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Madiran – 6 Proposizioni

Madiran - 6 Proposizioni posted in Commenti Eleison on Novembre 28, 2020

I lettori ricorderanno che nel Prologo de “L’eresia del XX secolo”, presentato brevemente nel n. 690 di questi “Commenti” otto settimane fa, l’autore Madiran bollava l’eresia in questione come “notte, vuoto e nulla”. Tuttavia, all’indomani del Vaticano II e fino ad oggi, quell’eresia ha avuto il potere devastante di distruggere la Fede Cattolica, la liturgia, la Chiesa e le sue anime. Madiran dà ai suoi lettori un resoconto del “nulla” nelle Parti III, IV e V del suo libro, dove analizza sette principali Proposizioni dell’eresia che emergono dagli scritti del Vescovo Schmitt, che traboccano di quel “nulla” annichilente della nuova religione Conciliare. Qui in grassetto sono elencate in ordine le sette Proposizioni, seguite da un breve riassunto dei commenti di Madiran.

1 Il mondo in cambiamento di oggi impone un mutamento nel concetto stesso di salvezza portato da Cristo,

2 che rivela come l’idea che la Chiesa aveva del piano di Dio non era, fino ad ora, abbastanza evangelica.

3 La Fede deve ascoltare il mondo.

4 La Socializzazione non è solo un fatto ineluttabile della storia del mondo. È anche una grazia.

5 Nessuna epoca, prima della nostra, è mai riuscita a cogliere meglio l’ideale evangelico della fraternità praticata.

6 In un mondo rivolto al futuro, la speranza Cristiana assume il suo pieno significato.

7 La legge naturale è l’espressione della coscienza collettiva dell’umanità. (A questa settima Proposizione, che è nefastissima, Madiran dedica tutta la Parte V).

1 Relativamente alle prime due Proposizioni, che Madiran ha già spiegato nella Parte precedente, aggiunge semplicemente che P1 è il principio necessario e sufficiente di tutta la nuova religione e che si potrebbe riassumere così: proprio come il Cattolicesimo è “tutto Tradizione”, così il Modernismo è “tutto cambiamento”.

2 P2 precisa P1 e spiega quale cambiamento è necessario, e come le innumerevoli eresie del passato, che a partire dal Protestantesimo hanno attaccato il Cattolicesimo, la nuova religione strumentalizza il Vangelo a danno della Sposa di Cristo.

3 P3 chiarisce che attraverso P1 e P2 la nuova religione ha cambiato ciò in cui i credenti devono credere: e così come i Cattolici credevano in Dio perché Egli è Dio, ora devono credere nel mondo perché esso è il mondo.

4 E credere nel mondo moderno significa credere nel suo grande movimento di socializzazione o collettivismo, cioè il Comunismo, perché non solo il movimento è inevitabile, ma è anche una grazia religiosa (!).

5 In altre parole “la salvezza di Cristo” (P1) e “il piano di Dio” (P2) sono diventate solo parole, conservate come reliquie del passato, ma svuotate di ogni significato soprannaturale e realtà.

6 Allo stesso modo tutte le speranze soprannaturali e la lotta per il Paradiso di Dio sono svuotate e soddisfatte – meglio – dalla modernità. Perché mai, prima d’ora, in tutti i 20 secoli di storia della Chiesa i Cristiani hanno compreso così bene la speranza Cristiana come noi uomini di oggi, tutti protesi insieme verso il Mondo Nuovo (!).

L’ultimo commento di Madiran presenta il concatenamento delle sei Proposizioni desunte dal vescovo Schmitt. P1 è il trampolino di lancio di tutti e sei. Ma a cosa è dovuta questa mania di cambiamento, così evidente anche in tutti i politici moderni? Prima dell’età moderna Dio era al centro dell’universo e tutto girava intorno a Lui. Ma ora l’uomo rifiuta Dio. Quindi tutto deve essere cambiato, (P2) mettendo l’uomo al centro al posto di Dio, e (P3) il mondo dell’uomo come unico e sufficiente orizzonte. Questo antropocentrismo (P4) è irreversibile e (P4) buono e giusto come una religione. E mai come oggi (P5) l’uomo è sufficiente a se stesso e (P6) l’umanità diventata il proprio fine da raggiungere. La sincronizzazione di questa idolatria con il Comunismo e il loro comune fine è evidente: l’eliminazione di Dio e la deificazione dell’uomo. Sarà ancora più evidente con (P7) l’eliminazione della natura e della legge naturale. Le rivolte estive negli Stati Uniti, non avevano come scopo l’eliminazione finale di Dio Onnipotente? Signore, abbi pietà di noi!

