Tag: Vaticano II

Madiran Introdotto

Madiran Introdotto posted in Commenti Eleison on Settembre 19, 2020

In qualità di figlia maggiore della Chiesa, la Francia ha sempre avuto pensatori e scrittori in prima linea nella difesa della sposa di Cristo, e i tempi moderni non fanno eccezione. Dalla confusione e dal disordine determinati dal Concilio Vaticano II, si distinse un eccezionale ed autentico pioniere di quello che sarebbe diventato il pensiero “tradizionale”, il francese Jean Madiran (1920–2013), ideatore ed editore, dal 1956 al 1996, della rivista mensile di destra e nazionalista “Itinéraires” (Itinerari). Madiran, già strenuo difensore della Verità prima del Concilio, divenne un faro per molti cattolici che cercavano di non perdere la testa e non indulgere negli errori razionalisti, naturalisti e relativisti che rigurgitavano dal Vaticano II.

Negli anni ‘60 Madiran contribuì, in primo luogo, a conservare in Francia quella sana dottrina filosofica e politica che successivamente, negli anni ‘70, fornì all’arcivescovo Lefebvre uno dei capisaldi su cui organizzare un movimento clericale “tradizionale” in Francia da opporre all’abominio della desolazione conciliare. Madiran e la sua rivista ebbero un importante influenza sulla decisione dell’Arcivescovo di fondare, alla fine degli anni ‘60 nella Svizzera francese, la Fraternità San Pio X, araldo della Tradizione Cattolica, Apostolica e Romana nei successivi 40 anni. Dopo il primo incontro tra lo scrittore e l’Arcivescovo presso il seminario di Écône, per un breve periodo i due poterono collaborare.

Collaborazione che però fu interrotta quando a salire al soglio pontificio fu Giovanni Paolo II, di cui Madiran nutriva molta fiducia e speranza. La storia, come ben sappiamo, aveva preso da tempo un’altra piega, ma ciò non invalidò la provvidenziale influenza che Madiran aveva esercitato sull’Arcivescovo e la “Tradizione”. Dobbiamo oggi ricordare quanto fosse impensabile, negli anni ‘50 e ‘60, per i cattolici dubitare del proprio clero. È questo il merito di Madiran: aver conservato la Fede che la quasi intera gerarchia cattolica aveva deliberatamente rinnegato, ed essersi schierato pubblicamente contro il gregge corrotto che o seguiva “fedelmente” quella gerarchia per “obbedienza”, o si rallegrava per l’indebolimento della Chiesa provocato dalla massoneria. Il fatto che Madiran si sia successivamente lasciato ingannare da Giovanni Paolo II testimonia solo la forza del potere preternaturale che l’influsso dello gnosticismo talmudico esercita su Roma, potere che, per un periodo cruciale, Madiran è riuscito a vincere al servizio della Roma Cattolica.

Che la sua Fede non abbia mai vacillato in fondo è dimostrato dal fatto che tra tutti i libri che ha scritto durante la sua lunga vita, quello che secondo egli stesso meglio riassume l’essenza del suo pensiero è il libro di cui tratteremo in questi “Commenti Eleison”, e cioè, “L’hérésie du vingtième siècle”, “L’eresia del XX secolo”. Il libro è stato pubblicato per la prima volta nel 1968, nel bel mezzo della controversia che attanagliava il Vaticano II. Contiene una Prefazione e sei parti a cui sarà opportuno dare ampio spazio in questi “Commenti”, perché il libro pur essendo un classico ha avuto scarsissima diffusione.

È un classico perché ci vuole un filosofo tomista per purificare e chiarire il modernismo: d’altronde, come si scruta la nebbia? E Madiran era un filosofo tomista. Ma non un filosofo tomista qualsiasi, perché seppur la massa dei Vescovi del Vaticano II era stata addestrata, nei seminari o nelle congregazioni, sui principi della filosofia di san Tommaso d’Aquino, essi non avevano imparato o capito come quei principi si applicassero alla realtà. Questo perché è relativamente facile insegnare quella filosofia come un elenco telefonico coerente. Gli alunni cattolici sono docili e bevono tutto, senza necessariamente rendersi conto che il Tomismo è l’unico e il solo resoconto possibile dell’unica realtà che ci circonda. Ma chi può insegnare la realtà agli alunni nati con il riscaldamento centralizzato e allattati dalla televisione? Madiran apparteneva ad una generazione precedente, il che senz’altro lo aiutò, ma anche per lui, per comprendere lucidamente il modernismo, il collettore di tutte le eresie, era necessaria una grazia speciale di realismo, come fu per Pio Decimo, De Corte, Calderón e pochi altri eletti.

