Commenti Eleison

L’inganno dell’”anti-semitismo”

L’inganno dell’”anti-semitismo” on Giugno 18, 2016

Ci sono parole infide che sembrano significare una cosa e sono utilizzate per indicarne un’altra. Una delle parole più pericolose di tutte è “anti-semitismo”. La parola sembra significare: opposizione a tutti gli Ebrei puramente e semplicemente perché sono Ebrei, e in questo senso essa condanna giustamente qualcosa di brutto, perché alcuni Ebrei sono malvagi, ma certamente non tutti. Per altro verso, la stessa parola è spesso usata per condannare assolutamente ogni opposizione nei confronti di tutto quello che fa qualunque Ebreo, così che in questo caso essa condanna erroneamente qualcosa di buono, perché ogni volta che gli Ebrei fanno qualcosa di male, opporsi ad essi è cosa buona. Ma gli Ebrei hanno fatto cose cattive? Ovviamente. Hanno creato l’Islam per gli Arabi, la Massoneria per i Gentili e il Comunismo per il mondo moderno, tutti e tre in primo luogo per combattere Gesù Cristo e il cristianesimo, e così mandare le anime all’Inferno.

Un libro che tutti i cattolici che vogliono difendere la Chiesa contro l’Islam, la Massoneria e il Comunismo, oggi Globalismo, dovrebbero leggere è Complotto contro la Chiesa di Maurice Pinay. Il libro è stato scritto poco prima del Vaticano II per essere messo a disposizione di tutti i Padri conciliari per avvertirli del grande pericolo in cui si sarebbe trovata la Chiesa col Concilio. Cosa ben vera. I Padri conciliari finirono col lodare l’Islam ( Unitatis redintegratio ), con l’adottare i princípi Massonici ( Dignitatis humanae ) e col non menzionare, tanto meno condannare, il diabolico sistema Comunista. Ecco come nel suo capitolo su “L’antisemitismo e il cristianesimo” Maurice Pinay analizza il tradimento della parola “antisemitismo”:—

Nel corso dei secoli gli Ebrei hanno sempre usato parole vaghe con una varietà di significati – scrive Pinay – per intrappolare le menti dei Gentili e così impedire loro di difendersi contro la spinta ebraica verso la dominazione del mondo, attuata in 2000 anni di guerra contro il cristianesimo, che Pinay documenta accuratamente in tutto il suo libro. Così, in una prima fase, essi hanno usato tre argomenti per indurre i capi dei Gentili a condannare l’”antisemitismo” inteso nel suo primo significato, di cui sopra, di opposizione a ogni cosa ebraica e a ogni Ebreo: primo, Cristo, stabilendo l’uguaglianza di tutti gli uomini di fronte a Dio, ha condannato tale denigrazione di un’intera razza; secondo, Cristo ha detto che tutti gli uomini devono “amarsi gli uni gli altri”; terzo, Cristo e Sua Madre erano Ebrei.

Ma in una seconda fase gli Ebrei, una volta ottenuta la condanna da parte dei Gentili di un vago “antisemitismo”, hanno preso a dare alla parola un significato del tutto diverso, nel secondo significato di cui sopra: di qualsiasi opposizione a qualunque cosa facciano gli Ebrei. Così sono diventati “antisemiti”: tutti i patrioti che esercitano il loro diritto di auto-difesa contro la sovversione ebraica del loro paese; tutti i difensori della famiglia contro gli errori e i vizi di ogni genere fomentati dagli Ebrei per dissolverla (come ad esempio la pornografia e l’aborto); tutti i Cattolici che difendono la loro santa religione contro ogni forma di corruzione apertamente o segretamente promossa dagli Ebrei per demolirla; tutti coloro che parlano in modo veritativo per smascherare gli Ebrei quali ideatori della Massoneria e del Comunismo (oggi del Globalismo, del femminismo, ecc.); e tutte le persone in generale che si oppongono alla sovversione ebraica della Chiesa e della civiltà cristiana. E attraverso il controllo che essi esercitano sulla politica, sulla finanza e sulla cinematografia, e soprattutto attraverso i loro mezzi di comunicazione, gli Ebrei sono riusciti a dare a questa parola “anti-semita”, una tale carica elettrica che basti che qualcuno la tocchi per rimanere fulminato.

