Commenti Eleison

L’autorita’ di Monsignore – II

L’autorita’ di Monsignore – II on Febbraio 22, 2020

DCLV – in teoria, l’autorità del Papa è indispensabile alla Chiesa. DCLVI – in teoria, i sacerdoti hanno assolutamente bisogno del Papa per essere uniti. DCLVII – in pratica, l’autorità di Mons. Lefebvre era seriamente ostacolata dal fatto di non avere il Papa vivente dietro di sé. DCLVIII – in pratica, Monsignore esercitava l’autorità che ancora aveva in almeno tre modi diversi, a seconda dei soggetti sui quali la esercitava: quelli che gli chiedevano di esercitare l’autorità su di loro alle sue condizioni, o quelli che chiedevano solo un’autorità parziale alle loro condizioni, o quelli che non la chiedevano affatto.

In primo luogo, si noti come la classificazione non sia a cura dell’autorità, ma di chi sta sotto di essa. In altre parole, sono i soggetti a “prendere le decisioni”. Questa situazione anomala nella Chiesa è il risultato diretto del Vaticano II, dove l’Autorità cattolica ha radicalmente minato se stessa con il suo totale tradimento della Verità cattolica, quando ha tentato di sostituire la religione oggettiva di Dio con una sostituta creata dall’uomo, e di cambiare la Chiesa cattolica centrata su Dio in una Neochiesa centrata sull’uomo. Con quel Concilio tutti i sacerdoti cattolici sono stati essenzialmente screditati, come lo sono ancora oggi e lo rimarranno fino a quando gli uomini di Chiesa non torneranno a parlare della Verità di Dio. Allora essi recupereranno la loro piena Autorità.

Coloro che hanno chiesto a Monsignore di esercitare la sua autorità alle sue condizioni sono stati naturalmente i membri delle Congregazioni cattoliche da lui stesso fondate, in particolare i sacerdoti secolari, ma anche i religiosi fratelli e sorelle e i terziari. Egli fondò queste Congregazioni nel modo più normale possibile, con gradi di obbedienza verso se stesso come Superiore Generale: con i voti alle ordinazioni sacerdotali e le promesse solenni all’ingresso formale di sacerdoti, fratelli o sorelle nelle loro rispettive Congregazioni. I voti erano rivolti a Dio, e in caso di necessità sono stati spesso sciolti (discretamente) dall’autorità romana, come è normale. Le promesse sono dipese piuttosto dalla scelta di chi le ha fatte, e qui l’autorità di Monsignore è stata gravemente minata, come abbiamo detto nei “Commenti” della settimana scorsa, a causa della sua condanna ufficiale da parte del Papa e dei suoi confratelli vescovi. Se un sacerdote decideva di lasciare la Fraternità per il liberalismo a sinistra o per il sedevacantismo a destra, Monsignore, come diceva, non poteva fare altro che tagliare ogni futuro contatto, affinché tali sacerdoti non potessero fingere di essere ancora in buoni rapporti con la Fraternità. Avevano scelto di non dipendere da Monsignore.

In secondo luogo, coloro che chiedevano a Monsignore di esercitare la sua autorità alle proprie condizioni, ad esempio per ricevere il sacramento della Cresima, si accontentavano volentieri, per quanto possibile a norma della Chiesa, a causa della crisi della Chiesa che rende discutibile la validità per esempio delle Cresime conferite con il Nuovo Rito della Cresima. Da un lato, egli diceva, i cattolici hanno diritto a sacramenti certamente validi; dall’altro, se costoro non volevano più avere a che fare con lui, questa era la loro scelta e la loro responsabilità davanti a Dio.

In terzo luogo, coloro che non gli chiedevano di esercitare in qualche modo la sua autorità su di essi, come un gran numero di sacerdoti Tradizionali che erano solidali con la sua Fraternità ma che non vollero mai aderirvi, egli era sempre generoso con qualsiasi contatto, amicizia, incoraggiamento o consiglio gli avessero chiesto, ma non ha mai neanche lontanamente finto o si è mai comportato come se avesse una qualche autorità su di loro. E lo stesso vale per i laici. Molti cattolici non erano d’accordo con la sua posizione, apparentemente contraria al Papa, ma egli era sempre cortese e pronto a rispondere alle domande, se l’interrogante meritava una risposta. Ed è stata l’obiettività e la ragionevolezza delle sue risposte a trasformare molti aderenti alla Neochiesa in Tradizionalisti che si mettevano sotto il suo ministero o sotto la guida dei suoi sacerdoti.