Allacciate le cinture di sicurezza. Madiran vale la pena di studiare per comprenderlo. Nelle prossime settimane, il suo Prologo.

. Kyrie eleison

Vigano da diluire?

Vigano da diluire? posted in Commenti Eleison on Agosto 29, 2020

In una serie di recenti dichiarazioni pubbliche, la principale delle quali è del 9 giugno scorso, l’Arcivescovo italiano Carlo Viganò, tutt’ora membro della gerarchia ufficiale della Chiesa, si è distinto dalla massa dei suoi colleghi di quella stessa gerarchia, schierandosi apertamente e duramente contro il Vaticano II. Ora esce fuori un teologo italiano, Don Alfredo Morselli, che cerca di moderare la severità dell’arcivescovo Viganò, senza prendere esplicitamente le difese del Concilio, ma sostenendo, ad esempio, che non è stato l’unico responsabile della crisi che ha colpito la Chiesa negli anni successivi al Concilio. Guardiamo la sua “Tesi sul Concilio” che ha reso pubblica in nove punti principali e otto sotto-punti, qui riassunti:

1. L’attuale crisi è di una gravità senza precedenti, essenzialmente neo-modernista, ma molto più grave della crisi modernista originaria dell’inizio del XX secolo.
2. Tuttavia, il Vaticano II non è semplicemente la causa della crisi attuale, perché:
2.1 La crisi è iniziata molto prima del 1960,
2.2 il suo neo-modernismo non avrebbe mai messo radici senza la profonda corruzione dell’uomo moderno, e
2.3 allo stesso modo il pontificato di Papa Francesco è stato preparato molto prima del XXI secolo.
3. Dobbiamo distinguere tra il Concilio stesso e il post Concilio, o le conseguenze del Concilio:
3.1 il Concilio non può essere incolpato per tutti gli errori che gli vengono attribuiti, anche se sono stati fatti in suo nome,
3.2 lo Spirito Santo era presente al Concilio, quindi non si può dire che non ci sia stato lì nulla di buono.
4. I testi del Concilio contengono formule ambigue che favoriscono i neo-modernisti.
5. La maggior parte di questi problemi sono stati successivamente risolti dalle dichiarazioni ufficiali della Chiesa.
6. I problemi risultano meno di errori che del desiderio di essere inclusivi piuttosto che esclusivi.
7. Un tragico esempio di tale desiderio è il rifiuto del Concilio di condannare il Comunismo.
8. Definire “pastorale” il Concilio non significa che non ci sia nulla di dogmatico nei suoi pronunciamenti.
9. Si può criticare il Concilio solo alla luce dell’insegnamento della Chiesa sulla Fede. Quindi:
9.1. la Fede significa credere in Dio, cioè accettare e non scegliere quali verità si crederanno;
9.2 il Magistero della Chiesa Cattolica è il primo a decidere quali sono le verità in cui credere.
9.3 Il Magistero non è soggetto a interpretazioni private. È il solo che può interpretare le proprie decisioni.

