Vaticano II

Ammirevole riorientamento

Ammirevole riorientamento on Giugno 20, 2020

Riportiamo un compendio della lettera aperta di Mons. Viganò sul Concilio Vaticano II, del 9 giugno:

Bravo, Mons. Schneider, per il suo recente scritto sul Concilio e la sua falsa libertà religiosa. La gente parla dello “Spirito del Concilio”. Ma quando mai si è parlato dello “Spirito di Trento” o di qualsiasi altro Concilio cattolico? Mai, perché tutti gli altri Concili hanno seguito semplicemente lo spirito della Chiesa.

Tuttavia, il buon vescovo si guardi dall’esagerare su degli “errori” che avrebbero avuto bisogno di “correzioni” nei passati insegnamenti della Chiesa, perché qualunque essi fossero non avevano nulla a che vedere con il Concilio Vaticano II, che è paragonabile (anche nei contenuti) al Concilio di Pistoia (1786), poi condannato dalla Chiesa.

Al Concilio Vaticano II, molti di noi siamo stati ingannati. In buona fede, abbiamo tenuto troppo conto delle presunte buone intenzioni di coloro che promuovevano un ecumenismo che si è poi trasformato in un falso insegnamento sulla Chiesa. Oggi molti cattolici non credono più che non ci sia salvezza al di fuori della Chiesa cattolica, ed è nei testi del Vaticano II che si trovano le ambiguità che hanno aperto la strada a questa compromissione della Fede. Questo è cominciato con gli incontri interreligiosi, ma è destinato a portare ad una qualche religione universale da cui il vero Dio sarà stato bandito. Questo è stato programmato tempo fa. Numerosi errori di oggi affondano le loro radici nel Vaticano II, ai cui testi è facile far risalire gli odierni molteplici tradimenti del credo e della pratica veramente cattolici. Oggi il Vaticano II è usato per giustificare ogni aberrazione, mentre i suoi testi si rivelano di interpretazione molto difficile, e contraddicono la precedente Tradizione della Chiesa come nessun altro Concilio ha mai fatto.

Oggi confesso serenamente che all’epoca ero troppo incondizionatamente obbediente alle autorità della Chiesa. Penso che molti di noi allora non potevamo immaginare che la Gerarchia fosse infedele alla Chiesa, come vediamo soprattutto nell’attuale Pontificato. Con l’elezione di papa Francesco, finalmente è caduta la maschera dei cospiratori. Finalmente si sono liberati del filo-tridentino Benedetto XVI, liberi di creare la Neochiesa e di sostituire la vecchia Chiesa con una Neo-chiesa massonica e fasulla, sia nella forma sia nella sostanza del cattolicesimo. Democratizzazione, sinodalità, donne prete, pan-ecumenismo, dialogo, demitizzazione del Papato, politicamente corretto, teoria del gender, sodomia, matrimonio omosessuale, contraccezione, immigrazione, ecologismo, – se in tutte queste deviazioni non si riesce a riconoscere le radici nel Vaticano II, non ci sarà cura per loro.

Tale riconoscimento “richiede una grande umiltà, anzitutto nel riconoscere di essere stati tratti in errore per decenni, in buona fede, da persone che, costituite in autorità, non hanno saputo vigilare e custodire il gregge di Cristo”. Quei pastori che in malafede o anche con intento maligno hanno tradito la Chiesa, devono essere identificati e scomunicati. Abbiamo avuto fin troppi mercenari più preoccupati di piacere ai nemici di Cristo che di essere fedeli alla Sua Chiesa.

Come onestamente e serenamente ho obbedito ad ordini opinabili sessant’anni fa, credendo che rappresentassero l’amorevole voce della Chiesa, così oggi con altrettanta serenità e onestà riconosco di essermi lasciato ingannare”. Ora non posso perseverare nel mio errore. Né posso affermare di aver visto chiaro fin dall’inizio. Sapevamo tutti che il Concilio era più o meno una rivoluzione, ma nessuno di noi immaginava quanto sarebbe stata devastante. Potremmo dire che Benedetto XVI l’ha rallentata, ma il Pontificato di Francesco ha dimostrato al di là di ogni possibile dubbio che tra i pastori al vertice della Chiesa c’è una pura apostasia, mentre le pecore sottostanti sono abbandonate e virtualmente disprezzate.

