libertà religiosa

Debole obiezione

Debole obiezione on Maggio 16, 2009

Un amico mi ha appena ricordato la classica obiezione all’insegnamento della vera Chiesa cattolica sulla libertà religiosa, delineato qui la scorsa settimana. Ecco l’obiezione: Maggiore: Forzare la fede di qualcuno è assurdo, perché la fede non è qualcosa che può essere imposta a forza. Minore: Ma rifiutare la libertà religiosa delle persone significa forzare le loro credenze. Conclusione: Rifiutare la libertà religiosa è assurdo.

Il Maggiore qui è vera. Che qualcuno creda o non creda in materia di religione è una scelta del suo proprio libero arbitrio, che o non può essere determinato al di fuori di lui, e / o – soprattutto nel caso della Fede cattolica – non dev’essere determinato dal di fuori, perché “ Nemo nolens credit ” (Sant’Agostino), cioè nessuno può credere contro la sua volontà. Così la forzatura esterna della Fede cattolica è impossibile o sbagliata.

Il problema sta nel termine Minore dell’obiezione. La dottrina tradizionale della Chiesa: che uno Stato cattolico non debba concedere ai propri cittadini la libertà religiosa, non significa che lo Stato dovrebbe forzare la fede privata di qualcuno, né significa che lo Stato dovrebbe costringere qualcuno ad agire pubblicamente in conformità col credo cattolico. Significa invece che uno Stato cattolico ha il diritto di impedire la pratica pubblica di ogni religione contraria al credo cattolico, e se il divieto realizza più bene che male, lo Stato ha il dovere di vietare tale pratica. Questo perché ogni Stato costituito da esseri umani viene da Dio, al pari di essi, e ha da Dio il corrispondente dovere di provvedere temporalmente (cioè fare il possibile nel tempo, qui in basso sulla terra) al benessere eterno dei suoi cittadini (cioè alla loro salvezza in Cielo). I cittadini sono normalmente influenzati da tutto quello che succede intorno a loro nello Stato, quindi la loro salvezza eterna è normalmente ostacolata dalla pratica pubblica delle false religioni.

Così la Chiesa cattolica insegna che la libertà religiosa deve essere negata 1) solo nel caso di false religioni, 2) solo nella loro pratica pubblica, e 3) solo quando si farà più bene che male a vietare tale pratica. Questo ha un significato solo negli Stati cattolici, perché dove vi è poca o nessuna Fede cattolica, tale divieto ha poco o nessun senso. Oggi questo significa in quasi tutti gli Stati, perché i cittadini di tutti gli Stati moderni sono così immersi nel liberalismo (la quasi-religione della libertà), che anche in un presumibile Stato cattolico oggi un tale divieto sarebbe un oltraggio al culto della libertà della gente e quindi tale che farebbe più male che bene.

Tuttavia, di queste tre condizioni, la prima è la chiave. Se non si coglie che il cattolicesimo è l’unica religione completamente vera, non si potrà mai concepire il perché tutte le altre religioni devono sempre essere vietate in pubblico. Al contrario, se si coglie che solo il cattolicesimo (almeno accettato implicitamente) è in grado di inviare le anime al Cielo, e che tutte le altre religioni, come tali, e ripeto come tali, inviano le anime all’Inferno, ne consegue automaticamente che la loro pratica pubblica dovrebbe, ove ragionevole, essere vietata. È una questione di Fede. “ Signore, io credo, aiutami nella mia incredulità ” ( Mc. IX, 24).

Kyrie eleison.

Svolta fatale II

Svolta fatale II on Agosto 30, 2008

Dire che la “svolta verso l’uomo” è la caratteristica chiave del Vaticano II, non è un insulto al Vaticano II. Non era “ die Wende anthropologische ” (“la svolta antropologica”) il cuore del pensiero di Karl Rahner? E Rahner non è stato una delle menti più influenti al lavoro nel Concilio? La questione non sta nel sapere se il Vaticano II ha svoltato verso l’uomo o no, ma se questa svolta è una cosa buona o cattiva.

La Dichiarazione del Concilio sulla libertà religiosa, Dignitatis Humanae (della Dignità Umana), sostiene che ogni governo civile deve garantire a tutti i cittadini il diritto civile di praticare in pubblico qualsiasi religione essi vogliano praticare, così che se essi abusano di tale diritto, scegliendo di praticare una falsa religione, la loro intrinseca dignità o valore come esseri umani, esige che a loro sia garantita questa la libertà di scelta. Niente libertà, niente dignità.