Ecco i brevissimi commenti su ciascuna di queste posizioni di Don Morselli:

1. Questo punto introduttivo stabilisce fino a che punto Don Morselli sia in accordo con l’Arcivescovo Viganò. Bravo!
2. Chi darebbe la colpa di un’esplosione esclusivamente al detonatore? Ovviamente ci deve essere anche della materia esplosiva.
2.1 Infatti il Vaticano II ha avuto una lunga discendenza, in particolare la “Riforma” protestante e la Rivoluzione del 1789.
2.2 Assolutamente vero. La profonda corruzione dell’uomo moderno è di secolare origine.
2.3 Vero anche questo. In quanto ai principi, cinque Papi neo-modernisti hanno preparato il sesto, ma il sesto a superato i cinque con la sua spudoratezza per mettere in pratica questi principi
3 Attenti! Colui che apre la porta della stalla, non deve essere incolpato per il cavallo che scappa?
3.1 “Non ho mai voluto che il cavallo fuggisse via. Volevo solo che fosse libero di galoppare al sole!”
3.2 Lo Spirito Santo ha impedito al Concilio di essere anche peggiore, ma ha lasciato ai Vescovi il loro libero arbitrio . . .
4. Le mortali ambiguità sono state piantate dai neo-modernisti, ma approbate dai vescovi Conciliari.
5. Queste “precisazioni” in cui crede Don Morselli di solito non chiariscono ma mantengono il problema. “Il leopardo non può cambiare di macchie” – Geremia XIII, 23.
6. Ahimè, è proprio il desiderio di essere inclusivi che riaperto rende all’errore le porte, una volta ben chiuse,
7. Mons. Lefebvre affermò che il rifiuto di condannare il Comunismo avrebbe stigmatizzato per sempre questo Concilio.
8. Terribile ambiguità: il Concilio “pastorale” non era dogmatico, ma doveva essere seguito come come se fosse stato il dogma supremo!
9. “Il veleno è nella coda”. Alla fine, Don Morselli ripiega sull’argomento dell’Autorità!
9.1 Ovviamente dobbiamo credere in ciò che viene veramente da Dio, e non scegliere noi stessi in cosa credere.
9.2 E, naturalmente, così come Dio esige da noi la Fede, Egli ci procura un Magistero infallibile per decidere.
9.3 Ma il Magistero consiste di funzionari della Chiesa, pastori fallibili dotati di libero arbitrio, che qualora, eccezionalmente, possono crollare nel loro dovere. In questo caso Dio si aspetta che le pecore li giudichino dai loro frutti.

Kyrie eleison.

Il Paolo VI di Drexel

Il Paolo VI di Drexel posted in Commenti Eleison on Agosto 8, 2020

Originariamente quest’ultimo dei quattro numeri di “Eleison Comments”, tratto dall’opuscolo di p. Drexel “La fede è più grande dell’obbedienza”, avrebbe sostenuto la posizione dell’opuscolo secondo cui Papa Paolo VI era di buone intenzioni quando, alla guida della Chiesa cattolica, tra il 1963 e il 1965, presiedette il Concilio Vaticano II e determinò il suo rivoluzionario cambiamento della Chiesa. Certo le intenzioni umane sono il segreto di Dio che solo Lui può conoscere infallibilmente, ma Nostro Signore ci dice di giudicare l’albero dai suoi frutti, ed è qui che Paolo VI si trova carente. Siamo ormai a 55 anni dalla fine del Concilio, e i suoi frutti si sono rivelati disastrosi per il cattolicesimo in ogni vero senso della parola.

Pertanto, tra le tante cose eccellenti contenute nei Messaggi di p. Drexel degli anni ‘70 contenuti nella Faith is Greater than Obedience (La fede è più grande dell’obbedienza), è difficile includere il suo ritratto di Paolo VI. In breve, eccolo qui –

Paolo VI amava la Chiesa – 3-XII-71- Egli prova dolore e pena per le anime consacrate che si volgono dalla Chiesa al mondo. 4-VIII-72 – È abbandonato da molti che avrebbero potuto sostenerlo con vigore e lealtà. Con lacrime e sudore lotta per salvare la Chiesa, soffre per i sacerdoti infedeli, soffre ancora di più per i vescovi più interessati al loro conforto che alla cura della fede o delle anime. 1-VIII-75- È oppresso da falsi consiglieri. 7-IV-72 – Si sente più solo, e chi gli è fedele viene perseguitato. 5-VII-74 – Prega, si sacrifica e soffre costantemente, ma molti rompono la fede. 7-XI-75 – Non ci sono mai stati così tanti sacrilegi come dalla Nuova Messa, ma il mio rappresentante visibile non ha alcuna colpa per questo. La sua volontà è la partecipazione interiore al santo sacrificio, nella riverenza e nell’amore ( . . . ) sono i sacerdoti che peccano in questo modo e agiscono in contrasto con la parola e l’opera del successore di Pietro.

