Lefebvrismo

Vescovi concordi

Vescovi concordi on Luglio 12, 2008

Molti amici della Fraternità San Pio X si chiedono quale posizione verso un accordo con Roma abbia assunto Mons. Alfonso de Galarreta. Egli è uno dei quattro vescovi della Fraternità, ma quello che pensa e dice non è così spesso citato, almeno in inglese, una lingua che egli capisce, ma che preferisce non dover parlare.

Alla casa madre della Fraternità a Ecône, in Svizzera, è stato lui che quest’anno ha condotto l’annuale cerimonia delle ordinazioni al diaconato e al sacerdozio. Parti del suo sermone sono disponibili su Internet, sul sito christus.imperat, per esempio. Qui ci sono alcuni passi, i primi riguardanti le consacrazioni episcopali della Fraternità del 30 Giugno 1988, perché quest’anno ricorre il loro XX anniversario; i secondi riguardanti l’”ultimatum” del Cardinale Castrillón del 4 e 5 giugno, un mese fa.

« Poi non si predica più la Verità. Si è in cerca della verità [come se non lo si sapesse]». Quindi prosegue: « E questo, in ogni caso, dimostra l’importanza e la necessità delle consacrazioni . . . . Poiché . . . quest’atto delle consacrazioni, è giustamente per la sopravvivenza del Sacerdozio cattolico. Dunque oggi noi rivendichiamo le consacrazioni non come se fosse una sorta di ribellione . . . contro l’autorità del Papa . . . . Al contrario, lo rivendichiamo nella sua reale resistenza. Nella misura in cui abbiamo compiuto quest’atto semplicemente allo scopo di salvaguardare il Sacerdozio cattolico . . . . E dunque noi rivendichiamo la figura di Sua Eccellenza Monsignor Marcel Lefebvre . . . . Non siamo lefebvriani, siamo Cattolici . . . . siamo discepoli di Monsignor Lefebvre, e ne siamo molto fieri . . . . È perché siamo Cattolici, e Mons. Marcel Lefebvre era molto cattolico, che noi siamo discepoli di Mons. Marcel Lefebvre . . . . Noi non ci vergogniamo di Nostro Signore Gesù Cristo. Non ci vergogniamo della Fede cattolica di sempre. Non ci vergogniamo della Chiesa cattolica di sempre. E quindi non arrossiamo per Monsignor Marcel Lefebvre

Più avanti, sull’”ultimatum” del Cardinale, Mons. de Galarreta ha detto: « Io penso che è troppo parlare di ultimatum ». E ha continuato: « Vi è evidentemente una volontà di . . . intimorirci un po’ . . . . Di pressarci, in direzione di un accordo [con Roma] puramente pratico [non dottrinale], che è stata sempre l’intenzione di Sua Eminenza . . . . Questa strada è una strada morta . . . . Quindi non è il caso di seguirla. Non possiamo impegnarci a tradire la confessione pubblica della Fede . . . . E non vogliamo, . . . imbarcarci in un’impresa di demolizione . . . . la nostra risposta va piuttosto in direzione . . . . Di ciò che chiediamo da lungo tempo, le tappe con i preamboli [completa liberalizzazione del rito tridentino della Messa e annullamento delle “scomuniche” del 1988]. Che eventualmente sfoceranno . . . in un confronto . . . dottrinale . . . . Io penso che è più probabile che questo porti . . . ad una stagnazione dei nostri contatti con Roma. Meno probabilmente ad una nuova dichiarazione contro di noi. E ancora meno probabilmente al ritiro del decreto di scomunica ».

Prima di tutto la Fede, poi Roma – tutti e quattro i vescovi della Fraternità seguono sostanzialmente la linea di pensiero di Monsignore, “perché è cattolica”. « Meglio morire che tradire », usava dire Monsignore.

Kyrie eleison.

Accordisti – II

Accordisti – II on Novembre 10, 2007

L’argomento a favore della Fraternità San Pio X, “rientrare dall’isolamento” e “ritornare nella Chiesa”, può anche essere espresso in questa sorta di doppia proposizione: tutti i grandi scontri nella Chiesa sono sempre finiti in una sorta di compromesso – quale altra soluzione è possibile per la perdurante discordia tra la FSSPX e la Roma conciliare?

Per quanto riguarda la prima parte della proposizione, si potrebbe convenire con un qualche compromesso, se non fosse che alla base di questa discordia c’è la Fede. Per aiutare il Papa o per ripristinare il buon nome o lo stato canonico della FSSPX, potrebbe essere concepibile qualche compromesso, ma non se la posta in gioco è la Fede, perché la Fede cattolica è quel corpo di oggettive verità soprannaturali senza la cui credenza (almeno in modo rudimentale) nessuna anima può essere salvata (Eb XI, 6).

Ma è la vera Fede ad essere coinvolta nei finora 37 anni di lotta della FSSPX? Sì, dice un illustre teologo tedesco, il Professor Johannes Dörmann, che è del tutto indipendente dalla FSSPX. Dopo uno studio prolungato e competente dei discorsi completi e degli scritti di Giovanni Paolo II, egli ha riconosciuto e dichiarato che il “Lefebvrismo” non riguarda solo il latino o la liturgia, ma i fondamenti della Fede. Anzi. Essendo un’altra forma di soggettivismo, il neo-modernismo trasforma qualsiasi roccia della verità in plastica.

Per quanto riguarda la seconda parte della proposizione, al non esserci altra soluzione possibile se non un qualche tipo di compromesso, si può rispondere che ci sono problemi che l’uomo può porre e che solo Dio può risolvere. Un elefante può cadere in una grossa buca che lo intrappola, ma non può uscirne. Al tempo di Noè, l’uomo aveva così “corrotto la sua via” (Gen. VI, 12), che il Signore Iddio fu indotto a spazzarlo via e praticamente a ricominciare tutto da capo.

Nella Sodoma della Chiesa e del mondo di oggi, non si determinano soluzioni meramente umane ugualmente impossibili? Quando nelle miserie del prossimo futuro, abbastanza esseri umani cadranno in ginocchio per implorare il Signore Iddio che li salvi, Egli lo farà per mezzo di Sua Madre. Nel frattempo, il dovere di tutti i cattolici appartenenti al “resto scelto per grazia” (sottolineo “per grazia” – Rm XI, 5), è di non permettere che alcunché, amore per Roma, famiglia, vita o qualsiasi altra cosa, abbia la precedenza rispetto alla salvaguardia della vera Fede, che è l’obbedienza per, e l’amore per, il vero Dio. Signore Gesù Cristo, abbi pietà di noi!

Kyrie eleison.