Commenti Eleison

Non solo… ma anche…

Non solo… ma anche… on Novembre 30, 2019

Se i numeri di questi “Commenti” possono essere suddivisi fra quelli che trattano il problema moderno e quelli che trattano la soluzione cattolica, sarebbe un peccato se un certo numero di lettori fossero interessati al problema ma non alla soluzione, oppure alla soluzione ma non al problema. Questo perché se si conosce il problema senza la soluzione, si può essere seriamente tentati dalla disperazione, soprattutto oggi che Dio sta dando ai suoi nemici il permesso di quasi distruggere la Sua Chiesa. D’altra parte, se la conoscenza della soluzione porta a sbagliare sul problema o a sottovalutarlo, allora il problema finirà col cogliere di sorpresa aggirando le difese inadeguate.

San Paolo è stato il caso classico di chi conosceva entrambe le cose, e che comprendeva così bene la soluzione del Nuovo Testamento, Gesù Cristo (Rm VII, 24–25), solo perché era stato un fervente fariseo che aveva capito il problema di ciò che gli uomini peccatori avevano fatto dell’Antico Testamento (I Cor. XV, 8–10). E’ per il fatto che San Paolo aveva sperimentato direttamente l’impotenza dell’Antico Testamento a perdonare il peccato, che comprese così profondamente la salvezza che Cristo aveva portato agli uomini con il Nuovo Testamento. Un altro grande convertito che approfittò di molti anni di errore per diventare uno dei più grandi servitori della verità cattolica di sempre, è stato Sant’Agostino. Ecco perché i Francesi hanno il detto: “Un convertito vale due apostoli”.

Ed ecco perché oggi i cattolici non devono disprezzare la conoscenza dei nemici di Dio o di come questi Lo combattono, per quanto vile possa essere questa lotta. E i non cattolici saranno saggi a non disprezzare la Chiesa cattolica, perché per quanto essa possa sembrare oppressa, ha ancora le uniche vere soluzioni ai problemi reali del mondo, cioè ai problemi propriamente umani. Tutti questi problemi sono il frutto avvelenato del peccato che cresce contro Dio nelle anime degli uomini, dove solo Dio, e non gli psichiatri, può scendere con il Suo perdono, che Egli sceglie di attuare solo attraverso il Suo Figlio divino, e attraverso la Chiesa da Lui acquistata con il Suo Sangue.

Allora suggeriamo ai lettori non cattolici di questi “Commenti” di interessarsi non solo alle analisi sulle arti o sulla politica moderna, ma anche alle argomentazioni che possono sembrare solo dispute tra cattolici: come ciò che non va bene con il Vaticano II, o come la Fraternità San Pio X va seguendo sempre più il Vaticano II. Questo perché la Chiesa cattolica può anche essere l’unica vera soluzione dei veri problemi di tutti i lettori, ma tale soluzione è vulnerabile per la costante falsificazione da parte di uomini peccatori, e se è falsificata non è più la soluzione, ma parte del problema. Ora il Vaticano II è stato il culmine logico di molti secoli in cui degli uomini volevano mettere l’uomo al posto di Dio, e la Fraternità San Pio X, progettata e fondata nel 1970 per resistere agli errori del Vaticano II, dal 2012 in particolare è caduta sotto il fascino velenoso di quegli stessi errori. Quindi, i non cattolici che sono alla ricerca di soluzioni reali ai problemi moderni che essi conoscono fin troppo bene, farebbero bene di seguire le argomentazioni sul Vaticano II e sulla Fraternità.

