Mons. Bernard Fellay

Eccellente comunicato?

Eccellente comunicato? on Novembre 19, 2016

Il 31 ottobre Papa Francesco ha partecipato in Svezia ad un incontro ecumenico con degli esponenti luterani per preparare il prossimo 500° anniversario della rivolta di Lutero contro la Chiesa cattolica. Dopo l’incontro il Papa ha firmato con il Presidente della Federazione Mondiale Luterana una Dichiarazione congiunta, che è un ulteriore assoluto scandalo, in quanto compiuto dall’uomo che dovrebbe essere il Vicario di Cristo. Il 2 novembre, per protesta, il Superiore del Distretto francese della Fraternità San Pio X ha rilasciato un comunicato che condanna quella scandalosa dichiarazione. Gran parte del comunicato è encomiabile, e dovrebbe costituire quanto necessario per porre i Superiori della Fraternità di fronte ad un serio ostacolo sulla via che sta conducendo la Fraternità di Monsignore al tradimento con i neo-modernisti Romani, ma la sua conclusione è debole, al punto che il Comunicato può produrre l’effetto opposto.

Don Bouchacourt apre il suo Comunicato affermando che lo scandalo della Dichiarazione pro-luterana del Papa è tale che egli “non può rimanere in silenzio”. E l’intero passaggio in cui egli denuncia Lutero è irreprensibile. Eccolo:—

Come possiamo essere « profondamente grati per i doni spirituali e teologici ricevuti attraverso la Riforma » (citazione dalla Dichiarazione congiunta) quando Lutero ha manifestato un odio diabolico verso il Sommo Pontefice, un disprezzo blasfemo contro il Santo Sacrificio della Messa, insieme con il rifiuto della grazia salvifica di Nostro Signore Gesù Cristo? Egli ha anche distrutto la dottrina eucaristica rifiutando la transustanziazione, ha allontanato le anime dalla Santissima Vergine Maria e ha negato l’esistenza del Purgatorio. No! Il protestantesimo non ha apportato alcunché al cattolicesimo! Esso ha rovinato l’unità cristiana, ha separato interi paesi dalla Chiesa cattolica, ha sprofondato le anime nell’errore, mettendo in pericolo la loro salvezza eterna. Noi cattolici vogliamo che i protestanti ritornino all’unico ovile di Cristo che è la Chiesa cattolica, e preghiamo per questa intenzione. In questi giorni in cui celebriamo Tutti i Santi, noi ci appelliamo a San Pio V, a San Carlo Borromeo, a Sant’Ignazio e a San Pietro Canisio che hanno combattuto eroicamente l’eresia protestante e salvato la Chiesa cattolica.

Ma a fronte di questa denuncia, la conclusione di Don Bouchacourt è relativamente manchevole:—

Invitiamo i fedeli del Distretto di Francia a pregare e a fare penitenza per il Sommo Pontefice, affinché Nostro Signore, di cui è il Vicario, lo preservi dall’errore e lo mantenga nella verità di cui è custode. Io invito i sacerdoti del Distretto a celebrare una Messa di riparazione e a organizzare un’Ora Santa davanti al Santissimo Sacramento per chiedere perdono per questi scandali e per supplicare Nostro Signore di calmare la tempesta che scuote la Chiesa da più di mezzo secolo. Madonna Santa, Ausilio dei cristiani, salva la Chiesa cattolica e prega per noi!

Don Christian Bouchacourt, Superiore del Distretto di Francia della FSSPX

Questa conclusione è pia, e del tutto rispettosa verso Papa Francesco, ma riesce a dare una qualche idea della gravità del disorientamento del Papa che qui loda uno dei più grandi eretici anti-cristiani in tutta la storia della Chiesa? Difficile immaginare che Don Bouchacourt non abbia ottenuto da Mons. Fellay la previa autorizzazione a pubblicare il suo comunicato. E Mons. Fellay che non avrà avuto alcun problema perché si denunciasse il Lutero di 500 anni, ma avrà invece insistito perché si abbassassero i toni critici nei confronti del principale demolitore della Chiesa che abbiamo qui ed ora? In ogni caso il Comunicato serve allo scopo di Mons. Fellay per ingannare i sacerdoti e i laici tradizionali e ammorbidirli: suggerendo loro che la presumibile imminente Prelatura Personale non impedirà ad alcuno di denunciare gli scandali papali, ecc . . .