Kyrie eleison.

Madiran; L’Eresia

Madiran; L’Eresia posted in Commenti Eleison on Novembre 14, 2020

Nel suo libro “L’eresia del XX secolo” Jean Madiran (1920–2013) denuncia la gravità dell’eresia (Prefazione), ne illustra la filosofia sottostante (Parte I), individua i vescovi come i responsabili (Parte II) e nelle Parti III, IV e V dimostra l’eresia stessa attraverso sette relative Proposizioni. Nella Parte III spiega le prime due in maniera approfondita, nella Parte IV le successive quattro in maniera concisa, e nella Parte V la settima Proposizione che lo stesso Madiran considera molto importante. La Parte III, oggetto dei “Commenti” di questa settimana, si suddivide in sei capitoli.

Nel primo Capitolo Madiran racconta che alla vigilia del Vaticano II (1962–1965) il clima religioso generale era già pestifero quando Mons. Schmitt, il Vescovo di Metz, città della Francia orientale, mise a fuoco tutta la pestilenza ancora indistinta. Con siete Proposizioni si può riassumere ciò che era di fatti la nuova religione che il vescovo stava sostenendo con tutta la sua autorità. Dichiarava (prima Proposizione) che il mondo moderno esige un cambiamento nel concetto stesso di salvezza portato da Gesù Cristo. E che (seconda Proposizione) l’idea Cattolica del piano di Dio non è abbastanza evangelica. In breve, (P2) la Chiesa, secondo il Vescovo di Metz, deve promuovere la “socializzazione” e (P1,2) superare la vecchia Chiesa che non era abbastanza collettiva ma troppo individualista nella pratica del Vangelo. Per Madiran, quel Vescovo non stava facendo altro che promuovere il Comunismo.

In definitiva il Vescovo di Metz, spiega Madiran nel secondo Capitolo, aveva abiurato. Infatti la “socializzazione” si basa su una visione della storia marxista, materialista e determinista, per cui come possono gli obiettivi spirituali del cristianesimo coincidere con quelli materialistici del Comunismo? Il Comunismo è un’ideologia da respingere per motivi religiosi, perché come sistema sociale pretende di sostituire il sistema sociale della Chiesa e con esso il Cristianesimo stesso.

Nel terzo Capitolo, Madiran respinge la pretesa di Mons. Schmitt secondo cui gli uomini di oggi capirebbero meglio di tutti la fraternità del Vangelo (cf. P2 qui sopra). Tale disprezzo di tutte le conquiste ed opere sociali della Chiesa pre-conciliare è ridicolo, e per i Cattolici, afferma Madiran, un narcisismo ripugnante.

Ecco perché già nel 1967, spiega Madiran nel quarto Capitolo, era evidente come il Vescovo Schmitt stava promuovendo niente meno che una nuova religione, o un’eresia, vandalizzando secoli e secoli di tradizione Cattolica. I vescovi francesi sono distruttori senza intelligenza né carattere, conclude Madiran. D’ora in poi spetta ai laici difendere il Catechismo e le basi stesse della Fede!

Nel quinto Capitolo, contro la necessità dell’aggiornamento (P1), Madiran ribadisce il Primo Comandamento e il nostro dovere di amare e servire il Dio immutabile e non il mondo che cambia. Né i tempi si adegueranno mai alla Chiesa, perché la Chiesa è con Gesù Cristo. Sono solo i cattolici mondani ad essere ammirati dal mondo. E contro la teoria secondo cui la Chiesa non praticherebbe abbastanza il Vangelo (P2), Madiran ricorda che i Santi non hanno mai inventato nulla per essere “abbastanza evangelici”, al contrario si sono sempre sforzati di essere il più fedele possibile alla Tradizione per mettere in pratica il Vangelo.