Corrispondentemente, ai lettori cattolici di questi “Commenti” suggeriamo di seguire non solo le argomentazioni riguardanti il Vaticano II e il pericoloso scivolare della Fraternità nella conformità con il mondo moderno, ma anche le analisi approfondite di ciò che non va in tale mondo. In effetti, se i capi della Fraternità stanno scivolando come abbiamo detto, non è forse perché hanno sottovalutato il problema del mondo moderno? Non si dirigono diritti verso la sconfitta combattendo una guerra senza conoscere il nemico? Ora, mentre Mons. Lefebvre ebbe a dire che tutto il Vaticano II è affetto dal soggettivismo, Mons. Fellay non ha detto che il 95% dei suoi testi sono accettabili? E mentre Monsignore diceva spesso, in vario modo, che ci vuole un cucchiaio molto lungo per cenare con i Romani conciliari di oggi, il successore di Mons. Fellay sta forse seguendo il suo predecessore comportandosi come se pensi di poter superare i diavoli Romani? La vera forza di Mons. Lefebvre non è mai stata la sua scaltrezza, ma sempre la sua fede, e la sua fedeltà alla verità cattolica. E lo stesso deve valere per la Fraternità che ha fondato. E allora, i lettori cattolici di questi “Commenti” non pensino di non dover prendere in considerazione le analisi dei “Commenti” sulla corruzione moderna, per quanto esse possano sembrare sgradevoli. Seppellire la testa nella sabbia può costare molto caro.

Kyrie eleison.

Scivolamento del mondo

Scivolamento del mondo on Novembre 23, 2019

Non è solo la Fraternità di San Pio X che sta scivolando, è il mondo intero che scivola, nel cuore degli uomini. E come “non si può cavare sangue da una rapa” e “non si possono fare mattoni senza paglia”, così non si può sperare che le istituzioni di ieri non vengano svuotate dagli esseri umani di oggi, come tanti palloncini afflosciati da cui è stata fatta uscire l’aria. Ecco la risposta interessante di uno che sta ancora pensando, quando gli è stato chiesto cosa intravedeva per il futuro della “Resistenza”, della FSSPX, della Chiesa e del mondo –

«Per quanto riguarda la “Resistenza” non ci sarà un grande incremento di numeri, né una grande messe di anime, semplicemente perché manca il materiale umano adatto. Come si può fare qualcosa di cattolico con delle persone che hanno poca o nessuna idea di vero e di falso, di giusto e sbagliato, di ciò a cui veramente si deve resistere? Verità e diritto sono stati minati, e sempre più persone hanno rinunciato a credere che sono di una qualche importanza, sia perché l’uomo è un animale sociale che prende le sue caratteristiche da coloro che lo circondano e che oggi hanno rinunciato massicciamente alla verità e al diritto, sia perché la vita è molto meno esigente se verità e diritto sono insignificanti. E allora si può lasciare andare con la corrente, e non c’è nulla a cui si debba resistere.

«Per quanto riguarda la FSSPX, se Mons. Fellay ha paura, la sua paura si estenderà al resto della Fraternità e da lì al resto della Chiesa, in quanto la Fraternità di Mons. Lefebvre, nel suo periodo di massimo splendore, era il nerbo della spina dorsale della Chiesa. Senza tale nerbo prevarrà un morbido conciliarismo, con un Messale ibrido nel quale è mischiata la Messa Tridentina con la Nuova Messa; con una “ermeneutica della continuità” che mischia la dottrina cattolica con il Vaticano II; con sacerdoti e riti dubbi che rendono possibile un’illusoria ripresentazione degli anni Cinquanta. E così la Chiesa finirà con nessuno che dice ancora la Verità, e la “luce del mondo” si ridurrà solo ad un bagliore tenue e facoltativo, e il “sale della terra” non sarà più in grado di ostacolare la corruzione universale.

«Conseguentemente, il mondo diventerà sempre più degenerato, sempre più volutamente artificiale, perché la Chiesa è stata la protettrice soprannaturale, per la grazia infusa nelle anime degli uomini, di tutto ciò che è naturale nella creazione di Dio. E in questo Nuovo Ordine Mondiale anche i resti della vera Chiesa continueranno ad essere perseguitati dall’odierna sottile-aggressiva intimidazione. Sotto l’apparenza di una tacita tolleranza, la realtà è un’incessante pressione a conformarsi – “E’ meglio che tu sia ‘politicamente corretto’, come tutti gli altri, o faremo di te un fuori casta”. A questa pressione esterna corrisponde una misteriosa debolezza della mente moderna che non è in grado di mantenere in sé alcuna verità. Il Diavolo poi si intromette a livello naturale e fa oscillare la mente a sinistra, lontano da Dio, facendo dubitare i cattolici – ‘Chi sono io per dire che Mons. Lefebvre aveva ragione? I suoi nemici erano davvero malvagi? Chi sono io per giudicare?’ E con questo stato d’animo è facile tradire . . .