Si noti in particolare l’ultimo di questi riferimenti dal novembre del 1975. L’affermazione categorica che il Papa non aveva alcuna responsabilità per i molteplici sacrilegi che sono venuti con la Nuova Messa non può essere vera, per quanto buone possano essere state le sue intenzioni. “La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni”, perché gli uomini sono fallibili, commettono errori e non sempre le loro intenzioni sono quelle che realizzano. Tuttavia, non appena una buona intenzione ha un cattivo risultato, allora, se davvero intendono il buon risultato, cambieranno ciò che ha prodotto il cattivo risultato. Ma negli anni Settanta del secolo scorso papa Paolo ha cambiato poco o niente dalla sua rivoluzione liberale degli anni Sessanta, anzi ha fatto tutto ciò che era in suo potere per schiacciare la controrivoluzione di Monsignor Lefebvre dall’interno della Chiesa. Quindi la vera intenzione del Papa non era “la partecipazione interiore al santo sacrificio”, ma l’allineamento della Chiesa cattolica con il mondo moderno, un riallineamento nel quale Monsignore era un ostacolo inaccettabile.

Come diceva Monsignore, Papa Paolo era un cattolico liberale, cioè un uomo profondamente diviso tra due amori inconciliabili: il suo vero amore per la Chiesa con la sua fede cattolica, e il suo falso amore per il mondo moderno con il suo liberalismo. Dentro ogni uomo questi due amori devono lottare fino alla morte. Dentro Paolo VI il cattolicesimo non morirà, così verso la fine della sua vita ha pianto per la perdita delle vocazioni sacerdotali, ma il suo liberalismo è stato più profondo. Era intellettuale, ideologico e implacabile. Guai a chiunque si metteva sulla sua strada. Poi all’improvviso la colomba liberale tirò fuori gli artigli, che erano quelli di un falco. Tale era Paolo VI. In confronto al suo liberalismo, la sua fede era sentimentale. Da qui il suo Concilio e la sua Messa.

E dove ci porta Padre Drexel? Quando il Cielo si serve di un messaggero umano, lo lascia con il suo libero arbitrio e la sua personalità. Le donne e i bambini sono i messaggeri più docili, i più fedeli al messaggio che viene loro affidato, ma gli uomini . . . molti uomini hanno faticato a raggiungere la loro visione della vita, e questi possono consapevolmente o addirittura inconsciamente colorare qualsiasi messaggio del Cielo o della terra che passa attraverso di loro. Molto probabilmente Nostro Signore ha parlato a P. Drexel dagli anni Venti fino alla sua morte nel 1977. Molto probabilmente la soluzione di Padre Drexel al problema angosciante posto da Papa Paolo è stata la soluzione adottata da molti cattolici “pii” dopo il Concilio: il Papa ha buone intenzioni, sono i vescovi il vero problema. Ahimè . . . come oggi, i vescovi erano un problema, ma lo era anche il Papa.

Kyrie eleison.

I Vescovi di Drexel

I Vescovi di Drexel posted in Commenti Eleison on Agosto 1, 2020

Dopo averci ricordato la settimana scorsa (CE del 18 luglio 2020) quanto i Messaggi degli anni ‘70 riportati da p. Drexel ne La Fede è superiore l’Obbedienza si adattino ancora alla situazione dei cattolici nel 2020, vediamo come questi Messaggi hanno visto il perno della Chiesa tra Papa e sacerdoti, cioè i vescovi. Questi Messaggi sono molto severi per il clero che ha praticamente abbandonato il suo gregge sulla scia del Vaticano II, specialmente per i vescovi che hanno consegnato le loro responsabilità date da Dio a loro invece alle Conferenze episcopali create dall’uomo (vedi sotto, 5 luglio 1974. Due anni dopo Monsignor Lefebvre venne “odiato e ridicolizzato”) . . .