Ecco la citazione chiave: « Il diritto alla libertà religiosa [civile] non si fonda quindi su una disposizione soggettiva della persona (equivalente sostanzialmente a ciò che chiamiamo “seconda natura”), ma sulla sua stessa natura (quella che per opposizione a “seconda natura” potremmo chiamare la “prima natura” dell’uomo)». « Per cui il diritto ad una tale immunità perdura anche in coloro che non soddisfano l’obbligo di cercare la verità e di aderire ad essa ». In altre parole, mentre la Chiesa cattolica ha sempre insegnato che il primo valore di un essere umano consiste nel suo avvicinarsi al vero Dio, e che per questo uno Stato può vietare la pratica pubblica delle false religioni, cioè di tutte le religioni non cattoliche, – salvo il caso che questo sia controproducente per la salvezza delle anime -, la Chiesa conciliare insegna invece che il primo valore di un essere umano consiste nello scegliere da sé la religione, vera o falsa che sia, e che nessuno Stato dovrebbe porre alcun ostacolo civile a che qualsiasi cittadino pratichi in pubblico la religione di propria scelta.

A prima vista la differenza potrebbe sembrare lieve, ma le implicazioni sono enormi: l’uomo messo al posto di Dio. Per il cattolicesimo, il valore primario di un uomo, o la sua dignità, consiste nel corretto uso del libero arbitrio intrinseco alla sua (prima) natura umana. Il libero arbitrio non è un fine in sé, ma solo un mezzo per scegliere il bene di andare in Cielo. Il fine è il Buon Dio, la libertà dell’uomo è solo il mezzo. La prima natura dell’uomo è funzionale alla sua seconda natura; così che essa non è sufficiente per la salvezza eterna.

Al contrario, per il conciliarismo il primo valore dell’uomo consiste nella sua prima natura e cioè che il mero esercizio del suo libero arbitrio, a prescindere dal fatto che scelga il bene o il male, è più importante per la persona umana, e quindi per lo Stato, rispetto al giusto uso che egli ne fa. In altre parole, il libero arbitrio dell’uomo viene prima di ciò che è giusto o sbagliato per Dio, prima del Cielo di Dio o dell’Inferno. Il mero esercizio della libertà sta diventando un fine in sé. La “prima natura” “ora ha la priorità sulla seconda natura. Se “Dio” condanna gli uomini all’”Inferno” perché “abusano” del loro libero arbitrio, questo è un problema di Dio (o un problema della vecchia religione), non un problema dell’uomo!

Potrebbe una qualsiasi dottrina mettere gli uomini sulla strada per l’Inferno più sicuramente di una tale “svolta verso l’uomo”?

Kyrie eleison.

Svolta fatale I

Svolta fatale I on Agosto 16, 2008

L’uomo, dice il Vaticano II ( Gaudium et Spes ), è la sola creatura che Dio vuole per se stessa. Com’è tipico del Vaticano II, questa affermazione ha due possibili significati, uno ortodosso e un’altro profondamente rivoluzionario. Purtroppo per i “conservatori” che cercano di sostenere che il Concilio è stato cattolico, è il significato rivoluzionario che corrisponde chiaramente alla dottrina chiave di un altro documento del Concilio, Dignitatis Humanae, e quindi è quest’ultimo il vero significato del Concilio.

Tra tutte le creature materiali su questa terra, solo l’uomo è razionale, cioè dotato di facoltà in grado di conoscere e amare Dio. Tutto il resto della creazione materiale serve solo come un trampolino perché l’uomo superi la sua breve vita e salti in Cielo o si schianti all’Inferno, e non appena l’ultima anima designata da Dio a fare questa scelta, l’avrà ha fatta, allora tutta la creazione materiale sarà consumata dal fuoco, dice la Scrittura ( II Pietro ), perché avrà raggiunto il suo fine. In questo senso è vero che Dio vuole tutte le creature per l’uomo, e l’uomo solo per se stesso.