«E’ stato il Concilio degli anni ‘60 che ha irradiato la confusione negli anni ‘70, e da allora ha avuto un altro mezzo secolo di diffusione, con la FSSPX che ha lavorato segretamente per il nemico negli ultimi 20 anni . . . ».

Questa visione del futuro è molto fosca, ma è una previsione realistica a livello meramente umano. Fortunatamente Dio è Dio, Egli esiste davvero, e i Suoi pensieri non sono i nostri pensieri, né le nostre vie le Sue vie. «Quanto il cielo sovrasta la terra,tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri» (Isaia LV, 9). Né questo Dio sarà vanificato dalle macchinazioni degli uomini: « . . . così sarà della parolauscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto,senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata. Voi dunque partirete con gioia,sarete condotti in pace. I monti e i colli davanti a voi eromperanno in grida di gioia e tutti gli alberi dei campi batteranno le mani. Invece di spine cresceranno cipressi,invece di ortiche cresceranno mirti; ciò sarà a gloria del Signore, un segno eterno che non scomparirà» (Isaia LV, 11–13).

Kyrie eleison.

Scivolamento commentato

Scivolamento commentato on Novembre 16, 2019

Due lettori degli ultimi due numeri di questi “Commenti” (642 e 643 del 2 e 9 novembre) hanno fatto delle utili osservazioni sullo stato della Fraternità San Pio X. La prima notizia che era stata segnalata riguardava il fatto che la Neofraternità sembra voler portare tutti i tradizionalisti, dentro o fuori la Fraternità, sotto la sua unica autorità. E la seconda notizia era che le “discussioni dottrinali” Roma-FSSPX saranno riaperte a Roma con Mons. Fellay a capo dei rappresentanti della FSSPX. Il primo lettore commenta la costante tattica della Rivoluzione, il secondo si sofferma sul destino che minaccia don Pagliarani. Ecco il primo lettore:—

Queste due notizie sono pessime. Anche se personalmente non mi manca più la FSSPX, mi addolora vederla in uno stato di completa resa alla Roma apostata. Ogni volta che la Rivoluzione nella Chiesa compie un importante passo avanti che può provocare resistenze da parte dei cattolici, essa ha pronta per loro in anticipo – sempre – una posizione alternativa, un vicolo cieco per rendere inefficaci coloro che resistono. Temo che la FSSPX sia tenuta su da Roma per ospitare tutti i cattolici che resistono all’apostata Bergoglio, e per orientarli in direzione di Roma. È abbastanza facile vedere che è quello che stanno facendo. Come sempre, l’unica arma che abbiamo in mano è il Rosario, per ottenere la Consacrazione della Russia. Dio, abbi pietà di noi!

Le notizie riportate non appartengono alla “teoria del complotto” e non sono “false notizie”. Gli ingannatori della Chiesa e del mondo moderni, ai quali Dio per il momento concede grande potere per punirla per la sua apostasia, non sono persone oneste che possono permettersi di operare all’aperto. Essi sono troppo spesso veri nemici di Dio, rivoluzionari disonesti che devono cospirare e ingannare per nascondere ciò che fanno. Perciò, ogni volta che i cattolici che non solo sono innocenti come colombe, ma anche saggi come serpenti (cfr. Mt X, 16) denunciano l’inganno dei rivoluzionari, questi li accusano, ad esempio, di essere dei “teorici della cospirazione”, il che è ancora più ingannevole, perché i stessi rivoluzionari sono conspiratori di primera classe!

Per esempio, in questo caso, quando nel 1988 Mons. Lefebvre stava per sferrare un grande colpo contro i liberali consacrando quattro vescovi fedeli (allora) per assicurare che la Fraternità sopravvivesse per difendere la vera Fede, la Roma liberale aveva preparato la Fraternità San Pietro per accogliere e neutralizzare tutti i sacerdoti della FSSPX che si sarebbero opposti a quelle consacrazioni episcopali. Allo stesso modo, quando l’autore di questi commenti suggerisce che nel 2019 Roma sta trasformando la Fraternità in un rifugio per tutti i cattolici che si oppongono a Papa Francesco, al fine di portare infine tutta la loro opposizione sotto il controllo di Roma, molto probabilmente egli è ben lontano dalle “false notizie”. È tipico dei nemici di Dio usare esattamente lo stesso trucco di cui accusano coloro che li denunciano.