In breve, il Concilio ha paralizzato l’Autorità della Chiesa, ma dove c’era la volontà, per le anime c’era un modo, o almeno un modo sostitutivo, per cercare la salvezza eterna, cosa estremamente difficile senza sacerdoti. Attraverso Monsignore, specialmente ma non solo, Dio ha garantito questa via sostitutiva per le anime, ed essa è ancora lì.

Kyrie eleison.

L’autorita’ di monsignore – I

L’autorita’ di monsignore – I on Febbraio 15, 2020

Illustriamo il rapporto fra la Verità Cattolica e l’Autorità Cattolica con l’esempio concreto dell’Atanasio dei tempi moderni, che Dio ci ha dato per indicarci la via attraverso la crisi pre-apocalittica in atto: Monsignor Lefebvre (1905–1991). Quando la massa dei capi della Chiesa fu convinta al Vaticano II a cambiare la natura della Fede, e qualche anno dopo, in nome dell’obbedienza, ad abbandonare il vero rito della Messa, con la forza della sua fede Monsignore rimase fedele alla Verità immutabile della Chiesa e mostrò che essa è il cuore e l’anima della sua divina Autorità. Come dice il proverbio spagnolo: “Obbedienza non è serva dell’obbedienza”.

Certamente Monsignore credeva nell’autorità della Chiesa per dare ordini ai suoi membri a tutti i livelli per la salvezza delle loro anime. Per questo nei primi anni dell’esistenza della Fraternità San Pio X (1970–1974) si preoccupò di obbedire al diritto canonico e al Papa, Paolo VI, per quanto gli era possibile, ma quando gli ufficiali inviati da Roma per ispezionare il suo Seminario a Écône si allontanarono dalla Verità cattolica nelle cose che dicevano ai seminaristi, scrisse la sua famosa Dichiarazione del novembre 1974, per protestare contro l’abbandono della fede cattolica da parte dell’intera Roma a favore della nuova religione conciliare, e quella Dichiarazione servì come un documento principale per quello che emerse come movimento Tradizionale, a partire dalla Messa di Lille nell’estate del 1976.

Ora, lo stesso Monsignore ha sempre negato risolutamente di essere il capo della Tradizione, perché ancora oggi la Tradizione cattolica è un movimento non ufficiale e non ha alcun tipo di struttura ufficiale. Né egli era l’unico capo tra i Tradizionalisti, né tutti erano d’accordo con lui o gli rendevano omaggio. Tuttavia un gran numero di cattolici ha visto in lui il proprio capo, si è fidato di lui e ha seguito la sua guida. Perché? Perché in lui videro la continuazione di quella Fede cattolica che sola può salvare le loro anime. In altre parole, Monsignore può non aver avuto alcuna autorità ufficiale su di loro, perché la giurisdizione è prerogativa degli ufficiali della Chiesa regolarmente eletti o nominati, ma ha costituito fino alla sua morte un’enorme autorità morale grazie alla sua fedeltà alla vera Fede. In altre parole, è stata la sua fedeltà alla Verità a creare la sua autorità, non ufficiale ma reale, mentre la mancanza di Verità degli ufficiali romani, da allora ha minato la loro autorità. La dipendenza dell’autorità, almeno di quella cattolica, dalla Verità, era quanto di più chiaro potesse esserci.