Ma chi è stato tanto sciocco da aver permesso loro di controllare la politica e la finanza? Chi ha permesso loro di monopolizzare praticamente l’industria cinematografica e i media? Chi ha pensato che fosse così brillante far fuori ogni censura e adesso collabora per consentire loro di censurare il Internet? In tutti i casi i Gentili liberali, che di conseguenza sono schiavizzati, di minuto in minuto, nel loro Nuovo Ordine Mondiale. Medico, cura te stesso! Perché, chi legge i loro giornali o guarda i loro programmi televisivi, può forse biasimare qualcun’altro se non se stesso per aver permesso loro di impadronirsi della sua mente e della sua civiltà?

Cattolici, leggete Complotto contro la Chiesa. Se qualcuno vi accusa di essere “antisemita”, è ben possibile che abbiate ragione di esserne orgogliosi.

Kyrie eleison.

Lo scopo di Monsignore

Lo scopo di Monsignore on Giugno 11, 2016

In questo mese fatidico per la Fraternità San Pio X, giugno 2016, quando si sente dire che alcuni 30 Superiori si incontreranno per decidere se accettare l’ultima offerta di riconoscimento ufficiale da parte di Roma, è sicuramente un buon momento per correggere malintesi sulle intenzioni del suo Fondatore, Mons. Lefebvre (1905–1991). Alcuni sostengono che il suo procedere fosse instabile, che egli “zig-zagasse” passando da una posizione all’altra. Altri pretendono che egli desiderasse soprattutto il riconoscimento di Roma per la sua Fraternità. Senza voler affermare che egli fosse infallibile, è necessario ricordare alla Fraternità smemorata di cosa si trattasse per lui: entrambe queste erronee vedute sono corrette dalla stessa osservazione, e cioè che la sua motivazione di base era di glorificare Dio e salvare le anime, servendo la vera Chiesa di Dio con la difesa della Fede, e difendendo la Fede con la fondazione della Fraternità di San Pio X, per formare sacerdoti che salvaguardassero la dottrina, i sacramenti e la Messa della Tradizione Cattolica.

Ora il grande ostacolo sulla strada di Monsignore furono gli uomini di Chiesa del Vaticano II, la cui prevalente priorità era (e rimane) piacere non a Dio, ma all’uomo moderno, che si è allontanato da Dio. Infatti, ora come allora, essi hanno girato le spalle a Dio (almeno oggettivamente, soggettivamente solo Dio lo sa), e con un “rinnovamento” umanista hanno cercato di cambiare la Chiesa di Dio e la sua Fede, la sua dottrina, i sacramenti e la Messa.

Per disgusto o per disperazione, Monsignore avrebbe potuto mettersi in un angolo con la sua Fraternità, lasciando che questi uomini di Chiesa perissero con la loro rivoluzione conciliare. Ma, in primo luogo, a partire dalla visita romana di Ecône nel 1974, essi contrastarono la sua opera, perché non potevano lasciare che essa dimostrasse la loro perversità. Non potevano permettersi di lasciarlo in pace. E in secondo luogo, se egli avesse potuto fare qualcosa per portare la Tradizione ai Romani e i Romani alla Tradizione, di questo avrebbe beneficiato la Chiesa in tutto il mondo e non solo la sua piccola Fraternità. In effetti, quantunque fossero in errore, essi occupavano ancora “la sede di Mosè” (cfr Mt XXIII, 2), e così dal 1975 in poi Monsignore andò avanti e indietro a Roma, fino alla loro prevaricazione del 1988 sulla concessione di un altro vescovo per la Fraternità, che dimostrò una volta per tutte che con loro non si poteva più parlare con le parole ma solo con i fatti.

Ma “Stat Crux dum Volvitur Orbis”, che significa che la Croce è ferma mentre il mondo intero è in rivoluzione. Ancorato alla Tradizione, Monsignore era essenzialmente fermo, ma aveva a che fare con degli uomini di Chiesa e con una situazione della Chiesa che avevano mollato quell’ancoraggio, ed erano ormai alla deriva. Così, di fronte alla deriva a sinistra, fu necessario che egli virasse a destra, mentre quando sembrava che essi virassero di nuovo a destra (come alla fine del 1987 e all’inizio del 1988) egli virò a sinistra (ad esempio, col protocollo del 5 maggio 1988), ma fu sempre l’andamento di costoro o l’evolversi della situazione (ad esempio il deterioramento del Novus Ordo Missae ) che determinò il suo “zig-zagare”, e non il contrario. Il suo unico scopo era fermo – la difesa della Fede.