La Dichiarazione di Abu Dhabi (Dio si compiace di tutte le religioni) è imperdonabile per un cattolico. La vera carità non scende a compromessi con l’errore. E se un giorno Francesco si rifiutasse di non stare più al giuoco, sarebbe rimosso, come è stato rimosso e sostituito Benedetto XVI. Ma la Verità rimane e prevarrà: “Fuori dalla Chiesa cattolica non c’è salvezza”.

Kyrie eleison.

Malizia del modernismo – IV

Malizia del modernismo – IV on Giugno 6, 2020

Questi “Commenti” del 21 marzo scorso hanno affirmato di far risaltare “l’incredibile perversità, orgoglio e perfidia del filosofo Kant. Può sembrare un linguaggio pesante da parte di un cattolico che parla di un filosofo famoso e solo mondano, ma Kant non è solo mondano. Chi conosce veramente la Rivoluzione nella Chiesa del Vaticano II (1962–1965) non può fare a meno di riconoscere che i suoi tratti distintivi sono proprio la perversità, l’orgoglio e la perfidia. Ancora linguaggio pesante? Vediamo prima di tutto come ognuno di questi tre tratti si applichi al principio di Kant che la mente è incapace di conoscere il proprio oggetto, la realtà extra-mentale, per la quale essa è stata fatta da Dio (ma il Kantismo è stato fatto da Kant come una fortezza proprio per escludere Dio, diceva il grande teologo P. Garrigou-Lagrange [1877–1964]). E in secondo luogo come ognuno di essi si applichi al conciliarismo degli anni Sessanta.

Perversità del Kantismo. Quando nella sua Summa Theologiae (2a2ae, 154, art.12) San Tommaso d’Aquino vuole dimostrare la suprema malizia dell’omosessualità tra i peccati di impurità, lo fa comparandola con la negazione dei principi del pensiero insiti nella natura della mente. Ma Kant non nega solo uno o due principi naturali della mente, egli nega l’applicazione alla realtà esterna di ogni singolo principio innato della mente. Il kantismo è estremamente perverso, e questa conclusione non è corroborata da quanto sia diffuso il peccato contro natura tra gli studenti delle nostre “università” kantiane?

E del Conciliarismo. Tra i documenti del Concilio, Dei Verbum, sezione 8 paragrafo 2, dà un’ambigua definizione di Tradizione vivente, in nome della quale Giovanni Paolo II condannò l’immutabile Tradizione cattolica sulla cui base Monsignor Lefebvre consacrò giustamente quattro vescovi nel giugno 1988. In altre parole: per i Conciliaristi la Verità cattolica cambierebbe così tanto con gli anni che la versione di Monsignore dell’oggettiva e immutabile Tradizione non sarebbe più accettabile. Questo dissolvimento della Verità cattolica è totalmente perverso.

Orgoglio del Kantismo. Se la “cosa in sé” creata da Dio è per me inconoscibile al di là delle apparenze, dalle quali non posso coglierla, e se, come sostiene il Kantismo, io ricompongo la cosa dalle apparenze ai sensi con le leggi proprie della mia mente, allora io divento il creatore delle cose, esse sono fabbricate da me, e prendo io il posto di Dio. In effetti, Dio si rende percettibile ai sensi umani molto raramente – anche se Incarnato e toccato da San Tommaso, l’Apostolo ebbe bisogno di un atto di fede per credere nella Sua divinità (Gv. XX, 28) – Dio infatti è dietro le apparenze dei sensi e quindi per Kant inaccessibile alla mia mente. Dipenderebbe dalla mia volontà credere in Lui, così che sarebbe reale, non quello che so, ma quello che voglio. Voglio Dio, ed ecco che Egli è reale. Se questo fosse il fondamento dell’esistenza di Dio, potrebbe Egli essere più fragile? E se l’esistenza di Dio dipendesse dal fatto che io Lo voglia, potrebbe esserci un orgoglio umano più folle di questo?