Ma che Dio voglia l’uomo per amore dell’uomo stesso, è assolutamente falso in relazione a Dio, perché Dio non può volere qualsivoglia creatura, uomo compreso, per nient’altro che per amore di Dio stesso. Dio è Essente da Sé, Dio in Sé, totalmente Sufficiente a Sé stesso, totalmente Perfetto in Sé. Egli non può avere alcun bisogno al di fuori della Sua Divina Essenza di Sé, perché questo in Lui sarebbe un bisogno, una mancanza, un’imperfezione. Ciò non esclude la sua volontà di creare creature altre che Sé – basta guardarsi intorno! -, ma include la sua volontà di volerle ultimamente per nient’altro che per la sua Bontà. Penultimamente, prima cioè di ultimamente, può volerle per se stesse, per esempio, perché l’uomo partecipi alla Beatitudine, ma ultimamente Egli può solo volerle per la sua stessa Bontà, altrimenti avrebbe bisogno di esse per di perfezionare Se stesso – bestemmia!

San Tommaso d’Aquino spiega questo ultimamente e penultimamente della volontà di Dio, con un paragone con la medicina dolce e aspra. Ultimamente io prendo la medicina, dolce o aspra, solo per la mia salute, ma se la medicina è dolce, allora penultimamente posso prenderla anche per il suo gusto dolce. Ultimamente Dio può volere nient’altro che la propria Bontà. Solo penultimamente può volere qualsiasi creatura per se stessa, per esempio l’uomo, perché condivida la Beatitudine Divina.

La distinzione sembra sottile? Nel caso in specie essa è tutta la differenza tra l’uomo centrato su Dio, come sa la vera religione cattolica, e Dio centrato sull’uomo, che è ciò che sta promuovendo la falsa religione del Vaticano II – la “svolta verso l’uomo”.

Aspettate di leggere prossimamente la prova da Dignitatis Humanae che la centratura di Dio sull’uomo è il vero significato del Concilio.

Kyrie eleison.

“Pascendi” – II

“Pascendi” – II on Novembre 3, 2007

Prima che si concluda il centenario della grande Enciclica anti-modernista di Papa San Pio X, Pascendi, diamo due esempi della luce che essa getta sull’odierna persistente confusione nella Chiesa e nel mondo: il primato della verità oggettiva e il carattere non vincolante del sedevacantismo (non credere che i recenti papi siano dei veri papi).

Nel corso degli ultimi due secoli, il mondo moderno è sprofondato sempre più nel grave errore del soggettivismo, per cui ogni uomo (o soggetto) si fa la propria verità, così che egli sarebbe libero da ogni supposta oggettiva verità che si imporrebbe dal di fuori alla sua mente. Cent’anni fa, questo errore minacciò di compromettere l’oggettività di tutti i dogmi cattolici – da qui l’Enciclica. Cent’anni dopo, nonostante gli sforzi di San Pio X, l’insieme degli uomini di Chiesa è immerso in tale errore – da qui il Vaticano II, la libertà religiosa, l’ecumenismo, ecc.

Nella Pascendi, San Pio X bolla lo sganciamento della mente soggettiva dalla realtà oggettiva, come fondamento dell’incoerente neo-fede della neo-Chiesa dei modernisti. Afferma che la pace della mente e l’abbandono spirituale devono poggiare sull’unica vera religione che ci è stata data dal di fuori e dall’alto dall’unico vero Dio, senza che noi si presti attenzione all’insieme delle fantasie moderne.

Tuttavia, le fantasie conciliari hanno fatto una tale presa su molti odierni uomini di Chiesa, che sorge la tentazione di considerare che nessuno di essi sia totalmente un uomo di Chiesa, in particolare gli ultimi pochi papi. Ma la Pascendi offre la via d’uscita da questa tentazione, proprio quando insegna che il soggettivismo sgancia le menti degli uomini di Chiesa dalla realtà. Tutti costoro, sono pienamente consapevoli di quanto siano impazziti, dal momento che condividono questa loro pazzia? E se non sono pienamente consapevoli, possono necessariamente essere squalificati come uomini di Chiesa? La Pascendi suggerisce, almeno per me, che il sedevacantismo non è vincolante.

Tutti convengono che non si può permettere che gli uomini di Chiesa conciliari rimangano sganciati dalla verità in una tale maniera, ma questo è di secondaria importanza. Tornando alla Pascendi – ciò che è di primaria importanza è dare gloria a Dio e salvare le nostre anime sottomettendo le nostre menti all’unica Fede oggettiva che Dio ha rivelato, senza la quale nessuno può piacere a Dio (Eb XI, 6).

Kyrie eleison.