Tuttavia, con la Fraternità San Pio X che Monsignore fondò nel 1970, le cose sono state un po’ diverse, perché allora egli ricevette dalla Chiesa ufficiale una giurisdizione da parte di Mons. Charrière, vescovo della diocesi di Ginevra, Losanna e Friburgo, una giurisdizione a lui cara perché dimostrava che non si inventava le cose man mano che andava avanti, ma che faceva un lavoro della Chiesa. E così fece del suo meglio per governare la FSSPX come se fosse il normale capo di una normale Congregazione cattolica sotto Roma, cosa che la difesa della vera Fede gli dava ogni diritto di fare. Tuttavia, i Romani pubblici e ufficiali usarono tutta la loro giurisdizione per addebitargli la menzogna, allontanando così da lui una massa di cattolici che altrimenti lo avrebbero seguito.

Inoltre, la Neochiesa che costoro stavano creando significava che anche all’interno della Fraternità la sua autorità fosse seriamente indebolita. Per esempio, se prima del Concilio un sacerdote insoddisfatto del suo vescovo diocesano chiedeva di entrare nella diocesi di un altro, il secondo vescovo consultava naturalmente il primo sul richiedente, e se il primo consigliava al secondo di non avere nulla a che fare con lui, la domanda finiva immediatamente di avere corso. Al contrario, se un sacerdote della Fraternità non era soddisfatto di essa e chiedeva di entrare in una diocesi della Neochiesa, il vescovo della Neochiesa decideva di “riaccoglierlo nell’ovile ufficiale” come fuggiasco dallo “scisma lefebvriano”. Fu così che Monsignore non fu sostenuto dai suoi fratelli vescovi, il che significava che non poteva usare come avrebbe dovuto la disciplina con i sacerdoti all’interno della Fraternità. La sua autorità era scricchiolante, nella misura in cui non aveva a disposizione nessuna sanzione con cui tenere a freno i preti capricciosi. Così la mancanza di Verità nella Neochiesa lasciava la Verità nella Fraternità senza l’autorità cattolica che la proteggesse.

Kyrie eleison.

Papa indispensabile – II

Papa indispensabile – II on Febbraio 8, 2020

La settimana scorsa (1 febbraio), questi “Commenti” (n° 655) hanno attribuito la crisi senza precedenti nella Chiesa cattolica, che dura ormai da oltre 50 anni, all’infedeltà dell’Autorità Cattolica riguardo alla Verità Cattolica, iniziata al Concilio Vaticano II. La logica conclusione è stata che tale crisi finirà solo quando l’Autorità cattolica tornerà alla Verità, perché la Verità non cambia e quindi non si può pensare che possa corrispondere al Papa e ai vescovi attuali, il cui compito sarebbe di difenderla. In più è stato affermato che il Papa deve confermare i vescovi nella fede, e che solo Dio Onnipotente può correggere il Papa, e che Dio lo farà solo “quando avremo imparato la lezione”. Questo perché se Dio ci sollevasse troppo presto dalla frana di fango, noi esseri umani cattivi ne approfitteremmo solo per scivolare di nuovo verso il basso. Dio non può permettersi di essere troppo generoso con la nostra generazione perversa. Allora, quale lezione o lezioni dobbiamo imparare?

Tra le altre cose, che il mondo non può fare a meno di una Chiesa sana, e la Chiesa per essere sana deve avere un Papa sano, e il Papa sano deve essere obbedito. Per esempio, alla fine del 1965, quando si concluse il Vaticano II, gli ecclesiastici erano immersi in piena apostasia. Eppure Dio diede all’umanità un’altra possibilità. Paolo VI si trovò in quel momento ad affrontare l’urgente questione dei mezzi artificiali di controllo delle nascite, in breve la contraccezione. Le condizioni nelle città moderne stavano convincendo una massa di vescovi, sacerdoti e laici cattolici che la severa e antica condanna della Chiesa doveva essere mitigata, che la città moderna aveva ragione e che la regola immutabile della Chiesa, cioè Dio stesso, era sbagliata. Anche Paolo VI voleva rendere la regola più mitigata.

