficiale sotto il Papa, Don Schmidberger mostra una comprensione molto inadeguata del problema nella Roma conciliare, a stento parlando del Vaticano II.

Egli comincia presentando la Chiesa cattolica come contenente elementi umani e fallibili che indussero Monsignor Lefebvre a fondare nel 1970 la FSSPX per salvare il sacerdozio, la Messa e la Regalità Sociale di Cristo Re. Nel 1975 la FSSPX venne condannata dalla Chiesa ufficiale, ma essa prosperò. La consacrazione di quattro vescovi della Fraternità nel 1988 manifestò la contraddizione tra Roma e la FSSPX, ma Monsignore si sforzava ancora, dopo come prima, per una soluzione. Dal 2000 anche i Romani, onestamente o no, ricercarono una soluzione. Ora, nel 2016, essi hanno attenuato le loro richieste perché la FSSPX accetti il Concilio e la nuova Messa.

COMMENTO: È questa una visione relativamente superficiale dell’attacco del tutto radicale lanciato contro la Fede e la stessa Verità dagli ecclesiastici massoni durante e dopo il Vaticano II. Don Schmidberger vede semplicemente ecclesiastici romani fuorviati che per tornare al loro sentire cattolico potrebbero essere seriamente aiutati se solo la FSSPX fosse ufficialmente riconosciuta. Ha egli una qualche idea di come la lebbra dello spirito modernista finirebbe molto probabilmente col contagiare la FSSPX, piuttosto che questa guarisca quei Romani con cui essa vuole unirsi?

Secondariamente, Don Schmidberger presenta una mezza dozzina di argomenti a favore dell’accettazione della Prelatura Personale. La FSSPX deve riacquistare la normalità. Nel suo attuale “esilio” non deve perdere il senso della Chiesa. A Roma si aprono le porte. La FSSPX ha urgente bisogno del permesso di Roma per consacrare altri vescovi. L’ansietà di alcuni modernisti per la prospettiva della normalizzazione della FSSPX, è un buon segno. E, infine, in quale altro modo può essere risolta la presente crisi della Chiesa se non con la FSSPX che esca dal suo “esilio” e converta i Romani?

COMMENTO: La FSSPX che converte questi Romani? Che illusione! Ancora una volta Don Schmidberger ha poca o nessuna idea della profonda perversione del modernismo, che egli avversa. Non è “normale” per i cattolici sottomettersi ai modernisti. “Esilio” non significa necessariamente perdere il senso della Chiesa. Roma non ha aperto porte importanti. La Fede non ha bisogno di vescovi approvati dai modernisti. I modernisti ansiosi sono quelli ingenui – i veri modernisti sanno che convertiranno la Fraternità e non viceversa, una volta che riusciranno a fare scattare la trappola. E, infine, la crisi della Chiesa certamente non può essere risolta da una Fraternità illusa che si riunisce Roma, ma solo da Dio, il cui braccio non è accorciato dalla malvagità degli uomini ( Isaia, LIX, 1).

Infine, Don Schmidberger risponde ad alcune obiezioni: Papa Francesco può non essere un buon Papa, ma ha la giurisdizione per normalizzare la FSSPX. Il parere della “Resistenza” non ha importanza in quanto essa non ha il senso della Chiesa ed è divisa. Alla FSSPX non verrà messa la museruola perché Roma l’accetterà “così com’è” ( illusione ), né perderà la sua identità, perché con l’aiuto di Dio convertirà Roma ( illusione ). Né verrà meno la sua resistenza come è accaduto a tutte le altre Congregazioni tradizionali che hanno ceduto ritornando con Roma, perché è Roma che sta implorando, mentre la FSSPX ha la scelta ( illusione ), e perché la FSSPX ha vescovi che resistono ( illusione ), e gli sarà data una Prelatura Personale ( per condurla sotto i modernisti ).

COMMENTO: In altre parole, la trappola romana sarà fornita di ammortizzatori. Che serie di illusioni! Povera FSSPX! Preghiamo per la salvezza di tutto ciò che può ancora essere salvato di essa.