Fu per questo stesso motivo che, una volta che la prevaricazione degli uomini di Chiesa, quello stesso 5 maggio del 1988, fu chiara al di là di ogni ragionevole dubbio, egli, dopo una notte di riflessione, il 6 maggio ricusò quel protocollo che avrebbe potuto ottenere il riconoscimento ufficiale della Fraternità da parte di Roma, e troncò tutti i rapporti meramente diplomatici con Roma, non per salvare primariamente la sua Fraternità, ma per proteggere la Tradizione Cattolica per tutta la Chiesa. La dottrina doveva prevalere sulla diplomazia, e da allora fino alla sua morte, due anni e mezzo dopo, mentre si comportava con rispetto verso i funzionari della Chiesa che tuttavia aveva stigmatizzato come “anticristi”, dichiarò che la Fede doveva venire prima, nella forma delle encicliche dottrinali anti-liberali e anti-moderne dei Papi pre-conciliari. Con la sua fedeltà alla dottrina della Chiesa egli si trovava al posto di guida, e i Romani lo sapevano. Quale contrasto con i suoi successori alla guida della Fraternità, servili con i traditori della dottrina e della Tradizione della Chiesa, eppure umiliati da loro! Che questi successori di Monsignore vadano a rileggersi quello che fu come il suo discorso di addio a loro rivolto il 6 settembre 1990.

Kyrie eleison.

Chiesa abbandonata?

Chiesa abbandonata? on Giugno 4, 2016

Dal momento che giorno dopo giorno il caos aumenta in quasi tutto e tutti intorno a noi, e dentro la Chiesa sembra come se tutti siano contro tutti, è certo rassicurante scoprire che il Salmista di forse 3.000 anni fa invocava Dio perché venisse in aiuto del suo popolo, in difficoltà simili causate dai Suoi nemici. Allora come oggi essi si levarono nel loro orgoglio contro di Lui, il loro orgoglio “cresce senza fine”, essi fanno del loro meglio per distruggere il Suo tempio e la Sua religione, e sembra che Lui abbia concesso loro molto successo. Ecco il Salmo 73 (74), con minime note di spiegazione in corsivo:—

A. Com’è possibile che Dio stia consentendo il trionfo dei Suoi nemici contro la Sua stessa Chiesa?

[1] O Dio, perché ci rigetti per sempre,? perché divampa il Tuo sdegno? contro il gregge del Tuo pascolo?? [2] Ricorda la Tua gente? [ la Chiesa cattolica ] che fu Tua dagli inizi.?Tu redimesti la schiatta del Tuo retaggio, ?il monte Sion [ la Chiesa cattolica ], che facesti Tua dimora. [3] Lo scanno dei Tuoi piedi è in eterna rovina:? perché tutto distrusse il nemico [ i nemici di Dio ] nel santuario. [4] Ruggirono i Tuoi nemici in mezzo ai Tuoi convegni, ?e le loro insegne vi han posto a trofei. ?[5] Come chi vibra in alto la scure? nel folto di una selva,? [6] con l’ascia e con la scure? [ Vaticano II ] frantumavano le sue porte. [7] Hanno dato alle fiamme il Tuo santuario,? hanno profanato e demolito la dimora del Tuo nome [ la Chiesa cattolica ].? [8] Han detto in cuor loro: «Distruggiamoli tutti», bruciamo tutti i santuari di Dio sulla terra [ le chiese cattoliche ].? [9] Non vediamo più le nostre insegne,? non ci sono più profeti?e tra di noi, nessuno sa fino a quando . . . ( Dio ci ha abbandonati, siamo rimasti soli ) [10] Fino a quando, o Dio, insulterà il nemico,? l’avversario continuerà a disprezzare il Tuo nome?? [11] Perché ritiri la Tua mano? e trattieni in seno la destra??

B. Ma Dio è il Maestro della salvezza, della storia e della Natura.

[12] Eppure Dio è nostro re dai tempi antichi,? ha operato la salvezza nella nostra terra. [13] Tu con potenza hai diviso il mare [ il Mar Rosso ],? hai schiacciato la testa dei draghi [ gli Egiziani ] sulle acque.?[14] Sfracellasti la testa dell’idra [ il Faraone egizio ], ?l’hai dato in pasto ai mostri marini.? [15] Apristi il varco a fonti e torrenti,? hai inaridito fiumi perenni.? [16] Tuo è il giorno e Tua è la notte, ?la luna e il sole Tu li hai creati.? [17] Tu hai fissato i confini della terra, ?l’estate e l’inverno Tu li formasti.