Tuttavia, quando la commissione di esperti da lui incaricata di studiare la questione fece il suo rapporto, egli stesso vide che la regola non poteva essere mitigata. Le sue conclusive argomentazioni per il mantenimento della regola non avevano la forza delle vecchie argomentazioni basate sulla legge naturale immutabile, e tuttavia Paolo VI sostenne la legge essenziale nella sua Enciclica “Humanae Vitae” del 1968. Ma quando la pubblicò, nella Chiesa si scatenò prontamente l’inferno. E nel 1969 egli impose a tutta la Chiesa il Novus Ordo Missae. Si deve pensare che sarebbe una speculazione oziosa quella che se i vescovi e i sacerdoti avessero obbedito al Papa, invece di rifiutare la legge immutabile di Dio, Dio avrebbe risparmiato loro la Nuova Messa? Per come sono andate le cose, disobbedendo al Papa quando era fedele alla legge di Dio, tutti hanno contribuito al crollo dell’Autorità nella Chiesa. Tutti i caposaldi vennero meno e il caos prese il sopravvento all’interno della Chiesa.

Questo è un classico esempio dell’Autorità che ha bisogno della Verità; del mondo che ha bisogno della Chiesa e della Chiesa che ha bisogno del Papa. Oggi, soprattutto nella grande città, gli uomini non riescono a vedere cosa ci sia di sbagliato nella contraccezione, al contrario, sembra trattarsi di mero buon senso. Questo significa che se non c’è un’Autorità divina che vieti la contraccezione, niente e nessuno si opporrà alle passioni umane che spingono oggi verso di essa. E’ in questa ottica che il Vaticano II (Gaudium et Spes #48) ha suggerito che nell’atto del matrimonio il mutuo amore viene prima della procreazione, così che ha aperto le porte al divorzio, all’adulterio, all’aborto prima della nascita e poi dopo la nascita, all’eutanasia, all’omosessualità, al cambiamento di sesso e agli orrori ancora sconosciuti, ma tutti impliciti nella rottura della subordinazione del mutuo amore alla procreazione. La Madre Chiesa ha sempre saputo che falsificare l’atto del matrimonio significa distruggere il matrimonio stesso, la singola persona, la famiglia, la società, la nazione e il mondo. Questo caos è ciò in cui noi oggi ci troviamo; tale che si comprende il bisogno dell’Autorità.

E l’Autorità più importante è quella della Chiesa, per imporre agli uomini la Verità infallibile di Dio e per dar loro la Legge eterna di Dio, in modo che possano arrivare al Suo Paradiso ed evitare l’Inferno. E per incarnare questa Autorità e presentarla agli uomini, il Dio Incarnato ha istituito la Sua Unica Chiesa Cattolica come una monarchia di cui il singolo sovrano è il Papa Romano, che solo ha la missione e la grazia di governare e di tenere insieme, nella Verità Cattolica, tutti i membri della Chiesa. Ne consegue che quando egli abbandona la Verità, come col Vaticano II, allora le pecore sono necessariamente disperse, perché nessun altro che il Papa ha da Dio la missione o la grazia di tenerle unite (cfr. Lc. XXII, 32).

Kyrie eleison.

Papa indispensabile – I

Papa indispensabile – I on Febbraio 1, 2020

Mentre gli anni passano, uno dopo l’altro, senza che la folle situazione della Chiesa sembri migliorare, i cattolici che seguono la Tradizione continuano a chiedersi, perché almeno i nostri sacerdoti Tradizionali non possono riunirsi e smettere di combattersi l’un l’altro? Essi credono tutti nella stessa Tradizione della Chiesa, sono tutti d’accordo che il Concilio Vaticano II è stato un disastro per la Chiesa. Tutti loro sanno che le lotte tra i sacerdoti sono non edificanti e scoraggianti per i sostenitori della Tradizione. Perché allora non possono dimenticare le loro differenze e concentrarsi su ciò che li unisce tutti, cioè su ciò che la Chiesa insegna e fa e che ha sempre insegnato e fatto, per salvare le anime? Questa domanda ha una risposta, e per aiutare i cattolici a perseverare nella Fede potrebbe essere necessario ricordarla a intervalli regolari.