A questo punto, Don Bouchacourt si rende conto di quanto, come il suo predecessore, egli possa essere al servizio, anche contro la sua volontà, del tradimento della Fraternità? Cerchiamo di essere “semplici come le colombe”, ma anche “prudenti come i serpenti” ( Mt. X, 16).

Kyrie eleison.

Ecclesiastici consapevoli?- II

Ecclesiastici consapevoli?- II on Novembre 12, 2016

La settimana scorsa questi “Commenti” hanno sollevato la questione se il Superiore Generale della Fraternità San Pio X (SG in breve) sappia che cosa sta facendo quando pronuncia costantemente dichiarazioni contraddittorie: ora a favore della Tradizione cattolica, ora in linea con i Romani e la loro rivoluzione conciliare. Nella migliore delle ipotesi il SG sarebbe semplicemente un liberale confuso che confonde, diviso tra cattolicesimo e conciliarismo. Nel peggiore dei casi potrebbe essere un vero lupo travestito da agnello, che usa le parole semplicemente come strumenti politici per consentire ai romani di inglobare nella loro neo-chiesa conciliare la Fraternità un tempo cattolica di Mons. Lefebvre. Qui è in gioco la Fede. Così, per molti sacerdoti e laici è importante riuscire a capire con chiarezza se il SG è un pastore o un lupo, o una via di mezzo. Per una risposta molto chiara possiamo leggere quello che scrive un sacerdote francese resistente, Don Olivier Rioult, sull’ultimo numero della rivista bimestrale francese “Sous la Bannière”.

Egli parte dal comunicato del SG del 29 giugno, seguito alla riunione dei Superiori della FSSPX tenutasi appena prima nei pressi di Ecône, da cui cita delle frasi che potrebbero rassicurare alcuni cattolici sul fatto la FSSPX sarebbe tornata sulla pista tradizionale. Ma, dice Don Rioult, il SG nel passato ha detto tante volte una cosa e poi ne ha fatta un’altra, tale che le sue parole non hanno alcun valore per quanto riguarda la verità. Esse sono solo, come per innumerevoli politici moderni, degli strumenti della politica usati o abusati a seconda delle circostanze, in questo caso per far sì che la FSSPX si sottometta alle autorità della Neo-chiesa senza che ci si renda conto di ciò che sta accadendo. La prova sta nelle azioni del SG. Le azioni parlano sempre meglio delle parole. Ciò che il SG intende veramente lo si coglie meglio dalle sue azioni, che si muovono costantemente a favore della Roma conciliare.

Ed eccone alcune: l’accettazione della “remissione” delle “scomuniche”, nel 2009; l’accettazione della giurisdizione ufficiale per le confessioni e della giurisdizione ufficiale per lo stesso SG come prima istanza giudicante dentro della FSSPX; la preventiva presentazione dei nomi degli ordinandi sacerdoti negli Stati Uniti; l’accettazione della tolleranza diocesana per le ordinazioni sacerdotali in Germania. Lo stesso andazzo si verifica all’interno della FSSPX: retrocessione o rimozione degli oppositori alla sua politica romana, accompagnata dalla promozione di docili sostituti, spesso giovani relativamente poco idonei per responsabilità più gravose. E Don Rioult sottolinea che questa serie di azioni è chiaramente in linea con la Dichiarazione congiunta del SG e del numero due a Roma, il cardinale Müller, rilasciata dopo il loro incontro del settembre 2014, secondo la quale essi avrebbero “proceduto per gradi . . . prendendo il tempo necessario per appianare le difficoltà . . . al fine di raggiungere la piena riconciliazione”.