Il secondo lettore suggerisce che Don Pagliarani può essere meno colpevole di Mons. Fellay nell’aver giudicato male le intenzioni di Roma, ma se continua ad agire come il suo predecessore a capo della Fraternità, Don Pagliarani si assumerà la responsabilità di paralizzare la difesa della Fede da parte della Fraternità. Né si può usare indulgenza per lui a tempo indeterminato, perché deve essere sempre meno innocente se, e nella misura in cui, continua ad agire come Mons. Fellay. Ecco i commenti del secondo lettore:—

La notizia che le nuove discussioni dottrinali Roma-FSSPX verranno condotte a Roma per conto della Fraternità da Mons. Fellay e compagni, getta un’ombra pesante sul suo attuale successore, Don Davide Pagliarani, che sceglie proprio Mons. Fellay per la bisogna. Anche ammettendo che egli non sia così favorevole ad un accordo come Mons. Fellay, sembra che sia bloccato allo stesso modo di pensare di quest’ultimo; quindi o si libera dai condizionamenti o sarà destinato a essere ricordato come il becchino della Fraternità. Dio non voglia! Pregherò per lui e per la Fraternità, e mi rivolgerò alla Madonna perché gli apra gli occhi e illumini lui e i suoi due Assistenti.

Si noti come entrambi i lettori vedono nella preghiera l’unica soluzione. Umanamente parlando, la Fraternità è essenzialmente, anche se non completamente, disabile. Scegliendo di ricongiungersi alla Chiesa conciliare, essa condividerà il suo destino.

Kyrie eleison.

Ancora Scivolamento – II

Ancora Scivolamento – II on Novembre 9, 2019

Nel caso in cui i lettori pensassero che la conversazione di settembre, qui riportata la scorsa settimana, tra Dom Placide di Bellaigue in Francia e le autorità della Fraternità San Pio X in Svizzera, non sia sufficiente a dimostrare che la Fraternità si sta ancora allontanando dalla difesa della vera Fede, ecco un altro rapporto che porta alla stessa conclusione: circa nello stesso momento in cui il Superiore Generale della Fraternità (SG) rilasciava la sua rassicurante intervista del 12 settembre, ha nominato una Commissione di tre persone per recarsi a Roma e riprendere le discussioni teologiche con i Romani conciliari, quelle stesse che si erano già svolte dal 2009 al 2011 senza alcun risultato. E quali sono stati i tre rappresentanti della Fraternità che il SG ha scelto per le discussioni? Non altri che Mons. Fellay, Don Pfluger e Don Nély, il triumvirato che aveva governato la Fraternità dal 2006 al 2018, e nonostante tutti e tre siano stati esclusi dal Capitolo Generale elettivo del luglio 2018! Un piccolo retroscena è di nuovo necessario.

Nel precedente Capitolo Generale elettivo del 2006, i 40 principali sacerdoti della Fraternità rimasero fedeli, meno fedeli che nel 1994 (come ammise una volta Mons. Fellay) ma comunque fedeli al principio di buon senso cattolico di Mons. Lefebvre, che nello scontro tra la Fraternità e Roma erano in gioco questioni così importanti per la Fede che nessun accordo puramente pratico senza un accordo dottrinale avrebbe potuto risolvere tale scontro. Ora, nel 2006, Mons. Fellay aveva da tempo cessato di prendere sul serio la dottrina. Per lui, come per Papa Benedetto XVI, per tutti i modernisti e per la massa degli abitanti del mondo di oggi, la Verità di Dio è meno importante dell’unità degli uomini, ma sapeva che all’interno della Fraternità molti membri seguivano ancora Monsignore nel loro rispetto della Verità di Dio, e così continuò a chiedere a Papa Benedetto che si svolgessero delle discussioni dottrinali affinché la Fraternità e Roma potessero riunirsi.