E del Conciliarismo. Come dice molto chiaramente Don Calderón nel suo studio sul Concilio, Prometeo, la chiave con la quale il Concilio vuole adattare la religione di Dio all’uomo moderno è la libertà. L’uomo moderno non vuole che la verità oggettiva imprigioni la sua mente, né che la legge oggettiva diriga la sua volontà, e neanche che la grazia sani la sua natura per altro scopo che non sia la sua propria libertà. In breve: l’uomo moderno vuole che niente e nessuno sia superiore a se stesso. Egli sarebbe la creatura suprema in forza della sua libertà. Inoltre, egli sarebbe superiore a Dio stesso, perché è libero di scegliere il male, quello che Dio non è. Di nuovo, potrebbe esserci un orgoglio umano più folle di questo?

Perfidia del Kantismo. Negare, come fa il Kantismo, che la mente possa conoscere qualcosa al di là dell’apparenza dei sensi, non è negare che le cose sono ciò che sono, è semplicemente avere la pretesa assolutamente assurda che per essere quello che sono esse dipendano dalla mia mente. Come dire che per vivere, e anche per sopravvivere, la mia splendida mente sarebbe destinata a fabbricare i pasti sulle apparenze del tavolo della cucina, altrimenti mi verrà un po’ di fame. E parimenti fabbricherò tutte le cose necessarie alla mia esistenza quotidiana. Così, nella mia vita quotidiana potrò comportarmi come un normale non-kantiano e far credere alla gente che non sono affatto pazzo. Solo se dirò loro che la mia mente ha fabbricato la colazione essi si renderanno conto di avere a che fare con un pazzo. E’ in questo modo che potrò nascondere il mio interiore tradimento della realtà esteriore. E questo è potenzialmente perfido.

E del Conciliarismo. Il Vaticano II è perfido non solo potenzialmente, ma realmente. Sempre come ha abbondantemente chiarito Don Calderón, la sua vera essenza è stata quella di voler creare un nuovo umanesimo centrato sull’uomo che potesse passare per un cattolicesimo ancora centrato su Dio. L’oggettivo travestimento e l’inganno vennero scritti nelle carte del Concilio fin dall’inizio.

Kyrie eleison.

Preghiera di Daniele

Preghiera di Daniele on Aprile 18, 2020

In questi giorni, Internet è pieno di commenti e analisi, ognuna più interessante dell’altra, sul coronavirus e sul turbolento stato della finanza in tutto il mondo, ma pochi di questi commenti toccano ciò che è più importante di tutti in questo doppio – o singolo – sconvolgimento, e che è ciò che mostra i rapporti tra tutti gli uomini e il loro Dio: l’apostasia mondiale. Si tratta di un crimine enorme, per il quale il collasso-corona è una punizione non lontanamente pesante come gli flagelli che seguiranno se gli uomini non torneranno a Dio. Ma allo stato attuale delle cose, la massa del Suo Popolo eletto per Fede, i cattolici, seguono volentieri il Vaticano II, perché esso ha allentato la vecchia disciplina e ha permesso loro di adorare se stessi al posto di Dio. Dovremmo tutti essere in ginocchio, implorando Dio di perdonarci, come fece Daniele nell’Antico Testamento. Ecco la sua possente preghiera che troviamo nel cap. IX, 3–19, che oggi non ha bisogno di un grande adattamento al Nuovo Testamento:—