Questa procedura un passo alla volta, dice Don Rioult, ha il grande vantaggio per entrambe le parti di evitare l’impatto di un gesto chiaro, come la firma congiunta di un documento pubblico che rischierebbe di allarmare i seguaci della Tradizione su quanto sta succedendo. Così manifestate, le contraddizioni del SG confondono, ma sono sufficientemente “sottili” o “morbide” da assicurare sonni tranquilli ai cattolici che non stanno attenti né sono intenti a pregare. In effetti, le parole del SG si rivelano essere una cortina fumogena per mascherare specialmente ai sacerdoti della FSSPX ciò che egli è veramente, perché se tanti di loro fossero avvertiti e consapevoli, per lui sarebbe molto più difficile convincere Roma che sarà in grado di condurre nella neo-chiesa tutta la Fraternità, che è quello che Roma vuole per porre fine al corpo principale della resistenza alla loro religione del Nuovo Ordine Mondiale. Già nel 2012 il SG ha avuto l’amara esperienza che dopo aver predisposto ogni cosa a suo piacimento per la svendita, Roma rifiutò l’accordo perché venne a sapere pubblicamente che in quel momento i suoi tre confratelli vescovi della FSSPX erano tutti contrari. La Neo-chiesa ha bisogno di mettere in ginocchio la Tradizione, una volta per tutte.

Preghiamo per i sacerdoti della FSSPX, perché non si lascino ingannare dalla mafia di Menzingen, la blocchino e infine se ne sbarazzino.

Kyrie eleison.

Ecclesiastici Consapevoli?

Ecclesiastici Consapevoli? on Novembre 5, 2016

Un lettore di questi “Commenti” solleva una questione che tempo fa è stata posta spesso e adesso probabilmente meno spesso, ma che è ancora di un certo interesse: il Superiore Generale della Fraternità San Pio X (SG in breve) è consapevole di come contraddica se stesso? – nel luglio di quest’anno ha indetto una nuova Crociata del Rosario “esclusivamente” per ottenere il trionfo del Cuore Immacolato attraverso la Consacrazione della Russia, mentre più recentemente ha affermato che Roma vuole che la FSSPX occupi delle importanti posizioni nella Chiesa per aiutarla a superare il modernismo. La contraddizione è evidente, perché gli uomini di Chiesa che attualmente occupano delle posizioni a Roma sono certamente contrari alla Consacrazione come richiesta dalla Madonna, e le ragioni sono profonde.

Scrivendo a don Guy Castelain, a Le Moulin du Pin, F53290 Beaumont-Pied-de-Boeuf, Francia, si può chiedere una copia dell’eccellente editoriale nel suo bollettino della FSSPX di ottobre, dove egli elenca dieci motivi perché il Vaticano II è il ostacolo principale alla Consacrazione della Russia alla Madonna. Brevemente, la Consacrazione rappresenta un coinvolgimento politico contro la neutralità politica, il regno di Cristo contro la sua detronizzazione, il cattolicesimo contro la libertà religiosa, il Papa contro la collegialità, l’unica vera religione contro l’ecumenismo, il Cuore Immacolato contro una glorificazione della dignità umana dimentica della macchia o peccato originale, l’unica vera Chiesa contro la salvezza nelle altre religioni, la pace tramite il Papa cattolico contro la pace tramite lo “Spirito di Assisi”, e così via. Non c’è da stupirsi che Papa Francesco abbia detto a Vladimir Putin, che nell’incontrarlo gli aveva espresso l’interesse per la Consacrazione: “Non parliamo di Fatima”!

Ora, la politica umana e i politici possono risolvere con un compromesso molti scontri umani tra uomo e uomo, ma i dieci motivi di don Castelain dimostrano che lo scontro tra Fatima e i conciliaristi è nulla di meno dello scontro tra la “vecchia” religione di Roma, fresca come l’eternità, e la “nuova” religione del Vaticano II, stantia come il peccato. Qui si tratta di uno di quegli scontri tra Dio e l’uomo in cui il compromesso politico è fuori questione. Nel 1973, non aveva avvertito la Madonna ad Akita, in Giappone, che “. . . la Chiesa sarà piena di agenti del compromesso . . .”? La domanda per il SG diventa allora: è consapevole che egli è un “agente del compromesso”? Egli vede o no che sta promuovendo una contraddizione inconciliabile? Se lo vede, allora è un bugiardo, sia quando promuove Fatima sia quando protegge i conciliaristi, o entrambi. Se invece non lo vede, allora è cieco.