C. O Dio, non dimenticare il Tuo umile popolo, e schiaccia i Tuoi orgogliosi nemici.

[18] Ricorda: il nemico ha insultato Dio, ?un popolo stolto ha disprezzato il Tuo nome.?[19] Non abbandonare alle fiere le anime di chi Ti loda,? non dimenticare mai le anime dei Tuoi poveri.? [20] Tieni conto della Tua alleanza ( Nuovo Testamento );? gli angoli della terra sono covi di violenza.

[21] L’umile non torni confuso, ?l’afflitto e il povero lodino il Tuo nome.? [22] Sorgi, o Dio, difendi la tua causa,? ricorda che lo stolto Ti insulta tutto il giorno.? [23] Non dimenticare lo strepito dei Tuoi nemici;? il tumulto dei tuoi avversari cresce senza fine.

Kyrie eleison.

“Normalizzazione”-illusione

“Normalizzazione”-illusione on Maggio 28, 2016

Che tutti i Superiori della FSSPX che parteciperanno al prossimo incontro per valutare l’ultima offerta di Roma in vista della riconciliazione, ponderino bene i commenti di Don Girouard sulla recente dichiarazione di Don Schmidberger (vedi CE 457):—

A) Nel paragrafo IV, Don Schmidberger dice che Mons. Lefebvre ha ricercato il riconoscimento anche dopo le consacrazioni del 1988. Egli dimentica di dire che Monsignore aveva posto delle condizioni: il totale ritorno di Roma agli antiliberali e antimodernisti documenti dei Papi tradizionali. Lo stesso paragrafo afferma che la Fraternità non ha cercato un riavvicinamento con Roma. Che è stata Roma a iniziare nel 2000. Don S. dimentica di dire che gli incontri del GREC, che miravano alla “normalizzazione” della Fraternità, iniziarono nel 1997, con la benedizione di Mons. Fellay.

B) Nel paragrafo V, la lettera afferma che Roma ha notevolmente abbassato le sue condizioni per una normalizzazione e che quindi è il momento giusto perché noi le si accetti. Don S. non riesce a capire che l’abbassamento delle richieste da parte di Roma è dovuto: 1 – La FSSPX è già stata ridimensionata e quindi è più gradita a Roma; 2 – Roma sa che dopo la normalizzazione si verificherà una maggiore liberalizzazione della FSSPX.

C) Nel paragrafo VI (Risposte alle obiezioni) # 3, Don S. dice che la FSSPX non resterà in silenzio dopo la normalizzazione. Ma in realtà essa lo sta già facendo! E ormai da anni! Le reazioni della FSSPX su Assisi 3, sulle Giornate Mondiali della Gioventù, sulle “canonizzazioni/beatificazioni” dei Papi G XXIII, GP II e Paolo VI, sui Sinodi sulla famiglia e sull’ultima enciclica di Papa Francesco (Amoris Laetitiae), e su altri scandali, non sono stati altro che tenui e morbidi “buffetti”. E quindi dopo la normalizzazione sarà peggio, dato che la FSSPX avrà paura di perdere quello che ha acquisito con tanta fatica.

D) Nel paragrafo VI, # 4, Don S. dice che noi dobbiamo renderci i più utili possibili alla Chiesa, che significa essere normalizzati, affinché miglioriamo la Chiesa dall’interno. Qui la mia risposta è la stessa dei punti B e C: Una volta assorbita nella struttura ufficiale modernista, la FSSPX, che ha già perso la sua “salinità”, sarà travolta dalle cattive influenze e il suo messaggio e le sue azioni avranno sempre meno effetto.

E) Nel paragrafo VI, # 5, Don S. dice che il punto cruciale della situazione è: “Chi convertirà chi?”. E che dobbiamo essere forti, e una volta che saremo dentro saremo noi a convertire i modernisti. Questo è lo stesso tipo di ragionamento di chi vorrebbe affittare una stanza in un bordello per convertire le prostitute e i loro clienti! È peccato di presunzione.

F) Nel paragrafo VI, # 6, Don S. dice che non siamo di fronte agli stessi problemi e tentazioni delle altre comunità tradizionali che sono rientrate a Roma e poi hanno tradito la battaglia, perché queste comunità hanno iniziato il processo, spesso con dei sensi di colpa, mentre nel caso della FSSPX è stata Roma che ha iniziato nel 2000. Qui la mia risposta è come al punto A: il processo è iniziato col GREC nel 1997, con la benedizione di Mons. Fellay.