La richiesta era stata intrinsecamente sciocca fin dall’inizio, perché le dottrine della Tradizione cattolica e del Vaticano II non possono essere riunite più che le contrastanti concezioni di 2+2=4 e 2+2=5. Ma sia il Papa sia il SG apparentemente speravano che le due parti potessero accontentarsi di un 2+2= 4,5, perché per entrambi l’unità era più preziosa della verità. E così le “discussioni dottrinali” si svolsero tra quattro rappresentanti per parte, dal 2009 al 2011. Tuttavia, nel 2009 Mons. Fellay aveva ancora dovuto nominare quattro rappresentanti della Fraternità che prendevano sul serio la Verità cattolica, mentre i romani erano fermamente attaccati alle anti-verità del Vaticano II, cosicché le discussioni non condussero da alcuna parte. Allora l’unità non riuscì a prevalere sulla Verità.

Ma al Capitolo Generale provvisorio (non elettivo) della Fraternità del 2012, tra i 40 sacerdoti più importanti della Fraternità l’opinione era cambiata, cosicché il principio di Monsignore che la dottrina veniva prima venne abbandonato, e la Fraternità accettò ufficialmente che venisse prima l’unità. Tuttavia, tra i sacerdoti della Fraternità si sollevò immediatamente un forte movimento di resistenza che minacciò l’unità della stessa Fraternità. E così, quando nel Capitolo elettivo del 2018 i 40 sacerdoti amavano ancora abbastanza la Verità da estromettere dall’incarico Mons. Fellay e i suoi due Assistenti, nondimeno il nuovo SG riprese nuovamente l’idea delle discussioni dottrinali con i Romani conciliari, un’idea ancora intrinsecamente sciocca, ma sempre attraente quanto lo è non solo ritenere la torta desiderata ma anche mangiarla. E quindi il SG andò a Roma alcuni mesi fa, dove lui e i Romani devono aver sognato di nuovo il 2+2= 4,5: è così le “discussioni dottrinali” sono tornate sul tavolo.

Ma mentre nel 2009 Mons. Fellay aveva dovuto scegliere gli amanti della Verità per rappresentare la Fraternità, il nuovo SG sembra aver scelto proprio i tre ufficiali della Fraternità che avevano presieduto il Capitolo del 2012, che aveva posto l’unità prima della Verità! Allora, chi sta ingannando chi? Se il nuovo SG si illude che sia possibile una unità non dottrinale, guai per la Fraternità, ora e per il prevedibile futuro. Se egli non è illuso di per sé, allora sta agendo sotto la pressione di Roma o di Menzingen fellayzzato, o di entrambi? Il che è la stessa cosa, perché Mons. Fellay ha fatto tutto il possibile per mettere Menzingen e la Fraternità sotto il potere di Roma. E’ Roma che sta quindi muovendo il giuoco, strofinando il naso della Fraternità nella sporcizia della stessa Fraternità.

Kyrie eleison.

Ancora scivolamento – I

Ancora scivolamento – I on Novembre 2, 2019

Ci sono stati segni che hanno fatto sperare che la Fraternità San Pio X non scivolasse più sotto il potere e il controllo dei conciliari uomini di Chiesa a Roma, ma tali segni sono soverchiati da prove contrarie. Per esempio, il 12 settembre il nuovo Superiore Generale (SG), che è stato votato per sostituire Mons. Fellay nel luglio dello scorso anno, don Davide Pagliarani, ha reso pubblica un’intervista in cui ha detto molte cose buone, tanto da far gioire almeno una lettrice di questi “Commenti” per il fatto che lo scivolamento della Fraternità faceva marcia indietro. Purtroppo, un recente rapporto proveniente del Quartier Generale della Fraternità in Svizzera ci fa temere che Don Pagliarani dica delle cose conservatrici per ingannare tutti i Tradizionalisti che non guardano le sue azioni. Ecco il retroscena e il rapporto –

La Tradizione cattolica, in Francia, ha tre case dirette da tre Ordini di monaci e frati provenienti dal passato della Chiesa: i Benedettini a Bellaigue, i Domenicani ad Avrillé, i Francescani a Morgon. Tutti e tre sono stati incoraggiati e aiutati a iniziare il loro percorso da Mons. Lefebvre, ma egli non ha mai rivendicato l’autorità su alcuno di essi, anzi ha rifiutato positivamente di farlo, perché non vedeva la Fraternità come avente una qualche missione monopolizzatrice della Tradizione o una funzione di controllo su tutte le iniziative Tradizionali. Dalla loro fondazione, tutte e tre le case indipendenti sono fiorite, relativamente parlando, e nel 2019, come è normale per monaci e frati, tutte e tre esercitano un’influenza particolare sui Tradizionalisti, si potrebbe dire nel mondo intero.