Un certo numero di cattolici è ormai convinto che il suo ultimo appello per una Crociata del Rosario è solo una manovra politica per ingannare i suoi seguaci più tradizionali. Certamente nel suo primo mandato come SG, tantissime sue parole e azioni indicano che egli vedeva lo scontro altrettanto chiaramente che Mons. Lefebvre. Ma poi deve essere sopraggiunta una svolta, da quando invece di tenere solo agli interessi di Dio ha voluto servire anche gli interessi degli uomini. E questo non si può fare ( Gal. I, 10), ma come molti di noi, egli voleva avere la sua fetta di torta e mangiarla, e la natura è esperta nel rivestirsi della grazia, dice l’ Imitazione di Cristo. E allora dev’essere sopraggiunto un tempo di transizione, quando era volutamente cieco, ma se la cecità volontaria si prolunga per troppo tempo, si trasforma in cecità abituale, che è una terribile punizione di Dio. Pare che tra il 2006 e il 2008 la Madonna ha ottenuto per lui più che sufficienti grazie perché potesse accorgersi di ciò che stava facendo, ma come i conciliaristi e Macbeth, egli ha “guadato il sangue” (Atto III, Scena 4) – quello della Chiesa. Al pari dei conciliaristi di Roma, egli ha certo bisogno delle nostre preghiere.

Lettori, se volete veder chiaro, recitate il Rosario, e se in questo nostro tempo oscuro non volete smettere di vederci chiaro, recitate ogni giorno tutti i 15 Misteri del Rosario. La Madre di Dio non vi farà fallire.

Kyrie eleison.

Mons. Fellay – III

Mons. Fellay – III on Agosto 20, 2016

Dopo aver letto i due numeri recenti di questi “Commenti” sulla mentalità che induce il Superiore Generale della Fraternità San Pio X a perseguire implacabilmente un accordo meramente pratico con le autorità della Chiesa di Roma, un buon amico mi ha ricordato che le idee guida egli le aveva poste quattro anni fa nella sua lettera del 14 aprile 2012, con la quale rispose agli altri tre vescovi della Fraternità, che lo mettevano seriamente in guardia dal fare qualsiasi accordo meramente pratico con Roma. Molti attuali lettori di questi “Commenti” possono aver dimenticato, o non aver mai saputo di questo avvertimento o della risposta di Mons. Fellay. In effetti, tale scambio di lettere illustra molto che vale la pena ricordare. Eccone i tratti, bruscamente riassunti come al solito, con alla fine dei brevi commenti –

L’obiezione principale dei tre vescovi a qualsiasi accordo pratico con Roma che venisse raggiunto senza un accordo dottrinale, era fondata sull’abisso dottrinale che separa la Roma conciliare dalla Tradizione cattolica. Un anno e mezzo prima di morire Mons. Lefebvre disse che quanto più si analizzano i documenti e le conseguenze del Vaticano II, tanto più ci si rende conto che il problema sta meno negli eventuali errori classici in particolare, come nella libertà religiosa, nella collegialità e nell’ecumenismo, e più in “una totale perversione della mente” in generale, che sta alla base di tutti gli errori particolari, e che deriva dal “complesso di una nuova filosofia fondata sul soggettivismo”. Oltre a ciò, all’argomento chiave di Mons. Fellay che i Romani non fossero più ostili, ma benevoli verso la Fraternità, i tre vescovi risposero con un’altra citazione di Monsignore: tale benevolenza è solo una “manovra”, e niente potrebbe essere più pericoloso per “la nostra gente” che “metterci nelle mani dei vescovi conciliari e della Roma modernista”. I tre vescovi conclusero dicendo che un accordo meramente pratico avrebbe lacerato la Fraternità e l’avrebbe distrutta.