3 Mi rivolsi al Signore Dio per pregarLo e supplicarlo con il digiuno, veste di sacco e cenere. 4 E feci la mia preghiera e la mia confessione al Signore, mio Dio: “Signore Dio, grande e tremendo, che osservi l’alleanza e la benevolenza verso coloro che Ti amano e osservano i Tuoi comandamenti, 5 abbiamo peccato e operato da malvagi e da empii, siamo stati ribelli, ci siamo allontanati dai Tuoi comandamenti e dalle Tue leggi; 6 non abbiamo ascoltato i tuoi fedeli Papi di prima del Vaticano II, che hanno parlato in Tuo nome ai nostri re, ai nostri presidenti e ai nostri padri, e a tutti i popoli del mondo. 7 A te, o Signore, conviene la giustizia, ma a noi la vergogna sul volto, come oggi, agli uomini di Chiesa, agli abitanti di Roma, e a tutti i cattolici, a quelli che sono vicini e a quelli che sono lontani, in tutte le terre dove Tu li hai fatti nascere, a causa dell’apostasia mascherata che essi hanno commesso contro di Te. 8 O Signore, la vergogna sul volto a noi, ai nostri re, ai nostri presidenti e ai nostri padri, perché abbiamo peccato contro di Te. 9 Al Signore nostro Dio appartengono la misericordia e il perdono; perché ci siamo ribellati contro di Lui, 10 e non abbiamo obbedito alla voce del SIGNORE nostro Dio seguendo le Sue leggi, che Egli ci ha posto davanti per mezzo dei suoi servitori fedeli. 11 Tutta la Chiesa ha trasgredito la Tua legge e si è allontanata da Te, rifiutando di obbedire alla Tua voce. Così si è riversata su di noi l’esecrazione scritta nella legge di Mosè, il servo di Dio, perché abbiamo peccato contro di Te. 12 Egli ha messo in atto le Sue parole, che ha pronunciato contro di noi e contro i nostri governanti che ci governavano, facendo scendere su di noi una grande calamità; poiché sotto l’intero cielo mai è stato fatto ciò che in questi anni è stato fatto contro la vera Roma. 13 Tutto questo male è venuto su di noi come sta scritto nella legge di Mosè, tuttavia noi non abbiamo supplicato il SIGNORE Dio nostro, convertendoci dalle nostre iniquità e seguendo la Sua verità. 14 Perciò il SIGNORE ha tenuto pronta la calamità e l’ha mandata su di noi; poiché il SIGNORE Dio nostro è giusto in tutte le cose che fa, mentre noi non abbiamo ascoltato la Sua voce. 15 Ed ora, o SIGNORE Dio nostro, che hai mantenuto la Tua Chiesa per duemila anni con mano potente, e ti sei fatto un nome, come è oggi, noi abbiamo peccato, abbiamo commesso malvagità. 16 O Signore, secondo la Tua misericordia, si plachi la Tua ira e si allontani il Tuo sdegno dalla città di Roma, dal Tuo santo colle; perché per i nostri peccati e per le iniquità dei nostri padri, Roma e il Tuo popolo sono diventati oggetto di vituperio per tutti quelli che ci circondano. 17 Ora dunque, o Dio nostro, ascolta le preghiere dei Tuoi servi e le loro suppliche, e per il Tuo amore, o Signore, fai risplendere il Tuo volto sul Tuo santuario, che è desolato. 18 Porgi l’orecchio, o Dio mio, e ascolta; apri gli occhi e guarda le nostre desolazioni, e la Chiesa sulla quale è stato invocato il Tuo nome; poiché noi non Ti presentiamo le nostre suppliche in base alla nostra giustizia, ma in base alla Tua grande misericordia. 19 O SIGNORE, ascolta, perdona, o SIGNORE; guarda e agisci senza indugio, per amore di Te stesso, o mio Dio, perché il Tuo nome è stato invocato sulla Tua città e sul Tuo popolo

Kyrie eleison.

Papa indispensabile – I

Papa indispensabile – I on Febbraio 1, 2020

Mentre gli anni passano, uno dopo l’altro, senza che la folle situazione della Chiesa sembri migliorare, i cattolici che seguono la Tradizione continuano a chiedersi, perché almeno i nostri sacerdoti Tradizionali non possono riunirsi e smettere di combattersi l’un l’altro? Essi credono tutti nella stessa Tradizione della Chiesa, sono tutti d’accordo che il Concilio Vaticano II è stato un disastro per la Chiesa. Tutti loro sanno che le lotte tra i sacerdoti sono non edificanti e scoraggianti per i sostenitori della Tradizione. Perché allora non possono dimenticare le loro differenze e concentrarsi su ciò che li unisce tutti, cioè su ciò che la Chiesa insegna e fa e che ha sempre insegnato e fatto, per salvare le anime? Questa domanda ha una risposta, e per aiutare i cattolici a perseverare nella Fede potrebbe essere necessario ricordarla a intervalli regolari.