Sempre partendo dal presupposto che questa crisi nella Chiesa non è qualcosa di normale nella storia della Chiesa, ma è parte integrante dell’unica e sola discesa che porta all’unica e sola fine del mondo, questi “Commenti” hanno continuato ad usare un paio di parole per definire la struttura di questa crisi: “Verità” e “Autorità”. La crisi ha avuto origine molto più indietro rispetto al Vaticano II, in particolare nella “Riforma” scatenata da Lutero (1483–1546), ma mentre fino al Vaticano II la Chiesa cattolica ha lottato per tenere fuori il veleno protestante, al Vaticano II la massima Autorità cattolica, due Papi e 2.000 vescovi, hanno rinunciato alla lotta e hanno lasciato entrare il veleno. Ciò significa che i testi conciliari sono caratterizzati dall’ambiguità, perché le apparenze cattoliche dovevano essere mantenute, ma sotto le apparenze la vera spinta dei testi, lo “spirito del Concilio”, è verso l’assimilazione del liberalismo e del modernismo che seguirono al Protestantesimo, e che faranno venir meno ogni rimanente Cattolicesimo non appena sarà loro permesso di farlo.

Questo significa che al Concilio, l’Autorità cattolica ha essenzialmente abbandonato la Verità cattolica per adottare una dottrina più in sintonia con i tempi moderni. E dal momento che l’Autorità cattolica e la Verità cattolica si sono separate, i cattolici, per rimanere cattolici, hanno dovuto – e devono ancora – fare una scelta terribile: o si attaccano alle autorità della Chiesa, dal Papa in giù, e lasciano andare la dottrina cattolica, o si attaccano alla dottrina e lasciano andare l’Autorità cattolica, o scelgono uno dei tanti possibili compromessi tra i due poli. In ogni caso le pecore sono disperse, senza alcuna colpa loro se paragonata alla colpa dei due Pastori più importanti e dei 2.000 pastori che sono stati responsabili del tradimento della Verità della Chiesa da parte dell’Autorità della Chiesa al tempo del Concilio. In questa separazione tra Verità e Autorità sta il cuore della crisi da mezzo secolo ad oggi.

E dal momento che la Verità è vitale per l’unica vera religione dell’unico vero Dio, e la Sua stessa Autorità è essenziale per la protezione di quest’unica Verità da tutti gli effetti prodotti dagli uomini feriti dal peccato originale, allora l’unica soluzione possibile per la crisi, in grado di mettere fine alla schizofrenia e alla dispersione delle pecore, sta nel ritorno del Pastore e dei pastori, dell Papa e dei vescovi, alla Verità cattolica. Questo certamente non sta ancora accadendo, sia nella Chiesa sia nella Fraternità San Pio X, la quale, a quanto pare, sta ancora cercando di tornare sotto l’autorità degli uomini di Chiesa conciliari. (E Monsignor Lefebvre? “È morto”, diranno qualcuni!)

Quindi fino a quando Dio Onnipotente – nessuno di meno può farlo – rimetterà in sesto il Papa, e il Papa a sua volta, “una volta convertito, fortificherà i suoi fratelli” (Lc. XXII, 32), in altre parole restituirà i vescovi del mondo, fino ad allora questa crisi non potrà che peggiorare, finché non avremo imparato la lezione e Dio avrà misericordia di noi. Fino ad allora, come dice il proverbio inglese: “Ciò che non può essere curato, deve essere sopportato ”.

Kyrie eleison.

“…In Tentazione…”?

“…In Tentazione…”? on Gennaio 25, 2020

Un lettore fa una classica domanda sul Padre Nostro, dove si dice: “Non ci indurre in tentazione”. La tentazione è spesso seguita dal peccato. Ma come può il Dio infinitamente buono indurci al male? Eppure, se Lo preghiamo di non indurci al male, è ragionevole che Egli possa farlo. Ma come è possibile? Il “Non ci indurre in tentazione” è la traduzione letterale del testo originale in greco – “μη εισενεγκης ημας εις πειρασμον – e la Chiesa insegna che il testo originale in greco è stato ispirato da Dio stesso. Come può Dio stesso dichiarare di poterci indurre in tentazione? Quattro verità devono essere stabilite:—