A questa profonda obiezione, quasi come l’abisso che c’è tra il soggettivismo e la verità oggettiva, Mons. Fellay rispose (google Fellay, 14 aprile 2012):— 1 che i vescovi erano “troppo umani e fatalisti”. 2 Che la Chiesa è guidata dallo Spirito Santo. 3 Che dietro la reale benevolenza di Roma verso la FSSPX c’è la Provvidenza di Dio. 4 Che fare dell’insieme degli errori del Concilio una “super-eresia” è un’impropria esagerazione, 5 che logicamente porta i Tradizionalisti allo scisma. 6 Che non tutti i Romani sono modernisti, perché di loro sempre meno credono nel Vaticano II, 7 al punto che se oggi fosse vivo Monsignore non avrebbe esitato ad accettare ciò che viene offerto alla FSSPX. 8 Che nella Chiesa ci saranno sempre grano e loglio, così che la pula conciliare non è una ragione per restare lontani. 9 Come avrei voluto interpellarvi per un consiglio, ma ognuno di voi in modi diversi “con forza e con passione non è riuscito a capirmi”, e mi ha anche minacciato in pubblico. 10 Che opporre Fede e Autorità è “contrario allo spirito sacerdotale”.

E, per finire, ecco gli stringatissimi commenti su ciascuna delle argomentazioni di Mons. Fellay:—

1 “Troppo umano”? Come diceva Monsignore, il grande abisso in questione è filosofico (naturale) piuttosto che teologico (soprannaturale). “Troppo fatalisti”? Piuttosto che fatalisti, i tre vescovi erano realisti. 2 Gli ecclesiastici Conciliari sono guidati dallo Spirito Santo anche distruggono la Chiesa? 3 Dietro la reale malevolenza di Roma c’è la sua ferma intenzione di dissolvere la resistenza della FSSPX alla nuova religione Conciliare – al pari di tante altre Congregazioni Tradizionali prima di essa! 4 Solo gli stessi soggettivisti non riescono a vedere la profondità del divario tra soggettivismo e Verità. 5 Gli oggettivisti cattolici aggrappati alla Verità sono ben lungi dall’essere in scisma. 6 Sono i massoni a tenere banco a Roma. Lì gli eventuali non-modernisti non hanno alcun potere che conti. 7 Credere che Monsignore avesse accettato le offerte attuali di Roma, significa sbagliarsi totalmente su di lui. Il problema di fondo è molto peggiorato da quei giorni. 8 Il cucchiaio di Mons. Fellay è troppo corto perché lui possa cenare in sicurezza con gli (oggettivi) diavoli romani. 9 I tre vescovi avevano capito fin troppo bene Mons. Fellay, era lui che non voleva sentire quello che tutti e tre avevano da dire. Crede egli di essere infallibile? 10 Di sicuro, San Paolo pensò che l’autorità poteva stare in opposizione alla fede – Gal. I, 8–9, e II, 11. San Paolo mancava di “spirito sacerdotale”?

Kyrie eleison.

Mons. Fellay – II

Mons. Fellay – II on Agosto 13, 2016

Un errore non è mai adeguatamente confutato fino a quando non viene sradicato. In altre parole, per superare veramente un errore è necessario dimostrare non solo che si tratta di un errore, ma perché è un errore. Prendiamo, con il “Commento” della scorsa settimana, la Dichiarazione del 28 giugno del Superiore Generale della Fraternità San Pio X, che guarda al pio sacerdozio della Fraternità come alla soluzione per risolvere la crisi della Fede nella Chiesa. In esso si commette l’errore di mettere il carro del sacerdozio davanti ai buoi della Fede. Ora, questo errore ha le sue radici nella sottovalutazione quasi universale della mente, presente nella nostra epoca, insieme alla sopravvalutazione della volontà, le quali resultano, anche inconsapevolmente, nel disprezzo per la dottrina (fatta eccezione per la dottrina dei Beatles di “Tutto il necessario è luv”).