Sempre partendo dal presupposto che questa crisi nella Chiesa non è qualcosa di normale nella storia della Chiesa, ma è parte integrante dell’unica e sola discesa che porta all’unica e sola fine del mondo, questi “Commenti” hanno continuato ad usare un paio di parole per definire la struttura di questa crisi: “Verità” e “Autorità”. La crisi ha avuto origine molto più indietro rispetto al Vaticano II, in particolare nella “Riforma” scatenata da Lutero (1483–1546), ma mentre fino al Vaticano II la Chiesa cattolica ha lottato per tenere fuori il veleno protestante, al Vaticano II la massima Autorità cattolica, due Papi e 2.000 vescovi, hanno rinunciato alla lotta e hanno lasciato entrare il veleno. Ciò significa che i testi conciliari sono caratterizzati dall’ambiguità, perché le apparenze cattoliche dovevano essere mantenute, ma sotto le apparenze la vera spinta dei testi, lo “spirito del Concilio”, è verso l’assimilazione del liberalismo e del modernismo che seguirono al Protestantesimo, e che faranno venir meno ogni rimanente Cattolicesimo non appena sarà loro permesso di farlo.

Questo significa che al Concilio, l’Autorità cattolica ha essenzialmente abbandonato la Verità cattolica per adottare una dottrina più in sintonia con i tempi moderni. E dal momento che l’Autorità cattolica e la Verità cattolica si sono separate, i cattolici, per rimanere cattolici, hanno dovuto – e devono ancora – fare una scelta terribile: o si attaccano alle autorità della Chiesa, dal Papa in giù, e lasciano andare la dottrina cattolica, o si attaccano alla dottrina e lasciano andare l’Autorità cattolica, o scelgono uno dei tanti possibili compromessi tra i due poli. In ogni caso le pecore sono disperse, senza alcuna colpa loro se paragonata alla colpa dei due Pastori più importanti e dei 2.000 pastori che sono stati responsabili del tradimento della Verità della Chiesa da parte dell’Autorità della Chiesa al tempo del Concilio. In questa separazione tra Verità e Autorità sta il cuore della crisi da mezzo secolo ad oggi.

E dal momento che la Verità è vitale per l’unica vera religione dell’unico vero Dio, e la Sua stessa Autorità è essenziale per la protezione di quest’unica Verità da tutti gli effetti prodotti dagli uomini feriti dal peccato originale, allora l’unica soluzione possibile per la crisi, in grado di mettere fine alla schizofrenia e alla dispersione delle pecore, sta nel ritorno del Pastore e dei pastori, dell Papa e dei vescovi, alla Verità cattolica. Questo certamente non sta ancora accadendo, sia nella Chiesa sia nella Fraternità San Pio X, la quale, a quanto pare, sta ancora cercando di tornare sotto l’autorità degli uomini di Chiesa conciliari. (E Monsignor Lefebvre? “È morto”, diranno qualcuni!)

Quindi fino a quando Dio Onnipotente – nessuno di meno può farlo – rimetterà in sesto il Papa, e il Papa a sua volta, “una volta convertito, fortificherà i suoi fratelli” (Lc. XXII, 32), in altre parole restituirà i vescovi del mondo, fino ad allora questa crisi non potrà che peggiorare, finché non avremo imparato la lezione e Dio avrà misericordia di noi. Fino ad allora, come dice il proverbio inglese: “Ciò che non può essere curato, deve essere sopportato ”.

Kyrie eleison.

Professor Drexel – I

Professor Drexel – I on Gennaio 4, 2020

Mentre la crisi della Chiesa e del mondo continua incessantemente da un anno all’altro, l’inizio di un altro Nuovo Anno potrebbe essere il momento per tornare ai messaggi di Nostro Signore dei primi anni Settanta, quando innumerevoli buoni cattolici cominciavano a soffrire seriamente per la confusione e l’angoscia provocate dall’imposizione della nuova religione del Concilio Vaticano II, da poco terminato nel 1965. Una di queste vittime del Vaticano II fu Don Albert Drexel (1889–1977), prestigioso professore di filologia del Vorarlberg in Austria, ma anche un devoto sacerdote cattolico, al quale Nostro Signore apparve dal 1922 con un messaggio ogni Primo Venerdì del mese, per guidare la sua devozione.