In conclusione, al sesto Capitolo, Madiran constata che non c’è nessuna verità da salvare dalla prima e seconda Proposizioni, dato che la nuova religione del Vescovo Schmitt è fondata sul rispetto umano e del mondo e finalizzata alla dannazione delle anime. La nuova religione non ha né vera autorità né vera obbedienza, l’uomo si sostituisce a Dio, davanti al quale, invece, l’uomo libero, rimasto fedele alla Tradizione cattolica sopravvissuta al Vaticano II, si inginocchia con sincera obbedienza riconoscendo in Dio l’unica fonte dell’autentica autorità. Tali cattolici non seguiranno mai la falsa religione dei poveri vescovi come il Vescovo di Metz. Aspetti lui stesso se vuole vederlo!

Kyrie eleison.

Madiran; i Vescovi

Madiran; i Vescovi posted in Commenti Eleison on Ottobre 31, 2020

Come abbiamo già scritto in un “Commento” precedente, nel prologo del suo libro “L’Eresia del XX secolo” Jean Madiran ha attribuito la colpa di tale eresia, in modo equo e diretto, ai vescovi cattolici che precedettero subito prima e seguirono subito dopo il Concilio Vaticano II (1962–1965), in particolar modo ai vescovi di Francia che egli conosceva meglio. Il Capitolo I del suo libro, seguendo la grande Enciclica Pascendi di san Pio X del 1907, ha illustrato come le menti di questi vescovi fossero inadeguate alla realtà, per non parlare della conoscenza della dottrina Cattolica, a causa del soggettivismo della filosofia di Kant, che ora regna sovrana nei dipartimenti di filosofia di praticamente tutte le “università”. Nel Capitolo II Madiran esamina gli stessi vescovi Francesi, in sei sezioni liberamente collegate.

In primo luogo, spiega che per seguire questi vescovi dovremmo accettare di perdere una gran parte dei nostri tesori cattolici come San Pio X, il Canto gregoriano, il Tomismo, il Diritto Canonico, Nostra Signora, il patriottismo, l’eredità Greco-Latina, la pietà Mariana e, ultimo ma non meno importante, la devozione delle vecchiette che pregano. D’altra parte noi, ovviamente, ci rifiutiamo di disprezzare anche solo uno di questi tesori della famiglia Cattolica. Dietro a ciascuno di essi c’è l’amore di Cristo, mentre dietro a tutti i discorsi di “riciclaggio”, “rinnovamento” e “aggiornamento” c’è l’odio. E dietro tutte le conquiste della “civiltà Occidentale” c’è solo Cristo, non l’India, non l’Africa, e tanto meno la Cina.

In secondo luogo, la Neo-Chiesa ha proclamato a tutto il mondo la sua apostasia: la politica dei Neo-vescovi è quella di non convertire più nessuno. Eppure le basi della vita e della morte rimangono esattamente le stesse. Lasciate che la Chiesa ci insegni come vivere e morire. Siamo tutti troppo pieni dello spirito del mondo. Lasciate che i sacerdoti ci insegnino come arrivare in Paradiso!

In terzo luogo, questi vescovi affermano che “il cambiamento di civiltà” richiede “un concetto più evangelico della salvezza”, che comporta non solo “una nuova forma di parole”, che è ciò che dicono di voler intendere, ma un inevitabile nuovo contenuto delle parole, che significa una nuova religione. Vostre Eccellenze, la nostra risposta è “NO!” Inoltre, come Cattolico battezzato ho il diritto di esigere la vera Fede, perché la vostra “nuova forma di parole”, alla ricerca di un nuovo “concetto di salvezza”, è il fondamento, piuttosto eretico che goffo, di una nuova religione che contraddice la vera Fede.