1 In primo luogo, Dio può volere il male fisico, come per esempio una malattia per punire gli esseri umani moralmente malvagi, ma è assolutamente impossibile che Dio voglia il male morale, perché questo è peccato, e Dio non può assolutamente peccare, perché Egli è il Bene stesso, perché è l’Essere in sé. Perché se qualcosa esiste, allora deve esistere una Causa Prima, e quella Causa Prima non può aver avuto limiti finiti positi al suo Essere da nessuna causa anteriore al Suo Primo Io, quindi è l’Essere Infinito. Ora, dove c’è l’essere c’è la bontà, e viceversa, infatti le due cose sono intercambiabili – il male è sempre la mancanza in un essere di qualcosa che gli è proprio, per esempio la cecità non è un male in una pietra, ma è un male in un animale che normalmente ha la vista. Quindi l’Essere Infinito è infinitamente buono, o Bontà Infinita, incapace di volere direttamente o di causare il male morale. Poche cose sono più assolutamente certe come questa.

2 Tuttavia, Dio può permettere il male morale perché Egli può trare e sempre ne trae un bene maggiore. Noi esseri umani non possiamo vedere sempre in che cosa consista quel bene più grande, ma al più tardi nel Giudizio Generale tutti noi vedremo chiaramente la Saggezza suprema di ogni male morale che Egli ha permesso. Ecco un utile paragone – dal lato sottostante di un tappeto tessuto posso solo indovinare la bellezza del disegno sul lato sovrastante del tappeto stesso. Ma quella bellezza esiste, e senza di essa non vedrei la parte sottostante che mi permette almeno di indovinare la bellezza invisibile dalla parte sovrastante.

3 Obiezione: ma Dio sta ancora agendo per permettere il male morale, per esempio la tentazione di peccare. Per esempio, in diversi versetti dell’Esodo VII-XIII, la Scrittura dice che Dio “ha indurito il cuore del faraone”, perché peccasse contro gli israeliti. Soluzione: no, ogni volta che Dio permette un male morale, non commette alcun atto positivo, Egli si astiene semplicemente dal concedere la grazia o l’aiuto con cui il peccatore non avrebbe peccato. Ma scegliendo di permettere al faraone di peccare, Egli induceva positivamente il faraone in tentazione e al peccato. No, perché la Scrittura dice: “Dio è fedele, e non vi lascerà tentare oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi fornirà anche la via di fuga per poterla affrontare”. (I Cor. X, 13). Per questo i peccatori che sono tentati ricevono da Dio tutta la grazia di cui hanno bisogno per non peccare, se non vogliono peccare. È solo colpa loro se cadono nella tentazione.

4 Ma ogni volta che i peccatori cadono in tentazione, Dio aveva previsto che lo avrebbero fatto. Perché allora li ha indotti in essa, permettendolo, e astenendosi dal dare la grazia di cui avevano bisogno per non cadere in peccato? In negativo, perché è sempre solo colpa dei peccatori se cadono in tentazione. In positivo, sant’Ignazio nei suoi Esercizi Spirituali (#322) dà tre ragioni positive per cui Dio può permettere la desolazione spirituale per un’anima, e le stesse ragioni valgono per la tentazione spirituale: Dio può fare buon uso della tentazione morale per punirci, o per metterci alla prova, o per insegnarci. Può punirci con la tentazione successiva all’ultimo peccato commesso. Poi, mettendoci alla prova con la tentazione, Egli può farci guadagnare grandi meriti, purché resistiamo e non cadiamo. Padre Pio ha detto: “Se solo le anime sapessero quanto possono meritare resistendo alle tentazioni, chiederebbero di essere tentate”. E infine Dio può insegnarci quanto siamo veramente dipendenti dal Suo aiuto, attraverso la tentazione che ci mostra quanto siamo umili e deboli senza il Suo aiuto.

In conclusione, c’è così tanto bene per noi peccatori che Dio può trarre nel lasciarci tentare, che non siamo obligati nemmeno di chiedere di non essere tentati, ma dobbiamo chiedere che quando siamo tentati la grazia non venga meno. Signore, fa’ che il fuoco mi riscaldi, ma non mi bruci mai. Lascia che la tentazione mi faccia meritare, ma che io non ci cada.

Kyrie eleison.