Tuttavia, i messaggi furono scritti solo a partire dal 1970 e raccolti fino alla sua morte, e dopo furono pubblicati in un libricino ancora oggi disponibile, intitolato “La fede è più grande dell’obbedienza”. Nessun cattolico è obbligato a credere che si tratti di parole dette da Nostro Signore, ma i messaggi del Primo Venerdì dal 1970 al 1977, per molte pecore che riconoscono in essi la voce del Maestro, hanno la stessa validità. Ecco, ad esempio, il messaggio del 5 marzo 1976, in cui si trova la frase riferita sopra, proprio quando la Fede della vera Chiesa e l’obbedienza alla falsa Chiesa entrarono il più fortemente in conflitto:—

Il futuro ti appare oscuro. La tua lotta interiore per la vera percezione e il tuo modo di affrontare la confusione mi è noto. E così ti illuminerò. Il mio fedele figlio Marcel (Mons. Lefebvre), che soffre molto per la fede, sta percorrendo la strada giusta. Egli è come una luce e una colonna della verità, che molti dei miei sacerdoti ordinati stanno tradendo. La fede è più grande dell’obbedienza. Perciò è mia volontà che l’opera di educazione teologica per i sacerdoti continui nello spirito e nella volontà di mio figlio Marcel, per la salvezza e il grande aiuto della mia unica e vera Chiesa.

Lo spirito del mondo si è infiltrato nella Chiesa e lo Spirito di Dio ha abbandonato molti cuori che erano chiamati ad annunciare il Suo Spirito. Parlano di altre cose e si perdono nei trucchi e nelle trappole di Satana. E così corrompono il popolo e anche i bambini ( . . . ) Questo spirito è penetrato negli ecclesiastici, nei monasteri e conventi, perché i monaci e le monache hanno perso e abbandonato lo spirito dei Fondatori dei loro Ordini. Sono diventati uno scandalo per il popolo e per il mondo. Hanno perso non solo l’amore per la Mia Santissima Madre, ma anche la riverenza verso la Mia Presenza sacramentale. I Monaci predicano le cose del mondo, la lussuria e una vita di piacere, mentre le monache non parlano dei santi angeli, e molte nemmeno della Santissima Vergine e Madre Maria. Eppure esistono ancora luoghi di quiete e di preghiera, santuari speciali in cui Maria, Mia Madre e Madre della grazia, è onorata.”

Forse questo messaggio del 1976 è un po’ datato, in quanto la differenza tra i frutti del Vaticano II e quelli di Monsignor Lefebvre hanno avuto il tempo di far capire a molte anime dove si trova il vero Spirito di Dio. Oggi infatti Monsignore sta portando sempre più frutti al di fuori dei limiti della Fraternità da lui fondata. Mentre invece la vera Chiesa di Dio è ancora fatta a pezzi dai lupi modernisti vestiti da pecore, e molte anime sono ancora tentate di abbandonare la vera Fede e la vera Chiesa. Che ascoltino uno dei tanti estratti dai messaggi ricevuti da Don Drexel, per esempio quello del Capodanno 1971:—

L’oscurità incombe sulla mia santa Chiesa. La confusione cresce; sempre più sacerdoti diventano infedeli alla loro missione e alla loro grazia ( . . . ) ma mentre il frutto dei malvagi e dei senza Dio finisce nella corruzione, il frutto delle anime fedeli sboccerà in una Chiesa più pura e più bella. Salute a coloro che comprendono l’ora e rimangono nel mio amore, che confessano Mia Madre, che seguono il cammino dei santi e si affidano alla guida degli angeli; queste anime fedeli brilleranno nelle tenebre, non vacilleranno sotto l’attacco e non verranno meno in mezzo alle prove .​ .​ .​ .​ ”

Kyrie eleison.

Dillo forte!

Dillo forte! on Dicembre 28, 2019

Se ci sono state grandi menti del passato, è perché hanno pensato a cose grandi, il che significa, esplicitamente o implicitamente, alle cose di Dio; e se sono state veramente grandi menti, il loro pensiero non sarà stato solo distruttivo. Una di queste menti era certamente l’inglese Shakespeare. Come cattolico, egli si trovò alle prese con l’apostasia del suo Paese proprio quando Shakespeare stava raggiungendo il suo apice, intorno al 1600. Ma quella svolta dell’Inghilterra verso il Protestantesimo significava che, se egli non voleva essere impiccato, sventrato e squartato, doveva camuffare il suo messaggio cattolico, come ha dimostrato Clare Asquith nel suo libro del 2005, “Shadowplay”, dove ha innalzato la letteratura inglese al di sopra dei “patrioti” inglesi e dei nani della critica letteraria.