3 dicembre 71 Ma il dolore più grande al Mio Cuore è stato dato da coloro che dovrebbero essere pastori dei fedeli – e questi sono i vescovi, che sono diventati silenziosi, indifferenti e codardi. Non solo pochi, ma molti di loro hanno paura degli uomini e si sono allontanati dal timore di Dio. Questo è il motivo per cui i lupi hanno potuto irrompere nel gregge, portando tanta confusione, devastazione e distruzione nella Chiesa. Infatti, cercano di distruggere e di spaccare la roccia della Mia Chiesa, ma milioni di anime, di anime immortali, si stanno perdendo. Per queste anime, quei pastori apostatati e quei vescovi tiepidi dovranno rendere un conto davanti al Mio Giudizio eterno! Una volta ho pianto su Gerusalemme e sul popolo di questa città e sui loro sacerdoti e sommi sacerdoti; e ancora il loro peccato non era così grande come il peccato di coloro che, nella Chiesa di oggi, invece di essere condottieri diventano seduttori, invece che pastori diventano mercenari, invece che consiglieri diventano traditori. Ma ci sono certamente anche veri pastori d’anime e vescovi vigili, che stanno con fermezza e carità accanto al successore di Pietro.

4 agosto 72 Mentre mio figlio Paolo ( . . . ) riceve con grande dolore la notizia dei sacerdoti che abbandonano il loro gregge, la loro vocazione e il loro ufficio, ed implora questi fuggiaschi e questi deboli di cuore, tuttavia il suo dolore è maggiore per i molti pastori (vescovi) che, in virtù del loro ufficio e della loro vocazione, sono obbligati ad assistere con chiarezza e fermezza il capo, il capo e il padre di tutti i fedeli, e a rispettare le sue istruzioni. Ma invece conducono una vita comoda e, a causa della pigrizia e della viltà, omettono di essere vigili nelle loro parrocchie e non si prendono cura della fede con grande e rigorosa attenzione per il mantenimento della disciplina e la conservazione della Fede.

1 dicembre 72 Così, tanti fedeli anelano ad avere un buon pastore. Sì, i vescovi sono stati chiamati e nominati pastori. Ma diventano mercenari e lupi, perché hanno abbandonato la strada della fedeltà. Le anime loro affidate un giorno testimonieranno contro di loro al Giudizio.

5 luglio 74 L’angoscia delle anime grida al Cielo; nel frattempo, persone senza vocazione prendono il potere nella Chiesa e nelle riunioni, e tutto questo accade a causa dei vescovi, che non li fermano, e che non stabiliscono limiti.

1 novembre 74 Considerate: Una grande confusione ha trafitto la Mia unica e vera Chiesa. Libri pieni di false dichiarazioni ed eresie sono accettati dai vescovi, che si suppone siano pastori, mentre gli scritti che dicono la verità sono respinti dai rappresentanti della Chiesa, così grande è diventata la confusione!

7 febbraio 75 Alcuni dei pastori e dei guardiani che sono stati unti ( . . . ) hanno abbandonato la fede e danno libertà alle eresie. ( . . . ) Oh, vorrei che tutti quei pastori capissero che responsabilità hanno e quanto questa responsabilità stia aumentando su di loro, perché coloro che ancora credono e pregano non trovano più protezione.

2 luglio 76 Perché non ci sono più guardiani che proteggono la fede, e di conseguenza il popolo fedele, i giovani e i bambini, dall’assassinio delle loro anime? Ma coloro che si oppongono ai danni della fede sono perseguitati, e i loro gravi e pesanti dolori sono esposti all’odio e al ridicolo.

Kyrie eleison.

La Crisi secondo Drexel

La Crisi secondo Drexel posted in Commenti Eleison on Luglio 25, 2020

Negli anni ‘70, quando Nostro Signore (come si può credere) diede al sacerdote austriaco il professore p. Albert Drexel i Messaggi contenuti nel libretto “La fede è più grande dell’obbedienza”, la Tradizione cattolica era ancora profondamente screditata a causa del Vaticano II. I cattolici non potevano credere di essere stati così traditi dai loro stessi sacerdoti. Solo molti anni dopo, la Tradizione avrebbe cominciato a riguadagnare il primato che le spetta nella Chiesa di Nostro Signore. Ecco il primo di una piccola serie di questi “Commenti” tratti dai Messaggi di p. Drexel, atti a mostrare quanto essi fossero rilevanti per l’attuale dramma ecclesiale in corso, che è senza precedenti.