Kyrie eleison.

Un nuovo vescovo

Un nuovo vescovo on Marzo 28, 2015

La consacrazione a vescovo di Don Jean-Michel Faure, nel Monastero della Santa Croce in Brasile la scorsa settimana, si è svolta in una piacevole situazione. Il tempo era caldo e asciutto; splendeva il sole. I monaci di dom Thomas d’Aquino e le vicine suore sono riusciti a trasformare magnificamente un semplice garage di metallo e beton in un santuario degno della nobile liturgia, che anch’essa hanno approntata benissimo. Nonostante la notizia fosse riservata, era presente un gruppo di sacerdoti provenienti da tutta l’America e di Francia. Un numero di circa un centinaio di anime, anch’esse provenienti da diversi paesi, hanno seguito attentamente le tre ore di durata della cerimonia.

Con questo hanno gioito tutti i cattolici che sentono il bisogno di almeno un altro vescovo per contribuire a garantire la sopravvivenza della «Tradizione Resistente». La necessità della difesa della fede cattolica come Mons. Lefebvre l’ha compresa, non poteva essere lasciata ancora per molto tempo più alla disponibilità di un solo vescovo. La consacrazione conferita da Monsignore a quattro vescovi nel 1988, senza il permesso di Roma, che costituì l’«Operazione Sopravvivenza» in opposizione all’«Operazione Suicidio», doveva essere prolongata nel XXI secolo. Le scuse vanno a tutti i cattolici che avrebbero voluto partecipare se solo avessero saputo per tempo dell’evento, ma tutto doveva essere fatto con un buon margine di discrezionalità, per poter essere certi che la consacrazione avesse luogo.

Essa poteva contare su potenti avversari. La Chiesa ufficiale a Roma ha reagito dichiarando che il consacrante sarebbe «scomunicato automaticamente», ma, come nel 1988, questa dichiarazione è falsa, perché secondo la legge della Chiesa chi commette un reato non incorre nella sanzione normale, ad esempio la scomunica per la consacrazione di un vescovo senza il permesso di Roma, se ha agito per necessità. Questo è il senso comune, e in questo caso la necessità c’era sicuramente. Mentre il mondo si avvicina sempre di più alla Terza Guerra Mondiale, quale individuo sulla terra può essere certo della sua sopravvivenza?

Anche la Fraternità San Pio X ufficiale, da Menzingen, in Svizzera, ha condannato la consacrazione di Mons. Faure con un comunicato stampa pubblicato lo stesso giorno. In esso, è degna di nota la confessione che il consacrante è stato escluso dalla Fraternità nel 2012 a causa delle «aspre critiche» formulate contro le relazioni che la Fraternità ha tenuto negli ultimi anni con Roma. Menzingen ha continuato a sostenere per lungo tempo che il problema fosse quello della «disobbedienza», ed ecco che adesso lo stesso Menzingen ammette che si trattava del fatto di essere costantemente accusato, Menzingen, di «tradire l’opera di Mons. Lefebvre». E in effetti, essa viene tradita e distrutta.

Roma stessa conferma il tradimento. Il giorno dopo la consacrazione, Mons. Guido Pozzo, Segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, oltre ad aver parlato dell’inesistente «scomunica», ha continuato dicendo che diversi incontri (tra Roma e la Fraternità San Pio X) hanno avuto luogo ed altri sono in programma con alcuni prelati (romani), per trattare dei problemi che ancora devono essere chiariti in un ambiente di fiducia», problemi «dottrinali e interni alla Fraternità».

Mons. Pozzo ha poi proseguito: Il Papa sta aspettando che la Fraternità si decida a rientrare nella Chiesa; noi siamo sempre pronti con un progetto canonico già conosciuto (una prelatura personale). È necessario un po’ di tempo perché le cose diventino chiare nella Fraternità, e Mons. Fellay raggiunga un ampio e sufficiente consenso, prima di compiere un tale passo.

Cos’altro serve ai veri cattolici laici e chierici, che vedano appesi i manifesti?

Kyrie eleison.