Già verso l’inizio della Dichiarazione si trova un accenno di questo errore, quando in essa si dice che il principio centrale condannato nella Pascendi, la condanna magistrale di Pio X del modernismo, è quello dell’”indipendenza”. Non è così. Il principio costantemente condannato lì come radice del modernismo è invece l’agnosticismo, la dottrina secondo la quale la mente non può conoscere alcunché di ciò che sta dietro a quello che appare ai sensi. E’ su questa misconoscenza che si basa l’indipendenza della mente dal suo oggetto, seguita a sua volta dalla dichiarazione di indipendenza della volontà da tutto ciò da cui non vuole dipendere. E’ nella natura delle cose che se la volontà può dichiarare la propria indipendenza è perché prima c’è stato il suicidio della mente. Così, quando la Dichiarazione pone al cuore della Pascendi l’indipendenza prima dell’agnosticismo, questo è segno che questa Dichiarazione è parte del problema della Chiesa piuttosto che della sua soluzione.

E a sua volta, da dove viene questo declassamento della mente e della dottrina? Principalmente da Lutero che ha definito “prostituta” la ragione umana, e che più di chiunque altro ha avviato la Cristianità lungo la via del sentimentalismo che l’ha portata all’odierna auto-distruzione. Ma questo per ben 500 anni? Sì, perché vi fu una resistenza naturale e cattolica lungo tale via. Ma Lutero aveva ragione quando disse al Papa che alla fine egli l’avrebbe distrutto – “Pestis eram vivus, functus tua mors ero, Papa” – La tua piaga fui quando ero vivo, ma una volta morto, o Papa, sarò la tua morte.

A questo radicale e gigantesco errore del declassamento della mente e della dottrina possono essere attribuiti due sub-errori dell’autore della Dichiarazione del 28 giugno: in primo luogo, la sua incomprensione di Mons. Lefebvre, e in secondo luogo la sua eccessiva comprensione di Madame Cornaz (il cui pseudonimo era Rossinière).

Come molti di noi seminaristi a Ecône, quando a dirigere c’era lo stesso Mons. Lefebvre, Bernard Fellay fu giustamente incantato e stregato dall’eccezionale esempio che stava sotto i nostri occhi di ciò che un sacerdote cattolico può e deve essere. Ma l’asse portante del suo sacerdozio e della sua lotta eroica per la Fede non era la sua pietà – molti modernisti sono “pii” – ma la sua dottrina, la dottrina che fa l’eterno sacerdozio profondamente allergico al liberalismo e al modernismo. Né Monsignore ebbe mai a dire che la sua Fraternità avrebbe salvato la Chiesa. Piuttosto diceva che i suoi sacerdoti erano a salvaguardia degli inestimabili tesori della Chiesa, in vista di giorni migliori.

La persona che ebbe a dire che i sacerdoti della Fraternità avrebbero salvato la Chiesa fu Madame Cornaz, una madre di famiglia di Losanna, in Svizzera, la cui vita è trascorsa per la maggior parte del XX secolo, e che tra il 1928 e il 1969 ricevette delle comunicazioni, che secondo lei venivano dal Cielo, su come le coppie sposate dovrebbero santificare il sacerdozio (!). Le comunicazioni ripresero di nuovo nel 1995 (!), quando incontrò un sacerdote della Fraternità che lei convinse, e tramite lui Mons. Fellay, che i sacerdoti della FSSPX erano destinati dalla Provvidenza a salvare la Chiesa con la diffusione delle sue “Case di Cristo Sacerdote”. Con tutta la sua autorità il Superiore Generale sostenne questo progetto, ma la reazione negativa dei sacerdoti della Fraternità portò rapidamente alla sua pubblica rinuncia. Ma nel suo intimo, quella visione mistica del futuro esaltante della Fraternità persiste in lui? Sembra del tutto possibile. Come Martin Luther King, il Superiore Generale “has a dream” – ha un sogno.

Kyrie eleison.

Mons. Fellay – I

Mons. Fellay – I on Agosto 6, 2016

Dopo la riunione del 26–28 giugno, in Svizzera, dei Superiori della FSSPX, il Superiore Generale ha reso noto non solo il Comunicato del 29 giugno, rivolto al pubblico in generale e che abbiamo già esaminato in questi “Commenti” tre settimane fa, ma anche una Dichiarazione, il 28 giugno, rivolta ai membri della FSSPX, cioè primariamente ai sacerdoti della FSSPX. La Dichiarazione, di per sé, è criptica, ma una volta decifrata (con l’aiuto di Don Girouard), essa risulta carica di significato per il futuro della Tradizione cattolica. Ecco schematicamente i primi sei paragrafi della Dichiarazione, insieme col testo integrale del settimo:—

(1–4) La Chiesa e il mondo sono in crisi, perché invece di ruotare intorno alla Croce di Cristo, ruotano intorno all’uomo. La FSSPX si oppone a questa “destrutturazione” della Chiesa e della società umana.