Tuttavia, con il grande cambiamento di direzione della Fraternità, divenuto pubblico nel 2012, le relazioni di queste case con la Fraternità sono diventate problematiche, perché i capi della stessa Fraternità hanno naturalmente voluto che anche questi religiosi influenti cambiassero direzione. Alcuni anni fa la FSSPX ha interrotto i rapporti con i Domenicani di Avrillé, considerati troppo indipendenti, mentre i Francescani hanno avuto bisogno nello stesso periodo di tempo per adottare una politica attentamente bilanciata tra cooperazione e indipendenza. Per quanto riguarda i Benedettini, il loro giovane Superiore in Brasile, Dom Placide, ha subito dallo scorso agosto una particolare pressione della Fraternità.

Convocato a Menzingen da don Pagliarani, è stato rimproverato per la sua mancanza di cooperazione con la Fraternità, e gli è stato sottoposto un documento con cui avrebbe dovuto cedere alla Fraternità il controllo totale del Monastero benedettino! Quando – per dirla gentilmente – egli rifiutò l’offerta, è stato minacciato che sarebbe stato comunicato al mondo intero che la FSSPX avrebbe interrotto tutti i rapporti con il Monastero. Dom Placide rispose che spettava al SG fare quello che riteneva meglio, e la minaccia cambiò. Essa divenne un avviso che la Fraternità avrebbe inviato a tutti suoi priorati ordinando loro di non inviare più vocazioni a Bellaigue. E questa minaccia è stata attuata. Dom Placide si è rifiutato di rimanere a pranzo a Menzingen.

Abbiamo il diritto di speculare su una tale conversazione. Se vogliamo mantenere le nostre speranze su Don Pagliarani personalmente, possiamo ipotizzare che egli sia stato indotto ad usare queste tattiche da prepotenza sul capo relativamente giovane dei Benedettini. Ma non si può evitare di dargli la responsabilità di aver almeno acconsentito a fare la parte del prepotente. Più seriamente, la tattica della prepotenza suggerisce che Roma e Menzingen stanno complottando insieme per raccogliere sotto la Fraternità tutti i gruppi tradizionali attualmente indipendenti, per poi ristrutturare la Fraternità e sostituirla con una Prelatura Personale sotto il completo controllo della Roma conciliare. Questo avrebbe due vantaggi per la guerra di Roma contro la Tradizione: in primo luogo l’indipendenza e le ultime tracce di Mons. Lefebvre nella struttura della Fraternità da lui progettata scomparirebbero, e in secondo luogo Roma potrebbe poi strangolare dolcemente, insieme alla Fraternità, tutti i gruppi e le iniziative tradizionali in un colpo solo. Né gli attuali capi della Fraternità disapprovebbero una tale capitolazione, al contrario, perché, pur cadendo morti per lo strangolamento, avrebbero almeno quel riconoscimento ufficiale per il quale si sono sforzati per tanto tempo.

Questo per quanto riguarda quelli che stanno ingannando la Fraternità. Ma che dire dei suoi aderenti chierici e laici?

Kyrie eleison.

Don Bruehwiler

Don Bruehwiler on Ottobre 26, 2019

La seguente analisi della situazione attuale della Neofraternità San Pio X è apparsa nel bollettino parrocchiale di San Gallo n. 3 di Don Aloïs Bruewihler nell’autunno di quest’anno. Don Bruewihler è un ex-sacerdote della Fraternità che ha lasciata nel 2015, perché non ha potuto conciliarsi con la falsa direzione presa dalla Neofraternità, che sta ancora perseguendo il riconoscimento da parte delle autorità della Neochiesa a Roma, anche se questi Romani insistono sempre sull’accettazione da parte della Neofraternità dei documenti profondamente anticattolici del Vaticano II come condizione indispensabile di tale riconoscimento. L’articolo di Don Bruewihler è qui adattato alla lunghezza A4 di ciascuno di questi “Commenti”.