4 settembre 1970

Diminuirà il numero dei fedeli, ma la loro confessione risplenderà davanti al mondo e sarà benedetta dalla potenza e dalla grazia e dall’amore di Dio Uno e Trino. Il Sacrificio eucaristico serà celebrato nelle abitazioni degli uomini, dove il tempio di Dio è stato profanato.

6 novembre 1970

Fra questi rinnegati si trovano sempre in maggior numero dei servi del Santissimo. Essi si rendono colpevoli del peccato di Giuda, che col suo bacio non mi dimostrò amore, ma mi procurò il più grande dei dolori. E poiché non pochi di coloro che sono stati stabiliti come pastori [vescovi] sono diventati deboli, essi devono venire sostituiti dai veri fedeli con la preghiera, la lotta e il dolore, che i primi dovevano fare e non hanno fatto. Per questo Io guardo con così grande compiacimento sul popolo orante e sulle anime riparatrici. Certamente essi soffrono assai nel loro intimo, ma sarà immensamente grande il beatificante amore che li attende alla soglia dell’eternità.

4 giugno 1971

Innumerevoli persone si stancheranno della Mia unica e vera Chiesa, perché essi hanno perduto la fede nel Dio Uno e Trino, rovinati da sacerdoti cattivi e accecati da false dottrine. Questi superbi ed eretici parlano continuamente di una religione senza soprannaturale, senza mistero e senza preghiera. Essi parlano dell’ uomo e non più di Dio. Essi capovolgono l’Ordine, mettono al primo posto l’amore per il prossimo, ma dimenticano, perdono e negano l’amore di Dio con oltraggiosa presunzione. Essi cercano così di fondare una Neochiesa in cui il mondo e l’uomo sono tutto, e Dio e il Cielo non significano più niente

7 luglio 1972

Devono rattristarsi per tutto questo coloro che sono rimasti saldi nella fede e nella grazia? Effettivamente, Io stesso ho pianto sopra Gerusalemme, perché i suoi abitanti hanno rifiutato la Mia grazia: tuttavia è volontà del Padre e Mia che i figli della fede siano figli felici, gioiosi come San Francesco che ha cantato al Cielo il cantico di frate sole, gioiosi come la piccola Santa Teresa che piena dell’amore verso di Me, passeggiava sorridendo fra le creature nel giardino della Creazione.

4 maggio 1973

Innumerevoli sono nella Chiesa coloro che sono inscritti nel libro dei battezzati, ma che non hanno più alcun senso per ciò che è santo o per i Santi. Sacerdoti consacrati al servizio dell’altare e per le anime, si voltano verso il mondo, dimenticano e disprezzano il comando di Dio, rendendo omaggio ad un pericoloso spirito del mondo. Sempre più uomini si abbandonano al richiamo della corruzione dei costumi, che San Giovanni nell’Apocalisse chiama “la meretrice di Babilonia”. La parola del Mio vicario visibile a Roma sulla disgregazione e il disfacimento della fede nella Chiesa, è il suo lamento e accusa.

7 dicembre 1973

La preghiera dei credenti trionferà sulle chiacchiere e sui raduni di coloro che sono diventati freddi nella fede. Certo, i fedeli a Dio sono ancora nella sofferenza, tuttavia essi devono sapere e ricordare che l’offerta della loro sofferenza fa scendere sulla Chiesa la benedizione di Dio. Coloro che soffrono così avranno eternamente parte alla Mia gloria e all’amore del Mio Cuore.

Kyrie eleison.