In quarto luogo, fino al 1966 questi vescovi non avevano ancora disertato la Fede Cattolica, ma ora affermano che il loro è l’autentico Cristianesimo, quando in realtà la loro “mentalità post-Conciliare” sta rompendo con la vera Fede. La verità è che siamo nel mezzo di una guerra tra due diverse religioni. E attivamente o passivamente, tutti i vescovi sostengono la nuova religione. Qualche vescovo Cattolico deve parlare, perché le anime stanno morendo! Mons. Lefebvre, stai ascoltando?

Non abbiamo bisogno di vescovi che ci dicano di essere moderni. Siamo tutti troppo moderni. E la tecnologia e la filosofia moderna non sono affari dei vescovi Cattolici! Conosciamo quanto basta i moderni per disprezzarli. Marx, Nietzsche, Freud sono dei meri mercanti di fantasia. Svegliatevi!

In quinto luogo, la Neo-Chiesa sta distruggendo la formazione, l’insegnamento e l’istruzione. Rimpinzando i giovani solo di ciò che è moderno e che già traboccano, li illudete e li insuperbite. E ricolmi di vuoto diventeranno i barbari di domani. Così facendo, tradite non solo la Fede ma tutta la civiltà. Tornate alla Tradizione! Dio, donaci dei veri vescovi!

In sesto luogo, l’autorità dei vescovi si basa solo sulla Verità, la legittimità e la legge. Se questi vescovi avessero ragione, la Chiesa della Tradizione non esisterebbe più. Ma la Verità è primariamente affar loro, così che non hanno l’autorità per cambiare la Fede, e se lo fanno non hanno l’autorità per essere obbediti, né li lasceremo in pace. Ci aspettiamo da loro la certezza, la purezza e la santità dell’immutabile Fede Cattolica.

(Nella sezione 4 di cui sopra, l’Arcivescovo Lefebvre non è menzionato esplicitamente, ma era nella mente di Madiran. Due anni dopo l’Arcivescovo ha fondato la Fraternità San Pio X, e il resto è storia).

Kyrie eleison.

Madiran la Filosofia

Madiran la Filosofia posted in Commenti Eleison on Ottobre 17, 2020

Come Papa Pio X nella sua grande Enciclica anti-modernista del 1907, “Pascendi”, Jean Madiran nel suo libro “L’eresia del XX secolo” parte dalla filosofia, perché per entrambi il motivo che ha reso le menti moderne incapaci di comprendere il cattolicesimo è di natura filosofica piuttosto che teologica. Così la prima delle sei parti del libro di Madiran ha come titolo “Preambolo filosofico”. Sorprendentemente, l’autore stesso dice ai lettori che possono saltare il Preambolo se vogliono, probabilmente per risparmiare tempo a coloro che sono giustamente allergici alle delinquenziali assurdità che provengono dalle cosiddette “università” contemporanee. In effetti, il tema del libro di Madiran è tanto dipendente dalla vera filosofia quanto indipendente dalla “filosofia” odierna, o pseudo-filosofia.

Ma perché e come la Fede soprannaturale dipende dalla filosofia, che è lo studio razionale di tutta la realtà naturale, o l’elevazione, per così dire, del (vero) buon senso dal livello amatoriale al livello professionale? La Fede sopranaturale non è infinitamente superiore alla filosofia intrinsicamente naturale? Risposta: La produzione di buon vino da parte di un vignaiolo non dipende dalle bottiglie di vetro pulite e intatte, anche se senza di esse il produttore non riuscirà a mandare avanti la sua attività, perché se le bottiglie sono sporche o crepate nessuno acquisterà il suo vino, a prescindere dalla sua bontà. Quindi il viticoltore dà per scontato di essere fornito di bottiglie pulite e intatte. Rispetto al vino, la bottiglia di vetro non vale quasi nulla quando è vuota, ma è assolutamente necessario che sia senza crepe o sporcizia per poter contenere il vino.