G) Nel paragrafo VII (Conclusione), Don S. dice che non dobbiamo avere paura, perché la Fraternità è stata consacrata alla BVM, e Lei ci proteggerà. Egli dimentica di dire che tante Congregazioni e persone a Lei consacrate sono perite a partire dal Vaticano II! Basti pensare agli Oblati di Maria Immacolata, ai Servi di Maria, e così via, e così via! La BVM mai aiuterà coloro che si mettono volontariamente in occasione di peccato e di distruzione! Credere il contrario è prendersi giuoco di Lei e prendere in giro Dio! Ancora una volta, un peccato di presunzione! Questo non è il modo migliore, per non dire altro, di lavorare alla conversione di Roma e alla ricostruzione della Chiesa!

Una volta che la Fraternità sarà “normalizzata”, tutto quello che resterà da dire è: RIP FSSPX, e che Dio abbia pietà di noi!

Kyrie eleison.

Sentimenti Dottrinali

Sentimenti Dottrinali on Maggio 21, 2016

Il “Commento” della scorsa settimana (EC 461) non avrà incontrato il gusto di tutti. I lettori possono aver intuito che l’autore anonimo della lunga citazione è dello stesso sesso delle citate S. Teresa d’Avila (“soffrire o morire”) e Santa Maria Maddalena de’ Pazzi (“soffrire e non morire”), e l’anonima citazione può essere sembrata eccessivamente emotiva. Ma il contrasto con il sentire di Papa Benedetto, citato la settimana prima (CE 460), è stato intenzionale. Mentre il testo dell’uomo ha mostrato i sentimenti che reggono la dottrina, il testo della donna ha mostrato la dottrina che disciplina i sentimenti. Meglio, ovviamente, la donna che mette Dio al primo posto, come Cristo nell’orto di Getsemani (“Padre, se vuoi, allontana da me questo calice, ma non la mia volontà  . . .”), che l’uomo che mette prima i sentimenti, cambiando la dottrina e la religione cattoliche con la religione Conciliare.

Il contrasto sorprendente mette in evidenza che il primato di Dio significa che la dottrina viene prima, mentre il primato dei sentimenti significa che viene l’uomo prima di Dio. Ma la vita non consiste nell’evitare la sofferenza, bensì nell’ottenere il Cielo. Se quindi io non credo in Dio e invece rendo culto a Mammona (Mt VI, 24), non crederò in alcuna vita dopo la morte e spenderò i soldi per dei farmaci sempre più costosi per evitare la sofferenza in questa vita, perché non c’è altra vita. E così le “democrazie” occidentali creano un rovinoso Stato sociale dopo l’altro, perché per un politico “democratico”, il modo più sicuro per farsi eleggere o no è il prendere posizione a favore o contro la sanità pubblica per tutti. La cura per il corpo è tutto ciò che rimane nella vita di molti uomini che non hanno Dio. È così che l’empietà rovina lo Stato: “Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori” (Sal CXXVII, 1), mentre “Beato il popolo il cui Dio è il Signore” (Sal CXLIV, 15.). La religione governa parimenti politica ed economia, ogni falsa religione per la loro rovina, la vera religione per il loro vero bene.

In base alla sua intervista di ottobre (CE 459), Benedetto potrebbe rispondere: “Sì, ma a che serve una religione che sempre meno persone credono? La religione cattolica di sempre ha perso la sua presa sull’uomo moderno. La dottrina di ieri può essere vera quanto vuole, ma a che serve se non parla più all’uomo com’egli è oggi, dov’egli si trova oggi? La dottrina è per le anime, ma come può parlare all’uomo contemporaneo della sofferenza redentrice o della Redenzione, quando la sofferenza non ha più alcun senso per lui? Il Concilio fu assolutamente necessario per riformulare la dottrina in una forma intellegibile agli uomini com’essi sono oggi.”

E a questa posizione implicita nell’intervista di Benedetto, una risposta potrebbe essere questa: “Santità, la dottrina è per le anime, sì, ma per salvarle dalla punizione eterna e non prepararle ad essa. La dottrina è fatta di parole, le parole esprimono concetti, i concetti in ultima analisi vengono da cose reali com’esse sono concepite. Santità, Dio, l’anima immortale dell’uomo, la morte, il Giudizio e l’inevitabilità della salvezza o della dannazione eterne, sono realtà fuori dalla mia mente? E se sono realtà indipendenti da me, qualcuna di esse è forse cambiata con i tempi moderni? E se non sono minimamente cambiate, allora le dottrine che le esprimono, insieme con la dottrina del peccato originale, non esprimono il vero pericolo per ogni uomo vivente che è di andare all’Inferno? In tal caso, per quanto spiacevoli possano percepirsi tali realtà, che tipo di servizio rendo ai miei fratelli uomini facendo sì che tali dottrine appaiano loro più piacevoli, così da dissimulare il pericolo eterno invece di metterli in guardia su di esso? Quale importanza hanno i loro sentimenti a confronto con l’importanza del loro attaccamento, e l’assimilazione, alle vere dottrine, così che possano essere beatamente felici e non pesantemente tormentati per tutta l’eternità – per tutta l’eternità?”