(5) Il rimedio di Dio per questo disordine consistette nell’ispirare un Arcivescovo a fondare una Congregazione cattolica gerarchica centrata intorno al sacramento degli Ordini Sacri – Gesù Cristo, la Sua Croce, la Sua Regalità, il Suo Sacrificio e il Suo Sacerdozio, fonte di ogni ordine e di tutte le grazie, sono ciò che connotano la Fraternità fondata dall’Arcivescovo.

(6) Così la FSSPX non è né conciliare (essa ruota intorno a Cristo) né faziosa (essa è gerarchica).

(7) “È veramente il momento della restaurazione generale della Chiesa? La Divina Provvidenza non abbandona la sua Chiesa il cui capo è il Papa, Vicario di Gesù Cristo. Per questo, un segno incontestabile di questa restaurazione sarà la volontà manifesta del Sommo Pontefice di fornire i mezzi per ristabilire l’ordine del sacerdozio, della Fede, della Tradizione – segno che sarà, per di più, il garante della necessaria unità della famiglia della Tradizione.”

Chiaramente i primi sei punti portano al settimo. E non è irragionevole intendere il settimo nel senso che quando Papa Francesco darà l’approvazione ufficiale alla Fraternità, questa sarà la prova che è finalmente arrivato il momento che tutta la Chiesa cattolica si riprenderà, che saranno restaurati il sacerdozio cattolico, la Fede cattolica e la Tradizione cattolica, e che tutti i tradizionalisti si uniranno alla Fraternità San Pio X sotto il suo Superiore Generale. Mons Fellay sembrerebbe ripetere qui a beneficio di tutti i sacerdoti della Fraternità, la sua costante visione del glorioso ruolo della Fraternità, dal momento che nel corso della riunione svizzera, come si è saputo, almeno alcuni dei Superiori avevano poco prima messo in dubbio che la gloria potesse venire sottoforma di una riunione con la Roma ufficiale. Solo che quei Superiori in disaccordo avevano ragione, perché qui Mons. Fellay sta sognando! Un sogno nobile, ma mortale.

Il sogno è nobile perché è tutto in onore di Nostro Signore Gesù Cristo, della Sua Chiesa, del Suo Sacrificio, di Mons. Lefebvre, del sacerdozio cattolico e così via. Il sogno è mortale perché si muove sul sacerdozio piuttosto che sulla Fede, e mentre accredita correttamente Papa Francesco e i Romani come i detentori dell’Autorità della Chiesa, non tiene conto di quanto essi siano lontani dal detenere la Fede cattolica. Se si può dire che Mons. Lefebvre ha salvato il sacerdozio cattolico e la Messa, per lui erano solo come un mezzo per salvare la Fede. Ricordiamo infatti la Fede sta al sacerdozio come il fine sta al mezzo, e non viceversa. Cosa sarebbe il sacerdozio senza la Fede? Chi crederebbe nei Sacramenti? Chi avrebbe bisogno di sacerdoti?

E riguardo a questa Fede, il Papa attuale e gli ufficiali romani che imperversano intorno a lui, hanno perso la presa sulla Verità in quanto unica, oggettiva, non contraddittoria ed esclusiva, e con ciò hanno perso loro presa sulla vera Fede, per non dire che hanno perso la vera Fede. Ciò significa che se Papa Francesco approvasse davvero ufficialmente la Fraternità, questo non sarebbe in alcun modo un segno che la Fraternità potrebbe restaurare la sanità della Chiesa, quanto piuttosto il fatto che la Chiesa ufficiale assorbirebbe la Fraternità nella sua follia.

Kyrie eleison.