Ora la ragione umana è come la bottiglia. Seppur sia solo una facoltà naturale, quando essa giungerà alla morte dovrà, pena l’eterna condanna, necessariamente contenere il vino soprannaturale della Fede (Mc. XVI, 16). La Fede è un dono supremo di Dio mediante la quale la ragione di un uomo è soprannaturalmente elevata a credere, ma se quella facoltà di ragione è viziata da errori e miscredenze umane allora, come la bottiglia sporca, rischia di sporcare il vino della Fede di Dio, per quanto divina di per sé sia quella convinzione. E il modernismo è un errore così radicale che rovinerà, o minerà, qualsiasi Fede, per quanto pura, riversata in quella mente. E come il vino versato in una bottiglia sporca non può fare a meno di essere rovinato, così la Fede cattolica versata in una mente moderna non potrà che essere minata. Questo insegnano Pio X, de Corte, Calderón e Madiran, insieme a tutti i maestri che hanno colto l’oggettiva malizia di una mente soggettivista.

E come ha fatto Madiran a dimostrare che i vescovi francesi negli anni ‘60 erano privi della ragione cattolica? Egli parte da una loro dichiarazione ufficiale del dicembre 1966 (p. 40) dove affermano che “per una mente filosofica” le parole “persona” e “natura”, cruciali per la cristologia (teologia cattolica di Cristo), hanno cambiato il loro significato fin dai tempi di Boezio (che ha elaborato la definizione di “persona”) e dell’Aquinate (che ha rafforzato la definizione di “natura”). In altre parole, per i vescovi francesi la filosofia moderna ha superato e sostituito la filosofia classica, da sempre incorporata nella dottrina immutabile della Chiesa, rendendo il tomismo obsoleto e impraticabile “per una mente filosofica”.

Ma in una Chiesa in cui la dottrina si è sempre adeguata a ciò che non cambia mai nella realtà extra-mentale, questa prospettiva dei vescovi francesi si configura essere assolutamente rivoluzionaria. Può solo significare, dice Madiran (43), che stanno aderendo alla rivoluzione copernicana filosofica di Immanuel Kant (1724–1804) che ha posto la “realtà” non più fuori ma dentro la mente. Tuttavia (45, 46), non vi è alcun obbligo, tranne che nell’ambito della filosofia kantiana, di accettare questa interiorizzazione della realtà. Solo, sulla base di soggettive premesse si arriva inevitabilmente a irreali conclusioni. La scelta (im)morale da parte dei vescovi francesi di seguire Kant e abbandonare l’Aquinate, dimostra la loro apostasia implicita (50) e l’adesione ad una religione anti-naturale. Stavano dichiarando la loro indipendenza dalla verità di Dio attraverso il loro rifiuto della realtà di Dio e dell’Ordine che Egli a impiantato nella Natura (60–63).

Madiran conclude la sua Parte I spiegando che mentre il tomismo corrisponde all’esperienza umana di tutti i tempi e di tutti i luoghi (66), il kantismo ha separato i vescovi francesi dalla realtà, come ha fatto per la mente dell’epoca moderna, alla quale tanto questi vescovi vogliono piacere (67).

Kyrie eleison.

Madiran Prologo

Madiran Prologo posted in Commenti Eleison on Ottobre 3, 2020

Nel prologo al suo libro “L’Eresia del XX secolo”, pubblicato nel 1972, Jean Madiran affermava, senza inutili preamboli e consapevole di esporsi agli attacchi da parte della nuova chiesa, che i responsabili della diffusione degli errori e dell’eresia nella Chiesa erano stati gli stessi vescovi cattolici (p. 17 della riedizione del 2018). Motivo per cui (28) non aveva bisogno, come cattolico battezzato, né di chiedere né di ricevere alcun mandato, per difendere la Fede, dal momento in cui quegli stessi pastori o vescovi si erano trasformati in lupi o eretici, distruttori della Fede.