In un tempo di grave crisi, in cui le stesse fondamenta della vita vengono attaccate, scosse e persino rovesciate, un cattolico deve in tutta umiltà, con fiducia nella protezione di Dio Onnipotente, concentrarsi sull’”unica cosa necessaria” (Lc X, 42), senza chiamare Dio in questione, ma accettando umilmente la prova che la Sua Eterna Sapienza ha permesso (o addirittura istituito?) come un mezzo carico di grazia per punire o purificare o santificare o salvare noi, corpo e anima.

Poiché Madre Chiesa, umiliata e in catene fin dal Vaticano II, è occupata e sommersa come sempre dai sinistri poteri massonici stabilitisi all’interno della “Chiesa conciliare”, la Provvidenza di Dio ha dato ai cattolici un fedele successore degli Apostoli, Mons. Lefebvre, per garantirci, nel nostro estremo e continuo bisogno, una fonte di emergenza della dottrina di Cristo non adulterata. Più il Neovaticano parla e agisce sotto l’influenza del “fumo di Satana”, più i cattolici devono prestare attenzione all’eredità dottrinale lasciataci dal Fondatore della Fraternità di San Pio X, se vogliono salvare le loro anime. Infatti, come san Paolo ha avvertito i Corinzi di attenersi al Vangelo come egli lo aveva predicato loro e come lo aveva ricevuto da Cristo (I Cor. XV, 1–3, ecc.), così oggi abbandonare l’insegnamento di Monsignore Lefebvre sulla Nuova Messa e il Concilio significa esattamente abbandonare l’insegnamento di Cristo.

Ma subito dopo la morte di Monsignore nel 1991, i capi della Fraternità hanno intrapreso un nuovo cammino, con il quale hanno sempre cercato di “normalizzare” la posizione canonica della Fraternità all’interno della struttura della Chiesa, come se fosse la Fraternità di Monsignore e non la Chiesa conciliare ad essere anormale. Questo cambiamento di direzione ha cominciato ad apparire chiaramente con il tentativo dei capi della Fraternità nel 2001 di sottomettersi ai Romani Conciliari, ed è emerso ancora più chiaramente nella Lettera che il 7 aprile 2012 è stata inviata a questi capi da tre dei quattro vescovi della Fraternità, uno dei quali è stato subito dopo escluso dalla Fraternità. La Fraternità si divise in due, e chi ha allora approvato tale esclusione oggi deve approvare i nuovi amici della Fraternità, come il Vescovo svizzero della Neochiesa, la cui dottrina sul Concilio e la Messa è ben lontana da quella di Mons. Lefebvre. Così la Neofraternità si sta ora formando sulla base di una unità pratica prima della verità dottrinale, il che è un principio massonico, assolutamente non cattolico. Eppure, sempre più sacerdoti e laici accecati sembrano sperare che un accordo Fraternità-Roma si realizzi.

Il problema risale al Vaticano II (1962–1965) quando i fedeli cattolici, nelle loro famiglie e al lavoro, dovevano imparare a proprie spese cosa significa il allontanamento dei funzionari della Chiesa dalla Verità Cattolica. I cattolici non potevano più seguire o obbedire a quei Papi, vescovi e sacerdoti anche se avevano autorità su di loro, perché l’Autorità Cattolica è al servizio della Fede e della Giustizia. Al contrario, il “Motu Proprio” di Benedetto XVI del 2007, e l’ambiguo e fuorviante comunicato stampa del Superiore Generale della FSSPX, sono due esempi di grave disprezzo per la verità e la giustizia. Come disse Mons. Tissier nel 2016, “La Messa ‘Motu Proprio’ non è la vera Messa”. E noi potremmo aggiungere che la Neofraternità, come si forma costantemente dal 1991, non è più la vera Fraternità.

Kyrie eleison.