Professor Drexel – III

Professor Drexel – III on Gennaio 18, 2020

Col terzo e ultimo estratto presentato da questi “Commenti” del mirabile libro del professor Drexel degli anni Settanta in Austria, “La fede è più grande dell’obbedienza”, possiamo ben pensare che sia Nostro Signore a parlare, perché di per sé il messaggio è del tutto ortodosso, e nel contesto della confusione nella Chiesa che seguì il Vaticano II (1962–1965), è un chiaro segnale che la Chiesa ufficiale nel XX secolo stava andando nella direzione sbagliata, come sta ancora facendo. Per il clero cattolico, il messaggio è un chiaro avvertimento: se si insiste nel seguire la nuova direzione degli uomini, abbandonando la vera religione di Dio, al momento della morte si dovrà affrontare una spaventosa condanna all’Inferno. Per i laici cattolici, il libro è un incoraggiamento altrettanto chiaro: se con fede e coraggio si rimane fedeli alla vera Chiesa, la ricompensa sarà grande in Paradiso. Per il clero e i laici, il messaggio è del tutto attuale nel 2020.

MAGGIO 1974

Non fatevi abbattere dalla confusione e dalle eresie dei sacerdoti infedeli e apostatati, il cui corpo e il cui godimento sensuale contano più dell’amore per la Mia Chiesa e per le anime immortali. Che tutti i reali e veri credenti sappiano che i nemici interni ed esterni della Chiesa periranno – per sempre – a meno che non ritornino con il pentimento interiore all’unica e sola dottrina della Chiesa.

Io vi dico: sorgeranno dei sacerdoti, che adesso si stanno formando, nascosti nel silenzio, per il futuro e per il tempo – che verrà presto – quando con spirito apostolico, seguendo le orme dei santi, perseguiranno quell’ordine divino e quell’unità della Mia Chiesa cattolica che Io desidero, ed essi si faranno avanti con una santa riverenza per il mistero e il miracolo della Santa Eucaristia. (Questa è sicuramente una profezia sui giovani sacerdoti della Tradizione che comincerebbero a uscire da Écône in piccoli ma significativi numeri nel 1976).

LUGLIO 1975

La mia Chiesa vive in mezzo all’apostasia e alla distruzione. Essa sopravive nei numerosi leali fedeli. Nella storia della Mia Chiesa ci sono sempre stati momenti di declino, diserzione e devastazione, a causa di cattivi sacerdoti e di pastori tiepidi. Ma lo spirito di Dio è più forte, e sulle rovine e sul cimitero dell’infedeltà e del tradimento ha risollevato la Chiesa e l’ha fatta rifiorire, solo più piccola di prima. L’opera del mio servo Marcel a Écône non sta per perire! (Il “Marcel” qui menzionato è naturalmente Mons. Lefebvre che fondò nel 1970 il seminario tradizionale di Écône).

MARZO 1976

Il mio fedele figlio Marcel, che soffre molto per la Fede, sta percorrendo la strada giusta. Egli è come una luce e una colonna della verità, che molti dei miei sacerdoti ordinati stanno tradendo. La fede è più grande dell’obbedienza. Perciò è mia volontà che l’opera di educazione teologica per i sacerdoti continui nello spirito e nella volontà di mio figlio Marcel, per la salvezza e il grande aiuto della Mia unica e vera Chiesa. (Chi ha orecchie per ascoltare ha qui la più chiara approvazione della Tradizione cattolica).

DICEMBRE 1976

Chi si prepara al sacerdozio ed entra nei seminari sotto i vescovi diocesani, entra senza avere una fede intera o profonda nella Transustanziazione; e non sono pochi i candidati al sacerdozio che accarezzano l’idea di sposarsi un giorno. Non è quindi lontano il tempo in cui la gente sarà senza sacerdoti in molti luoghi.

Eppure quei sacerdoti che vedono nel Sacrificio sacramentale della Messa il più vero e il più santo dei sacrifici, e che celebrano con una santa venerazione il mistero del Mio Corpo e del Mio Sangue, come il Mio degno servo Marcel, sono perseguitati, disprezzati e messi al bando.

Kyrie eleison.