Alla base dell’opera di Madiran c’è (26) una distinzione cruciale e chiarificatrice del concetto di eresia. Essa, nel senso stretto del termine, significa negazione intenzionale di ciò che si sa essere una proposizione definita della Fede. Ma in senso lato significa l’accettazione di una mentalità radicalmente estranea alla Fede. E in questa seconda accezione, l’eresia va ben oltre la contraddizione di una qualsiasi proposizione particulare di Fede: l’eresia del XX secolo si trova piuttosto “nella notte, nel vuoto, nel nulla”.

E come sono stati “svuotati” i vescovi francesi? Madiran scrive (20) che per 100 anni, quindi dalla metà del XIX secolo, essi si erano mentalments pian piano separati dalla Sede Apostolica e si erano cosí allontanati dalla Roma veramente cattolica di Pio IX e del Sillabo. La loro disciplina era divenuta formale obbedienza priva di convinzione. Con poche parole Madiran tratteggia qui l’essenza della Chiesa preconciliare: sotto l’influenza del mondo moderno, dietro un apparente mantenimento dell’esteriorità, una malcelata progressiva perdita della Fede stava cambiando la Chiesa, allontanandola dalla sua originaria missione. Sebbene il Magistero papale, mediante le più importanti encicliche dei papi antiliberali quali Pio IX, Leone XIII e Pio X, aveva tentato di arginare l’invasione del nuovo mondo rivoluzionario, di quell’insegnamento Madiran (23) dice che i vescovi degli anni ‘50 non sapevano praticamente nulla.

L’aspetto ancora più grave dell’eresia del XX secolo, per il nostro filosofo francese, consisteva nell’infedeltà dei vescovi che si traduceva nella negazione dell’esistenza della legge naturale (24). Sebbene negli anni Cinquanta ancora sopravvivevano certe formule del vecchio catechismo, i vescovi, magnetizzati dal mondo moderno e contagiati dal suo liberalismo, da tempo si erano allontanati mentalmente da Roma, rifiutando la sua dottrina sociale. Nei loro cuori si stava perdendo ogni senso della legge naturale e questo preparò la via, negli anni immediatamente successivi al Concilio, alla riforma del dogma e del catechismo che fino ad allora avevano lasciato esteriormente intatti. Il loro rivoluzionario rifiuto di seguire la magisteriale dottrina sociale conteneva già implicitamente quel totale sradicamento della religione cristiana che colpì l’intera Chiesa all’indomani del Concilio (25).

Perché se non c’è una legge naturale né un ordine razionale incorporato da Dio in tutta la Creazione, allora la ragione e la fede sono naufragate. E anche se le formule del Vangelo e le definizioni dogmatiche possono, per un po’, ancora essere recitate e ripetute accuratamente, la loro sostanza è oramai stata prosciugata, e tutta la religione è stata radicalmente sovvertita. I vescovi senza legge naturale non hanno più accesso ni al Vangelo ni alle definizioni dogmatiche. Non possono più conservare o tramandare nulla (26). Sono maturi per scivolare a sinistra verso la religione sostitutiva della modernità, che è il comunismo (26).

E per concludere il suo Prologo, Madiran fa appello a un connazionale che aveva previsto questa decadenza nel clero anche prima della prima guerra mondiale. Charles Péguy (1873–1914) scrisse nel 1909 che il clero (30) stava distruggendo con successo il Cristianesimo volendo che progredisse con i tempi. Stavano perdendo loro stessi la fede (32), accettando la sua scomparsa come una naturale evoluzione.

Kyrie eleison.

Madiran Introdotto

Madiran Introdotto posted in Commenti Eleison on Settembre 19, 2020

In qualità di figlia maggiore della Chiesa, la Francia ha sempre avuto pensatori e scrittori in prima linea nella difesa della sposa di Cristo, e i tempi moderni non fanno eccezione. Dalla confusione e dal disordine determinati dal Concilio Vaticano II, si distinse un eccezionale ed autentico pioniere di quello che sarebbe diventato il pensiero “tradizionale”, il francese Jean Madiran (1920–2013), ideatore ed editore, dal 1956 al 1996, della rivista mensile di destra e nazionalista “Itinéraires” (Itinerari). Madiran, già strenuo difensore della Verità prima del Concilio, divenne un faro per molti cattolici che cercavano di non perdere la testa e non indulgere negli errori razionalisti, naturalisti e relativisti che rigurgitavano dal Vaticano II.