Ritorno a Drexel

Ritorno a Drexel posted in Commenti Eleison on Luglio 18, 2020

Il Concilio Vaticano II (1962–1965) è stato un evento importante nella storia della Chiesa, progettato dai suoi propugnatori e sobillatori per ingannare la massa di cattolici, chierici e laici, e sostituire la vera Chiesa cattolica con la loro Neochiesa, adattata ai tempi moderni. Da allora, l’agonia per i credenti cattolici è stata il tradimento della Verità cattolica attuato dalle vere autorità della Chiesa; i primi avevano imparato fin dalla culla a obbedire sempre e mai a criticare los sacerdotes. Anche Nostro Signore e la Madonna quando parlavano agli esseri umani, per non scandalizzare le anime cattoliche, raramente criticavano i loro sacerdoti.

Ecco pero l’interesse particulare del libretto La Fede è superiore all’Obbedienza. Infatti, se questi Messaggi, che sono arrivati attraverso p. Drexel, provenivano veramente da Nostro Signore, come si presume, allora era Dio stesso che criticava duramente i vescovi, i teologi e i sacerdoti responsabili della Neochiesa uscita dal Concilio, e così dispensava i cattolici dal loro normale dovere di non criticare mai i sacerdoti. Era Dio che diceva ai cattolici che la massa dei loro pastori – non tutti – si era trasformata in una massa di lupi. “So quale agonia soffrite voi anime fedeli”, dicono i Messaggi, “ma tenetevi stretta la vostra fede e non lasciate che questi traditori la cambino. Essi hanno torto, voi avete ragione, come il tempo dirà, e grande sarà la vostra ricompensa se persevererete”.

Un tale messaggio era atto a risolvere l’agonia dei veri credenti dopo il Concilio, ma era anche atto a creare un’altra agonia: che ne è delle autorità infedeli della Chiesa? In particolare, che ne è del Papa? La percezione popolare dell’infallibilità papale va ben al di là della sua rigida definizione del 1870 con le quattro condizioni. Come avrebbe potuto Giovanni XXIII convocare il Concilio dei lupi, e come avrebbe potuto Paolo VI guidarlo alla sua conclusione e presiederne la successiva messa in pratica? Questa agonia è tale che molti cattolici seri e credenti fin dalla fine degli anni Settanta, subito dopo la morte di don Drexel, hanno cominciato a ricorrere al sedevacantismo, per esempio, così che i Papi conciliari non sono stati considerati veri Papi. La soluzione dei Messaggi di p. Drexel è piuttosto che Paolo VI non era un lupo. Egli è chiaramente criticato (in almeno due dei Messaggi), ma aveva anche buone intenzioni, non era consapevole di tutto ciò che i suoi subordinati stavano facendo, soffriva per ciò che stava accadendo alla Chiesa.

Ciò nonostante bisogna dire che la responsabilità personale di Paolo VI per il disastro conciliare è stata enorme. Da qui il fatto che alcuni seguaci della Tradizione cattolica arrivarono alla conclusione che il “Nostro Signore” di don Drexel non era veramente Nostro Signore, ma emergeva in qualche modo dalle “pie” riflessioni di don Drexel. Questo spiegherebbe la clemenza dei Messaggi verso Paolo VI como siendo la soluzione alla loro agonia di molti “buoni” vescovi e sacerdoti all’epoca, cioè, i vescovi conciliari erano terribili, ma non il Papa stesso. D’altra parte, se i Messaggi provenivano da Nostro Signore, allora si può immaginare che Nostro Signore fosse indulgente nei confronti di Paolo VI, forse per evitare la reazione dei cattolici tentati più o meno dalla disperazione per la struttura della Chiesa di Nostro Signore – Egli stesso diceva di essere ancora dietro a tutto questo, e non c’era alcunché di falso nel dirlo.

Deo volente, il presente numero di questi “Commenti” porterà ad una seconda piccola serie tratta da La Fede è più grande dell’Obbedienza, visto il valore che questi “Commenti” hanno trovato nei Messaggi dati a p. Drexel negli anni ‘70. Tre dovrebbero essere i temi: la crisi della Chiesa, i Vescovi e Paolo VI, tutti presentati come en La Fede è più grande dell’Obbedienza. In questo modo, i lettori di questi “Commenti” dovrebbero essere in grado di giudicare meglio se i Messaggi provenivano o meno da Nostro Signore stesso. In ogni caso è chiaro che in questa crisi della Chiesa essi devono decidere con la loro testa.

Kyrie eleison.