Per fare solo un esempio, nell’appendice del libro sul Sonetto 152 di Shakespeare, lei mostra come dall’inizio alla fine, sotto l’apparente rivolgersi ad una donna che Shakespeare aveva conosciuto, ci sia un secondo completo significato che egli riferisce ampiamente a se stesso come scrittore che non è riuscito a mettere in guardia i suoi compatrioti come avrebbe dovuto fare. Ecco le 14 righe del sonetto con il loro significato apparente:—

In loving thee thou know’st I am forsworn,
But thou art twice forsworn, to me love swearing,
In act thy bed-vow broke and new faith torn,
In vowing new hate after new love bearing.
But why of two oaths’ breach do I accuse thee,
When I break twenty? I am perjured most;
For all my vows are oaths but to misuse thee
And all my honest faith in thee is lost;
For I have sworn deep oaths of thy deep kindness,
Oaths of thy love, thy truth, thy constancy,
And, to enlighten thee, gave eyes to blindness,
Or made them swear against the thing they see.
    For I have sworn thee fair; more perjured eye,
    To swear against the truth so foul a lie!

Tu sai che sono spergiuro quando t’amo,
Ma tu lo sei due volte quando mi giuri amore,
Hai violato talamo nuziale e tradito la nuova fede,
Giurando nuovo odio dopo un amore rinnovato.
Ma perché dovrei accusarti di due voti infranti.
Quando io ne infrango venti? Io sono più spergiuro;
Tutte le mie promesse non fanno che danneggiarti,
E tutta la mia onesta fede in te è perduta;
Ho fatto profondi giuramenti sulla tua grande bontà,
Giuramenti sul tuo amore, la tua onestà e costanza,
E per mettere in luce te, ho reso ciechi i miei occhi,
O li ho fatti giurare contro le cose che vedevano.
    Perché ti ho giurato buona, sono io più spergiuro,
    Giurando contro il vero con una ripugnante bugia!

E’ interessante notare che il testo del sonetto ha più senso nel suo significato nascosto, che si riferisce all’Inghilterra infedele, che nel suo significato apparente, che si riferisce all’amante infedele di Shakespeare. Infatti “Merrie Englande” [Allegra Inghilterra] era stata una moglie fedele della Chiesa cattolica per 900 anni. Con l’Act of Supremacy [Legge di Supremazia] di Enrico VIII (1534) (“In Act”), l’Inghilterra ruppe il suo matrimonio (“bed-vow”) con la Chiesa cattolica e prese il Protestantesimo come suo amante. Poi risposò la Chiesa cattolica sotto Maria Tudor (1553) (“new faith”, “new love”), per poi ricadere nell’adulterio con il Protestantesimo sotto Elisabetta I (1558), (“new faith torn ”, “new hate” della Chiesa cattolica). Ma Shakespeare (1564–1616) si biasima per un’infedeltà peggiore, perché in questi anni ha ripetutamente glorificato (“to enlighten thee”) l’Inghilterra con i suoi infedeli governanti Tudor, per esempio nelle sue History Plays, glorificante il danno dell’Inghilterra (“to misuse thee”), perché come cattolico sapeva benissimo che il Protestantesimo sarebbe stato la rovina di Merrie Englande. Di fatti!

E oggi? Lo schema si ripete: per oltre 1900 anni i cattolici del mondo si sono sposati fedelmente con la vera Chiesa, ma con il Vaticano II (1962–1965) la gran parte di loro ha seguito i cattivi capi più o meno in adulterio con il mondo moderno (“bed-vow broke”). Poi Monsignor Lefebvre (1905–1991) ha ricondotto molti alla Chiesa veramente cattolica (“new faith”, “new love”, o rinnovamento della vecchia fede e del vecchio amore), solo per vedere i suoi successori alla guida della Fraternità San Pio X da lui fondata nel 1970 ricadere in un anelito adultero di ricongiungimento con la Roma conciliare, con un “new hate” per la verità preconciliare.

Conclusione? Qualsiasi shakespeariano tra noi, o qualsiasi cattolico, deve dire forte che la Roma di Pachamama non è, in quanto tale, che un abominio, da fuggire.

Kyrie eleison.