Negli anni ‘60 Madiran contribuì, in primo luogo, a conservare in Francia quella sana dottrina filosofica e politica che successivamente, negli anni ‘70, fornì all’arcivescovo Lefebvre uno dei capisaldi su cui organizzare un movimento clericale “tradizionale” in Francia da opporre all’abominio della desolazione conciliare. Madiran e la sua rivista ebbero un importante influenza sulla decisione dell’Arcivescovo di fondare, alla fine degli anni ‘60 nella Svizzera francese, la Fraternità San Pio X, araldo della Tradizione Cattolica, Apostolica e Romana nei successivi 40 anni. Dopo il primo incontro tra lo scrittore e l’Arcivescovo presso il seminario di Écône, per un breve periodo i due poterono collaborare.

Collaborazione che però fu interrotta quando a salire al soglio pontificio fu Giovanni Paolo II, di cui Madiran nutriva molta fiducia e speranza. La storia, come ben sappiamo, aveva preso da tempo un’altra piega, ma ciò non invalidò la provvidenziale influenza che Madiran aveva esercitato sull’Arcivescovo e la “Tradizione”. Dobbiamo oggi ricordare quanto fosse impensabile, negli anni ‘50 e ‘60, per i cattolici dubitare del proprio clero. È questo il merito di Madiran: aver conservato la Fede che la quasi intera gerarchia cattolica aveva deliberatamente rinnegato, ed essersi schierato pubblicamente contro il gregge corrotto che o seguiva “fedelmente” quella gerarchia per “obbedienza”, o si rallegrava per l’indebolimento della Chiesa provocato dalla massoneria. Il fatto che Madiran si sia successivamente lasciato ingannare da Giovanni Paolo II testimonia solo la forza del potere preternaturale che l’influsso dello gnosticismo talmudico esercita su Roma, potere che, per un periodo cruciale, Madiran è riuscito a vincere al servizio della Roma Cattolica.

Che la sua Fede non abbia mai vacillato in fondo è dimostrato dal fatto che tra tutti i libri che ha scritto durante la sua lunga vita, quello che secondo egli stesso meglio riassume l’essenza del suo pensiero è il libro di cui tratteremo in questi “Commenti Eleison”, e cioè, “L’hérésie du vingtième siècle”, “L’eresia del XX secolo”. Il libro è stato pubblicato per la prima volta nel 1968, nel bel mezzo della controversia che attanagliava il Vaticano II. Contiene una Prefazione e sei parti a cui sarà opportuno dare ampio spazio in questi “Commenti”, perché il libro pur essendo un classico ha avuto scarsissima diffusione.

È un classico perché ci vuole un filosofo tomista per purificare e chiarire il modernismo: d’altronde, come si scruta la nebbia? E Madiran era un filosofo tomista. Ma non un filosofo tomista qualsiasi, perché seppur la massa dei Vescovi del Vaticano II era stata addestrata, nei seminari o nelle congregazioni, sui principi della filosofia di san Tommaso d’Aquino, essi non avevano imparato o capito come quei principi si applicassero alla realtà. Questo perché è relativamente facile insegnare quella filosofia come un elenco telefonico coerente. Gli alunni cattolici sono docili e bevono tutto, senza necessariamente rendersi conto che il Tomismo è l’unico e il solo resoconto possibile dell’unica realtà che ci circonda. Ma chi può insegnare la realtà agli alunni nati con il riscaldamento centralizzato e allattati dalla televisione? Madiran apparteneva ad una generazione precedente, il che senz’altro lo aiutò, ma anche per lui, per comprendere lucidamente il modernismo, il collettore di tutte le eresie, era necessaria una grazia speciale di realismo, come fu per Pio Decimo, De Corte, Calderón e pochi altri eletti.

Allacciate le cinture di sicurezza. Madiran vale la pena di studiare per comprenderlo. Nelle prossime settimane, il suo Prologo.

. Kyrie eleison