Ma nel nostro mondo apostata la massa degli uomini vuole solo volgersi alle favole (II Tim. IV, 4) per mettere la sordina sui propri peccati. Il risultato è che per mantenere la morale del universo in equilibrio, dev’esserci un certo numero di anime mistiche, note solo a Dio, che assumano su di sé la sofferenza acuta, per Cristo e per i loro simili, e c’è da scommettere che la maggior parte di esse sono donne.

Kyrie eleison.

Il sentire Cristiano

Il sentire Cristiano on Maggio 14, 2016

Com’è possibile che per Papa Benedetto Dio Padre sia stato crudele con Dio Figlio nel fare pagare a Lui per i peccati del mondo (cfr CE della settimana scorsa)? “C’è un battesimo che devo ricevere,” dice il Figlio stesso, “e come sono angosciato, finché non sia compiuto!” (Lc. XII, 50). Santa Teresa d’Avila volle “soffrire o morire”. Invece Santa Maria Maddalena de’ Pazzi volle “soffrire e non morire”. La seguente citazione può mostrare quella cristiana comprensione della sofferenza che manca al moderno Benedetto:—

A chi lo posso dire quello che soffro? A nessuno di questa terra, perché non è sofferenza della terra e non sarebbe capita. È una sofferenza che è dolcezza e una dolcezza che è sofferenza. Vorrei soffrire dieci, cento volte tanto. Per nulla al mondo vorrei non soffrire più questo. Ma ciò non toglie che io soffra come uno preso alla gola, stretto in una morsa, arso in un forno, trafitto fino al cuore.

Mi fosse concesso di muovermi, di isolarmi da tutto e di potere nel moto nel canto dar uno sfogo al mio sentimento – poiché è dolore di sentimento – ne avrei sollievo. Ma sono come Gesù sulla croce. Non mi è più concesso né moto né isolamento e devo stringere le labbra per non dare in pascolo ai curiosi la mia dolce agonia. Non è un modo di dire: stringere le labbra! Devo fare un grande sforzo per dominare l’impulso di gridare il grido di gioia e di pena soprannaturale che mi fermenta dentro e sale con l’impeto di una fiamma o di uno zampillo.

Gli occhi velati di dolore di Gesù: Ecce Homo, mi attirano come una calamita. Egli m’è di fronte e mi guarda, ritto in piedi sui gradini del Pretorio, con la testa coronata, le mani legate sulla sua veste bianca da pazzo con cui l’hanno voluto deridere, ed invece lo hanno vestito del candore degno dell’Innocente. Non parla. Ma tutto in Lui parla e mi chiama e chiede.

Che chiede? Che io lo ami. Questo lo so, questo gli do sino a sentirmi morire come avessi una lama nel petto. Ma mi chiede ancora qualcosa che non capisco. E che vorrei capire. Ecco la mia tortura. Vorrei dargli tutto quanto può desiderare a costo di morire di spasimo. E non riesco.

Il suo Volto doloroso mi attira e affascina. Bello è quando è il Maestro o il Cristo Risorto. Ma quel vederlo mi dà solo gioia. Questo mi dà un amore profondo che più non può essere quello di una madre per la sua creatura sofferente.

Sì, lo comprendo. L’amore di compassione è la crocifissione della creatura che segue il Maestro sino alla tortura finale. È un amore dispotico che ci impedisce ogni pensiero che non sia quello del suo dolore. Non ci apparteniamo più. Viviamo per consolare la sua tortura, la sua tortura è il nostro tormento che ci uccide non metaforicamente soltanto. Eppure ogni lacrima che ci strappa il dolore ci è più cara di una perla, ogni dolore che comprendiamo somigliante al suo, più desiderato amato di un tesoro.

Padre, mi sono sforzata di dire ciò che provo. Ma è inutile. Di tutte le estasi che Dio può darmi, sarà sempre quella del suo soffrire quella che porterà l’anima mia al mio settimo cielo. Morir d’amore guardando il mio Gesù penante, trovo che sia il più bel morire.